A colpi di "cravache" con spiegazioni...

A colpi di "cravache" con spiegazioni... " Colonizzazione „ francese sul Reno A colpi di "cravache" con spiegazioni... (Nostra corrisponflenzn particolare) £ (NostrSPIRA, marzo. — Voi mi chiedete, Signore, quali sono Il miei criteri ucll'applicare il regime di occupazione à mon Palatinat, al mio Palatina!». E' semplice. Se io lio un tipo che *oi dà noia, }e lui coìte un coup de Bravatile tur la figure; ma poi gli dico: vi ho affibbiai» la frustata pur questo, questo o questo nuotavo. Bisogna ragionalo, anche coi tedeschi, signore. So poi il mio tipo non vuol ragionare, allora gli dico: o Si votis en voulez un aulre, à voi re disposiiion, Monsiewr ». Ecco la mia tattica: leni là, franchezza. Sono quattro anni che ripeto ai tedeschi le stesse cose: a tutti i tedeschi cespuvoza Ene to,meclefu=schqudi e coche vodo tlans mei ville», nello mie città, o : sroche vengono a trovarmi qui a Spira. Altatutti i tedeschi con cui parlo, grandi iudu- il striali, organizzatori, preti, funzionari. Es- gela ormai lo sanno: e snuno ancho che il ! scogenerale De Metz noi: ha mai mentito. I oolpi di cronache abbondano, nelle conversazioni del generale De Metz, commissario civile per la provincia d'd Palatirvato: ma sono metaforici. E Palatinat», soli Palatinat, è la regione renana in questo periodo più tranquilla. Mentre a Magonza e'" sciopero ferroviario e lo stato d'assedio, appena si oltrepassano i confini del regno di De. Metz, i treni marciano in perfetto orario e i cittadini si ritirano all'ora che vogliono. «Padrone del Palatinato». Il generalo Borride a sentir ripeterò l'accusa della stampa tedesca, e si liscia i baffi con una mano bianca, con una mano curata, una mano da Stato Maggioro. Bel dominio è il Palatina)», provincia bavarese alla sinistra del Beno, die fróhliche PfaU, il lieto Palatinate che dal confine della Saar e della Lorc- re.fe.nspficgaricbintediseràdiecrziri lamskdena si distende fino a rpecebiare nel verde teRenoie ciminiere di Lndwigshafen e le i quattro torri del duomo imperiale di Spi- egra. E bella citte è Spira, oitt.à quieta, di mfunzionari, do" è facile reggerò un mi- j bilione di ani tv ' '. irati: tanto focile, che il pogenerale De Metz ha dispensato, uno dopo iticPaltro, quattro Segierimgaprtìsidenten in- raviati da Monaco: li ha espulsi, cioè, come |Ksi dice con parola non adatta all'idillio di | daSpira. A proposito: in tutta la pr' .inda, gngli espulsi furono appena se- -.ntaquattro: | spil generale lo fa giustamente notare i^ineYÈ.. b i- ? i- l .•n.-j.M I 7.un segno di eccezionale tranquillità. Breve dialogo lelofonieo. E' un delegato 'di Cantone, uno dei quattordici funzionari che risiedono nel capoluoghi di Jims del Palatinato. Il generale approva, approva qnel che dico l'interloc- ->ro. e che i- >i ria *: ma la cono1 unione è chiara: t C'est entendu. Débarassez-vous de liti ». 7"»-" ' iamo essere, quest'oggi, a sc-rssan'aeinque espulsioni. Il generalo non lo dico : egli preferisco parlare di Heine, di cui ha sul tavolo nn volume. Ma la conclusione della telefonata c sufiiciento. Un... napoleonico Quando il generale De Metz, nel '19, assunse la carica di Comi.iissario Civile . ella Commissione Interalleata per la provincia iel---«Eid6Btónato, trpvò una situazione compromessa dai « coloniali ». L'armistizio aveva p tato innan- '. in Renania, a posto di alta, innwrtanza politica, ufficiali di prover.iensia coloniale. Tutti si liquidarono per lo stesso errore: vol].m strafare. Presero troppo sul seri» gli articoli di Maurice Barròs sul Genio del Reno. Vollero annetterò subito, nel '19, quando Wilson era ancora a Farigi, quando n'era ancora fra i piedi, sul Reno, l'armata americana. Mangin intrigava a Magonza, il divisionario Marchand a Kreusnach; Gerard, comandante dell'ottava armata, s'era installato in T indau con De Metz come capo di Stato Maggiore: o conIfcro i consigli di Do Metz, aveva voluto m 'tersi subito al lavoro per far proci i- bugoqnpiè uscnGrecogaspratidetrto cbncCdtitoabmpzte una repubblica del Pastinato, iudipen- u'dente dal Reich germe-iso. Gallieni, suoisbshasamaestro, e suo capo di giorni lontani, avo. conquistato alla Francia un impe-o al Madagascar: lui, Gerard, avrebbe «mqmstato alla Francia una nuova provincia sul Beno. Non per niente, i coloniali, i martonine, comesi chiamano nel gergo dell'armata, sono gente di iniziativa. I soldati dell'ottava armata ebbero un Proclama ben chiaro: « Soldati! Voi occuperete «/< paese, su cui meno dì un "ilo fa, s>;<-.: >lava U tricolore, grazie ai nostri f/randi avi. Voi continuerete la loro opera ». H marsouin Gerard riprendeva senz'altro la tradizione delle annessi-ni napoleoniche. Per tatto nn anno, il Palatinato parve sotto l'imminenza di un colpo di mano: il generale Gerard presiedeva le riunioni della Lega separatista per la Repubblica Palatina, voleva controllare l'azienda della Badr;ohe Anilina u. Soda Fabrik di Ludwigshofen, •voleva fondare una Università del Palatrinato, e si preoccupava perfino che non ci mancasse la facoltà' teologica, fece battere una grossa campagna di stampa per dipendenza palatina, ^>mpromise un mucchio tii gente, dal Vescovo di Spira ai deputati della provincia al Rcirhstag: e :nfine, nel maggio 1919, credette di poter fare gridare le rcoubblica separatista a Zweibriieken e a Landau. Untf. Chi salvò la provincia alla Germania fu il Regierungtpre 'ent Witterstein, che dieci giorni dopo era espulso per quosta colpa. Ricominciano gli imbrogli : Gerard fa fon dar" in giornale socialista, la a Fnie P folte », si fa dirigere appelli amorosi da gruppi « rivoluzionari » di operai chimici di Ludwigshafen e conciatori di Pirmasens, applica dei metodi leggermente madagascareei, o malgasci, nel trattamento dei palatini niù fedeli all'unità ted.-ca. Ma è tirdi. Il tr-'lato di Versailles, la crei.*ion/lolla Comnve interaTloafcc vengono a limitare la bella libertà d'azione dei ge• nerali co'niali in zona occunata. Mangia se ne va, Marchand se ne va, se ne va fKh Gerard. Lo i:.t' - prese e Vniah riescono meglio coi malgasci che coi te ni: soni Politica... cariìaìevo'e Cèfi regime della Co^iniss5 - Interalleata, cioè ce', regime Le Mete, della Lega per 4 il Libero Palati (iato si parla assai 'no. T raporioni tedeschi del movimento, '■• born, rtaas e compagni, non hanno più accesso alla bianca palazzina del Coni eario: sono gente bacata, e il generale Kj Titole prendere contatto con i veri : bili SJ fa..' la a politique dr:< uotahles ». Non c ì M ragiono di affrettarsi: l'occupazione, se M condo il i-ath-.to di pace, deve durare (iiin M cf'ri arni c, se .-anelo l'interpreta-buc fran- ceso, questi quindici anni non hanno neppure cominciato a decorrerò ! Bisogna lavorare a lùii'ja scadenza, con metodo, senza voler l'are dei putsch semicoloniali. Ed ecco De Metz all'opera. La popolazione dol Palalinafco è, per circa il 4.5 per cento, cattolica : il reste, protestante, specialmente calvinista.. Do Jlefz « lavora » il clero cattolico. Esistevano trattative- per ia fu=ionn della Feremigie pfalzer Baucfflschaft con il partilo popolare bavarese: questa fusione ora desiderata dal Vescovo di Spira e dal doro: De Metz la sollecita, e con intontenti l'i'-11' di discrezione ia conduco a compimento. Così, quando for¬ srono preoccupai»oni episcopali por un ten tabivo del Governò francese di riattaccare il bacino della Saar alla dieresi di Metz, il generale si adopera perchè il suo caro vescovo di Spira non abbia questo dispiace- re. Con i grandi industriali di Ludwigshafe.n, di Pirmasens, di Frankenia!, non risparmia fruttuosi interventi presso gli uffici interalleati di Baci Ems e presso lo iogane aleaziano-lorcnesi. Per una regione ricca di foresto ò di bandite, come il Palabinato, la regolamentazione della caccia interessa mollo i possidenti, affittuari di bandite: costoro possono essere sicuri che •'! sequestro delle foresto demaniali non vorrà in nessun modo a limitare il loro nobile divertimento. Con i funzionari bavaresi, ecrìi h sempre corretto, sempre cortese, anzi: li chiama a i mioi migliori collaboratori ». Con gli organizzatori onerai ?.■ più alla mano, e. a seduta finita, batto loro famigliarmenfco sulla spalla: «Pax de sottisku, mon ami! i> — ed evita con una confidenziale amabilità uno sciopero noioso. Attorno a lui, a Landau, a Kaiserslau- tern, a Zweibriichen, a Ncustadt, in tutti i capoluoghi di Kreis, da quattro anni egli tiene senv—e i medesimi delegati, ina movilfli: come lui. De Metz, è inainoyi bile da Spira. (La Terza Repubblica, paro, possiede il segreto di questi feudi diplomatici, concisi all'investito vita naturai du rante !). La parola d'ordine ai delegati di Kreh c questa: <r prendere contatto n. E, da quattro anni, lo prendono. Ora è il si gnor delegato, elio nrofittan lo del tempo splendido e della ricchezza di fiori dello YÈaarvorland palatino, fa con Madama e 7.-7./... :>.. - :i i,~- bulés una gita e una visita presso il borgomastro tal dei tali, o quel parroco, o quel possidente che è venuto una settimana prima alla Délegàtion por chiedere un piacere: ora — un gradino pili in basso — è l'intèrprete della Delegazione die beve una bottiglia col Gemcindeschreiber, collo scrivano comunale. La beneficenza — la beneficenza è internazionale ! La signora del Generale dà l'esempio, a Spira, o lo signore dei delegali in sottordine lo seguono: costituiscono dei Comitati misti, dello Organisation» ehuritablcs, centralizzate in uno speciale ufficio del Commissariato di Spira: dove si trovano gli specchi e i resoconti: « nel tal posto, un comitato composto, di M.me e il.me , dame-i franr.aiscs: et de M.me.... e M.me...., dames palatines j>. (Negli atti ufficiali del Commissariato di Spira, non esiste più, per gli abitanti del Palatinato, la designazione di o tedesco »: neppure quello di « renano », che si usa alla Alta Commissione di Coblenza. No: nei documenti ufficiali del generale Do Metz si parla solo di «palatini»: corno nei poemi del ciclo carolingie»). E il Commirsariato di Spira è il provveditore dei soccorsi: soccorsi in viveri, in vestimenti, in carbone, anche in danaro. In questo inverno, finora, sono state distribuite 300 tonnellate di carbone ai « palatini » ohe avevano freddo : specie nei sette Kreh urbani, questa forma di beneficenza è stata molto apprezzata, ragione per cui si sono premiati i Kreis urbani con una distribuzione supplementare di 30 tonnellate per uno. e soi0 lo scioperìi della Saar impedi isco un maggiore sviluppo di questa azione benefica... Vero è che le autorità tedesche non ne sono molto entusiaste. A Kaiserslautern, hanno cercato di togliere i locali concessi al comitato franco-» palatino» per la distribuzione dei pasti gratuiti, e di darli ai Quaccheri americani : ma il generalo De Meta intervenne, e con un colpo di telefono aseiuslò tutto. A Ludwlgshafen, il gran centro operaio del Palatinato, le stesse autorità [negarono i francesi affinchè queste distribuzioni fossero fatte attraverso il tramite delle organizzazioni tedesche : ma il generale De Metz rispose degnamente a questi ingenui, imponendo ai giornali locali la pubblicazione di un avviso, por cui le domande per le distribuzioni gratuite devono essere rivolto solo alle Organisations charìtables francesi. Ognuna dello razioni distribuite costa all'erario della Repubblica, per un mese, quattro franchi. Quando ci vogliono ben quattro franchi al mese par levare la fame a un operaio tedesco, è giusto che questo sappia almeno che egli è debitore della sua pancia piena alla Repubblica francese — che diamine ! Favolette cosSpDodisai fradàcornemeadvedeHostrregla teda becotobeil tosolicsisacnuo seticelafidvomratàchboa chdidchlaPalqsuEdmtedmonnccsccqhrcdrucMcplczqrcrbgi e o e a e , i e r a ci . lpdi s, aarn a ea a ei e aer o. '■• iù ale li c ì se n n- c«pLo scuole francesi nel Palatinato sono cominciate — secondo le relazioni dello Stato Maggiore della Vili Armata, Ufficio V — in mòdo all'atto idilliaco. Ecco quello che riferisce il maggiore di S. M. Jacquot: i Era una cosa abituale vedere, sulla soglia di qualche granaio, o sul margine di un boschetto, o su un prato, un poilu improvvisato professore di francese, cho comunicava la sua scienza pittoresca ad uu circolo attento di monelli con lo gambo nudo: — Fa attenzione, giovinotto... tu mi domandi cosa significa « j'm'en fou Vuol dire, in tedesco, « ganz egal « capito:». Si, ' ■ si tenori : i maggiori francesi descrivono con simile piacevolezza parigina yrli inizi di una grande opera di « civilisation frati-ai^e ». Vere hè, dal 1020, la specie di éeiilc boìssoniire, che entusiamava il maggiore Jacquot, si è trasformata nei Corsi regolari di francese destinati atta popolazione Penano, e organizzali, in tutto il territorio occupato, dall'Alta Commissione di Coblenza. Una relazione ufficiale, preparata dall'Ufficio Istruzione dell'Alto Commissario Francese, e indirizzata al Ministero degli Esteri Parigi, assicura che nncsi i corM sono frequentali da non meno di 17.000 uditori. Ebbene: di questi 17.000 quasi un terzo sono abitanti dol Palatinat'-». Le buone maniere del generalo De Metz hanno anche ottenuto questo successo di póliticf -.-ol-rMea. Hai , i , o o e o n — e o l : o io, : aaidi », oe: il re no 0 he ra no uer i ne Gli e che, nel beate Palatinato, tutte queste iniziative si perfezionano sempre. Qui, a Spira, si completa l'insegnamento del francese con un corso commerciale gratuito: si distribuiscono allo giovinette « palatine. », alle, povere i hackfi'xh » che si vestono così goffamente, dei giornali di mode: di mode parigine, pensate: qualche cosa di irresistibile! Al Commissariato dì Spira, il vaiente collaboratore del generale Do Metz fa vedere copia dei diplomi ohe si distribuiscono a fin di corso: ma in verità, ai cinquemila « palatini » che imparano il francese non si danno solo dei diplomi, si dà della ciocco!atta e della farina. Sono corsi redditizi, questi: e cosi si spiega che, nella sola piccola Spira, essi abbiano al momento attuale, 300 aliievi, di cui tre quarti adulti: o che questi trecento allievi convengono lietamente, a. Natale, nelle sale, dell'unico hotel di Spira, il Wibtelsbacher Hot", per ricevervi dalle mani dei loro maestri, e in presenza dell'ari: ahi le Generale, un regni uccio. L'art. 5 della Convenziono por la Renania assicura, è vero, alle autorità tedesche la anim'-nstrazionc scolastica: e, a rigore, i cinquemila <r palatini » potrebbero frequentare questi corsi solo con il consenso delle autorità bavaresi ; e lo autorità bavaresi, da parte loro, avrebbero ben voglia di negarlo, onesto consenso. Ma il Generale ha avvertilo i «r suoi collaboratori » bavaresi che le iniziative scolastiche sono por lui una cosa particolarmente delicata o cara, e i funzionari bavaresi non insistono. Per ricompensarli, li si invita alle accademie scolastiche — con premii — tenute di qua o di là, nell'allegro Palatinato, o che il Generale onora spesso di sua presenza. Gli piace udire recitata dai « palatini » più progrediti nePo studio del francese, qualche favolette di Lafontaine ; quella delle calli ne che vanno tutte contente e fiduciose ad ascoltare la predica della volpe — per esempio. "La Francia non se n'andrà,, Egli fa la « sua » politica, che è sensibilmente differente da quella del signor Tirard e della Alta Commissione. La » lealtà > della sua tattica consiste nel dire ben chiaro quello che M.r Tirard e i suoi collaboratori, a Coblcnza, di fronte a inglesi e a italiani non possono ancora dire, quello che Poincaré, il Tempi e il Quai d'Orsay, di fronte al mondo, non possono ancora diro. Lui, De Metz,, a tutti i a notabili » che devono avvicinarlo, lo dice fin d'ora: la sicurezza della Francia esige che mon Palatinat, che la Renania, non tornino più al Reich. Questa esigenza 6 più forte di quella dello riparazioni. <t II nous fa-ut la sureté; la sureté, avant les ré-paratiotis ». E' quattro anni oho ripete questa co3a: a deputati come il socialdemocratico Hoffmann, a alti funzionari bavaresi come Winterstein o Klingersberg, ai rappresentanti dol Reich in Coblenza o in Spira, ai borgomastri, ai prelati, ai grossi industriali, agli organizzatori operai : a tutti. La Francia non so ne andrà. Poi, com'egli si esprime nel suo linguaggio di antico brillante ufficiale di cavalleria, dopo aver a colle re coupé de cravache » sulla faccia dei tedeschi, li fa accomodare, e spiega. La Francia non se ne andrà per queste, questo e questo motivo... I colpi di cravache, tutti i generali li hanno sempre saputi dare: ma solo i generali francesi sanno « spiegare ». Chi crede che adesso la Re.nania sia sotto il regime dei j bruti gallonati » che compariscono nei romanzi sulla Legione Straniera, non ha un'idea <'i quello che è l'alta ufficialità francese. Quando si osserva un uomo come De Metz che gentilmente rivolto verso l'interlocutore, gli « spiega » comò la sua opera di propotenza inguantata e di seduzione a lunga scadenza sia giustificata dalle critiche brillanti di Heine e dalle documentazioni severe di Albert Sorel, si comprende quale pericolo immenso per la pace di Europa siano questi generali francesi — cosi coìti, così valorosi, così raffinati, che aspirano al banco ministeriale di Palazzo Borbone, alYAcadémie, al Maresciallato, e vogliono per questo, di propria iniziativa conquistare nuove coionio o frontiere più« sicure ». GIOVANNI ANSALDO, _