La Camera dei Comuni respinge la censura al Governo con soli 48 voti di maggioranza

La Camera dei Comuni respinge la censura al Governo con soli 48 voti di maggioranza La Camera dei Comuni respinge la censura al Governo con soli 48 voti di maggioranza (Servizio speciale della STAMPA.) Londra, 13, notte. Fresco fresco, sull'orma del convegno di Bruxelles, iiel quale ceni ottimisti trovano elementi di prognostici piuttosto incoranti, si 6 acceso alla Camera dei Comuni un dibattuto vivacissimo, intorno alla inalterata politica del Governo di fronte alla crisi continentale. A suscitare il dibattilo è siala l'opposizione liberalo usquilliiaiia, per bocca del suo comandante In seconda, on. Simon, ti quale trovò un appiglio nulla discussione, ohe attualmente prosegue, in tema di bilanci, 0 che propose un voto di censura contro la politica estera del Governo. L'on. Simon incominciò dicendo che difficoltà mollo considerevoli sono indillo agli interessi del commercio britannico dal proseguimento della passiva «quiescenza del Gabinetto in faccia, alla crisi della Kuhr. Tre avvenimenti recenti rendono desiderabile da porte del Governo dichiarazioni esaurienti al riguardo: in primo luogo, l'esercito inglese di occupazione si trova ora completamento circondato, e non lui più alcun contatto colla Gernmnla non occupala ; in secondo luogo, a causa di tale accerchiamento, il traffico britannico e grandemente pregiudicato : od in terzo luogo vi sono indizi che 11 periodo della passiva resistenza della Germania nella Kuhr sta tei minando. «Questo è un mònito solenne intorno ai pericoli di lasciare andare troppo in là la politica della deriva e della aquiescenza, ». dichiarò l'oratore liberale. Secondo lui, l'accerchiamento della zona britannica da parte delle truppe francesi sconfina da quanto era stato contemplato da Bonar Low e da Poincaré nelle loro conversazioni di dicembre e di gennaio. In quel tempo Poincaré disse che egli non avrebbe int.rspreso alcuna azione fuori della zona neutrale. Invece l'azione francese ha trasceso i limiti proposti. a ... quella dello riparazioni non è l'obbiettiva della Francia » Von. Simon chiese poi se il Governo ha assodato se la Francia non abbia violato il trattato di Versailles con la sua avanzata in Germania. Egli riferì lo clausole del trattalo applicabili al caso concreto; e sostenne dal punto di vista giuridico che in base alle clausole stesse, una sola Potenza non ha il diritto di faro ciò che le piace, a dispetto delle altro potenze alleate. Inoltre i dispositivi delle clausole medesimo non possono venire estesi fino al punto da includere estreme misuro militari. Quanto agli effetti sul traffico ingl 'se, l'on. Simon disse else il commercio /.. ita.inico si trova strangolato, e che la siiuazione, sotto tale punto di vista, si fa sempre piti grave. « Ma ciò che e più gravo di tutto — Prosegui l'on. Simon — è il violento conflitto fra le truppe francesi a la popolazione tedesca a Buer. Finora net territorio occupalo i Tedeschi hanno scs-ito una politica di resistenza passiva. Uno dei mneginri pericoli era che questa resistenza potesse aitine dare luogo b protesto più violente o disperate. Molti di noi, ripensando all'Irlanda, hanno motivo di credere che una campagna di rappresaglie senza pietà, accompagnata dall'uccisione" di persone che si trovavano già. setto arresto, per il semplice motivo clip dentarono di fuggire, non risultò sempre la via Più breve verso la pace. [Applausi dall'opposizione). Dato che un mese o tre settimane addietro il Governo potesse credere che non ci fosse niente da fare, ma soltanto da aspettare, credo il Ministero che questa Politica di attesa passiva possa proseguire indefinitamente?... E' sempre ptt'i chiaro che quello delle riparazioni non è l'obbiettivo della Francia ». Il piano del Governo inglese, secondo Simon, « è di attenderò sinché la Francia non riscontri che coi suoi metodi non si ottengono riparazioni. Senonchf" oup=1a idea si e spogliata di ogni contenuto, dal momento che si e chiarito come il principale obbiettivo francese non è anello delle riparazioni Ormai manca ogni ulteriore motivo di aspettativa. Il Governo deve muovere qualche Passo al di li di una politica puramente negativa. Dire clie non si può nprellnrsi alla Lega delle Nazioni sinché non si sia cèrti che la Franala approvi tale appello, significa ridurre lo Statuto della Lega ad una assurdità priva di senso. L'articolo 11 autorizza ogni membro del consesso, in casi come l'attuale, a richiamare 1 attenzione dell'Assemblea 0 del Consiglio sopra ogni siiuazione la oliale minacci la pece. Orbene: ehi mai potrebbe Pretendere che la situazione odierna unii minacei la pace internazionale? R' impossibile crederò che la Francia giudicherebbe ostile una iniziativa fondata sull'articolo 11 dello Statuto ». Dai laburisti ai conservatori Segue un oratore laburista, l'ori. Morel. Secondo lui è « straordinario lo spettacolo di una grande nazione, facente parte di quella Lega che si presume vieti ogni atto aggressivo, di una grande nazione, la quale invade un paese attiguo, cattura le sue ferrovie, espelle i suoi funzionari, distrugge tutta la sua amministrazione, e si trattiene soltanto dell'annetterlo formalmente. Ciò illustra la bancarotta del senso politico e io scadimento morale in cui sono caduti gli uomini. La politica del Governo inglese — continua l'on. Morel — fa del male alla Francia, alia Germania ed all'Inghilterra. Questa ultima si ridurra alla posizione di imo Stato balcanico se continuerà ad obbiettare clic non * possibile rivolgersi alla Lega perchè la Francia potrebbe offendersene », Due deputati conservatori non esitano a protestare in termini poco dissimili. Uno di essi dichiara clic il vecchio metodo mellifluo di tacere il pensiero dell'Inghilterra verso la Francia, e di non precisare la politica governativa, è in gran parie responsabile- della 0dtema siiuazione. Quando ó necessario bisogna parlare con brutale franchezza. « Nella sua politica di annessione e di sfruttamento — sostiene uno degli uratorl conservatori — il popolo francese non si sentirà deluso tino a quando non scoppierà la nuova guerra mondiale, che nulla potrà scongiurare, se quella politica verrà mantenuta. Dicendo cho la Lega delle Nazioni non può muoversi senza il beneplacito dei Francesi, si viene a dire clie la Francia ò abbastanza forte per sfidare la Lega, e può faro ciò che le talenta. Ma vi e un altra anna: l'arma economica e finanziaria: l'America e l'Inghilterra possono gettare nella bancarotta qualunque potenza che resista loro ». . Tra gli oratori liberali die via via ripetono ritornelli quasi identici, l'ex-minlstro all'istruzione, on. Fisher, chiede perchè mai l'Inghilterra non si sia fatia rappresentare a Bruxelles, dove la Francia ed il Belgio si riunirono per stabilire le condizioni por la evacuazione della rtuhr. « Non si può rimanere a guardare, mentre il trattato di VersaiUes viene capovolto, e mentre il giorno in cui si potrà ottenere qualche riparazione si allontana sempre più. Soltanto una conferenza internazionale, colla partecipazione degli Stati Uniti, può risolvere il problema». 11 conservatore colonnello Gretton chiese se il Governo vuole seguire una politica di isolamento, finché scoppi una rottura definitiva colla Francia. L'avvenire inglese, secondo lui, dipende dal trovare alleati, le cui cause siano affini a quella britannica. Il laburist . Thomas rileva che nessuno dei molti dlscoi ;i precedenti è stato in favore della politica governativa. Quanto alla povertà della Francia, egli chiede dove essa sia, dal momento che il Governo francese ha trovalo subito 400 milioni di franchi oro da prestare olla Polonia, dove tremila ufficiali francesi stanno istruendo l'esercito polacco. La convenzione 1 rrovlaria anglo-francese per 11 li? ^sniffi che l'Inghilterra permette alla Francia di rare in Germania quello che le place. « Orbene nella Ruhr si passa, anche secondo le parole di Poincaré, alle rappresaglie. Il Governo francese sta accumulando un conto intorno al quale il suo ponolo un forilo esigerà spiegazioni; e coloro che pensano di poter mobilitare anche il popolo inglese per. una nuova guerra, si disingoiierannobruscamente »« l l e a a a o i i e i , e . o e , i o a n o i i . i e a i o i e e e a i a e a a o . o a a i o a a o — o a Parla Asquith A questo punto, benché senza estremo vigore, due depututi ministeriali si provano tul assumere sentimentalmente le difeso della Francia. Ma l'attenzione subito dopo si concentra sopra Asquitli, il quale, misurando le parole, avverte che negli ultimi giorni nuovi l'alti di grande importanza r di molta considerazione surio intervenuti. Egli afferma che la Camera, in vista di questa trasformazione vuol.' sapere se il Governo aderisca ancora alla sua colitica di passività. « L'intero scopo dello operazioni nella Kuhr — osserva il leader liberale — si ò nuovamente esteso, e non seinbda esserci alcun motivo perché i Francesi non marcino sino a Monaco, 0 anche sino a Berlino, inolile la zona di Colemia il stata accerchi ala ed ogni traffico inglese nei territori renani è rimasto soffocato. Come stanno poi le coso nei riguardi delle ferrovie ?... ». Asqùilh vuole sapere quali compensi siano stati ottenuti in cambio della concessione ferroviaria fatta al Francesi. « Questi punti — egli dice — devono essere chiariti ». . « Frattanto — continua Asquith — i Francesi stanno dichiaratamente perseguendo questo avventure nel duplice intento di olteli ora riparazioni e garanzie di sicurezza. Ad entrambi gli obbiettivi essi hanno ogni diritto: purché esplichino la loro azione entro i confini del trattato. Invece i metodi adottati dalla Francia infliggono gravi inalarmi alla Francia medesima, e non ottengono nessuna riparazione: mentre al contrario si infiammano le passioni, si acuiscono le animosità. 0 queste danno luogo a spargimenti di sangue ed a rappresaglie. Senz.a dubbio il Governo ha il dovere di formulare una politica e di seguirla con energia... ». Qui Asquith chiedo che sia rivolto uri appello alla Lega delle Nazioni, a termini dell'articolo 11. Egli sostiene cho attraverso la Lega dello Nazioni si potrebbe garantire alla Francia quella sicurezza a cut essa ha diritto. « I pericoli cho la Francia prevede, non sono interamente immaginari — dichiara Asquith, simpatizzando con questa spedalo richiesta francese. — Un intervento della Lega non dovrebbe essere giudicato ostilo da parte della Francia. Anzi esso costituirebbe mi nlto ispirato dallo».spirlto della migliore amicizia per quelle Potenze alleate, verso le quali gli Ingesi non hanno affatto perduto i loro sentimenti di gratitudine, di stima e di obbligazione ». La risposta del Governo La replica del Governo viene fatta dal sottosegretario agli Esteri, on. Mac Nelli, il quale apnarticne alla sezione dei « Die Hards ». Siccome il voto di censura formalmente chiedeva la riduzione dei crediti a favore del Foreign Office, era naturale che avrebbe replicato il ministro dogli Esteri, oppure il sottosegretario. E quest'ultimo ha cominciato ammettendo che " la situazione è estremamente grave ». Ma egli ha fatto notare che non bisogna perdere di vista i punti fondamentali; 0 ii primo di questi, secondo il sottosegretario, è che la Germania è inadempiente. « E' poi troppo presto — egli aggiunge — per dimenticare, i crimini perpetrati dai Tedeschi durante la guerra. Bisogna tenere a mente cho Governo, Camera 0 paese si sentono ancora aniici verso la Francia, e desiderano che tutto il possibile — purché esso si concili con il buon diritto e con l'osservanza degli interessi inglesi europei — sia tatto per rimanere amici ed alleati della Francia ». L'oratore si lagna dell'acuto tono di censura verso i francesi usato in parecchi discorsi precedenti ; e quanto alla questione legale, egli risponde evasivamente alla test del librale on. Simon. Quest'ultimo rimbecca, dicendo che si (.ratta- di una questione molto importante; ma il sottosegretario replica: « duale utilità ci sarebbe per noi ad esprimere pubblicamente, attraverso la bocca dei nostri giureconsulti, la eventuale veduta, che 1 nostri alleati hanno violato il trattato?... Presumibilmente i Governi francese, italiano 0 belga e i loro .giureconsulti credono di agire entro i limiti del trattato». L'oratore poi nega che la zona inglese sia accerchiata; e dice che quanto agli interessi commerciali britannici, la Francia ed il Belgio stanno facendo agevolazioni. Per le ferrovie si tratta soltanto di uso per trasporti militari, nella quantità, goduta prima della occupazione della Ruhr. Ouanlo all'appello alla Lega delle Nazioni, se esso venisse mandato ad effetto, il primo risultato sarebbe, secondo il sottosegretario Mae Ncill, di rovinare la Lega stessa. «Considerando — egli dice — ciò che noi sappiamo intorno ai presunti umori della Francia, e torse, in minor grado, anche dell'Italia e del Belgio, io credo die se noi tentassimo di forzare il passo, portando in causa la Lega con una forma di intervento generale, il problema non sarebbe risolto; ma le sue ripercussioni sulla Lega risulterebbero estremamente deplorevoli ». Da ultimo l'oratore del Governo ricorda come solo tre giorni fa Poincaré dichiari') che la Francia non vuole accettare alcuna offerta di mediazione. Cosi « mentre il Governo inglese riconosce pienamente la gravità eccezion .le della situazione, e riconosce che le difficolta sotto qualche aspetto sono certamente accresciute, il suo primo compito e desiderio è quello di mantenere l'amicizia con la Francia. Noi vogliamo, se possibile, evilare una rottura finale. E per il momento il Governo non vede alcun motivo di adottare una nuova politica. Esso rimano quindi esattamente nella stessa posizione che era definita giorni sono da Bonar Law ». La votazione Venutisi quindi alla votazione, per la censura al Governo i voti sono stati 201 mentre 1 favorevoli al Ministero risultarono 249. La maggioranza del Governo si ò così ridotta a soli voti, insieme coi liberali asquithiam hanno votato anche i lloydgeorgiani, facendo un nuovo passo verso la riunione liberale, e infine i labouristi. «ft P- igimsdspglfrècmriT