Tra Vaticano e Governo fascista

Tra Vaticano e Governo fascista Tra Vaticano e Governo fascista n 6 à a o e e , Roma, 22, notte. Il gesto compiuto ieri dal cardinalo Vannutelli in occasione dello nozze del sottosegretario di Stato agli Interni viene considerato, tanto nei rapporti della Santa Sede quanto in relazione allo Stalo italiano, rome un atto politico profondamente significativo. Per la interpretazione estensiva che il gesto del cardinale decano ha ricevuto è attesa con vivissima curiosità una qualunque manifestazione del pensiero del Vaticano. Ma tanto i giornali del partito popolare quanto il giornale ufficialo della Santa Sede — l'Osservatore Ilomaiw — nulla pubblicano che possa significare restrizione alle parole.ed all'alio del cardinale Vannutelli. Non si può escludere che una pubblicazione di tale genere possa venire in seguito. Comunque, rimane accertato che, a 2ì me da quella manifestazione politica, dalle sfere vaticane non è partita una parola che valga a sminuire là portata delle parole e dell'atto del più alto dignitario della chiesa, dopo il Pontefice. Qualora si pensi che dalle sfere ministeriali è partita invece la più intensa valorizzazione del fatto, si comprende come il silenzio del Vaticano autorizzi, almeno momentaneamente, a ritenere che non a caso la manifestazione di ieri sia avvenuta e che essa abbia avuto in tutte le suo forme la piena approvazione del Vaticano, compreso l'ingresso nel palazzo della Dataria apostolica di ufficiali armati dello Stato italiano, quali gli on. Finzi e Acerbo, che indossavano l'uniforme della nuova milizia nazionale per la sicurezza dello Stato, e compresa altresì la presenza per la prima volta in quel palazzo del capo del Governo italiano, consid°ralo in passato come il rappresentante f'i « colui che detiene »... Per elli segue attentamente la traiettoria della politica dell'oli. Mussolini verso il Vaticano, ciò che è avvenuto ieri non può costituire argomento di meraviglia. Fino dal giorno in cui l'attuale presidente del Consiglio pronunciava come deputato il suo primo discorso alla Camera, egli gettava arditamente il ponte di una nuova politica da seguirsi verso il Vaticano. L'esrtltazione che allora compiva della potenza morale del Papato e l'opportunità di un accordo fra il partito cattolico e il partito fascista fecero sorridere una parte della Camera Ciò che allora sembrò paradossale e utopistico è oggi realtà conio programma di Governo. L'on. Mussolini, salito ni Governo, attuava la politica caldeggiata dal banco di deputato. Nei primi tre mesi di Governo fascista il capo del Governo concedeva spontaneamente al partito cattolico, e specificatamente alla Santa Sede, il crocefisso nelle scuole, l'insegnamento religioso, l'incremento delle scuole cattoliche italiane all'estero e infine — conquista per tanti anni invocata dal Vaticano — la campagna contro la Massoneria. Il Vaticano non rimaneva da parte sua insensibile a quello che furono considerale lo avunces del Governo fascista L'ascesa alla cattedra di Pietro di un pontefice che conio primo atto del suo pontificato benedisse il popolo di Roma dal balcone esterno della basilica, doveva del resto facilitare il programma vaticano doll'on. Mussolini. Pio XI, allorché dovette por necessità di coso formulare le solite riserve ufficiali circa la situazione della Santa Sede uello Stato italiano, volle e seppe compiere iole atto tradizionale nella forma più blanda o attenuata possibile. Già il Governo fascista era al potere e nella sua prima enciclica, pubblicata alla vigilia di Natale, Pio XI ebbe parole le quali, puro corrispondendo al giuramento fatto in Conclave, attestarono conio l'aurora di possibili trattative per la conciliazione fra Stato e Chiesa accennasse a spuntare. Successivamente, l'organo ufficiale della Santa Sedo riconosceva con sintomatico linguaggio il mutato ambiento che il Governo di Mussolini tendeva a creare nei rapporti col Vaticano. L'Osservatore Romano riconobbe il singolare valore monile dell'avvenuta cessione della biblioteca Chigi aita; ma ben maggiore significazione assumeva il 20 febbraio l'esplicito riconosciménto — da parie del foglio ufficiale del Pontefice — del fatto che un nuovo stato di cose si sarebbe venuto a creare se il Ministero Mussolini avesse r<. 'I.zate le promesse riforme attese dal Vaticano, primissima fra tutte quella del riconoscimento giuridico delle Congregazioni religiose. Più esplicitamente ancora, in senso favorevole ni Governo fascista diveniva il linguaggio AeAVOsservalore Romano noll'elogiarò il distacco del fascismo dalla massoneria. Quale stupore, pertanto, se due giorni dopo il cardinale Vanuutelli, celebrando il matrimonio di una sua parente, abbia indicato l'on. Mussolini come il restauratore delle sorti della Nazione? Ciò che è da escludersi, verosimilmente, è che il decano del Sacro Collegio abbia, senza il consenso preventivo, impegnato in una cosi importante'affermazione la responsabilità del Vaticano. Non rimane dunque, salvo nuovi fatti per ora imprevisti, che esaminare la portata del nuovo stato ili cose. Naturalmente, qualunque atto che possa preludere alla conciliazione tra la Chiesa e lo Stato dovrebbe inevitabilmente essere pcGtQacznPctfmcfncc preceduto 'da un atto basilare del Vaticano, cioè il riconoscimento ufficiale del Governo italiano e della legalità di una situazione che il Papa ha sinora impugnata. Questa sola considerazione é sufficiente a dimostrare come noti si debba correrò con la fantasia e prestare fede ai romanzieri della politica, i quali già immaginano un colloquio tra l'on. Mussolini e Pio XI. Ciò che si può onestamente dire è che, come gli atti compiuti in questi ultimi tempi dall'una e dall'altra parte hanno fruttificato, conducendo all'elogio del regime fascista per bocca del rappresentante del Pontefice, cosi il nuovo passo verso la conciliazione é innegabilmente destinato a fruttificare, forse più presto di quanto generalmente si creda. Nell'attesa degli avvenimenti una sola constatazione rimane da aggiungere: cioè che l'on. Mussolini, avversario oggi dei socialisti, tende a portare la sua opera di Governo su una vastissima baso quale può derivargli — in aggiunta alle forze del fascismo ed alle forze nazionali — dall'appoggio esplicito del Vaticano. Il pensiero dell'on. Mussolini — comunque possa essere la sua opinione personale in materia di religione — è che sia necessario il sentimento ■ religioso per il popolo. Giova notare che l'on. Mussolini ha" fatto una netta distinzione tra partito popolare c Vaticano, nel senso che egli mira al consenso dei cattolici nel più largo senso della pa-1 rola e conseguentemente all'appoggio del Vaticano. Quest'appoggio gli consentirà — a suo avviso — di affrontare senza pericoli le impopolarità che derivano al Governo fascista dalla propria opera. Ma un nuovo ostacolo viene oggi — sia pure momentaneamente — a frapporsi sul cammino del Governo. Si tratta dell'agitazione dei mutilati ed invalidi in seguito al progetto Devecchi,, progetto che non è da escludersi possa essere abbandonato dal Consiglio dei ministri, il quale si riunirà il primo marzo per esaminarlo. S.

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