Mascagni e Walter Mocchi alle mani

Mascagni e Walter Mocchi alle mani Mascagni e Walter Mocchi alle mani gClamoroso incidente al Congresso pel Teatro Lirico — Atroci accuse La nomina del Giury d'onore — Lo... scontro all'uscita. Roma, n, notte. Stamane si è, inaugurato il Congresso del Teatro lirico, promosso dalla Società italiana, fra artisti lirici (•• Sitai »ì. All'apertura del Congresso l'ori. Siciliani, Sottosegretario alle ti. A., ha. portato l'adesione del Governo. Danno parlalo quindi il segretario delle corporazioni sindacala Edmondo Rossohi, l'avv. Amili per iti. • Sifal », illustrando compito dei congressisti e. i co posai ili di questioni, e indicando l'ordine dei lavori comin. Carlo Clatidctti, direttore della Ricordi, ha. letto la relazione sulla rris teut.ro lirico, facendo notare le ragioni ciptie di tali- crisi eh'- affligge il nostro teatro d'opera, il comin Claudetti iia quindi invo- vngdvnssil | Ile ! pil Casal mch-J pre l'onera del Governo pei- una energie» •.-nula, all'estero, auspicando la erettili un apposito ufficio messo il Mitiiilellà P. I. Il maestro Alceo Toni ha rilevare che il problema dell'opera in a è legalo a quello della, coltura imi cato pinp zìi m steri fath musica é legato a quello della, coltura musicale in generale e. sinfonica in particolare, sicché coloro che si interessano al progresso dcllii nostra produzione rlramuiat.ieo-iviusiealc devono anche auspicare che in Italia crescano buoni cultori della musica sinfonica. Mascagni all'attacco. Mascagni, accolto da un cordiale, applauso, sale quindi la prl'sidtmza del Congresso e dice senz'altro: «Sono qui a compiere un dovere mollo doloroso per me. E' il Governo che lo vuole, perchè non ama la retorica, ma la luco. Sono venuto qui per la fede che ho nel Governo composto da uomini di cuore eminentemente italiano». Accenna ai precedenti the hanno condotto all'attuale Congresso, iti cui prima, scintilla fu un articolo del maestro fiasco. Ritiene che il Congresso sarà pressoché inutile se non si avrà, il coraggio di dire quali siano ii colpevoli veri della erisi. La tradizione ilei teatro italiano è. rispettata soltanto nell'America del Sud.* Chi rovina, noi italiani — esclama Mascagni — sono gli speculatori. Ed ora veniamo ai raiti concreti! Prima erano quattro o cintine compagnie tli artisti italiani che portavano nelle Americhe imponenti masse, ora, vanno all'estero compagnie fisiche. In Italia comincia a. falsi >tradii l'opinione che nell'America del Sud non piatela più l'arte italiana e che invece si preferisca quella tedesca ». Il mai:st.ro Mascagni rivendica le glorie della musica italiana ed osserva che le Compagnie ita; liane hanno dato all'estero anche opere di Wagner con successo. A dimostrare poi che none vera la voce che si vuole sentir cantar Wagner con la pronuncia tedesca, ricorda il finseii di quel tenore tedesco che cantò al Coslanzi. A questo punlo Walter Mocchi interrompe gridando: — Non è vero, non è vero! Domande la partila. . . Siciliani, presideiilo: — Parlerà poi. I11laiitn invilo il maestro Mascagni a non soffermarsi su falti personali. Mascagni continua deplorando che un italiano all'estero concorra a deprimere l'arte italiana. Vuol ricordare in proposito un fatio grave accaduto al Ri-asilo. Siciliani: — La invito nuovamente ad essere obbiettivo. Mascagni: —- f^ggo un articolo tli un giornali' di San Paolo contro Walter Mocchi... Walter Mocchi, scattando: — Lo ha scritto un suo amico!... Siciliani: — Ma lasci l'articolo, venga nel campn dei falli! Mascagni: — L'articolo serve allo scopo. Se permette lo leggo! E legge l'articolo dove Walter Mucchi è definito il « Burraio BUI degli impresari italiani all'estero ». Siciliani, interrompendo: — Le polemiche hanno scarso interesse. Formuli dello accuse, se ha da farne! Mascagni: — L'accusa è questa: Walter Mocchi denigra l'arte italiana all'estero per valorizzare l'arte tedesca. Ha creato anche Compagnie con artisti stranieri ed è autore di un fr«s< tli Società teatrali [Cojnmenti, rumori). Giury d'onore. Il maestro Mascagni espone quindi vari episodi della, vita teatrale 0. danno dell'arte nostra; e conclude dicendo che l'arte'italiana all'estero è ancora venerata 0 se non 'iene il primo posto è perchè lo Compagnie italiane non sono composto conio dovrebbero e perchè Walter Mocchi porla all'estero or• liesti'o austriache [Applausi, commenti animili i). Walter Mocchi : — Si ricordi che lei ha portato via 700 nula lire delle mie!... Mascagni : — Tutto quello che possiedo è "Pera dei nostri artisti. (Piote.stp eli Walier Mocchi. il presidente scampanella e lo ri- ■ litania all'ordine). Walter Mocchi: — 11 Maestro hn tenuto a dire qui l'ultimo capitolo del suo monologo, inventa stucchevole. Se il signor 'Mascagni liti accuse le porli innanzi ,-id un Giuri d'onore. Mascagni può designare il suo rnppre-••ìiiuntP: gli altri due siano Calza Bini e Ros-..ini. lo desidero che questo Congresso rorti I.; risultati proliei. Se deplorazioni ci sono |ori Irò di ine. utiesto lo dica il Gitili. Il caso I■ li Pietro Mascagni rienu-a nel quadro della irisi italiana. Egli viene a Poriape qui il suoidisappunto per il fatto che nn'nlre, come au- i"re, togli è sovranamente indiscusso, come !'iireitore non è a Unitezza della Iradizjone italiana. .Siccome io creilo ili non essere un ac. usalo né in procinto di esseri» fucilato. Insisto sulla, proposta del Giuri d'onore. Siciliani spiega quindi che Walter Mocchi Ita presentato una mozione d'ordino per stal'i.lite che il Congresso non é cOuiPeUnte a risolvere la sua vertenza con Mas-agni u che quindi essa venga defeiila mi un Giuri d'o'lore. La mozione è approvata e la seduta è ulta. 1 Mascalzone! • — Lo schiaffo - « Viva l'arie italiana!". All'uscita é avvenuto uno spiacevole incidente fra. il maestro Mascagni ed il comin. 1 Walter Mocchi. Dopo la chiusura della, seduta antimeridiana cogli animi ancoro viva-1 un'ino eccitati dalla violenza della discussione, il maestro Mascagni e «alter Mocchi j .-m sono incontrati, intavolando una discussione assai aspra, dui-unte la quale il maestro ha lanciato all'impresario l'epiteto tli «ma-I --alzone s1'I!I!I,||\\alter Morelli si u slancialo Sili .Maest.ro percuotendolo con uno schiaffo. Ma- scagni li a tentalo di reagire, ma tu irnuonuio |ila alcuni amici, mentre altri allontanavano il Muorili, il grave episodio ha prodotta nei I presenti la più penosa impressione, a Pietro Mascagni rimasto nella sala, circondato da j una folla di ammiratori ed amici, è stata riMolla, una affettuosa dimostrazione al ■-•rido : «Viva l'arte italiana», Nella seduta pomeridiana il presidente delassemblea, nino Calza P.ini logge una lettera I il'impresario Walier Mocchi a' proposito d'Inciderne avvenuto al mattino, i.a lettera dice : • Ilo la piena convinzione elio il mio ano i ,i lil violcnlo contro il signor Pietro Mascagni, e non contro il Maestri'. ;,i ritorsione dell'ingiuriti di mascalzone lanciatami viso a viso davanti a 5'» testimoni, appunto per essersi verifluóto dopo la. chiusura del Congresso, non può offendere, in alcun modo il Congresso stesso, cui confermo il mio assoluto rispelto e si riduce ad un incidente puramente personale da uomo per niente 116 l'arie particolare del Mae melili pubblicanieiih uomo clic non involge in genere ne l'opera in l.i-o. D'altra parte con questa mia Irati, | qtioll I E>: i d'i i intorno ni tari. Rileva ! che i maggiori 1 1 j I il ccnd—pmi lettera . disposizione completa del signor Pietro Mascagni, 1 osi come affermo di essere u. mnpiota disposizione 'lei giuri d'onore che dovrà risolvere le accuso, per la umrnÀk nell'America, ilei Sud. Siccome è mia suprema aspirazioni', elio il Congresso raggiunga risultati veramente pratici senza ulteriori perturbainenli che m: offuschino hi serenità, spero che quo sto trita dichiarazioni siano sufficienti per ripristino della tranquillila 'lei lavori ». A sua volta, Mascagni pubblica la seguente leti era: « fedele ;i me stesso mi sono reralo questa mattina itili seduta inauguralo del Congresso ibi lirici. Allo scopo precipuo di giovare alla santa causa, del teatro nazionale ho quivi ripetuto quelle accusi! esplicite conìnro il signor Walter Mocchi, che avevo già rese di pubblico, ragione in America 0 elio avevo co inimicato por iscritto al rinnovato Governo d'Italia colla, speranza dì ottenere finalmente lineila luce che da quattro mesi invano aspetto. Ho invece una sorpresa nel sentir proporre dal signor Walter Mocchi al Presidente del Congresso ima mozione di ordine che domanda un giuri d'onoro col prete.- .> elio quello accuse rappresentassero una questione personale tra me e quel mio sig. impre sa rio. t.a mia sorpresa é stava ancor maggiore quando ho visto accettare lab mozione cinti presidènte, ohe si é affrettato a. metterla in votazione; non già che questa giuri d'onore | dovesse a trio dare uniti alcuna, visiti che peri mia longanimità lo avevo gin accettato purché avesse luopo u Congresso ultimalo, ma non poteva non riempirmi l'animo di stupori) il fatto tli vedere oggetto di unti'mozione d'ordino una questione ia quale, a pnrero del mio avversario e del presidente d°l ! Congresso, era stata definita puramente por-j sonale. Non contorno ili essere rosi sfuggilo,! crime i" d'altronde avevo preveduto, ulW morsa dolio mie ribadite accuse, il signor Walter Mocchi dopo la seduta ha voluto compiere l'iili-iirio suo gesto audace, venendo .1 provocarmi con vie ili fatto tra l'indignazione generalo. Trattenuto violentemente dai presenti sono stalo messo nella impossibilità di agire, mentre il mio avversario era. in giuriosamente caccialo via dalla, sala. Por risolvere, convenientemente questo incidente ho già scolio la mia strada, elio è quella, più logica 0 più naturale. Coi saluti ^ruli 0 con ossequio. La discussione sulla crisi. Il presidente rialza Pini esprime il suo rincrescimento per !o spiacevole Incidente avvenuto, l.'avv. Amici esprihie puro a nome della « hifal » il suo rammarico. Ricorda per altro al maestro Mascagni che non è vero che la « sifa.l » abbia mancato agli affidamenti a lui daii. La « Sifal a ha voluto i-Ili' il Congresso fosse tenuto a Roma per accedere alla volontà di Mascagni, ma. ha creduto di onorare il maestro non desiderando clic il dibattilo di generasse in questioni personali. Mascagni dal canto suo ha dichiarato che poiché slamane non ha pollilo dire l'ulto quello ehc si eia proposto di esporre, invita, l'avv. Amici ad un colloquio fuori della sedo del Congresso. Protesta perchè l'assemblea ha slamane votato una mozione d'ordine che soffoca la discussione. I.'on. siciliani tiene anzitutto a dichiarare hi Mita profonda stima verso il maestro Mascagni. . Se stamane — egli dice — ho voluto frenare la discussione, citi ho fallo peri-lift sapevo che gli animi erano accesi Dieliiara inoltre che lui. posto in vòlttziono la mozione d'ordino por sottrarrò all'assemblea un I eri in tli natura personale. Rossoni afferma, a. sua volta, ohe il convegno non dovrà più occuparsi tli questioni personali 0 non permetterà che si faccia del baccano. So a ciò non si addiverrà, la questione sarà devoluta senz'altro al Governo fri alla. Corporazione fascisla, dopo che i| convegno sarà stata sciolto. Chiusa la parentesi polemica, si riprende quindi hi discussione sui lenii del Congrèsso Interloquiscono franco Liberati, che 'invoca 11 istituzione di un grande teatro lirico nazionale per Roma, e il maestro I.ualdi che ' liana, del teatro nei piccoli centri. Torrefranca deplora che in Italia manchi il 01sse.nr -enza di cui lo spettacolo non assurgere a dignità d'arte. Walier Monchi dice che la crisi è dovuta soyrtuulto al fatto che la classe dei jin,.j è ridotta di numero e di qualità. La guerra ita concorso In gran parte a crear,, questo -tato tu cose: molti gióvani che aspiravano al teatro sono spariti o sono rimasti minupf-i; cui pochissimi, si può due. Sullo in" .-i dedicano con rortima all'arte, mina le condizioni dei teatri neli'imiiiè■ lopo-guerra, che aveva fatto crescere teatro una schiera di accaparraI VhV i — non."'' assolutamente vero teatri esteri abbiano rimili-. ' a priori ad artisti italiani per capricma perche mentre da una parte la qua-degli artisti non ora. più la stessa, dal- i altra gli accaparratori chiedevano per i loro artisti sommo esorbitanti. So lo Stata volesse g'-ine direttamente i teatri nessuno si opporrebbe, bui purtroppo eio non avverrà Sostiene la necessità di ridurre i eorisenatorii e si associa all'idea ili creare degli enti auto-limili. Propugna ancora l'istituzione dei Super- C'ium :-vatoi-ij elio dovranno poter dare ai giòmerito indispensabile per un¬ reputi ! eillli I eio, ! G vani il mitri Sformarsi in veri artisii. Amici intoiioiiuiscc notando clie sórta appunto per combattere gli la Sifal apaini- I i-n,v',' Rallignarli, direttore del conservatorio , ili Milano, non è convinto della necessita ilei | Super-Cohservatorii. Quindi Dario Niccodemi interviene nella ri:| seit.ssiouo in nualiiu di president» della boctelfi degli Amori. Nessuno più di lui vuole ene l'arie italiana voli por tinto il morirlo, -, I"» deHavvieo di coloro clic, in ailri cenili, vorrebbero creare teatri come la scala, |1 I1' si debba dare un contributo da parie dei cittadini. Non bisogna dissimularsi che tutti I ino.lini. nii scopi del teatro sono lucrativi. Onesta è la praticità, Il teatro della Scala esercita un processo di ilissolu/.ione nei riguardi rlegli alni teatri, in quanto li assorbe nuli. Ebbene si- in ogni villa d'Italia, vi fosse una Scala dove andrebbe a Unire l'industria deijli altri leni ri ? Torrefranca parla quindi lungamente della ensi del teatro italiano, che è crisi di coltura generale, e particolarmente della coltura musicale italiana. Cosi lui termine hi seduta pumeridiaiia.