La relazione della Commissione parlamentare sulle spese di guerra

La relazione della Commissione parlamentare sulle spese di guerra La relazione della Commissione parlamentare sulle spese di guerra Roma, 10, notte. lezione della Commissione d'inchiesta ; spese di guerra. Si tratta di due volumi. ; E' stata distribuita ai deputati è., senatori Ila re' sulle . 11 primo, di 690 pagine, contiene la relazione su tutta la materia sottoposta all'esame della Commissione; il secondo è di circa 400 pagine. Alcuni rilievi di questa relazione, che ora viene pubblicala nel suo complesso, vennero conosciuti frazionariamente a mano a mano. che le Sottocommissioni presentavano le. loro ' relazioni particolari. Ora è. interessante rifo- ' riro nel loro insiei. j qu. :ie parti della relazione generalo che più sixwialmente si riferiscono alle vario gestioni. Nella introduzione si osserva che la Commissiono ò costata all'Erario un milione e novantamila lire. 144 miliardi Trattando del costo finanziario della guerra, la relazione rileva che, secondo i rendiconti consuntivi, dal 1914-15 sino a tutta l'esercizio 1919-20. le spese di carattere strettamente militare, ammonterebbero a circa milioni 71.350: quelle per operazioni di credito e servizi vari del Tesoro e milioni il.t'iìì; quello di carattere polìtico a. milioni 1.871. ed altre infine per provvedimenti sociali e d'indole diversa a milioni 0.643. In complesso il bilancio dello Stato avrebbe sopportai pjr effetto della guerra, un onere approssimativo di milioni 9-Ì.129. Controllare' questi risultati in via diretta con l'esame categoria per categoria, capitolo por capitolo delle spese, non sarebbe stato possibile, onde la Commissione ha creduto più rispondente al fine propostosi controllare con sistemi indiretti l'esattezza, sempre net limiti di una larga approssimazione, dei calcoli istituiti dal Governo. A tale scopo ha seguito i seguenti criteri: ha osservato anzitutto che lo spese effettive dello Stato, nel periodo anteriore alla guerra e cioè l'esercizio 1913-li, dedotte lo spese straordinarie in conseguenza del terremoto calabro-siculo del 1008 e. dell'occupazione dei la Libia e delle isolo dell'Egeo, erano di L. 2.640.400.451,50. Ha tenuto quindi conto dell'aumento progressivo e normale delle pubbliche spese e della sva1 nazione della nostra moneta, in carta, nonché degli eccezionali avvenimenti internazionali, cho avrebbero gravato sul bilancio anolie se l'Italia non fosse intervenuta vn guerra, ed è arrivata a stabilire così indirettamente il seguente calcolo: detratte lo presunte speso normali e l'onere derivato allo Stato da altre esigenze straordinarie, l'ammontare dello speso dipendenti dalla guerra sarebbe di circa miliardi 91.700. Per quanto riguarda i due esercizi 19-10-21 e 1921-22, il calcolo indiretto deve esser fatto alla baso dei bilanci di previsione, modificati dalle noto di variazione presentate al Parlamento e completati dallo esposizioni finanziario fatte dai ministri del Tesoro. Col sistema ni calcolo sopra accennato, si arriva ;i stabilire una somma di circa quaranta miliardi, somma che, aumentata da 25 milioni spesi per la Conferenza di Genova, 70 milioni per prestito fatto alla Repubblica austriaca, 1 miliardi per disavanzo della gestione delle Ferrovie dello Stato, un miliardo, per ulteriore disavanzo degli approviglonamenti e consumi, diventa complessivauisnte di circa 43 miliardi. Per quanto riguarda l'esercizio 1922-2;;. lo spese si aggirano sui dodici miliardi ; cosicché l'onere finanziario derivante dalla guerra, per le spese già bilanciato dall'esercizio 1914-15 sino a quello corrente 1922-23, si può dire clic ascenda approssimativamente a una somma che si avvicina molto ai 144 miliardi di lire. E' da avvertirsi però che parecchio delie spese, straordinarie determinate dalla guerra furono erogate per mezzo dello cosi dette uèstioni fuori bilancio, alcuno delle quali non sono neppure oggi in condizioni di poter sistemare le loro contabilità c nessuna ha ancora presentato il prescritto rendiconto. Allo stato delle cose tuttavia sembra che solo par circa 12 miliardi lo speso erogate da queste gestioni non abbiano ancora fatto apparizione nel bilancio e che di esso lo miliardi c 600 milioni si riferiscano ad acquisti del servizio approvigionamenti e consumi. Ma, conio si è detto, non è esaurito il competo deità Commissione con l'esame delle spose già bilanciate, perrhè gii effetti della guerra dovranno risentirsi in molti futuri bilanci dello Stato. Valutare in cifra tali oneri non è possibile, ma almeno si può far cenno delle principali causali che li determineranno, fra lo quali, l'assegnazione non ancora completa delle pensioni di guerra, il risarcimento dei danni di guerra e il ripristino della vita civile nelle Provincie devastato o redente e, sopratutto, i maggiori interessi pei debili contratti dallo Stato all'interno e all'estero a causa della guerra: interessi che ascendono a una cifra di L. 4.649.176.439.14, senza tener conto, pei debiti contratti all'estero, della svalutazione della moneta italiana. Si considerino Inoltre le spese di cambio che attualmente si elevano a 950 milioni, l'onoro derivante dal diminuito potere ili acquisto della nostra l'ra e dal correlativo rincoro de' '-rei:- zi: onere che oggi si può calcolare in circa \ ^zz(> a* combattenti che importano ora un onero di circa un miliardo e infine la spesa oil0 miliardi annui, la concessione delle po zioni verso 1 popoli vinti per il personale dipendente dall'amministrazione dello Stato. E' però da tener conto che esiate un complesso di attività, che potranno far diminuirò di circa 9 miliardi l'onere derivante dalle spese di guerra ; e a tali attività sono da aggiungere i crediti per le ripara- L'Uva - Indebiti guadagni e responsabilità degli amministratori. Ecco il testo integrale delle conclusioni della Commissiono por quanto si riferisce al- rrtva : • In base ai fatti risultanti dal lungo studio e dalle diligenti indagini compiute, portando qualche ulteriore chiarimento alle conclusioni della sottocommissiane C, la Commissione ha deliberato di procedere ad alcuni ricuperi ed affermare alcune responsabilità, l ricuperi derivano da revisioni di contratti, accertamenti del loro modo di esecuzione e vanno posti a carico dell'Uva per la somma complessiva di L. 44.058.548,40. « La Commissione afferma la responsabilità giuridica in solido con la Società Uva per i debiti superiormente accertati di tutti j membri delia Commissione direttiva composta dei signori conte Rosolino Orlando, cornili. Max Bendi, ing. Arturo Luzzatto, ing. Cesare Fera, avv. Giorgio Olivetti, nonché, del comm. Lodovico Mazzotti Eiancinelli: . « l.o per avero tenuto la contabilità sociale in forma tale da non poter essere esattamente rilevata la posizione contabile delle parti ; « 2.o per avere Insistentemente richiesto allo Stato a titolo di anticipazione somme ingenti che non potevano avere coscienza essere dovute alla Società; « 3.o per essersi valsi a rafforzare tali richiesto della minaccia di chiusimi degli stabilimenti e conseguente disoccupazione degli operai ; « 4.o per essere in questo modo riusciti ad ottenere dallo Stato la somma non dovuta di 30 milioni; « 5.o per avere resa peggiore la situazione dello Stato e di dubbia e. difficile esazione il credito dello Slato medesimo formatosi in conseguenza delle azioni sopra indicate. « La responsabilità dei primi cinque è conseguenza preponderante e si può dire esclusiva dell'attività attribuita dallo statino sociale alla Commissione direttiva, mentre quella dell'idtimo dipende dalle situazioni in cui, anche per fatto suo, la Società è venuta a trovarsi. Delibera che sia revocato il formo posto dalla Commissione sul patrimonio di tutti gli amministratori con sua decisione 4 febbraio 1921, restando a carico del Ministero del Tesoro da provvedersi noi confronti dei sei amministratori sopra, indicati. Premesso che non può affermarsi la responsabilità di quegli amministratori cho non compirono fatti meritevoli di censura, verso i (piali, tuttavia, il paese non sentirà alcuna gratitudine per la negligenza dimostrata nel non ostacolare in alcun modo le attività più audaci e meno scrupolose: la Commissiono deplora i signori Max Bendi, Arturo Luzzatto, Cesare Fora per non avere, mentre il paese era tormentato dalla guerra, mutato menomamente il loro atteggiamsnto di speculatori impassibili verso i dolori della Patria ed avere cercato con ostinazione e caparbietà incomparabili di assicurare all'azienda da loro amministrata i più larghi guadagni possibili; " deplora i signori Max l'ondi, Arturo Luzzatto c Cesalo Fera perchè, a guerra linita. si condussero nei confronti dello Stato conio contraenti di mala fede, tentando con ogni mozzo d'ottenere :-omme favolose che all'Uva non erano dovuto e di celare quelle dovute dall'Uva allo Stato, dimenticando alcuni particoari obblighi verso il paese loro imposti dal fatto di amministrare un'azienda debitrice della sua esistenza ai privilegi dello Stato. Senza fermarsi sul modo come i denari loro uJìtdati dagli azionisti della Società Uva siano stati amministrati e sulla opera da loro svolta, prendendo personale interesse nell'acquisto e vendita di azioni, deplora che per i signori Max Rondi, Arturo Luzzatto, Cesare Fera e Lodovico Mazzotti Riancinelli l'esercizio dell'industria sia diventato solo secondario, di fronte, all'attività borsistica della Società e che. in contravvenzione alla legge, in urto coll'onestà commerciale ed in contrasto col doveri di cittadini i signori Bondi. Luzzatto, Fera e Mazzotti abbiano preordinata tutta la loro aziono e siano in parto riusciti, all'eliminazione di ogni concorrenza, non solo per l'industria dall'Uva stessa direttamente gestita, ma anche per quelle dipendenti o sussidiarie, venendo così ad aggravare le condizioni fatte all'economia nazionale ed all'economia statale ; ' deplora che tale preordinato disegno sia •■rinato nel momento in cui più gravi \ erano le condizioni dell'economia nazionale e che esso si sia potuto attuare senza nem- , r a di Firenze meno l'attenuante del rischio personale ; « deplora infine che i fatti suddetti abYsiano potuto essere compiuti anche pot la passiva acquiescenza degli altri due componenti della Commissione direttiva conta Rosolino Orlando ed avi-. Giorgio Olivetti, i quali non curarono nemmeno di riconvocare il Consiglio di amministrazione per la sostituzione degli amministratori Bondi e Luzzatto formalmente dimissionari, consentendo così che costoro di fatto continuassero la loro azione direttiva i. Ecco in riassunto il capitolo della relazione che si occupa delle spese di stampa: « Somme enormi furono per la stampa messe a disposizione dagli amministratori dell'Uva per quei fantastici movimenti di acquisti e di vendite di azioni (compiuti talvolta anche nella stessa giornata). Nessuno saprà mai trovare una espressione ragionevole di queste operazioni. Ognuno ha il diritto di sospettare che si creassero artificiosamente differenze che servivano a dare agli amministratori il denaro che ha fatto la loro riechezza e che essi hanno largamente adoperato in questa opera di liquidauiento della vita del paese. Di queste spese è traccia in alcuni conti intitolati: spese di pubblicità, ed alcuni conti, riservati intitolati": colle lettere A. B. C. e B. - Firenze a. Per non assumerci la responsabilità di una cernita e per non cadere in erronee interpretazioni pubblichiamo testualmente tutti nupsti conti nell'appendice apposita anali ci furono comunicati dall'Uva su richiesta della Commissione. Cosi se abbiamo da osservare clic gli elenchi di partite dei conti intitolati « Spese di pubblicità « raonresentano per lo più pagamenti fatti a titolo di abbonamento o prezzo delle consuete e normali inserzioni commerciali. Ciò non esclude che il ripetersi costante e regolare di vistosi pagamenti sotto l'apparenza di un compenso per pubblicità possa rappresentare un vero e proprio accaparramento della simpatia dei servizi di stampa c della neutralità complice dei giornali. Da questi elenchi speciali di pubblicità impariamo che il colpevole sperpero del denaro degli azionisti per gli scopi riprovevoli sopra accennati culmina in una vera e propria organizzazione appositamentp creata che faceva capo all'ing. Pietro Lanino. Nel solo anno 1920 appare messa a disposizione di costui sotlo nomi diversi una somma vicina al milione per cantare le lodi dell'industria nazionale in genere, della siderurgia e dell'Uva in specie, per sostenere l'obbligo dello Stato di sacrificare a vantaggio suo i rruatlrini dei contribuonti. Così il patriottismo e la scienza erano messi al servizio della speculazione della siderurgia, della cupidigia, dell'ambizione, della vanità e dei loro esponenti più audaii. Il cinico riconoscimento di questa verità e espresso in un passo della deposizione resa dall'avvocato Giorgio Olivetti, uno degli amministratori che vale la pena di riprodurre testualmente: « La somma totale spesa per l'ufficio anzidetto (quello di Lanino) é stata di circa un milione che. quantunque ingente, è da riconoscersi, ha dato i risultati sperati dagli amministratori, giacché si è evenuta una tariffa doganale che permette all'industria siderurgica italiana di' vivere e di svilupparsi». L'ing. Lanino limane nel campo degli uomini eli studio tecnici, economisti, ecc, pagando lautamente articoli nei quali le loro opinioni specifiche splendevano per il disinteressamento e affascinavano, gli ingenui per 1 autorità finanziaria ma contemporaneamente i giornali quotidiani lavoravano sul pubblico grosso. « Infatti i conti speciali annoiano i responsabili di acquisti di azioni delle Società editrici di alcuni grandi giornali, nonché le sovvenzioni date a taluni di essi. Tutto questo denaro non e già il prezzo di abbonamento o il compenso por la pubblicità, ma è il premio di servizi che si comperavano a danno dell'opinione pubblica neli'attribuziono di una illecita influenza politica ad una società privata di affari. Gli azionisti spogliati non hanno oggi altro contorto che di andare a rileggere nelle vecchie collezioni di quei giornali gli articoli che portavano alle stelle il genio dei nuovi napoleoni dell'industria e della finanza, ed annunciavano all'Italia cho le elezioni politiche del 1919 avrebbero finalmente assicurato l'opera taumaturgica dei salvatori. Esaminando i conti delle spese di pubblicità sostenuto dall'Uva negli anni 1913, 1919 e 1920 ammontano complessivamente a circa un milione di pagamenti fatti per l'ufficio del signor Lanino, di cui si ò detto sopra. Scorrendo questi elenchi =i trovano versamenti regolari a pircoli giornali come alla Gazzetta Lioorneèe, al Telegrafo al Popolano di Porto Ferraio, al Monocolo di Roma. Versamenti più cospicui al nome di Alfredo Proia, che secondo un'annotazione apposta al conto, rappresenta il Corriere delie Puglie, quindi due grosse somme, una di 50.000 lire ed una di 75.000 al Muovo Giornale j ' n a e o e i a i e o a a à i a n , r i e i i o i à a l e o , à n to i : in omairi , o ii al nie eaa a oa odi di e nlbre li iti ui =i li o lo me ne eldi le «Ma p-r il Xuóvo Gioivate, seconda una lettera di Max Ròridi, a spiegazione ilfJ evito B e del corto B-Firenzet si speserò ci,Ci due milioni, cifra che rappresenta IndubbiaIntente il prezzo di acquisto del giornale. Cosi. I una somma di 1.535.000 appare apesa pe-ì' ' l'acquisto di azioni del Secolo, ed una «mima non precisata, perchè intostata aT nome, del comii\. Cutolo ed altri, appare spesa per t'acquisto ri: azioni del ìfatlino, un'altra di mila, lire per il Giornale del popolo -di Roma, di ,"/) mila per il Giorno di Napoli, di 105 mila lire per l'acquisto di azioni delVEpoca, di altre 50 mila lire alla stessa Epoca. 101 mila lire per sovvenzioni al Tempo', ?y mila pz: l'acquisto di azioni dell'Idea Nazionale, di 22 mila lire ài signor Le Proty, rnenirc \'It"li-- app'ire pui anche pei conti delie spese di pubblicità, nei quali conti la maggiore regolarità di versamento ò quella eba si riferisce al Co.ffaro ed al Cittadino di'Genova, cho per tutto il 1920 ebbero, il pri'mto 10 mila c l'altro tremila lire ai mese»; Le conclusioni sui!'"Ansaldo,, — Lucri indebiti ed eccessivi — Doppia vendita di cannoni. Ed ecco le conclusioni j-er l'Ansaldo. I.» Sottocommissione, tetto lo memorie difensiva della Se-cleto Giovanili Ansaldo e della 'Compagnia Società Nazionale di Navigazione, nonché degli amministratori dell'Arisatdo stossa, commendatori Pio e Mario PerronP. 'a visii gli allegati tutti n dette memorie. Prese in esame lo proposte del Commissario delegalo é le deduzioni di tutto le parti, e-ritenuto epe i «trattoria è completa, e da'respingersi ogni domanda di ulteriore accertamento anche peritale, come vorrebbe la Difesa dei presunti responsabili, e non si ravvisa necessario accogliere la. domandi! di ammissione della Difesa ad una discussione orale sulla proposta del Commissario delegato, on. Mazzolanti delibera: Sono da respingere, quali fie.iìiiuitc di fondamento, per le ragioni svolle nella relazione, lo eccezioni della Difesa del presunti i '-ponsai.-ili. sia per quanto riguarda i'addebi o della somma, di -lite :V0,&4tf.O9ft.71 ppr la 'ifferenza tra noli liberi e noli di requisizione, corno da accertamenti fatti dalla Sottoconunlssione; sia per qiianio riguarda la somma >H E. :!.2O0,99!>,43 per la differenza tra l'Importò t.-.-alo per premi di assicurazione rischi .li guerra, e premi riconosciuti, come è specificalo nella relazione e. nel conto fatto ria questa Sottocoinmissione: che quanto al debito della somma di lire ,v2.99t).S12..Tfi con tetta in alla Società GiOVarShi Ansaldo e C. ed agli ev-animinisiratori della stessa, fratelli Pio e Mario perrone, devB doti-arsi la somma di lire 23.554.457,23 per tasse e sopratasso di registro, la somma di 6 milioni per corrispondente versamento fatto dalla Società Ansaldo all'Amministrazione -finanziaria a titolo di deposito per la registrezione del decreto 17 settembre 1919, N*. 56, del Comitato interministeriale per la sisten.-zione delto industrie di guerra, in base al.concordalo p'I all'ano di transazione, come rjsnlta dalla bolletta N". 25 in data 7-luglio 1922, del Registro modello 10. Ufficio del Registro. Atti civili, in Genova, Iransaziona però non ancora regolarmente approvalo. C.hfl pertanto il debito suddetto residua in lire 46.990,312,56. e tale debito, risultante dai conti di dare ed avere tra la Società Giovanni Ansaldo e lo Stato. l'Tito trasmesso in forma autentica a onesta Commissione d'inchiesta dalla Ragioneria dello Slato, ed aggiornato al l.o maggio 1922, deve rimanere fermo per 10 ragioni esposto nella relazione.- salvi .i -definitivi accertamenti contrari spettanti ■ al Ministero del Tesoro; che nei riaruardi d»I signori Pio e Mario Perrone non si può sulle ulteriori risultanze insistere nell'avere éSfii, agli effeiii di una minore tassazione dei sovraprofitti di guerra del 1920, incluso nelvMlaneio-ri<H 1920 gii stinwirii loro dovuir daha Società Nazionale di Navigazione per ii,q"Hihquennio l'.)lG-20. adòehiio di cui è menzione nella relaziono e di cui p oggetto t'apposiia contestazione fatta ai detti "erronc. Quindi la Sottocommissiohe, escluso il suddetto addebito ai fratelli Pio o Mario Perrone, esclude le considerazioni fatte in proposito dalla Commissione ed approva nel resto la relazione sulto vertenza in esame, quale fu presentala il 2S settembre u. !.. nonché il capitolo aggiuntovi sullo ulteriori deduzioni delle parti, e formula le seguenti proposte definitive da presentarsi alla Commissione Plenaria.- La Sottocommissione propone dichiararsi la responsabilità solidale della Società:Giovanni Ansaldo e della Società nazionale di naviga? zione, nonché dei rispettivi loro ex-amministratori Pio e Mario Perrone in proprio pEr 11 danno subito dallo Stato in dipendenza til lucri indebiti e lucri eccessivi Telativi ai tra. sporti effettuati durante la guerra coi trasporti Primo, Gonzaga, Cogne, Calinierls, ,.Vikolaus, Fagcrrie*, Toso della Società nazionale di navigazione e gestiti dalla Società Giovanni Ansaldo e C. ; dichiararsi conseguentemente tenute te due Società suddétte e solidamente i rispettivi ex-amministràtori Pio e Mario Perrone in proprio a versare liti,-, st;'trt Ifi entrimi A \ o.-i Oi mll-Lrvml ■ - allo Stato la somma di lire 34 milioni : e 49.099,14, ammontare complessivo accertato da questa Sottocommissione del danno di'cui sopra; dichiararsi altresì tenuta la Società Giovanni Ansaldo e C. e solidamente gli examministratori Pio e Mario Perrone in proprio al pagamento allo Stato della somma- di Uro 46 milioni 990.312,56 come dal debito della Società stessa verso lo Stato risultante dal conto trasmesso dalla Ragioneria-generale dello Siato, aggiornato il 1° maggio i9Se, fatta riserva dal definitivo accertamento contabile spettante al Ministero del Tesoro. Roma, 2tì ottobre 1923 •. La suddette conclusioni sono state approvate dall'assemblea plenaria nella seduta del 5 novembre 1922, unitamente alla relazione cho precede. A conclusione di questa relazióne la Commissiono dichiara che devono essere pubblicamente proclamate le' grandi benemerenze della Ditta Ansaldo per avere potentemente contribuito alla vittoria milftafe mediante il prodigioso sviluppo dato alla sua industria in ogni canopo della produzione bellica, portata con audacia grandissima al rendimento più alto, ma dichiara altresì che il fervore patriottico ondo questo sformo fu animato non fece mal dimenticare ai fratelli Perrone. amministratori della Società Giovanni Ansaldo e C, e alla Società nazionale d' navogazionc, la cura degli interessi degli-enti da loro amministrati e non impedi loro dt compiere il tentativo (in parte realizzato) dì assicurarsi lucri indebiti ed eccessivi Come quelli che la Commissione ha accertato nella questione dei noli ed in quella della doppia prononc di dichiararsi la responsabilità della Società Giovanni Ansaldo e C. ed in'solido il comm. Pio Perrone in proprio in dipendenza del contratto n. 1513 in data 6 settembre 1917, stipulato tra l'Amministrazione delle armi e munizioni e la Società Ansaldo, avente per oggetto la fornitura di quattro"cannoni da 381/40, contratto quindi annullato'e rescisso con atto 1» novembre 1918 firmalo dallo stesso comm. Pio Perrone, dichiararsi altresì tenuta la Società Giovanni Ansatoti e C. o solidamente il comm. Pio Perroha In proprio a versare la somma di 596.530,30 life per interessi maturati sui pagamenti effettuati alla Società Ansaldo in conto di detto contratto n. 1513 dall'Amministrazione armi 'e munizioni; dichiararsi la responsabilità- amministrativa del generali Giulio Martini'» Giulio Do Angelis per grave negligenza da parte del generale Martini e per gravissima negligenza da parte del generale De Angelis nel compimento dei loro doveri di ufficio. La presente relazione, colle relativa proposte definitive riguardanti le dichiarazioni di rtsponsabUità solidale della Società Giovanni Ansaldo e C. e del comm. Pio Perrone e la conscguente condanna al pagamento deli* somma di lire 590.530,90 é stata approvata dall'assemblea plenaria nella seduta del 15 giugno 192:.', deliberandosi il rinvio del giudizio morale per tutte lo responsabilità di tale vertenza. Riassumendo, la Commissione dichiara che la Società Uva è tenuta a rimborsare alto Stato la somma di lire 44.05S.5Kf,40. (VEDI ULTIME NOTIZIE)