Lo scandalo delle speculazioni sui materiali residuati di guerra

Lo scandalo delle speculazioni sui materiali residuati di guerra Lo scandalo delle speculazioni sui materiali residuati di guerra è a l e o e i Roma, 2i. notte. La polemica giornalistica suscitata dalle pubblicazioni delle risultanze dell'inchiesta per le spese di guerra continua molto vivace. Il Giornale d'Italia — che insisto sulla proposta che i recuperi stabiliti per le alienazioni dei materiali di guerra siano devoluti ai Collidati dei mutilati — prosegue la pubblicazione della relazione dell'inchiesta che riguarda i residuali di guerra. Dal testo della relazione riportato dal giornale stralciamo i punti principali. Come un avvocato lucrò circa un milione « In, seguito alla cessione di ingentissime quantità di materiale residuato l'alto dalle Ferrovie all'Associazione fra tubercolotici trinceristi, la Federazione nazionale delle Cooperative fra i combattenti, che non aveva sino allora nulla ottenuto dei residuati, mosse protesto ed istanze per ottenerne; e per esercitare maggiore pressione morale sulla direzione delle Ferrovie dello Stato, si associò alla Associazione dei mutilati eìl invalidi di Moina umiche all'Associazione nazionale dei combattenti. Nelle trattative le Ferrovie vollero che si tenesse anche conto della Cooperativa di Casanova e Molinassi e di quella tra mutilati combattenti ed affini di Verona. Ottenuta la concession*, l'Associazi.one dei mutilali di Roma, d'accordo coll'Associazione dei combattenti, scartala subito l'ipotesi della esecuzione diretta del contratto per difetto dei mezzi finanziari e della attrezzatura, cercò un privato Unanziatore per associarlo nell'affare e lo trovò nell'avv. Salvatore Scaleri, che, a dire dei rappresentanti della Federazione tra le Cooperative dei combattenti e dell'Associazione dei mutilati, assunse la figura di cointeressato e non di cessionario. Si convenne che sui prezzi di perizia di tutto il materiale dovesse essere prelevato il 5% a favore dell'Associazione mulilati ed invalidi di Iloma; un decimo della quantità di tela formante oggetto di cessione doveva essere attribuito alla Cooperativa di Casanova e Molinassi; il 4% sui prezzi di perizia delle « billettes » di acciaio avute In concessione fosse attribuito alla Cooperativa tra mutilati, combàttenti ed affini di Verona. Fatti questi prelevamenti, l'utile netto — tolte le tasse di registro, di bollo è le speso generali — sarebbe attribuito: il 35% alla Federazione delle Cooperative fra i combattenti ed il C5 % al signor avv. Scaleri. Di questo 65%, il 15% slava a rappresentare l'interesse sul capitalo investito nell'operazione. «L'affare presentò un utile lordo di lire 2.471.084,50. 1 contributi gravanti sul materiale ceduto sono: 5% sui prezzi di perizia di unto il materiale a favore dell'Associazione mutilati ed invalidi di Roma, L. 287.293; la Cooperativa di Casanova e Molinassi cui era devoluto il 10% della tela, preterì percepire la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di mercato sulla detta quantità e fu tacitata con circa L. 200.000; 4% sul prezzo di perizia delle «billettes» di acciaio alla Cooperativa mutilati invalidi ed affini di Verona, L. -40.800. Totale: L. 534.093. A questa passività bisogna aggiungere: le lasse di registro e di bollo.in circa L. 340.000, le spese generali in L. 170.000; totale passività. D. 944.093 Detratta tale cifra dall'utile lordo di lire 2.471.084, si ha un utile netto di lire 1.526.991; di cui il 35 % alla Federazione tra le Cooperative dei combattenti (L. 534.446,85) ed il 65% al signor avv. Scaleri per l'importo di lire 993.544,15. Di questo 65 % assegnato all'avv. Scaleri, il 15%, per la convenzione sorta, tra la stessa Federazione e la Cooperativa combattenti, doveva rappresentare l'interesse del capitale investito nell'operazione, che, come è stato detto, fu dallo Scolori apportato. Il 15 % sull'utile netto di lire 1.526.9:)! dà la cifra di lire 229.048,05; residuerebbe frattanto un lucro per lo Scaleri di lire 703.495,50. Lo Scaleri potò rimborsare la somma impiegala appena pochi giorni dopo la erogazione fattane. Per quanto riguarda la vendita delle « billettes » alla Fiat non avvenne alcun impiego di capitali da parte dello Scaleri, ma solo un passaggio di denaro tra la Fiat e lo Stato attraverso la Società dei mutilati, e per ossa attraverso lo Scaleri, che curò la parte finanziaria dell'operazione ». L'affare Bazzl-Kircken: 13 milioni di lucro! A proposito del Sindacato nazionale delle Cooperative la relazione della Commissione d'inchiesta dico tra l'altro: ,,<-., «Nell'aprile del 1920 l'avv. Scaleri Salva: tore di Antonio già addetto al Gabinetto ai S E l'on. Conti, dal febbraio 1919 sino all epoca del suo congedo dal servizio militare, essendo venuto a conoscenza che erano in vendita i materiali residuati dulia guerra, contenuti nei magazzini vestiari ed equipaggiamenti di Milano e Torino, pensò di seguii; lare la cosa al signor Bonomelli Luigi di Federico, presidente della Cooperativa Ira ì reduci di guerra, per l'acquisto e la vendita dei residuati di guerra con ; D-r!e in Milano. Il Bonomelli fece presente la cosa al prof. Carlo Bazzi. presidente del Sindacato mannaie delle Cooperative, al quale si asseriva fossero aggregate tremila Cooperai Ive. Detto Sindacato esisteva solo di fatto ria pochi mesi e non era stato ancora letalmente costituito. Inoltre, non possedeva alcun capitalo e tanto meno l'organizzazione .finanziaria e commerciale alta a condurre l'aliare proposto dal Bonomelli. Le tremila cooperative, che si dicova facessero parte del Sindacato all'atto della sua costituzione giuridica, si ridussero a sedici. Il Bazzi iniziò subito .e pratiche relative per ottenere la cessione dei magazzini suddetti a nome di tale Sindacato. Non 'risulta che il Bazzi ubbia avuto autorizzazione alcuna da un qualsiasi Concigli-) di amministrazione del Sindacato ad iniziare le pratiche ed a condurle a definizione. Di guisa che si deve attribuire alla personale iniziativa rli lui l'impegno de! Sindacato in un affare di parecchie decine di milioni. Esii. frattanto, in nome del Sindacato, eoa istanza diretta al Comitato Interministeriale per la sistemazione delle industrie dj guerra. in data 8 e 9 maggio 1920, chiedeva di acquiI stare alcuno partite di materiali esistenti nei nàsrazzioi centrali V. E. di Milano e di To¬ rcGrgzmtcddrnnvnosidpvl a e i ¬ rino. Al Sindacalo che si era messo In concorrenza col prupm Kirchen-PurIcelll, ,ia Giunta esecutiva (lidia Commissiono superiore centrale per l'alienazione dei materiali di guerra aggiudicò il materiale richiesto senza per aUro attenersi al deliberato del Comitato Interministeriale di stabilirò una gara tra il Sindacato ed il gruppo Kirchen-Puricelli sulle basi dello condizioni di offerii delle due parti e senza, indagare sulla giuridica consistenza del Sindacato. «La Commissione dalle primo indagini fatte sullo vendite dei magazzini V. E. (vestiario, equipaggiamento) di Milano o di Torino, al Sindacato, essendo venuta da. vari indizi nella persuasione che in detto Sindacato si nascondessero privati speculatori che comp vano onera gmrecdtailgnzssamgpa di accaparramento esiziale ag i . interessi dello Stato ed alla economia riazio-\vnale, ed avendo avuto modo di constatare ! toone i prezzi di stima fìssati dalla Coinmis- v:— — —i : c1 chpsione peritale por I vari articoli contenni nei detti inagazzini apparivano troppo bas-i i in confronto a quelli del mercato, deliberi"' di prospettare al sottosegretario al Tesoro. presidente del Comitato liquidatore, la con- pvenienza, a salvaguardia deeli interessi del-1 plpecpdiI lrsumrcpmtqpntlssqasdacslo Stato, di non concedere ulteriori proroghe alla esecuzione del contratto. Il Sindacato, al quale — essendo esso in stato di insolvenza dal giugno ed avendo iniziato nel giugno 1921 la procedura del concordato preventivo — non restava che il contratto in discussione come unica fonte di lucro e come unico mezzo ner fronteggiare .in qualche.modo il profondo dissesto in cui era caduti', chiese al Ministro del Tesoro la nomina ?ìi un arbitro in base all'articolo 10 del esatratto. Il ministro del Tesoro, senza che il Comitato liquidatore, informato dell'istanza sentisse il dovere di 7sospettare al ministrò le ragioni evidenti per le anali la domanda di nomina di un arbitro doveva essere respinta, procedette alla nomina stessa nella persona del Consigliere di Stato Avet. Tale procedimento è apparso emesso senza conveniente TifTr«ione della vera situazione giurirJina del Sindacato di fronte allo Stato Basandosi solamente sul giudizio arbitrale pendente, il Sindacato chiese al Tribunale di Torino, ed ottenne, il sequestro giudiziale. Pendeva il giudizio di convalida sul sequestro quando usci fuori il Kirchen, mosso .in tutto ciò noli} icrtunata ed insperata rondizione di gettare la maschera da lui prostata al Sindacato per diventare diretto acquirente del materiale In contestazione. Il Kirchen offri la rinunzia al sequestro e ad ogni altra protesta da narto del Sindacato con un aumento del quindici per cento della perizia (perizia Vercellil ed un milione in più. In conclusione, la Commissione ha accertalo: « l.o) che. Kirchen, in base al contralto di cessione del materiale da parto del Sindacato, ritirò materiale per. un valore di perizia di L. 12.025.060,94; ed in base al contratto dirottamente stipulato coll'amministrazionc il 27 novembre 1921 ne ritirò per un valore di perizia di L. 11.767.889,11; in complesso lire 23.792.890.05. « 2.o) che egli rivendette il materiale di cnl innanzi ricavandone una somma complessiva di lire 37.037.459,26 con una differenza di L. 13.244.569,21. che va consideralo come utile lordo dell'affare. - « 3.o) che dal lucro lordo, come sopra fissato, il Kirchen ha dimostrato di avere affrontato le seguenti conseguenze finanziarie ed elargizioni e spese: ,1) al Sindacato nazionale, delle cooperative, L. 4.247.000; 11) al Sindacato friulano dello cooperative per tacitarlo delle pretese avanzate al tempo del contralto 17 novembre 1921 L. 100.000: C) alla Società mercantile italiana di Genova per estrometterla dagli utili dell'affare, L. jtHVOOO; D) idem per la Società immobiliare e finanziaria di Milano (Mazzotti, Bioncinelli, Ludovico) L. 500.000; E) alla Banca bergamasca per deposito conto corrente e per provvigione bancaria sulla prestata fideiussione per entrambi i contratti, L. 2S0.0OO; /•') ai signori Riboldi, Lurati e Loffi per mediazione in ordine alla cessione del contratto 9-21 luglio 1920 L. 150-.000; G) al signor Bonomelli Luigi per provvigione, L. 500.000; H) idem al signor avvocato Scaleri, L. 490.000; /) (il banchiere Amari; Federico per provvigioni' bancaria per entrambi i contratti L. 440.000; I.) tasse di registro L. 1.042.723; Al) spese generali e provvigioni per rivendita L 2.956.878; Totale L. 11.187.201. « La somma di L. 4.247.600 pagati dal Kirchen al. Sindacato nazionale, di cui si è innanzi parlato, va ripartita in quella di 4 milioni di lire direttamente percepita dal Bazzi in qualità di Consigliere delegato del- pagati Z^A^:^^!^\legazione del contratto primitivo;; L. 157 mila| importo cambiali a firma Bazzi a favore della Banca Commerciale esitate dalla Società Italo-Orientale. Tale rilevantissimo lucro rappresentò il premio di cessione dol contrattò 9-21 luglio 1920 compiuto dal Sindacato al Kirchen e di cointeressenza nella cessione Idi esso, mentre è da rilevare elio il sinda- cnto non apportò nè capitali nè attivila di sorta, limitandosi a controllarli• l'esecuzio- ne por il computo delle attività economiche che da esso ne derivarono». Polemiche I rappresentanti dei «tubercolotici trince- risii » rispondono a quanto dice la rotazione j — e cioè che l'Associazione nazionale dei tu-: bercolotici trinceristi non esisteva e fu crea- t.i per ottenere la concessione di materiali a gruppi di privali speculatori facenti caPo al-1 ni Società Anseatica — pubblicando oggi c,|e j l'Associazióne nazionale dei tubei-colotioi triti-1 ceristi sorso nel 1921, col puro scopo ili tute- lare gli ideali e gli interessi dei tubercolo- tici. I residuati di guerra furono chiesti ed | ottenuti-la prima volta dall'Associazione tu-1 bercolotici trinceristi n 1 marzo del 1921, cioè quando essa aveva già raggiunto, attraverso, varii mesi di vita, uno sviluppo organizzativo | saldo fc sicuro. I rapporti tra la Società Ansea- j tica. finanziatrice, e l'Associazione nazionale dei tubercolltfci trinceristi furono rotolati da un contratto roso pubblico, i Non facemmo mai — dice la lettera dol segretario generale — minaccia alcuna, ma tutelammo invece con energia pari al nostro merito i no- stri diritti di Associazione, che aveva biso eno Mi mozzi por organizzarsi e Por sostener S1- Ottenemmo delle concessioni di major ali residuali solo perche il Ho si degno d'Inter venlre a nQstro {av so Direziono soaerale de1[e Ferrovie dolio Stato. Cinta la nostra pseudo organizzazione ci richiamiamo al nostro Congresso nazionale ed allo nostre -'fi .Sezioni e .Sottosezioni, ohe ne confermano l'esistenza, ed alla presidenza onoraria dei 1 ".»• Acerbo, che non avrebbe certamente ac cottalo di prosi eri oro un'Associazione che non esisteva. Por tutto il resto, mentre ripetiamo che invochiamo un'inchiesta su tutte le Associazioni cooperative ed invalidi di combattenti per sapere finalmente noi stessi qualche cosa ili preciso, ci riserviamo di adire il magistrato competente anche coniro chiunque ci abbia calunniato presso la Commissione di inchiesta, la. quale, secondo il buon senso e lo norme comuni, aveva il dovere di non diffóndere a mezzo della stampa notizie non debitamente precisate c diffamatorie verso Associazioni che raccolgono quanto di sacro e di migliore abbia l'Italia ». Il Consiglio di amministrazione della Società. Anseatica pubblica: "E' falso che la nostra .Società si sia servita di manipoli (Il trinceristi allo scopo di ottenere, per interposi a persona, concessione di materiali re- siduati di guerra. Fu soltanto dopo essersi assicurate le concessioni che questi manipoli si rivolsero a noi perchè prestassimo la no stra organizzazione finanziaria e commerciale. Noi ben volentieri aderimmo, appunto perchè si trattava di un'Associazione sulla cui serietà e consistenza non potevano sorgere dubbi. Anche la Società Anseatica reclama un'inchiesta». V "Impero,, contro le inchieste ljlmpe.ro, giornale fascista, conclude il suo commento sulle rivelazioni di cui sopra scrivendo: «i.o Ritorniamo all'Autorità giudiziaria ordinaria; 2.o aboliamo il sistema dei processi in pubblico prima di fare quelli in Tribunale, tanto più che (piasi sempre si ha il grave scandalo, e mentre non si hanno sanzioni, si ha il danno dello scandalo senza avere il vantaggio di runire i colpevoli, li sistema delle inchieste con larga pubblicità giornalistica è perfettamente legato colla mentalità democratica e sn^vagista e referendaria. Non si tratta di invocare la politica di salvare i colpevoli, ma si deve guardare bene dal far si che lo scandalo sia sfruttato dai nemici del fascismo ». Vi abbiamo riferito della vertenza sorta tra il direttore del Giornale d'Italia senatore Bergamini ed il condirettore del suddetto giornale Impero, Mario Carli; vertenza in relazione alle odierne polemiche giornalistiche sulle risultanze della Commissione d'inchiesta per le sposo di guerra. I padrini del due avversari si sono riuniti stamane ed al termino della discussione venne redatto il seguente verbale: « In seguilo ad una lotterà del signor capuano Mario Carli direttore del giornale fm- . , \vero ed il.senatore Alberto Bergamini dire ! tore del Giornale d'Italia, quest'ultimo invin va al capuano Carli i signori deputato 1-ran- cesco Giunta od avv. Vittorio Vettori coll in- 1 carico di domandare schiarimenti. Il Carli ha incaricato i signori Ulrico Arnaldi e capitano medaglia d'oro Ettore Viola di rap- i presentarlo nella vertenza. I quattro rap1 presentanti riuniti slamane in una sala dell'Associazione della Stampa hanno preso in profondo esame la questione, le suo origini ed il suo svolgimento. I rappresentanti del capitano Carli hanno fatto rilevare che l'apprezzamento contenuto nella sua lettera era dovuto ad un atto che egli aveva creduto ili dover attribuire al senatore Bergamini. I rappresentanti del sen. Bergamini hanno lealmente rilevato come tale atto dal loro rappresentante non era stato compiuto. In seguito a ciò i rappresentanti del Carli con uguale lealtà hanno considerato automaticamente caduto quell'apprezzamento. I quattro rappresentanti hanno dichiarato con ciò chiusa la vertenza ».