Gli operai della Ruhr

Gli operai della Ruhr Gli operai della Ruhr (Nostra corrispondenza particolare) essen, Aprile. I L'alta scura facciata della Boni/atius | Kirehe di Esscu porla dello screpolature ; bianche: fucilate. A Bochum, i muri dello Bergarbeiter Freien Gerver&cscha/ten mostrano una brutta escoriazicne: colpi di mi- i tragliatrìce. Non francesi. Tedeschi. Ricordi del 1020, quando il socialdemocratico ) Severing a domò u l'insurrezione comunisti, ; con un energico intervento della Schupo, I della polizia verde, che adesso i francesi j hanno cacciato da tutto il territorio della J Euhr. " Tesia da allattare „ Haano avuto sempre una rado scuola, ! gli operai della Ruhr. I francesi, iu fatto j di violenze repressive, non inventano mori- Ite. A Buer, due operai arrestati — secondo la versione del generalo Lagnielau — « cer- careno di fuggire: gli uomini di scorta fu- (rono costretti a fav fuoco ». E'a ucciderli, naturalmento. Anche gli uomini della Sehu- [' po, quando piazzavano qualche operaio al Imuro, facevano noi un rapporto del genero di quello del generale francese. Lo fecero ■ ancho qui, nella Ruhr, ai giorni di Sevc-iring. E il tribunale di Hcmin — proprio | quello nella oui giurisdizione cade- audio .Buer — li a3solse da qualunque aggràvio. In un prezioso libretto di Gunitel (Quattro anni di assassinio politico, 5.a edizione) si trova anche !a motivazione della sentenza, fondata così: <r So qualcuno ucciso da soldati in servizio, deve, ritenersi, secondo la legge, del 20 marzo 1837 (milleottocentotrentasette !) che i soldati ne avevano tutto le ragioni. L'onero della prova non spetta ai soldati». Così, quando si giustiziavano gli operai tedeschi, giudicava l'Qberlandsgericht di ITainui. Gli c'frasscurs di Lagnielau o gli sparatori di Essen ohe hanno disteso a colpi di mitragliatrice venti operai di Krupp, potrebbero, a rigor.:, invocare questo precedente giurisprudenziale, che tornò così comodo agli uomini della Schupo. I Grane, i « verdi », corno nel gergo operaio si ehiamauo correntemente i polizie Ili tedeschi, hanno trattato anch'essi, per il passato, gli uomini delle miniere e delle fonderie come a teste da abbati ere », per usare l'elegante espressione di qualche giornale parigino. Per tutto questo, quando i Grane furono arrestati o espulsi, ci fu della gente molto gallonata, a Dusseldorf, che contò su una specie di riconoscenza della parte più rossa dei minatori. Ancora ima volta, sbagliò. H poliziotto della Schupo comandava ai crocicchi delle strado, faceva delle retate le sere della domenica, quando da uu capo all'altro della Ruhr gli spacci di birra sono vomitorii. So c'era lo sciopero, so c'era la dimostrazione, era bruì ala corno gli scioperanti o i dimostranti. Chi ha assistito a qualche episodio di lotte operaie nella Ruhr o in Mitteldeutschland, pousa che i nostri questurini di un tempo, con i loro tre squilli, avrebbero fatto qui la figura di guar'diani notturni nelle fa—e di Kotzebue. In tutto ciò non c'è niente di offensivo contro ona classe operaia solida, che affronta le lotto sociali o sindacali uelleloro forme anche più violente, e non si lamenta poi oltremodo, ae, dietro la svoltata, i Grane hanno ^.-abbattuto * qualche paio di imprudenti. Sovversivismo gallonato Ho l'impressione che tutto le brutalità di pattuglie francesi, tutti gli schieramenti di tank* e tutto lo vessazioni sullo piazzo e Bolle strade della Ruhr non toccassero al vivo questa rude gente. L'offesa è dove i francesi non la vedono, devo anzi essi credono di dimostrarsi umani, eredi degli immortali principii, optv-re finissimi diplomatici. L'offesa ò nel patriarcalismo economico di certi generali, che credono di fare una opera pia liberando gli operai dai loro organizzatori i prussiani ». L'offesa è nel tentativo continuo, da parto francese, di dimostrare agli operai che i magnati siderurgici li sfruttavano, che colla svalutazione artificiale del marco il loro salario aveva un terzo del poterò d'acquisto del 'li. Ma non c'è operaio organizzato della Ruhr che queste coso non le conosca perfettamente ! Io ebbi occasione di discorrere con varii divisionarii francesi: con Lagnielau a Reklingausen, con Fournier a Bredeney, con Henrys, comandante di corpo d'armata. Tutti militari «t illuminati ». Niente sistematica e ostentata rigidezza : non sono certo quelli che nella stampa parigina si chiamavano un tempo a des brittcs galonncs ». Ma non hanno idea della recentissima legislazione del lavoro tedesca. Eournier, _ lo prime settimane dell'occupazione, si lusingava di poter rompere il fronte operaio « con qualche sussidio opportunamente dato alle cooperativo di consumo ». (Non so quali nebuloso idee ci fossero in quella bella testa d'uomo di guerra sull'organizzazione cooperativa in Germania). Un altro segnalava come prova di sgretolamento la domanda dei sindacati cristiani di Bochum di_poter convocare l'assemblea generalo deg'i organizzati : e si affrettava a dare il consenso, invitando verbalmente gli operai * a scuotere il giogo dei magnati siderurgici che vi sfruttano ». Accanto a questo trasparentissimo sovversivismo generalizio, un cinismo da negrieri circa la facoltà di comprensione e la capacità di resistenza della classo operaia. Non un francese, nella Ruhr, militare o funzionario, ò disposto a riconoscere che anche la classe operaia ha il suo amor proprio, la sua volontà autonoma di difesa e di lotta. « Oh, vous vcrrez : per fame si renderanno. E poi, basta sbarazzarli dei funzionari prussiani ». Alla direzione generalo della Regìa ferroviaria della Renania, installata alla Oberpostdirckiion di Dusseldorf, crodovo di trovare nel direttore generale M. Brcaud uu funzionario che, per la sua stessa formazione professional© si rendesse conto meglio dei generali della gravità'del suo compito. Niente affatto. Sorride di sprezzo quando gli si parla dei sindacati ferroviari, a Ne me parler yxis de ed. Sono tutta geuto che dipendo da Berlino ». Un colonnello in pensione avrebbe premesso forse un i Scrogniegntagnieu/ »ma avrebbo dato la stessa risposta. L'offesa più grave, più sentita, è appunto questa: si colpiscono gli operai tedeschmettendone in dubbio quello cui essi tengono di più, la loro organizzazione di classe, la loro volontà di lotta economica, lloro capacità di condurre la lotta di classeNella staziono di Wohwinkel, il p sto dcontrollo ali uscita dalla zona occupata, unstesso ufficio francese didimpegna duo compiti, arruolamenti di f «.trovieri crumiri pe a Regìa Renana, o arruolamento di dispe- I ati per la Lègion Mrangère. Agli sportelli, | ati per la Lègion JJtrangcre. Agli sportelli, | ei placcati in tedesco danno spiegazioni e ] romesse, per l'una o l'altra face o mai veduto così cupi c tetri volti di poera gente, coma dinanzi a quegli sportelli i Wohwinkel. Eppure, per certo, là non compie nessuna propotenza: i Grane trat- inda. Non Iavano questi operai molto più brutalmente ei gendarmi che stanno dietro a quegli portelli per aspettare lo iscrive i. O unque? ! Oli sfratti ' 1 In Westerholt. A nord di Buer, verso il niite della occupazione. Nella miniera fical?) presidiala dagli « chasseurs », l'inge- i noro francese, solo, in fondo a una sfilata i uffici abbai.;'.-nati, mi paro un po' ab- acchiato. J'i dà i soliti dati: 45 vagoni al orno spediti verso Weddau. La mano d'oera? Una sessantina di aarruolati»: cecoovacchi, alsaziani, qualche, tedesco. Anche ualche italiano. Sono alloggiati nelle caso ei ferrovieri, cacciati via da una quindina di giorni. Ma sessanta uomini sono pohi, per caricare, queste ;i0.0C0 tonnellate i coke. Bisognerà fare arrivare altra mano 'opera. La HI Berginspektion, nel cui diartimento si trova la miniera, ha ricevuto rdino di faro sgombrare altro sci abitaoni operaio, nella colonia di Westerholt. o famiglie colpita saranno espulse in duo ro — gli uomini ancora cogli abiti da laoro e i ragazzi cogli zoccoli di legno al iedi — come i ferrovieri di Oberhausen? Oppure, prima di lasciavo lo stanze che spe' ino invano, quest'anno di magra, io ètcrcieib, lo bazsoccolo pasquali, quàlóhó massaia dovrà, come le mogli dei ." rrovieri i Miilheim, rifaro i letti per i nuovi ospiti, otto la sorveglianza dello sentinelle frau¬ tt Colonia ». C'ò una sfumatura sbirresca n questa designazione, o- Colonia mineraria i Westerholt"». Un odore di penitenziario, i lavori forzati. Questo caso grigie, laniato a serio in mezzo ai terreni vaghi, col ontorno di un giardinetto buono por butarci lo latto vuote e lo scarpe vecchio, con ornamento di una chiesa di stile il più goco possibile, e che non vuole in nessun modo prendere un po' di patina di vechiaia, questo gruppo di (risolati abitabili», ato d'un colpo sulla carta di un ingegnere — ma ò possibile vivere qui, per un poolo cho ha creato la deliziosa intimità ello cittadino di Turingia e di Renania, la ara pettegola civetteria edilizia di Goslar e i Wetzlar, lo vecchio agglomerazioni umao, radicate nel suolo, concresciute collo ianto, nel ritmo lento delle generazioni? E' necessario. Là produzione della Weterholt esige che cinquemila uomini siano elegati nella colonia di Westerholt. Del reto, ogni altro raggruppamento umano, che on sia la colonia, è una semplice creazione mministrativa. Il comune è svuotato di gni significato sentimentale: resta una inicazione buona per fissare le zono dei perorsi tramviari. Chi, dei suoi abitanti leali, può pensar© con un po' di amore borhigiano al comune, per esempio, di Bohum, informo ammassamento di steccati e i recinti di fabbriche e di ferrovie, cho no oprono il 50 per cento della superficie? E ifatti, la grande questione amministrativa ella Ruhr ò quella della Eingemeindung, ella fusione fra comuni. Si progetta di una Ruhr-Emscher-Stadt, corno c'ò un RuhrEmscher-Kanal : Duisburg e Duesseldorf si reparano a costituii* un grande comune enano. Un gioco di puzzle per i saggi boromastri. E comune è morto: la cellula, la omunità fondamentale ò la miniera. Non si è » di Bochum, i si lavora alla miniera Costantino di Bochum. Non « si è » di Westerholt, « si lavora » alla miniera fiscale di Westerholt. La colonia, corollario della miniera, fa corpo con essa : chi invado a miniera, minaccia il letto o il cassettone della massaia: i bambini della « colonia » anno che, prima o poi, i « nuovi » che avorano alla miniera li cacceranno di casa, on gli zoccoletti ai piedi, corno i loro coeanei di Oberhausen. So i francesi vogliono davvero, gradatamente, far funzionare la Westerholt, la Blumenth-al, la Bergmannsgluch cho essi hanno occupato devono trarre la conseguenza crudele: sfrattare, sfratare, sfrattare. Cho le truppe del generalo Lagnielau abbiano occupato il Rathaus di Reklinghausen, o quello di Buer, ecco una notizia cho può avere qualche interesse per il lettore berlinese, ma non ne ha che poco per l minatore della Ruhr. Il vero, grosso colpo alla massa operaia, i francesi lo hanno dato quiudici giorni fa, quando hanno cominciato ad occupare lo miniere fiscali. Risultato, il seguente. Centinaia di migliaia di minatori, assai poco sensibili alle umiliazioni della autorità statale, poco impressionati della deportaziono di giudici e di borgomastri, scarsamente commossi dai bivacchi fatti noi Rathaus, sono ora — dopo più di duo mesi — veramente allarmati. Nomadi della grande produzione, sradicate dallo heimat, della piccola patria, che ancora oggi è la grande riserva sontimentalo di tanto amor proprio germanico, accampato in questo deserto di pietra o di asfalto più schiacciante di ogni cosmopo', gettate allo sbaraglio del lavoro più pesante e più tetro, quelle centinaia di migliaia cU minatori avevano due piattaforme sotto i piedi : il loro sindacato e la loro miniera. Fuori, c'era il nemico: c'eranoi Grane, i sicarii del capitalismo, gii assassini dei lavoratori, tutti i personaggi reali o favolosi della mitologia proletaria. Ci potevano staro ancho i francesi di Poincaré : mostro più, mostro meno ! Ma questo mostro ha vinto il concorso della cattiveria. Disprezza i sindacati, con cui gli altri mostri hanno pur qualche volta trattato: occupa le miniere e scaccia i minatori dalle loro colonie. Chiama i crumiri dai paesi lontani, li paga di più, li installa negli alloggi dei lavoratori organizzati: e ai disoccupati, offre, per tutto conforto l'arruolamento nella Legione Straniera. " Uè! „Quando uscii dal recinto della Westerholt, uua équipe di « arruolati » dava icambio per il lavoro di carico. Il chasseur cho mi accompagnava mi indicò un tipo, un tipo come tanti, colla giacca sulle spalleperò, a un certo modo che mi faceva ricordare i miei paesi. — QnnOo lì è un italiano. — Oh, siete italiano? — Uè. L'uomo, fermo in mezzo alla strada, m sposo proprio così: uè.' Un oui francese, assato attraverso tutto la deformazioni dei assato attr; ali:! tacci c di Lorena, dei baragouins deiEst: un oui francese com triste, così rivc- tore di lunghe emigrazioni, di Alpi pasato da bambino portato in collo dalla mare, povera montanara: un oui che. pareva na affermazione di rinuncia di spacsameno, di sottomissione a servire qualunque parone. Un impresario francese aveva preso uell'italiano in Lorena, e lo aveva porato nella Ruhr: e lui lavorava nella Ruhr. ai marciapiedi, gruppi di minatori tedeili ci osservavano, il mio compatriotta, lo hasseur ed io, severi e in silenzio. Gotto uegli sguardi, mi sentii lumpenproletariat versta tri paga di un imprendi- nch^io,-polvere sollevata dalla erro fi\,j oY»ncraj| numero scritto nei cagHari 0 yt<\ rc«i oro: avrei voluto avvicinarmi a quegli uoini pieni di disprezzo per noi, per me, piegare elio io non tenevo affatto dalla arto di quell'armato, rappresen' nte di anti altri armati e stranieri: spiegare che uel mio coir: paca no era uu disgraziato: piegare tanto coso, giustificar rei eff annosaente. Ma quando mi accostai al marciapiee, quegli uomini silenziosi e severi mi cansarono come ?c fossi stato un «ino ronoso. V. 1 io ebbi una grande vergogna, e on osai. " II nostro carbone Nella sala della Casa dei sindacati, a berhausen, martedì sera. Ho avuto un osticino anch'io,, sui banchi discuoia doe sono seduti i rapprcs. ntanti dei Consili di azienda di Gróss-Oberhaùsen. E' il onsiglio della miniera « Concordia » elio a fatte la convocazione. Lo maostraiizo ella i Concordia », occupata dai francesi, ono in sciopero. Quello della GutcUofnung, elia Phònix, possouo esservi lancialo domani: ò da. duo settimane cho gli ingegneri rancesi girano coi piani topografici o collo Kodak, duo settimano che lo sirene di qualhe oflieiua ululano per lunghe ore: n Gli ngegneri sono da noi! sono ila noi! Sono a noi! ». I Betricbsralc, i consi'rKt ri della oncordia parlano per i primi, ti'OLmarni fiduciario) Groppengiesser c un comunista: no di quei comunisti sui cui si faceva asegnamento, nello Staìilhoj di Duesseldorf. Lo suo idee sono queste. « Noi, minatori, on possiamo più assistere inattivi all'ocupaziono della « Concordia ». Lo montane di coke e di carbone sono proprietà del Governo del Rcich, che ha anticipato alla Bcrgbauverein, alla associaziono dei prorietari, i fondi per pagarci il salario ridotto ancho in tempo di sciopero. Ebbene, il Governo del Reich devo spartire il carbone ra la popolazione, devo darlo agli ospeda, alle opero pie: tutto, fuorchù i depositi i carbone siano rosicchiati a poco a poco ai duecento miserabili che caricano per onto dei francesi ». Dinanzi alla vetrata, on il consueto sfondo di officine fumanti l'immancabile minatore • rappresentativo olla lanterna e il piccone, Groppengiesser candisco lo parole stentato con un unico gesto, il pugno calato dall'alto in basso. H minatore della vetrata, in azione. Altri Beriebsrate si seguono sul pulpito. Uno aferma che ormai la difesa contro la occupaione della Ruhr ò compito dei lavoratori: proprietarii cedono, il Kohlensìndikat, daAmburgo, traffica coi francesi. Il Ruhrhil-e è una camorra, la <r resistenza passiva » una parola d'ordine trasmessa da Cuno per tener buoni i minatori: intanto i geneali francesi fanno il più bel servizio ai proprietari, sopprimono, miniera per miniera, l'intervento e il controllo del Consiglio di azienda, hanno disperso la Camera del lavoro paritetica, speciale per l'indutria del carbone, cho funzionava in Essen : e per ricompensa, si portano via il nostro carbone. L'assemblea segue queste inquisizioni con una attenzione faticosa, ma intensa. L'odio ho trascina tutto, il sospetto che rodo o avvelena. Sì, ci sono nell'aria greve della ala: ogni volta che qualcheduno dei Bcriebsràte pronuncia le parole unsere kohe, « il nostro carbone », 6 una approvazione solenne e generale, come quando in chiea l'officiante invoca domineddio. Ma in tuta la lunga serata, non sento una parola di debolezza, di stanchezza. E questi non sono funzionari dei sind.icati, di quelli cho va a interrogare la signora Asquith in vena di giornalismo sperimentale. Non sono neppure dei pii e patriottici Geselle dei sindacati cattolici, di quelli che domani monsignor Testa, legato papale, interpellerà, fra una benedizione e l'altra. Una vittima pericolosaQuesti sono gli uomini contro cui la Schupo fece funzionare lo mitragliatrici, e cho chiamano ancora Severing, ora ministro, col grazioso nomignolo di « Boia della Ruhr ». Se ne ridono del fronte unico di resistenza, paiono bestemmiatori del lo-ro paese: ma il legame sindacalo li tienosaldi, la logica della difesa eli classe li con-duco dovo non si curano di arrivare: alla difesa del fronte unico, all'affermazione della loro patria. Ed è a costoro che i ge-nerali francesi vogliono insegnare a difendersi contro lo sfruttamento dei magnati ! Di tutte le leggi del Reich, vo n'ò una cui i francesi si adoperano ad attribuirò una importanza costituzionale, che non scomparirà più. E' la legge organica sulleBetricbsvertretungen, sui consigli di azienda, votata dal Reichstag noi '20 fra lo diatribe dei partiti estremi, derisa corno unmoncone della rivoluziono tedesca, comòuna reliquia di grandi e vano speranzeDopo quasi tro mesi di occupazione, 6 caduta la prima vittima politica dell'azione francese: quel povero consigliere di fabbrica Zander, distoso sul selciato dello OfficinoKrupp, a Essen, mentre corcava di calmare lo maestranze eccitato contro i- soldatstranieri. Nel tetro pomeriggio del massacro, quell'operaio anziano o socialista, alla testa dei suoi compagni e mandatarii, rap presentò tutto: il Governo del Reich assouixv o imnntomt» Il nrnnrlot^V ,1„11 .to e impotente, il proprietario dell oilicinaenorme nascosto fra i pini o l'ombra dpini Villa niigel, lo sforzo di Ir. -oro umano chil nome di Krupp riassumo per il vasto mondo. Forse era meglio, per la Francia, chquella mitragliatrico manovrata da unpattuglia impaurita avesse colpito il E'reiherr Krupp von Bohlen in persona. GIOVANNI ANSALDO