Professori e Scuole

Professori e Scuole Professori e Scuole Sotto un'apparenza più legittima, la burocrazia non potrebbe recare un colpo più mortalo alla dignità ed alla indipendenza dell'insegnamento. Parliamo chiaramente per non venire fraintesi. Che una seleziono anche nel campo degli insegnanti possa tornare utile, nessuno discute. Fra essi, come fra tutti gli organismi collettivi, possono esistere i « burocratici del sapere » : coloni che, una volta raggiunto il bastone di maresciallo dell'ordinariato, non provano più la benché minima curiosità, scientifica e si riducono a monotoni ripetitori^ di antiche, verità. Se. quindi è nel pensiero del ministro Geritile di ridurre le Facoltà scientifiche, trovando eccessivo il numero degli istituti di insegnamento superiore in un paese, dove abbondano gli analfabeti, nessuno potrà criticare che si chieda la facoltà di compiere un'opera di sana selezione. Ma è altrettanto evidente che ciò può' e dove fai'si salvaguardando quella che ò stata sino ad oggT la più feconda e preziosa prerogativa dei docenti di grado universitario, e cioè l'indipendenza. Se molti uomini hanno rivolto la propria coltnra e la forza mentale di cui sono dotati aH'insegnnmento, anziché ad altre professioni infinitamente più lucrose, fi precisamente perché la povertà veniva compensata eia quella dignità, che danno la sictufessa e L'indipendenza. Il ohe non ha mai sottratto sino ad oggi il professore italiani alle leggi a cui sono soggetti tutti ì suoi concittadini. Se il professore commette dei ?eati, vi è l'autorità giudiziaria. Se egli | tiene un tenore di vita che, senza incoi j rere nelle leggi penali, sia peraltro diadi. | cevole al decoro di ehi ha nelle mani, là gioventù, è passibile di un procedimento disciplinare, che trova nel Consiglio superiore il giudice ed insieme la garanzia. Ma quando invece si propone un de- 1 i crete-, per cui il professore" può venire dimesso ad arbitrio dal Ministero, quando ..tenga una vita, o compia atti da farlo I incorrere nella pubblica disistima», al lora non si ha eli mira nò la semplifica- ; zinne degli ordinamenti scolastici, nè l'c Novazióne del Corpo insegnante: ci si pro- | none, ni contrario, di ritogliere la mag- giore garanzia clic sinnra rendesse elo vata questa funzione, per mettere jf tlo I cento con le mani legate nell'arbitrio della 1 1 ] I ! burocrazia. Ora c bene clic su queste colonne il Ministero sappia da un professore, che. i i è in questa categoria chi 6 disposto; a rinunziare agli aumenti di stipendio, alla, carica ed anche al vivere in Italia., ove ci si tolga il più prezioso dei beni, che ò l'indipendenza e l'autonomia. Non con questi metodi certamente si può ritornare in onore, la coltura in Italia. La, riforma dell'insegnamento superiore richiede un procedimento, che potrebbe essere veramente e simpaticamente rivoluzionario, ove basasse sui seguenti capisaldi: Lo Riduzione energica nel numero degli Istituii universi lari della Facltà: 2.o Auto- a nomia amministrativa agli organismi elv - restami ini eresse „ Ho alia -j restano, interessando alla vita di essi i centri locoli, che vogliouo conservarseli; 3.o Libertà assoluta, di adattare l'irtse- .! guanienlo alle variabili esigenze dei singoli centri di studio, entro i limiti dei mezzi disponibili- i.n Libera concorrenza nell'insegnamento, sul tipo germanico. Ma. sino a quando tutte le grandi riforme marciano sulla via opposta, della, burocratizzazione e dell'annullamento di perni l . «„ !.. ! "'dlp'nJ?"M' (,C| ''"ddoppiamento delle e ore di lavoro e. dell'accentraménto crescente nelle moni della meritamente celebre camorra inincrviiia, noi abbiamo il pieno diritto di esprimere ogni scetticismo sull'azione i-(formatrice del Ministero ne! campo della coltura. E i tre esempi che qui ho commentato, costituiscono l'indico, più eloquente della povera situazione che si va creando. ATTILIO CAB!ATI, 1 l . è i i i e a , pagalo per tenere, perènnemente accesa | la fiaccola del sapore, ed agitarla porcile j Minerva grande invalida di guerra f provvedimenti che. la burocrazia va | prendendo per il regolare peggioramento degli alti studi in Italia, costituiscono l'indice ed insieme la riprova delle distruzioni che la guerra ha provocato nell'apprezzamento sociale dol sapere in Europa. Tre sono i fatti tipici ili cui qui voglio discorrere. Il primo riguarda la soluzione che Roma ha saputo"dare al problema della insufficienza degli stipendi universttari. Constatato che il professore non ricavava il necessario per stornare ne il corpo, nè tonto meno lo spirito, i capidivisione della capitale hanno stabilito che ogni insegnante può raddoppiare il prò-, prio lavoro tenendo un secondo corso, il quale viene pagato la metà, del primo: Il tdgionamenlo di quei bravi signori è evidènte. Un docente universitario — si sono dotti — guadagna poco, ma non insogna che cinquanta o sessanta ore all'anno, mentre un impiegato di ministero è costretto a sedere su una determinata pol; trema per sette ore al giorno. Lavorino di più anche i professori e si meriteranno un supplemento di compenso. Evidentemente, nei locali minervini non è mai passato per il capo che la funzione dell'insegnante, universitario trova nello scuola, solo una delle sue manifestozioni; la sintesi, cioè, di un assiduo lavorò di fiamme ognora più vive illuminino il paeseE' colpevole non già colui clic dà solo ìEi, o '10 ore all'insegnamento, ma. chi, raggiunta rambifa cattedra, la trasforma in una. ripetizione monotona e fonografica di ■ sludi, di esperienze, di critica e di ricò- | stn1zìone {li euj si danno agli studenti l'è-1 i. stratto ed j risultali positivi. Il professore a. 1 : l e o o f.011<.ctfj dl0 mai non si rinnovano, nò si i e „,„,.,„„. Questo raddoppiamento dcll'o- o Barlo> pCT pnrtare da 12 a 18 mila lire lo stipendio dell'insognante, è il trionfo della I concezione meccanica della burocrazia, su quella viva e ardente di ciò che dovrebbe ; - essere la funzione colturale degli istituii Nuniversit.ari. | Ma il culmo del... sistèma sta in ciò, die questa larga concessione di un corso aggiùtito non cade su tutti i professori : I cs*h è limitata a quelli clic possono prò-1 sentore mi attestato fiscale di povertà. Colui che nell'esercizio della professione] guadagna più dolio lire fi.OiM) agli occhi del I tisco, non viene ammesso ni lauto beneficili. Cosi vi é escluso il commercialista insigne, che dalla pratica, professionale Lrac i casi, clic danno vita all'insegnamento teorico: vi è escluso il clinico, od il chirurgo celebre, che accumula le prove per saggiare In. verità delle, dottrino che insegna. Dovendo provvedere, finanzinriaìiienle ni decoro degli studi, l'ambiente rninerv'ui" non ha saputo escogitare di ! meglio di niui misura mista fra il caritativo ed il lisca le. o o l e i e o a e è ioo e oo oo. : o o o, e , i i o, i o uo o i ti e d e ro e ni. a si e o II a o il o, rii, o ie , . . ., , ,. .. Invidiosa degli, allori de la, P. 1., 1 altra burocrazia, .niella che a! Ministero del- l'Industria siede sopro, gli Istituti Co::i-j n-.eroiali, sta procurando con ogni mezzo ?Lp™i,.!?n,.°.s!,c,l.R_s.'.r,,J!,'.,!>,n'.,e.?.ÌeoSJ.! :*.veva plasmato la legge Nitti del 1013. Al differenza delle Università, questi organismi godono dell'autonomia didattica ed amministrativa, od il rapido favore che hanno incontrato nel pa.ese dimostra la bontà del regimo, a cui dovrebbero venire gradatamente adattandosi anche le troppo. rigide ed accademiche università. Ma al! Ministero dell'I. C. sembra uno scandalo che un Consiglio dei professori possa decidere degli insegnamenti, variabili coi bisogni dello regioni in cui l'Istituto è posto; e si ritiene una menomazione, che il Consiglio di amministrazione abbia troppo larghi poteri finanziari. Il Ministero vuole decidere esso solo cosa occorre all'alio commercio di Genova, o di Torino : esso deve disporre gli insegnamenti: esso deve imprimere quanto di carattere accademico e teorico ò necessario ad ogni scuola e quanto, invece, di applicazione pratica. F,sso infine deve avere mano libera per mutare gli insegnamenti e per bandire i concorsi, specialmente se vi è qualche raccomandato influente da mettere a posto. Vedere, per credere, la dettagliata analisi che della nuova legge ha fatto sulla « Rivista di Politica Economica» del febbraio, il valentissimo Ortu-Carboni e la dimostrazione che egli dà del sistema, con cui si vorrebbero rinviati al regolamento, e cioè all'arbitrio defl potere esecutivo, tutti i punti più delicati deMa vita e dello svolgimento di questi giovani e fortunati organismi dell'alta coltura commerciale del nostro Paese. Ora qui pure l'accademia boriosa e la vuota burocrazia camminano a braccetto a ritroso dei tempi. L'autonomia della Scuola è l'idealo finale a cui si dovrebbe tendere, per ravvivare una sana concorrenza anche in questo campo già chiuso e languente. 11 più bell'Istituto che vanti l'Italia è. a mio fermo avviso, l'Università Commerciale Bocconi di Milano. Ubera da o | ogni vincolo con Roma, essa richiama j studenti da ogni parte del regno, con Ja he he te ri. re a en cte aoiga. le ni a, di a he to o nto to o usolidità e la snellezza dei suoi ordinamenti. Padrona di scegliere dove crede gli insegnanti, di rimunerarli in modo variabile, di dimetterli quando appaia che in loro è cessata la freschezza l'innovatrice dell'insegnamento, essa trae i suoi docenti dalle. Università di Napoli e di Roma, di Bologna e di Padova, di Pavia e di Torino e dagli Istituti Superiori di Genova e di Venezia. Muta insegnamenti, li avvicenda e li ravviva con corsi speciali, con conferenze, con esercitazioni. Tutto può essere accolto colà, purché presenti interesse e valore. Onde Milano sente l'utilità pulsante di questo alto centro di coltura e ne dimostra in modo tangibile l'apprez- !zamento. attraverso i larghi contributi finanziari di privati e degli organismi dell'industria e del commercio. Questo, con le dovute limitazioni e modificazioni, è l'i¬ deale a cui tutti sogneremmo di dirigere gli Istituii Universitari italiani, ridotti di numero, snelliti di forma, arricchiti di mezzi finanziari e di uomini. Il coronamento del nuovissimo edificio minervino-industriale, che si va cosi erigendo in pieno controsto con le necessità e con lo spirito dei tempi, trova il suo terzo fulcro in quello schema di decreto che il Consiglio dei ministri ha approvato' in un momento, io spero, di distrazione Con esso i Ministeri competenti hanno i pieni ed insindacabili poteri per dimettere quei professori di Istituti universitari die ,. suino negligenti nell'insegnamento' o il cui insegnamento non risulti efficace o_ dio lutine, per una qualsivoglia causa! siano incorsi nella pubblica 'disistima!

Persone citate: Minerva, Nitti, Ortu