I colloqui di Mussolini a Palazzo Chigi

I colloqui di Mussolini a Palazzo Chigi I colloqui di Mussolini a Palazzo Chigi Popolari e fascismo nel pensiero di don Sturzo ..vero! Orilo 1 Roma, ?,, notte. Stamattina, al In 0.10, col irono eli Milano ha fallo ritorno in Koinn l'on. Mussolini, ni comptigimUi da! suo capo (li gabinetto cornili barone Russa dal segrottirio j .articolari» coni mondatori» C.liiavollno e <lal cav. l'uscioli, segretario di gabinetto. Min stazione a ri il presidente si trovavano il ministro Colonie on. r-'cilerzoni, i sottosegretari di sia 10 on. Acerbo, Vassallo, Sardi, Siciliani, il segretario generale del Ministeri! degli Estri-', sen. flou tari ni. iì direttore gen. della i'. S. sen. Ilo Bono, il direttore gwi. delle ferrovie, colimi. Alzona, il prorotta corniti. Zoccole!!i, 11 Commissario regio de] comune di Roma, comin. Cremonesi, ecc., ecc. Appena giurilo a Palazzo Cilici, l'on. Mussolini lui convocato i suoi diretti collaboratori, e cioè i sottosegretari on. Acerbo e Pinzi, il generale Ile Bono, il come.'.. Michele Bianchi ed il comm. Cesare Rossi eoi «inali ha lungamente conferito sulla situazione politica e sui provvedimenti di iTovcrao in còrso di esecuzione. Onesta conferenza è durata due ore. Quindi il presidente lia ricevuto il sen. Contortili segretario al Ministero degli estori, e nel pomeriggio ha avuto lunghi colloqui col minisfro delle colonie on. Fcderzoni. col ministro guardasigilli on. Oviglio e enll'nlto commissaria alio ferrovie on. Torre. Lo pensioni di guerra Sulla liquidazione delle pensioni di guerra e sull'assistenza ai combattenti e mutilati, Pon. Rocco, passato dal sottosegretorialo del Tesoro a duello rielìe Pensioni, ha parlato brevemente dell' importantissima problema. — li problema, ha detto, si pie. dire politicamente risolto in mianto i concetti fondamentali, enuriziati dalla Commissione o precisoti con grande chiarezza, sono stati nella>in8ssima parte accolti con favore da tnlte le associazioni dei combattenti e mutilati. — Quali sono questi concetti? — Bue. generali, semplici e chiari: rispetto «delle posizioni legittimamente acquisite, revisione, con una procedura che offra agli interessati le migliori garanzie, delle pensioni, non ottenute legittimamente. — Sono molte queste pensioni? — Circa centomila, sopra un totale di un milione di pensioni che o sono già slate liquidato o non audranno soggette a revisione. I,a procedura delta revoca conterrà quattro casi: errori di fatto, errori "di diritto, errori di mutuinomi nello slato di fatto, Indegnità sopravvenuta. Questi quattro casi giusliiìcano ad esuberanza la nuova procedura, la quale non sarà che un procedimento analogo a. quello di revoca delle sentenze giudiziarie, e si inizicrà con la denunzia fatta dalle autorità amministrative competenti al Procuratore generale della Coite dei Conti, il (inalo, esaminati gli atti, citerà gli interessati davanti al Comitato liquidatore. Si avrà cosi la maggiore e la migliore delle garanzie: quella del contraddittorio. Occorreranno parecchi mesi di lavoro assiduo, intelligente, per liquidare ogni cosa. Ogni questione dovrà essere esaminata, ponderala, ogni posizione accertata. — E il caro viveri ? — Quello del caro-viveri un altro d-it principii accolti dalla Ceiv, iota e. Dove.'a scadere, come si sa il IO *tornio prossimo; ma rappresenterà invise una grande conquista, dei pensionati di guerra; esso verrà, in varia misura, s'intende, mantenuto, e nessuno di coloro che lo godono attualmente si vedrà privato dell'assegno lemporaneo. Sono allo studio importanti miglioramenti ili trattamento economico non solo per i grandi invalidi, ma anche per quei genitori dei soldati caduti in guerra che abbiano compiuto 1 sessant'anui e si trovino privi di mezzi di sussistenza, ossi otterranno la pensione anche nel caso in cui essi, quando i loro tìgli offrivano la propria vita alla patria, non nvavano compiuto i cinquant'annl di età. Si penserà alle vedove degli ufllciali e agli orfani di guerra, i quali intendano proseguire negli stùdi. — E per l'assistenza dei combattenti ed invalidi? — Non posso rivelare nulla di preciso stilla questione che non e di facile iTattamenlo e abbisogna ancora di studi profondi. Mi n miterò a dire che la Commissione nominata da'. Presidente del Consiglio, e alla quale appartengo, 6 concordo nel proposito di semplificare e unificare le attuali numerose istituzioni di beneficenza per l'assistenza d°.i combattenti e invalidi di guerra. Non non devo aggiungere altro se non che son allo studio riforme di carattere risolutivo, le quali verranno presentate olla discussione de! Consiglio dei Ministri. E quanto Ilo dCoinon rappresenta che una somma di oropo- !ste, le quali debbono essere approvare da! Presidente del Consiglio e dai suol eompa- jgni di governo. E' probabile che esse subì- ;ranno modificazioni se non profonde e tallda alterarne io linee ed il si.l-nittoato, capaci !di perfezionarle squisitamente ». Una nroi'iizione poli ti cu di don Sturai) i giorni in I sii" ubici io conterrà pronunzia poliUc.0 del Don Sturzo lui scrii.o in ques' prefazione, sinoia inedita, per i di prossima pubblicazione, li III) i principali discorsi politici da lui li. Nella prefazione il segretario punuc.u nei partito popolare espone le sue idea sul uno- vn regime ed esamina la situazione del partito popolare di fronte al fascismo. Per l'interesse che le idee di Luigi Sturzo possono rivestire, riassumiamo a larghe linee il con-tenuto della prefazione in parola. « Oggi l'avvento del fascismo --- scrive don Sturzo — fa affermare a molti, facili ad impressionarsi, che il partilo popolale, comeespressione politica di cattolici, non ini più ragione «li essere, date le affermazioni cattoliche e le tendenze spiritualiste ilei partito ni Goveruu: clic orinai il movimento sociale non ha im'efficiente prevalenza •• deva confonderei nel nuovo corporativismo nazionale. Anche in questa concezione semplicista, l'equivoco ed il pregiudizio mantengono il predominio e daiinu vivaci spunti ai gioì' po.-co. j5 sonnihali quotidiani. La sostanza realistica del partito popolare italiano non «• coercibile in quei due termini antitetici e polemici «li: clericalismo e demagogia, dai quali rifugge per intime struttura di pensiero e di tìnalilà. Kssa Ini una base autonoma e realistica «.-Ilisi suole esprimere con le parole storiche: democrazia cristiana, e ne deriva un programma orgànico nel campo costituzionale, economico,- sociale e politico, con sua propria flguro?.toae e vitalità. K, se molti punti del proprio programma sono gli sressi di altri partiti formatisi prima e dopo del popolare, o rispondono ad affermazioni politiche del pensiero comune di varie correnti liberali, nazionali e democratiche, ciò nulla toglie alle ragioni del program ma popolare. Spesso il principio dui quale si parte od il termine a cui si vuole arrivare sono ben diversi da quelli dei partiti che accolgono il medesimo postulato. .Senza voler cercare in Italia e fuori un'affliìazione spirituale e filosofica, che non può essere dimostrata come fallo storico assorbente, il partita popolare italiano ha noi campo dell'economia la sua base teorica nella scuola crisi inno-sociale, come scurir, contrapposta all'atomismo liberale ed al collettivismo socialista, o divergente sempre, nel campo economico, dalla corrente puramente conservatritse *. Don Sturzo esamina quindi il problema dello Stato, storicamente in confronto alle diverse tendenze ed a.i vari panili. Afferma che il regime costituzionale rappresenlativo, le libertà civili e pomicile introno nel sistema, del popolarismo, ionie elemento necessario, cioè, in quanto adaito alla civiUà. presente ed alle necessito della vita nazionale. « La differenza ed i; contrasto con la concezione liberal" e democratica — continua poi — sto nella valutazione teorica e nelle consulenze logiche di tale valutazione. I liberali adeguano la società con lo staio e lo Stato cori il regirne: e quindi purlano di uno Stato liberale come un ijiml assoluto, etico, giuridico, economico e politico e, per poggiare sopra una salda fondurnema che non faccia traballare il loro assoluto, ricorrono alla sovranità popolare, corni: la coscienza dinamica e la forza immanente dello Stato. Noi non ammettiamo che sia fontiassoluta di autorità e di sovranità il popolo, come principio etico e giuridico, allo sto.^o modo che non mettiamo con lo S'alo il menarca o l'imperatore: sono mezzi l'uno o l'altro perchè l'autorità si esprima e si con eretizzi in uua società organizzata con leleggi tradizionali storiche evolutive della sua organizzazione. Per noi lo Stato, in quanto società organizzata politicamente, ò diverso nalla società che non si confonde con il regime. Non vi è quindi Stato liberale, o Stato l«i«i^-o^iiaUi;>-ai k una Stote,.a restine " i e ! -I :• j ri ; il ir ! a j s liberale, soluto e ipialsias «lezione con la realisti poi Pblitil nel dopo guerra, sua sii nttiira o.. elementi itili rioi perduto le ragion democrazia intesi mane salda ed i a regime democratico, a regime ascosi via. Ma lo Stato esiste e con regime è sempre lo stesso. I,a con^aiale popolare, messa in antitesi oiicezioiie teorica e con la pratica in Italia, ha fatto fermare il partine italiano al suo sorgere in una centrale tra la destra e la sinistra] nella dina mica della lolla iniziatasi L'Italia non ha variato la inomlea, n«> ha mutato gli i del suo divenire, né ha i della sua costituzione. La i. come regime di popolo ritegni. E' l'orientamento sia- tale che deve modificarsi ; è l'eccesso o la d generazione della funzionaliià dello Slato elte deve correggersi e trasformarsi insieme al eostunic politico del paese, perche i beni spirituali, economici e politici siano meglio utilizzati e rispondano piti intimamente alle esigenze vitali del nostro popolo ». Don Sturzo inette in rilievo la svalutazione die si va facendo intorno ad ogni iliovlniento internazionale e dice: «11 popolo, come forza politica valorizzata dalla evoluzione democratica, non passa ancora i confini della nazione e non si traduce nella valutazione speciUcsi di un organismo superiore ». Parlando dei rapporti Ira Stato o Chiesa, osserva: ■• 11 torto dell'Italia una e stato quelle di voler disintegrare il nostro paese dalla vitalità cattolica, come pensiero vìssuto e come indirizzo politico, lì perniilo e superalo, benché la questione giuridica tra Stato e Chiesa non sia risolta. Alleo errore sarebbe quello di tentare di lare della religione uno strumento di «inverno o tentare di attenuare l'autorità pratica della Chiesa e dare pretesto «li farla (rodere allenta a determinate elassi dominami ... Don Sturzo conclude affermando che •• il panito popolare compirà un'alta funzione nella vita del paese ed ora esso è al suo posto di combattimento ». Oli inscritti ili leva e l'emigrazione La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il seguente li. li. 18 marzo 1923 h. MIO, relativo al rllaseio «lei passaporti per l'estero agli inscritti di leva ed ai militari in congedo: Ari. l.o - All'art, a del vigente tesro uni-in delle leggi sul reclutamento del lì. Esercito e sostituivo il seguente: 1 giovani iscritti sudo liste, di leva che si recano all'estero a sc> po di lavoro possono emigrare Ano all'apertura, della leva della propelli classe ina ileobono rilasciare al sindaco del Comune l'atto di sottomissione per l'arruolamento. I sindaci hanno l'obbligo di trasmettere l'arto di sottomissione al competente Consiglio di leva, l'ir g'.i isiiini sulle lisie di lèva che si recano all'estero per altri scopi, la concessione del passaporto sarà subordinata a norme più restrittive che saranno determinale dal regolamento. K' libera l'emigrazione dei militari elio abbiano compiuto la ferma loro spettante o che siano vincolali ad una ferma ridotta, ma l'autorità, clic soprainlendo all'espatrio degli emigrami, deve notificare ai competente Consiglio dei Distretto militar-!, non appena sia avvenuta la partenza per l'estero del militale, le sue generalità ed il luogo dove e dirotto. — Art. ~.o - La concessione «lei passaporto agli iscritti di leva di mare ed ai militari del corpo R. Equipaggi sarà regolala da norme aunlogiio ir quelle dell'art, precedente, ina la notificazione ci cui alla partenza stessa, sarà fatta alla competo-nte capitaneria dì porlo. — Art. 3.o - la facoltà di emigra;., consentita agli iscritti di leva ed al militari di cui agli articoli procedenti può essere temporaneamente sospesa con Ti. 1). su proposta, secondo i casi, dal Ministro della Guerra di concerto con quello della Marina e di quest'ultimo di concerto col primo. Comuni caio al hi Milizia nazionale li goti. De Bono ha dirami primo comunicalo cotitencnie i fesloggiinnc-nli che si svo .prile. Natole di Ruma: . Si il giorno ;:1 aprile, in occasi di Roma, celebrazione del svista, i reparti della milizia rennu in lupa Italia solenne dell'art. :ì de! idi ul'leinli il a quanta pian i suo tempo g lei | norma pi in.a mente sii'i ■ani j uopo oijp |a relativa i i aito sanziono regia, sporto ingenti per pani. sj prescrive es ri e passate nelle di i oorle, di logion Sono pertanto anni meni: dei manipoli di coòrte. Alle i ; i- enianze dell'esercii ; le località dove esii ~!o seconda le modulila [ile dai l'ispettivi Mini? invila di questo Comari Oggi intanto, presso il presldenzB on. A iiqr.tone di capi De licnn. ner co laiive ui festeggi ito il seguente ie norme per g? renilo il il annunzia che one del Natole sacro rito fain armi prosiogimainento. ìgniamento di riiscia. milizia, nrialognsi nell'esercito, preivi mento scrino, i sarà sottoposto aro pese di traIrainento dei rerivisfe dovranno sedi di comandi •upno di legioni, laido gli sposi ngiungere la. sede io. ra mio le rnn■ e Ila marina, in mio reparti e "nerba saranno slabiTi in seguito ad i .-"."ernie ». rv.ll neev ilici -Olire' 11.' l' li disc retarlo alla lungo una la dal gen. ■sizioni regalale di

Luoghi citati: Italia, Milano, Oviglio, Roma