Una giovane fantesca fredda l'amante e si uccide con un colpo di rivoltella

Una giovane fantesca fredda l'amante e si uccide con un colpo di rivoltella Tragedia d'amore in una camera d'albergo Una giovane fantesca fredda l'amante e si uccide con un colpo di rivoltella Mentre per le vie ferveva ancora' l'allegria del carnevale, un tragico destino si abbatteva l'altra notte in una modesta stanzetta d'albergo o chiudeva nelle suo ferali spire due giovani vite, stroncandole di schiarilo.' Si tratta di un repentino, sanguinoso dramma d'amore c la morie, corno prima l'amore lo aveva riunite, ha spezzate insieme lo due giovinezze. I diw>... coniugi ' Teatro del dramma é stato !'« Albergo dello Scalo * di via Saul'Anselmo S4. IV questo un esercizio di terz'ordine, i cui locali fanno parte dì un modesto vecchio fabbricato. L'esercizio è tenuto dal signor Cosare Ostorero. Lunedì mattina, verso le ore li, si presonlarono nel piccolo albergo due piovani: lui di media statura, di capelli ea.^tono-biondi, decentemente vestito da operaio, con un soprabito scuro e cappello nero. Lei ora una piovano donna, abbigliala con modestissima eleganza, di volto simpatico e piacente, e di capelli piuttosto bruni. Dissero che erano i coniugi Pasquale ed Ester Zanibetti, da Collegno, e come tali furono annotati sul registro. Chiesero di una camera, e fu loro assegnala quella ri. 1, che, come le altre poche dell'albergo, si trova al primo piano, con entrala A\\ ballatoio verso il cortile. A mezzogiorno la coppia si assiso a tavola ..• mangiò. Un modesto pranzo, che fu pagato dalla donna. Poi i giovani uscirono. Tornarono ve,rso le 21,30, Salirono alla loro camera. Apparivano tranquilli e lieti, La cameriera, che 11 aveva accompagnati su per la ripida scalcila, ridiscesc, ma qualche minuto dopo fu richiamata dall'uomo, che si era fatto sul pianerottolo. Desiderava una mezza botliglia di vino e qualche fiammifero. fja cameriera — cerla Carmelina Vareslo — portò al primo piano la bottiglia ed I fiammiferi, e ridiscose definiiivainento, dopo avere augurato ai due clienti la buona notte. Di costoro, 'in seguito, nessuno più si accorse né per rumori, nò per voci. Essi avevano folta l'impressione di sposini clic si fossero recati a Torino per godervi un po' di carnevale, e nessuno pose ad essi special osservazióne. Ieri, martedì, poco prima di mezzogiorno, la Varesio, porlatasi sul ballatoio, bussò alla porla della càmera n. 1. Sembrava strano che 1 due coniugi dovessero dormire a quell'ora cosi iarda. Ma dall'inferno nessuno rispose, e ia cameriera pensò che proprio dormissero ancora. Attese qualche ora ; poi, alle ÌB.HO circa, la Varesio tornò a bussare, questa volta un poco impressionata, anche, poielif dalla camera non era giunto 11 benché minimo rumore. Ma per quanto la donna bussasse alla ve irida con insistenza, non ottenne risposta, Cominciò ad impensierirsi seriamente, tanto più die dalla fessura dei battenti trapelava tutlora il fioco lume della luce elettrica accesa Internamente, che voleva- mal dire ciò ? Essa pose l'occhio alla serratura, ed ebbe un istintivo moto di paurosa sorpresa. Nel suo ristretto raggio visivo.'non . scorgeva che lo scarpe dell'uomo : lini quello scarpe Iion erano posale al snido. Erano invece rovo,sciote sul pavimento, e la camea'iera s'accorse ime calzavano ancora 1 piedi dell'uomo !... Facendo un poco forza a sé slessa, la Varesio indugiò a guardare : quel piedi, calzali di scarpe, nano immobili!. Dunque l'uomo piaceva esanime sul pavimento ! Allora scese, spaventata e con lVaniino ingombro di sinistri presentimenti, e nemicò là cosa al proprietario. Fu deciso '-chiamare il portinaio della casa, e costui, munito di alcune chiavi, salì in compagnia dell'albergatore e della" donna di servizio ed aperse la porta della camera ti. 1. Sinistro quadro Allora un ben macabro spot incoio si presentò ni loro occhi! Essi volgevano lo sguardo da un angolo all'altro della cameretta, dove giacevano i corpi insanguinali dei due giovani, presunti coniùgi, ma non sapevano su quale dei due maggiormente fermarsi, unito raccapricciante era la vista dei miseri còrpi esanimi. Nella cameretta i! Iettò è a destra dell'ingresso, anzi proprio vicino alla parete nella quale è praticato il vano della porla ; fra questa parete e il letto è un breve spazio, in capo al quale sta il comodino da notte. L'uomo era disteso precisamente in questo stretto, por cosi dire, corridoio, col capo vicino al comodino e coi piedi clic arrivavano fin presso e davanti alla porla. L'infelice giaceva sul fianco destrd, in una posiziono di completo abbandono. Sotto il capo si allargava una viva e larghissima macchia di sangue. Esso era schizzato contro il involino da notte e sulle coperte del lotto, verso la porle inferiore. A quel sangue era visibilmente commista della materia cerebrale. Ria un'altra impressionante chiazza vermiglia si notava altresì sulla parte -anteriore del letto presso il cuscino. La donna era caduta prona sul pavimento, nell'angolo in fondo alla stanzetta, a sinistra, quasi interamente occupato da un divano. L'infelice giaceva col piedi verso il letto e col capo quasi sul divano, come se avesse tentato, negli ultimi Istanti di vita, di raggiungere il divano stesso. La posizione della giovane era per questo ancho più impressionante. Essa, cioè, aveva 11 busto alquanto sollevato dal pavimento e la testa eretta. A vederla così c'era persino da dubitare che fosse morta. Sembrava ancora in vita, intenta ad uno sforzo per rialzarsi da terra. Aveva inratti un braccio poggiato sul pavimentò, e a sua volta su di esso premeva il petto. Quello strano atteggiamento dava appunto l'Impressione che la»donha si servisse del braccio come di puntello per sollevarsi. Purtroppo il pallore cadaverico del volto, la perfetja immobilità, e una piccola pozza di sangue che si coagulava sul pavimento in corrispondenza del capo, attestavano della mone di quella poveretta. Le constatazioni legali La notizia della lugubre scoperta giunse subito dopo in Questura, e il commissario,di servizio, vice-colOThtèsario oav. dotr. Giuliano, si recò Immantlhenti sul posto, scortato da alcuni' agenti, in seguito egli era raggiunto da funzionari e agenti del vieino Commissariato di Borgo San Salvnrio, e quindi dal medico municipale dottor Visconti, che, telefonicamente richiamato, provvide alle pfime constatazioni medloo-legoli. All'uomo venne riscontrata una ferita di arma da fuoco alla regione patinale sinistra, verso la sommità del capo; ed alla donna una ferita puro di arma da fuoco alla regione temporale destra con foro di uscita alla guancia sinistra. 'La rivoltella fu trovate accanto al corpo dell'uomo. Si tratta di una «ros*a e polente arma, una « Beretta» di calibro D. e ciò spiega come uu colpo solo eia bastato a. dare la morte. L'ipotesi che prima si affacciò all'Autorità inquirente fu che II giovano avesse uccisa la donna; ma in fognilo, vagliando minutamente lo circostanze rilevalo nella modestissima cameretta, il delitto fu ricostruito in modo diverso, c le parli furono invorthe. Era stata la donna che aveva colpito il compagno, e che poi aveva rivolta l'arma omicida contro di sé. Senza seguire questo lavoro di induzione e di ricostruzione, .man mano esso si svolse, noi raccontiamo qui il drahUìia nelle sue linee definite, comprendendovi anche i precedenti, quale esso risulto ad indagine terminula. Tale indagine fu condotta rapidamente e minutamente, cótfié dicenirtio, dal vicecommissario dottor Giuliani. Da documenti sequestrati indosso ai cadaveri, e rappresentati in gran parto, da lettere, che gettarono molta ed. ampia luce sul fatto, e. risultato che i due non erano marito e moglie, ma amanti. Il giovano è lale Pasquale Mario Zanibetti, ii Pancrazio, nato ad Asti nel 1809, e domiciliato a Collegllo, dove lavorava, come meccanico ntilomobilistii. La donna rispondeva allo seguenti generalità: Ester Maria Virò, di Carlo, di anni 10, nativa di I.anzo, e venuta a Torino per occuparsi come domestica. La Virò da quindici giorni si trovava. Infatti allogala come persona di servizio in casa del prof. Pleroni, in via Ormea n. fi. Pare, a quanto è Tisullato. ch'ella fosse di naiura piuttosto civettuola o che amasse essere corteggiata. F. qui anzi, come vedremo, é da ricercarsi l'orìgine prima, del terribile dramma. Domenica, 9 cori'., la Virò si era assentata, insalutata ospito, dalia casa del prof. Pieroni. Era tornala lunedì, ed aveva fatta al suo padrone una ben singolare proposta. Aveva chiesto che il prof. Fioroni prendesse in casa sua, occupandolo in qualsiasi maniera, un giovanotto «no conoscente. Essa non si spiegò più chiaramente, ma neanche nascose completamente elio si trattava del suo amante, lo Zanibetti ! Tale richiesta, come era. troppo naturale, fu respinta dal prof. Pleroni, e la ragazza verme licenziata. Leggere/,?,» e gelosia Essa', conio dicemmo, non disdegnava, anzi desiderava i corteggiatori. L'inchiesta ha assodato che non li respingeva, anche se le offrivano contempm'anoamente le. loro premure... Risulta inoltre che ultimamente, oltre allo Zanibetti, la ragazza aveva per lo mono un altro amante: tale Emilio Maccagno, operaio alla Cartiera Bosco di Motivi. Costui le scriveva abbastanza sovente, e fu precisamente una di tali lettere che ha causato la tragedia. Conviene qui subito diro, che lo zanibetti era certamente a conoscenza di queste relazioni della sua amatile, o per lo meno della relazione col Maccagno. Senza dubbio ne era geloso. Per ricostruire con esattezza e verosimiglianza la tragedia, si deve tener conto del-presupposto olie fra i .due-fossero avvenuto scene di gelosia. 11 fatto che. la ragazza continuasse a 'mantenére più di un vincolo amoroso, si spiega con uno di quei miseri di psiche femminile, purtroppo non rari. Sul letto e siala trovata una lettera d'amore dal Maccagno indirizzata alla Aitò (altre ne sono stale trovate indosso alla ragazza-. Questo e il puiiio di partenza prèso dall'autorità per la spiegazione logica del delitto. Sì crede adunque che, poco dopo che i duo erano entrati nella camera, sìa sorto fra di loro -un dissidio a. proposito del Maccagno. Forse il giovane frugò a forza la ragazza e le preso la lettera ; [orse essa stessa glie la fece leggere, per assicurarlo che non vi attribuiva importanza alcuna, e per con1 fermargli il suo amore... Lo Zambelli non si ritenne pago di tali spiegazioni, e fece alla compagna una scenata. Fors'anche egli minacciò di troncare con lei ogni rapportò e la discussione deve essere aiTivtitrìNU'ess'a poco a tale estrema Intehsllà, Oliando il dramma proruppe. * 1 due erano ancora veglili. Il lotto fu lineato composti! ; — solo lui novo rimboccate le coltri .— Ma lo Zambelli probabilmente avevtì già levala In rivoltella dalla lasca, deponendola sul tavolino da notte. Allora la ragazza, esaltata dal pensiero dell'abbandono, forse afferrò la rivoltella e tentò di sparare contro il giovane. Questi -reagì e nella colluttazione urtò il tavolino che traballò facendo cadere un bicchiere elle andò in frantumi. Ma, preso all'improvviso, lo Zanibetti non potè evidentemente disariliurc la forsennata, la quale riuscì a sparargli un colpo al capo, a bruciapelo. L'uomo, che si trovava fra la parete od il ietto, si chinò, sentendosi mancare le forze, sul letto stesso, poggiando il capo quasi sul guanciale, ed arrossando così di sangue coperta e lenzuola. Mu la vila gli sfuggivo. Egli si ripiegò e cadde al piedi del lotto, dove spirò pochi islanti dopo. La ragazza, compiuto il delitto, perdette ogni dominio di sè stèssa e comprese che pelici non v'era più scampo. Allora preferì Tarsi, giustizia di sua mano e si esplose un colpo con la slessa arma alla tempia destra. Forse non mori all'istante e tentò di raggiungere il divano, attraversando la stanza, ma stramazzò. Fece uno sforzo per sollevarsi ; e tu precisamente allora che la morte la colse, facendola rimanere, rigida, in quel disperalo atteggiamento In cui fu trovata. I colpi di rivoltella, per una slraua ma non impossibile combinazione, non furono uditi nella casa; nessun inquilino avverti rumore di sorta, e la tragedia, come vedemmo, non fu scoperta che parecchie ore più tardi. Il inedifio ha diagnosticato clic la morti' dei due disgraziati amanti è avveirola nelle prime ore del mattino; il che fa supporre elio la disputa fra i due sia stata piuttosto lunga. In una tasca della giacca dello gambetti, appoggiata alla spalliera di una sedia, venne trovata la chiave della camera. Nel suo portafoglio non.si trovò denaro. Nella borsetta della ragaaza, invece, furono rinvenute una quarantina di lire. Dopo gli aceertainenll legali le misere salme sono state trasportale alla camera mortuaria del Valentino, tra gli infiniti coinniimti degli inquilini dello caso vicine.

Luoghi citati: Asti, Borgo San Salvnrio, Collegno, Torino