Il giovane Agostino confessa la sua colpa ed indica due sicari del paese di Barge

Il giovane Agostino confessa la sua colpa ed indica due sicari del paese di Barge Ui*a " sorpresa,, nel processo Cogo Il giovane Agostino confessa la sua colpa ed indica due sicari del paese di Barge I due presunti complici sarebbero emigrati in America » Supplemento d'istruttoria? •• Il processo rinviato Nel puBblicare giorni sono che, salvo eccezioni straordinarie da parte della difesa, il processo contro i fratelli avrebbe aperto la seconda quindicina della Corte d'Assise, presieduta dal conte Marchetti, avevamo avanzato qualche riserva — mentre altri giornali hanno senz'altro fissato l'inizio del processo pel giorno 17 aprile — perchè eravamo a cognizione di propositi e di sforzi da parie della famiglia e dei patroni allo scopo di rimandare la data del grave processo. Sforzi del resto — e lo diciamo subito perchè non ci si accusi di prevenzioni — umani. Ma un conto sono gli interessi e i vincoli famigliari e un altro conto sono le ragioni della Verità e della Giustizia! Ora è quasi certo (vogliamo sempre andare cauti nel precisare) che il processo in aprile non si farà r.ia sarà rinviato sine dia in seguito aa una clamorosa « sorpresa», il cosidetto colpo di scena ch=. pareva riservato alla vigilia del processo stesso, ma che il collegio ri#>i difensori, dopo alcune riunioni tenute in questi giorni, ha anticipato nelle forme e nei modi voluti dalla legge. Dobbiamo premettere, per l'intelligenza del lettore, alcune circostanze. La posizione più formidabilmente scossa dalle indagini della polizia e del magistrato fu, come si ricorderà, quella dell'Agostino Cogo il più giovane dei tre fratelli imputati. Stanno contro il giovine studente di chimica le accuse dei suoi compagni di corso circa le sue ricerche di terribili sostanze venefiche e le informazioni chieste, quasi alla vigilia del delitto, circa il loro grado di tossicità. Stanno poi contro l'Agostino le accuse chiare e tenaci della donna di servizio Margherita Palmero. In questi tempi si parlò con insistenza che l'Agostino Cogo si era risolto a confessare. Ma negli atti d'istruttoria non vi c traccia di confessioni da parte dell'Agostino. Tutt'altro! Egli negò anzi sempre. Il Presidente della Corte d'Assise conte Marchetti, che avrebbe dovuto dirigere il dibattimento in aprile, si recava, in seguito a queste voci, in carcere per avere dall'imputato la conferma di queste sue confessioni. Ma Agostino Cogo rispose che «pel momento» non riteneva di dovere fare alcuna rivelazione. Sappiamo ora che quelle che sino a ieri erano soltanto confessioni extragiudiziali, sarebbero diventate esplicite dichiarazioni davanti al magistrato. Il «momento» è venuto. Il collegio di difesa che in questi giorni, come abbiamo detto, aveva tenuto diverse riunioni, si è presentato al Presidente conte Marchetti esponendogli la nuova condizione di fatto. Agostino Cogo era cioè disposte a fare gravi e importanti rivelazioni circa il duplice delitto. Egli, pur addossandosi — se le nostre informazioni sono esatte — la colpa dell'organizzazione del delitto indicherebbe come esecutori materiali due individui di Barge. Quali? E' ciò che potremo sapere prossimamente. Per intanto si assicura che i due sicari (o additati come i sicari) non sarebbero più in paese ma sarebbero emigrati in America. Il collegio della difesa chiedeva dunque dai poteri discrezionali del Presidente il rinvio del processo a nuovo ruolo per un supplemento d'istruttoria. Il Presidente conte Marchetti si è recato ieri mattina alle carceri per avere dall'Agostino Cogo la conferma del fatto nuovo. Quale sia stato il risultato di questo colloquio dell'egregio magistrato non ci è dato sapere, ne abbiamo tentato di sapere. Ci risulta però che nella stessa giornata d'ieri è stato disposto un nuovo ruolo di cause per la seconda quindicina d'aprile. Le cause non sono ancora state fissate dal Presidente, ma le disposizioni sono state prese per la sostituzione del processo contro i Cogo. Si tratta, come vedono i lettori, d'una mossa di eccezionale importanza. Abbandonata l'idea d'un rinvio per legittima suspicione, non certamente giustificata in un ambiente come Torino la quale ha seguito e segue l'affare Cogo unicamente per la drammaticità del delitto; scartate per ora la richiesta di una perizia psichiatrica ed altre possibili eccezioni defensionali, quella attuale di un supplemento d'istruttoria ha una grande portata Sembrava infatti assurda la tesi che Agostino Cogo da solo avesse compiuto il duplice delitto e che da solo avesse creata la nota mise en scène, tesi contro cui stanno le indagini d'istruttoria e le conclusioni unanimi dei periti. Ma l'accusa che due estranei, due sicari, abbiano consumato il delitto riconduce in pieno romanzo. Basta pensare che la serva Margherita Palmero ha subito, appena arrestata, e replicatamente più tardi, in istruttoria, accusato non solo l'Agostino, ma anche il fratello di lui, Carlo il quale, secóndo le nuove rivelazioni sa rebbe invece estraneo al fatto. Possibile che la Palmero abbia accusato il suo padrone, un innocente, per tacere di due sconosciuti i quali, si dice, avrebbero agite col viso mascherato come nei vecchi melodrammi?! E le prove che starebbero contro l'avvocato Giacinto? E il suo arrivo a Torino la vigilia? Fu anch'egli estraneo e inconsapevole dell'orrenda macchinazione del fratello e dei suoi due compaesani? Il nome dei due presunti sicari quando sarà rivelato probabilmente darà la stura ad altre versioni, ad altre ipotesi perche, troppa impressione ha fatto l'assassinio di via Nizza e non ingiustificato interesse destano le fari della sua istruttoria e queste ultime ù' limine di dibattimento. E una domanda sopratutto viene spontanea: Agostino Cogo, confesso, afferma che il delitto fu materialmente irompiuto-dapomenucermeaborrgadaallsemdemeT1 aza Crocon?di Dvincorlo ti alcIdirsucondi nesen28 percarmedimziomegnE23,catell'aesschduvisvocumavelitte rebei rcovela lenstrTesustodecitrlen.pav'vahafrtiafalorBNtiinbe narmcfpaac2mdctcdnttvmncml7aètcMt l e e e e i , i , e i e i ? e. ri o n a io o Ao. oo Ci ri se Le al te nna nuin eer er ca li, utnda e en ni dei ue nhe to, iù Alo sa ile pacoite loono a o e one ndo ura che, o di deeste ponrma iuto- per compierlo e Agostino Cogo i da due individui pagati poi emigrati. Ma aveva mezzi (nell'alloggio della zia assassinata nulla fu rubato) per sostenere la sposa non certe indifferente? Perchè è verosimile, ammettendo l'ipotesi dei sicari, che costoro abbiano ricevuto per compiere il duplice orrendo delitto una vistosa somma, che garantisse loro di poter allontanarsi poi dall'Italia c vivere senza preoccupazioni all'estero. Ecco alcune domande molto semplici che formeranno senza dubbio uno dei «motivi» d'istruttoria, se supplemento d'istruttoria ci sarà. I documenti giudiziari Torse non sarà inopportuno ricordare che 1 atto d'accusa redatto con profonda diligenza dal Sostituto Procuratore Generale comm. Crosta-Curri concludeva, con copia d'argo- ] co"e'rieÌN StJSS'SlSSS ì-1" ?r~teUi ,Co' I n?rt<-£?*?-i r^a„^m^JEsam,Iìlamo ,alcu' eietv n 'at ?Vt750, la,.slfn,l,nzi ! ztódi rinvio degli accusati alla torte d'Assise, i mDai vari elementi sorse profonda la con-, sovinzione che gli autori del delitto vanno ri- tevcorcati tra ì famigliari della Cogo ed appun- prlo i tre fratelli e la Palmero furono ràggiuh- a?ti da provo talmente gravi da non lasciare I glalcun dubbio sulla correità loro. I duo fratelli Agostino e Carlo sono invero direttamente incolpali dalla Palmero nei suoi quattro interrogatori del 7-S-13 dicembre con precisa indicazione della partecipazione di entrambi; con leggiere varianti quando nel 27 dicembre ritratta la sua incolpazio inbinarecegineteorgegeleApchnaqucadevideApotracabiamai eiegamsenza plausibile ragione; riconieraiaiido nel; res28 matzo le sue precedenti accuse, tentando' " però di eliminare quanto poteva esser; a suo carico. Ma la sua reticenza a questo riguardo mentre convince della verità delie accese, dimostra la sua materiale e diretta partecipazione al delitto che viene anche maggiormente confermata pel suo inqualincato contegno nella mattina. E' accertato che il delitto fu commesso alle 23,30 pei rumori che tutti gli inquilini della casa udirono. Ora la camera abitata dai fra-, . telli Agostino e Cario è soltanto divisa dal- afl'alloggio della zia da una porta a vetri. Sei viessi erano estranei al delitto " mala esstatrnorecodo- è improbabile che non abbiano udito i rumori e le manovre durate lunghe ore, corno pure non abbiano visto l'alloggio illuminato. Quanto ali», colpevolezza dell'avv. Giacinto la Sezione di Accusa noia che la sua presenza ia Torino, la mancanza d'una causale per il viaggio, l'avere preso stanza all'albergo Oriente in località prossima all'alloggio Cogo, contrariamente alle sue abitudini, il con essersi nemmeno recato a salutare la zia. l'avere cambiato albergo nella notte successiva in via Gioberti, i ripetuti convegni dei tre fratelli, sono circostanze accertale dall'istruttoria e incontrovertibili che dimostrano la sua colpevolezza la quale risulta poi In morto certo per la solenne smentita avuta dalle risultanze dell'istruttoria. Alibi che sfumano L'alibi invero — dice la sentenza — del Teatro Carignano è miseramente fallito. Risulta invece, per la deposizione dei testi Testo Michele e Boslo Francesca, .che prima delle 23 rientrò all'albergo ; ed è smentito con ciò il Giacinto quando afferma di essere rientrato accompagnato dal fratello Carlo verso le 2-4,30 e di essere salito da solo alla camera n. 21. Nè può seriamente sostenere di avere passato la notte all'albergo, perchè non solo v'ò la possibilità che egli sia uscito inosservato (affermata dagli stessi testi) ma se ne ha invece la certezza essendo stato visto col fratello Carlo alle 7,15 del mattino sotto i portici di via Nizza a salire le scale, mentre egli afferma d'essere uscito dall'albergo soltanto alle nove. Sia se è vero che è uscito a tale ora (come del resto lo afferma il cameriere Bellorso) la sua presenza precedente in via Nizza e nell'alloggio, la di lui recisa smentita, sono prove conclamanti il suo contegno incerto, equivoco, strano e il suo inconfessabile motivo della propria presenza a Torino ; e del suo contegno nella notte del delitto e nella giornata successiva in cui afferma che apprese la notizia della morte solo nel pomeriggio mentre aveva già inviato un telegramma a Barge in precedenza. Le smentite dell'alibi offerto dal Giacinto, colpiscono pure inesorabilmente Carlo, che affermò essere rientrato a casa dopo l'una, dopo avere passalo la sera col fratello Giacinto al Teatro Carignano ed averlo accompagnato all'Albergo Oriento; ma se invece è dimostrato che il Giacinto entrò all'albergo prima delle 23 e se si tenga presente che il delitto fu commesso alle 23,30, si spiega facilmente il suo debole sistema di difesa e si viene alla logica conseguenza della sua reità che inutilmente tenta di allontanare e che resta invece tragicamente accertata per la diretta incolpazione della Palmero. L'autorità esaminò pure l'alibi dell'Agostino, il quale com'è noto affermò di essere rientrato in casa alle ore 1, mentre il teste Vicentini afferma che ciò fu la notte precedente avendogli aperto il portone di casa dopo la mezzanotte. E la teste Maschio lo incontrò nella tragica sera che saliva le scale alle 23,45 circa. Così mentre afferma di essere uscito al mattino alle 8,45, altri testi lo hanno visto salire contrariamente idle sue abitudini, alle 7,30; o mentre dichiara di non essere rientrato alle 12, la teste Giona, lo vide invece entrare. Ma l'Agostino — aggiunge la Sentenza — è pure attanagliato rial suo inconcepibile contegno che invano cerca di smentire contro le categoriche affermazioni del tèste Gaiottino Mario circa lo interrogazioni fattogli sulle traccie che si rinvengono in un cadavere in seguito a morte per soffocazione; e dei testi Destefanis Luigi e Piosco Damiano, sulle traccie che lascia nei polmoni e nelle vie respiratorie la morte per anidride carbonica e se sono visibili lo traccio su un cadavere morto per soffocazione meccanica; e della teste Arduino Maria alla quale fece fiutare una boccetta di cloroformio: e della teste Barnabè Quirina, che la mattina del fi vide uno dei due fratelli Cogo (che per i connotati corrisponde all'Agostino), attraversare frettolosamente il balcone e f/ertare un involto bianco nella buca delle immondizie. La partecipazione della serva La partecipazione della fantesca Palmero è fissata in questi termini. Sino dal mattino del 4 dicembre i due fratelli Carlo e Agostino, l'avevano avvicinata sotto i portici di via Nizza, comunicandole la loro intenzione di sopprimere la zia e dandole appuntamento por le ore una della notte dal 5 al 6 dicembre per aprire la porta ed introdurli in easn. Infatti, nell'ora precisala, i due fratelli bussarono alla porta dell'alloggio ohe essa apri lasciandoli entrare. Carlo si diresse verso la camera della uordon e l'Agostino verso quella della zia Carolina, sorprendendole entrambe nel sonno. La Palmero aveva udito le grida ed i lamenti delle vittime, e fattosi silenzio aveva veduto i due fratelli a lavare le lenzuola della zia, a rivestirla ed a portarla nella camera da pranzo, attraversando il corridoio, adagiandola sul divano, mentre la Bordoh veniva stesa a terra. Questa versione veniva dalla Palmero confermala in un terzo interrogatorio dell'8 dicembre, con leggere varianti, e cosi pure in un quarto, del 13 dicembre; ma il successivo giorno 27, improvvisamente, non si sa per qual recondito motivo, disdiceva quanto aveva affermato noi precedenti interrogatorii. senza però giustificare la ragione peT cui prima aveva accusato e successivamente erasi ritrattata. Finalmente, il 28 marzo, stretta dalle contestazioni che le venivano fatte e dagli elementi di istruttoria che lamdenubisipodalbiebtrzaridsZLptoddg2pmAzmcPiAAnn4Ucggp8gmtClL Affermano le carte d'istruttoria che le tmc eie traumatiche di pressioni e di immobili» ztóme nei v*rii ara. mantenuti evidente- monte compressi e fissati, mentre la vittima. sottoposta alla violenza asfissiante si dibat teva furiosamente rer sfuggire alla morte, provano che almeno tre furono le Persone che a?irono, data la molteplicità e difformità do gli atti, incalzavano inesorabilmente, nella impossibilità di rimanere sulle negative sconclusionate etl inverosimili, finiva per riconfermare i suoi primi interrogato}ii del 7-8-13 dicembre, facendo ingegnose varianti per scagionare in parte la propria responsabilità. Disse in sostanza la Palmero, e lo sostenne recisamente anche in confronto dei fratelli Carlo ed Agostino Cogo, che verso le ore 20.30 del b dicembre 1921 fu svegliata da gemiti provenienti dalla camera della damigella Cogo. Indossata una sottana, scese dal letto per correre in aiuto della padrona. Aperta la porta della sua stanza e fatti pochi passi nel corridoio, le si pararono innanzi i fratelli Carlo ed Agostino Cago. 1 quali le-intimarono di rientrare nella sua camera. Intimidita del minaccioso contegno dei fratelli, indietreggiò, ma, curiosando, vide che entrambi rientrarono nella camera della zia Carolina Allora essa, attraverso la poita, vide la povera stia padrona distesa sul letto in senso trasversale, già morta, rivestila della sola camicia... Quanti gli esecutori? Due dovettero ossero lo persone che tramobiliziarcno la vittima, una la teneva con ambo le mani ferma per le due braccia ed ai polsi, ove appunto si riscontrarono le traceie echimotiche, e l'altra la teneva per le gambe, mentre il terzo aveva bisogno delie mani libere per applicare contro gli orifizi respiratori il corpo soffocante e compiere le " . afferma ben chiaramente che a noti vide ì due fratelli, minacciosi, msie manovre meccaniche che ne determinarono la mone. Dunque minimo degli aggressori eri esecutori materiali : tre persone. Come nessuno dei fratelli udì dalla vicina stanza, attraverso una semplice Porta a vetri, il tragico trambusto ? E' ammissibile la confessione dell'Agostino, che. con la complicità dei sicari, si sarebbe addossata tutta la responsabilità del complicato delitto? E il fratello, cosa faceva, dov'era a quell'ora? E la palmero? Questa me mai dunque essa non ha mai parlato dei due sicari che oggi Agostino Cogo denuncia per salvare i suoi fratelli? E' possibile, ripetiamo, che la Palmero li abbia cosi facilmente dimenticati per accusare i nipoti della paurona? e fatale me. Co-

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