La morte di Delcassé

La morte di Delcassé La morte di Delcassé L'ex-ministro settantenne venuta ora jà morte improvvisamente, era stato un protagonista — nel pieno senso del termine — di cruci periodo della politica europea precedente immediatamente la guerra mondiale e shoccato in essa: cliruoIdochè si può ben dire che, ancor vivo, egli appartenesse sia alla storia. Divenuto ministro degli Ustori nel giugno 1898, col ministero Brisson — la sua vita anteriore Appartiene alla cronaca — egli aveva conservato l'alto ullìeio con altri ejuattro presidenti del Consiglio — Dupuy, Waldcck-nousseau, Combes, Rouvier — por ben sette anni, ininterrottameivto, mese per mese, fino al giugno 1905: che è quanto dire, la sua figura politica. — egli era iscritto al parlilo radicale — aveva finito per elevarsi al disopra delle contese interne, acquistando la fisionomia dello specialista inamovibile, e quasi di un cancelliere pei" la politica estera. Fu dato, pertanto, a lui di svolgere un'opera continuativa ed organica come a nessuno dei suoi predecessori, durante la Terza Repubblica, era stato concesso: e i risultati furono, per la Francia e por tutta la politica europea, indubbiamente importanti, quale che sia il giudizio di valore definitivo che a suo temilo sarà pronunciato dalla Storia: se puro la Storia conosce giudizi definitivi. Qunndo il Dclcassé entrò al Quai tl'Orsay, la politica estera francese non aveva la sua via ancora decisamente tracciata. Ferma era ormai, nella opinione della grande maggioranza, l'alleanza con la Russia, proclamata ufficialmente a tutto il mondo, proprio l'anno innanzi, dal brindisi dello Zar a Felix Faure, venuto a Pietroburgo per restituire la visita che nel 189G Nicola li aveva fatto a Parigi. Ma l'alleanza franco-russa poteva acquistare carattere di fidentissimo a seconda della via che l'uno e l'altro alleato avrebbero prescelto rispetto alla Germania e all'Inghilterra: potè vasi, cioè, o avere l'alleanza continentale franco-russo-tedosca, o l'« accerchiamento » contro la Gei-mania. Con questa, episodi di avvicinamento non erano mancati^ basti ricordare l'azione franco-tedesea-russa contro il Giappone al termine della guerra cino-giapponese, nel 1895, e l'intervento, nello slesso anno, della Francia all'inaugurazione del canale di Kicl; mentre si può dire che il predecessore di Delcassé, l'Hanotaux (ministro quasi ininterrottamente nel quadriennio ■1894-98) avesse costantemente cercalo di mantenere buoni rapporti con la Germania. Le relazioni franco-inglesi, d'altra parte, erano tult'altro che piane e cordiali; proprio iplaiche mese dopo l'assunzione di Delcassé al ministero degli Esteri, avveniva il conflitto per Fascioda. Si temette allora, per qualche momento, lo scoppio della guerra franco-inglese; ina chi avesse conosciuto i .segreti pensieri di Delcassé avrebbe saputo che il timore non aveva fondamento. L'ancor giovane ministro degli Esteri, — aveva <Ì6 anni — aveva infatti il suo ■piano ben L'acciaio, di cui la linea centrale era Veniente coll'Inghilterra. Assicurato l'equilibrio delle fòrze sul continente con la Duplico di fronte alla Triplice — numericamente, anzi, era superiore d'as^ sai la prima — il Delcassé si propose di attrarre al suo sistema il fattore decisivo, l'Inghilterra, ìimovendola da quell'isolamento eouilibratorc che era stato, fino allora, la sua posizione e la sua funzione in Europa Gli venne incontro — non subito, ina dopo andati a malo gli approcci per una intesa anglo-tedesca — il Governo inglese e, personalmente, il re Edoardo VII. Dall'accordo dei due piani politici scaturì quell'Entente cordiali;, di cui l'atto dell'8 aprile 1904 fu la carta di fondazione, ma non il programma definitivo. Contemporaneamente il Delciissé completava l'opera di rafforzamento della Duplice con quella di indebolimento della Triplice: di qui la politica d'intesa coll'Italia, con Visconti-Venosta e poi con Prinetti, politica culminala nell'impegno di neutralità del 1902, impegno formalmente reciproco, sostanzialmente tutto a vantaggio della Francia. Contro l'ciaccctchiumento» di Delcassé e di Edoardo VII reagi la Germania, con quella politica di scatti discontinui Vi di colpi di testa che caratterizzarono l'era guglielmina; e ne venne il conditto del 1905, in cui il Marocco fu occasione assai più che causa. Tutti ricordano come il Delcassé fosse per la politico di resistenza alla Germania, fiducioso com'era nell'aiuto inglese che avrebbe bastato — cosi egli affermava — a far cedere l'impero tedesco, all'ultimo momento. Di altro parere furono la grande maggioranza dei suoi colleghi e il suo slessp presidente del Consigliò, Rouvier: donde le dimissioni di Dclcassé (6 giugno), contro il quale aveva apertamente impegnata la partita la diplomazia tedesca, e l'accettazione, da parte della Francia, della conferenza per il Marocco. Ma la caduta di Delcassé non fu che appena un arresto nel corso che alla politica francese egli aveva saputo imprimere con tenacia fortunata. Non solo l'intesa franco-inglese continuò a funzionare consolidando: i; ma si uni ad essa quella an glo-russa (31 agosto 1907), con che il cer chic intorno alla Germania si chiudeva; e vanamente credettero il Biilow prima, il Bethmànn-Hollweg poi. di averlo spezzato. Gli ultimi tocchi alla Triplice Intesa potè apportarli ancora lo stesso Delcassé, ambasciatore* a Pietroburgo nel 1913 — dopo essere ritornato al Governo come ministro della Marina nell'Il —, cioè proprio alla vigilia della guerra mondale. Scoppiata questa, c formatosi, nell'agosto, il ministero nazionale, Delcassé tornò al Guai d'Orsay per rimanervi fino ni 13 ottobre 1915. Dopo d'allora, egli non ebbe più parte al Governo, neppure nelle trattative di pace. Ma prima di morire, aveva, tuttavia, potuto vedere la vittoria della Francia, coalizzata con Inghilterra e Italia, la riconquista dell'Alsazia-Lorena, la mutilazione o il disarmo della Germania, e dirsi che tutto questo era, in prima linea, opera della sua politica, che aveva reso possibile la per tanto tempo desiderata revanche. Come è morto (Servizio speciale della «Stampa») Ni.za Marittima, 22 notte. L'on. Delcassé. che da parecchi anni soleva trascorrere l'inverno nella nostra citta, e morto improvvisamente mereoledì sera In circostanze curiose ed inattese. Nulla lasciova prevedere una fine così improvvisa. Mercoledì, nella giornata, l'on. Delcassé aveva fatto visita al Ministro della Marini, on. Raibertl per porgergli le s'ie condoglianze In occasione della morte della madre del ministro. Quindi aveva fatto diverse visite Ir. città e non aveva manifestato alcun sintomo di stanchezza o di malessere. Nella serat.t si era. recato al Vescovado di Nizza per as sblvelcmdvpdcdNfudnfsdidsanlabirltdvdsstsmmncpfmpllap1svinbrtsaisDl i a e e n é , l r. o t s sistere ad una rappreseli Lozione privata di beneficenza a favore dello opere caritatevoli religiose, rappresentazione alla quale avevano preso parte la signora Yvetl-e Gilbert ed una € trouue » americana, o durante la rappresentazione erano state recitate delle canzoni medioevali. La sala eTa affollatissima e vi faceva gran caldo. L'ex-mlnistro, durante la rappresentazione, accusò un lieve malessere, ma parve una cosa da poco perché a rappresentazione finita egli disse 'irai «libisi !>nvn i,m,n di sentirsi abbastanza bene. La folla lentamente se ne, andò e l'on Delcassé rimase qualche tempo a discorrere con diverse personalità, tra. le quali il vescovo il Nizza. La sala, spenti i caloriferi si raffreddò sensibilmente e l'ex-ministro' ne ebbe una impressione immediata Egli si senti di nuovo male. Pine volle uscire nel giardino del Vescovado per respirare meglio. Ma fatti pochi passi so :i pochi passi, radile come un masso presil pollaio del Vescovado. Era stato colpiio da-un attacco cardiaco islan tanca, la sua morie fu Rievocazioni parigine (Servizio snodala della « Stampa ») Parigi, 22, notte. Mentre le nubi si addensano sull'orizzonte dell' « Intesa cordiale a, scompare improvvisamente colui che no fu uno dei principali artefici. Teofilo Delcassé era nato a Pamiers nel 1S52 e dopo un breve debutto nel giornalismo, ove aveva trattato questioni relative alla politica estera, partecipò alla vita pubblica. La carriera politica Eletto deputalo per la prima volta nel ISSO, il mandato gli venne rinnovato senza interruzione fino al 191!), quando — addolorato per la morte del figlio ufficiale, ferito nei primi temili della guerra e morto in prigionia, e disilluso per le vicende della politica — non volle più ripresentarsi nelle elezioni generali del 1-0 novembre 191S. Aveva appartenuto sempre al gruppo della sinistra radicale e si era specializzato nelle questioni diplomatiche, marittime e coloniali. Delcassé era stato sottosegretario alle colonie nel 1S!):' e ministro dello stesso dicastero nel 1894, prima di assumere il portafoglio degli esteri nel Gabinetto Brisson nel 189H, portafoglio che conservò poi nei successivi ministeri Dupuis, Waldek-Rousscau, Combes e Rouvier, fino al 17 giugno 1905, data dello sue dimissioni. Ku dunque il ministro degli esteri rimasto più a lungo al Quai d'Orsay. E fu sullo ili lid elio gli accordi mediterranei con l'Italia, l'Inghilterra e la Spagna vennero condotti a termine. Delcassé accompagnò a Doma il presidente Loubef, quando questi nell'aprile 1904 restituì a Re Vittorio Emanuele la visita che egli fece nell'ottobre dell'anno prima, visita che suggellò il ravvicinamento francoitaliano. Delcassé non tornò al potere che nel 1911, quale ministro dello, marina nel gabinetto Poincaré : indi fu ministro della guerra nel giugno 1914, in quell'effimero gabinetto Ribot che venne rovesciato il giorno stesso in cui si presentò alla Camera. Ma il 27 agosto del 1914 Viviani gli affidava di nuovo il portafoglio degli affari esteri, che celi conservò fino all'ottobre del 1910. Da quell'epoca Delcassé visse appartato non avendo più sollecitato il rinnovamento del suo mandato di deputato. Da Fascioda a Tangeri E' impossibile tracciare in una breve nota la storia della lunga vita ministeriale del defunto minisiro, 11 Delcassé eia giuri- 10 da pòco al Quai d'Orsav quando, nell'au tunno del 1898. dovette regolare il gravissimo incidente di Fascioda, che aveva dato origine a tal dissenso che por poco non scaturì la guerra tra Francia e Inghilterra, L'ordine di ritirata impartito al colonnello Marchand fu certamente penoso per l'amor proprio della Francia, ma la soluzione pacifica che ne segui permise a Delcassé d'iniziare quella politica di riavvicMiamento con la Gran Rreta gna, che condusse alla conclusione dell'» Intesa cordiale ». Sempro come ministro degli Esteri, il Deicasse ebbe sovratullo ad occuparsi della questione del Marocco. E' noto il conflitto temibile che scoppiò nel 1905 tra la Francia e la Germania all'indomani del famoso sbarco del l'imperatore Guglielmo a Tangeri. Mentre il Delcassé si mostrava sempre più convinto del la necessità di una stretta intesa con l'Inghil terra, il presidente del Consiglio Rouvier, se guendo una linea di condolili del tutto op post:*, aveva intavolalo, per mezzo di emissari ufficiosi, all'insaputa del suo ministro degli Esteri, delle conversazioni con la Cancelleria tedesca alla quale aveva promesso, por il tramite dell'ambasciatore tedesco a Parigi, principe Radolin, di « laisscr tomber » Delcassé la cui politica costituiva un serio ostacolo a quanto il Rouvier aveva intenzione di fare. Venuto a conoscenza di quanto si stava tra mando a sua insaputa, per mezzo delle tra finzioni fatte dall'ufficio criptografico del Quai d'Orsay dei telegrammi scambiati fra l'ambasciatore tedesco a Parigi e la Wilhelmstrasse, Delcassé non cessò ili perseverare nella politica che aveva iniziato finché, accortosi di essere rimasto solo, nel drammatico Consiglio dei ministri riunitosi all'Eliseo 11 17 giugno 1905 egli diede le dimissioni, che furono del resto premurosamente accettate Come rovesciò Clemenceau. Queste dimissioni dovevano quattro anni dopo provocare indirettamente quelle di eie menceau, allora presidente del Consiglio. Il Clemenceau- era salito alla tribuna per le gere il decreto di proroga della sessione quando gli passò per la testa una fantasia: egli volle rispondere ad un discorso di Del casse sui disordini nella marina, ma anziché rispondere con argoiueuti, il Tigre — secondo un'abitudine che gli è del resto cara — sf mise ad attaccare personalmente il Delcassé accusandolo di avere da ministro preparata una politica che doveva condurre la Francia alla più grande umiliazione che avesse mai subito. 11 Delcassé, provocalo, rispose con una ammirevole requisitoria che non durò più di cinque minuti, ma che eccitò l'entusiasmo della Camera. E in cinque minuti Clemenceau fu rovesciato, il Tigre dovette dimettersi lasciando il postò a Hi iand, che assunse allora per la prima volta il potere, e Delcassé si ebbe gli elogi del llappel, organo ufficiale dell'ex-presideute del Consiglio'' Combes, che terminava un suo articolo di fondo con queste righe oltremodo significativo: x Nel momento in cui lo Camere terminano i loro lavori ci facciamo un dovere di rivolgere con tutto il nostro cuore il nostro saluto rispettoso e riconoscente a Delcassé, l'eminente parlamentare, il grande onesto uomo, che ha avuto il coraggio di sbarazzare la Repubblica e la Francia dalla personalità e dall'opera nefasta di Clemenceau». Contro l'impresa di Salonicco Durante la guerra, agli esteri nel Gabinetto Viviani, ei si dimise con una lettera, che il Viviani si ostinò a non voler leggero alla tribuna della Camera. Ai depilali die glie ne chiedevano ragione Viviani rispose che non era possibile, poiché quella lettera conteneva un attacco violento conno il presidente della Repubblica. Ma la cosa non era vera; la lettera diceva soltanto : « Mi rifiuto di partecipare ad una misura elio può compromettere le sorti della guerra». Questa misura concerneva la spedizione di Salonicco della quale il Delcassé era — come del resto. Clemenceau — avversario convinto. L ultima sua comparsa alla Camera ebbe appunto luogo durante un Gomitato segreto, tenuto nel 1917 per discutere degli affari di Oriente. Delcassé, salito alla tribuna per parlare della spedizione di Salonicco, della cui opportunità non era ancora convinto, aveva pronunziato una frase che suscitò un coro di disapprovazioni quasi generali: « Fosse piaciuto a Dio — aveva detto con forza Delcassé — che l tedeschi fossero giunti a Salonicco prima di noli ». Delcassé torno al suo posto impassibile, ma da quel giorno nessuno più lo rivide nell'aula di Palazzo Borbone. TDztqatvafsrtRddpnshnqriplztBcsp