Una volta e adesso...

Una volta e adesso... Una volta e adesso... Se 'l tc.mp a l'è vini, sòma noi vini, nói ! I nostri bisnonni e ]e nostre bisnonne, a « Pasquetta ». anche se il cielo faceva il broncio, conio Ieri l'ha rullo, inauguravano solennemente i vestili primaverili e andavano a pavoneggiarsi sotto gli olmi della cittadella o scappavano per la tradizionale merenda al Monto dei Cappuccini. I nonni indossavano l'abito di nanfcl.no ed i calzoni bianchi e inalberavano la « paglietta » anche se il tempo era mallo c mandava r!ù l'acumi a secchi. Quanto alle nonno :-l mostravano altrettanto coraggiose e s'adornavano della loro più bella cuffloue primaverile e vaporosa. Ed il iruadro doveva essere indubbiamente graziosissimo, lutto serioso di freschezza. La cufnetta, secondo la descrizione d'uno... storiografo del tempo era » un ciuffo di velo che talora alza un palmo e nel mezzo ha un gioiello a guisa di rosetta, aggroppalo con fettuccia .. Qualche volta il velo era . iiil.to tempestalo ili non so che mosche nere, grilli, farfalle o zanzare (11) di muschio e di vetro ». Le vispe nonnine usavano talvolta ornare la cuffietta « con fiori di pili sorti e naturali ed nrlifir iuli proprio come usano oggi le modiste in voga. Questi « fioretti e bagattelle » facevano tra i capelli » leggiadra vista ». Anche allora la meda veniva da Parigi. In una cronaca del 1S."3 è detto infalli: « Il vestire, in generale, imita molto le fogge francesi. Lo donno di minor levatura portano tulle il cupo coperto di una cuffia alla parigina... A Torino usarono per molli anni lo dame portare la cuffia alta mezzo braccio, guernita di pizzi, di nodi, di nastri. Nel 1715 l'ambasciatrice cii Francia essendo arrivata a Torino con una piccola cuffia chiamala bordonnona alta soltanto ire dita, con un nodo di nastro, tutto le dame pigliarono in gran frelta la nuova acconciatura, lasciando l'antica ». Le 'info di moda erano di una... amenità senza pari: triste amica, scimmia corrente, prosciutto comune, spagnolo morente... Il drappo di scia, color « spagnolo morente >- ora stato inventato da un tal Miroglio, mercante torinese. Il « Giornale di Torino » non dimenticava mai di ragguagliare le signore sui colori di moda, come ad esempio: « Il mattino, uscendo di casa, le dame por:ino cuffie guernite a pizzo o a blonda, lasciando penzolare da ambe le parli, sconnessi e negletti, due o tre anelli delle loro chiome. Le hùanccs lavorile sono sempre pulce irritata e fungine inglese ». La « pulce irritata » è un capolavoro di malizia. Oli . anelli delle chiome » erano poi dei semplicissimi « postiches « progenitori di quelli attualmente adottali dalle nostre donne civettuole. Li aveva portati — sempre dalla Francia — a Torino un certo Gallo, nnrrucchiere in Contrada Nuova, ch'ebbe poi un concorrente terribile c fortunato in un certo Poulaln, il quale foce pubblicare nella « Gazzetta Piemontese » questo avviso: « Poulain, parigino acconciatore di teste da donna, condotto In questa metropoli da un ragguardevole personaggio, ofrre la sua servitù. Pettina con garbo le signore, taglia capelli agli uomini con maestria, fa parrucche, mezze narraceli..', ciuffetti, sempre esattamente imitando la natura ». Figurarsi che successo ebbe con lo signore I Ciò che non dove stupire affatto, perchè oggi il signor Poulain ■ acconciatore di tcsle di donna » potrebbe diventare alla moda con le suo » imitazioni » della natura, perché 1 « ciuffetti » sono una graziosa civetteria ed abbelliscono anche di più un viso di donna... bolla. Invece 6 tramontato il vestito di nankino con iviaCvi calzoni bianchi attillati e... tirati e la « paglietta », sopravissuta, ha mutato roggia pur esse. E' vero che ieri, giorno di « Pasquetta » piovigginosa e fredda, ili pagliette non ne sono comparse. Se 'l lenip a l'é mal, sòma ncn inai nói. si sono ripetuto i... degeneri figli di cosi allegri nonni ed hanno, per non essere tacciali di pazzia, rimesso il soprabito pesante, rinunciando alla passeggiata ed alla merenda sull'erbetta tenera, in collina. Con questi freschi! I oiu istillati a mantener viva la tradizione si son tappati nelle trattorie del suburbio a gustar lo uova sode, l'insalatina e magari i pesci vivi sempre meno indigesti di qualche pesciolino ingoiato il giorno precedente senza volerlo, nella ricorrenza della Santa Pasqua e, ohimè, anche del fatidico Lo aprile. Insomma, con un po' di buona volontà, sudando il fresco soverchio, un manipolo di coraggiosi ha salvaguardalo la consuetudine della « merenda » e si 6 illusa di trascorrere una giocondissima giornata. 'Ma non à forse una perenne illusione la vita?

Persone citate: Gallo, Santa Pasqua

Luoghi citati: Francia, Parigi, Torino