La seduta ed il voto

La seduta ed il voto La seduta ed il voto Roma, 10, seduta antimeridiana, aperta presieduta dall'on. Meda. notte. _ alle ore Sono presenti 15 deputati. Si approvi!, oon varianti, il disegno di legge per la tutela del titolo di iniregnere e quello per la repressione dell'abusivo commercio di sostanze velenose aventi l'azione di stupefacente ». I! carbone della Ruhr La seduta pomeridiana, pure presieduta dall'on. "Meda, comincia alle 15. MUSSOLINI, presidente del Consiglio, rispende alla seguente interrogazione degli c- notevoli Basso e'Canora: «Al ministri degli ; Affari Esteri e dell'Industria e dei Commer- ciò, per sapere s'è possono rassicurare la ca- jmera circa lu continuazione delle consegne j in natura, e specie del carbone, da pariti d-1- : la Germania a titolo di riparazioni, e se poS- sono smentire cèrte voci che circolano nella stampa, secondò lo quali la Francia avrebbe sospese le spedizioni dirette all'Italia». Ricorda come, a sognilo degli avvenimenti che si .stanno svolgendo nella. Rulir, si sia verificata una larga disorganizzazione, oltre che nei lavori per lo sfruttamento delle miniere di carbone, anche nei servizi ferroviari e in quelli fluviali del Reno, che servono al trasporto del carbone, e da cui dipende quindi il rifornimento dei carboni all'Italia in conto riparazioni. Ri. orda che all'inizio degli avvenimenti il regio Governo ha inviato ad Essen alcuni. ingegneri mineràri, coll'inca* rice di pàrtec&pare ai lavori delle Commissioni di controllo sulla produzione del carbone. Le forniture del carbone tedesco all'Italia dal territorio occupato dalla Francia hanno potuto essere fiintinuato senza interruzioni, ma non nstcvfthp non subire diminuzioni, Gli arrivi Vial 15 gennaio all'S febbraio ammontano esattamente a 134.3W tonnellate. La disposizione che proibiva ogni invio di carbone della Rubi- nella Germania non occimala poteva arrecare, come conseguenza, un aggravamento della situazione nei riguardi delle forniture all'Italia Di questa Possibilità, si preoccupò subito il regio Governo, e si prpponeva di svolgere azione appropriata por assicurarci che le Autorità fran^o-belghe avrebbero consentito egualmente l'ingresso nella Germania m-u occupata dei troni di carbone diretti in Italia. Ma esplicite assicurazioni in- questo senso furono spontaneamente fornite dal Governo francese, come pure dalle Autorità militari della Rulir, ai nostri ingegneri. Ogni voce secondo la nuale la Francia avrebbe sospeso le spedizioni di carboni in Italia deve, quindi, essere smentita recisamente. L'ultimo dei rapporti quotidiani telegrafici dei rtostri ingegneri da Kssen in data di ieri diov testualmente : «Le notizie pubblicale da vari giornali che soltanto i treni di carbone destinati all'Olanda possono Iransitare, e elle sono invece arrestato le spedizioni destinate alla Svizzera e all'Italia sono infondate. I carri carichi por l'Italia sono lasciati partire dalle stazioni di blocco e anche i trasporti fluviali procedono senza impedimento. 11 Governo tedesco da parlo sua ha provveduto alla formazione ili treni giornalieri ad est di Dortmund, inori della zona occupata, avviandoli in Italia per Iiinsbrucli e. per la Svizzera ». E' sima del pari intensificata la spedizione di carbone per la via di Rotterdam. Questo per il carbone. Por il coke le consegne della Bassa Slesia, dall'inizio della crisi nella Rubi- si sono mantenute pressoché uguali a quelle del periodo precedente, salvo ili questi ultimi giorni. Quelle dalia Vestfalia hanno subii» una notevole diminuzione. Fin dall'inizio degli avvenimenti il R. Governo ha seguito colla massima cura l'andamento della situazione e delle forniture di carbone mantenendosi costantemente in rapporto sen. Esso è piènamente convinto dell'Importanza che la fornitura dei combustibili riveste por l'economia nazionale e può dirsi che questa convinzione sia stata uno dei crilori direttivi della linea da esso seguita e dei provvedimenti adottati, il R. Governo può fornire affidamenti espliciti alla Camera che le più ampie misure sono già stale prese, anche in altri bacini carboni feri, perchè gli avvenimenti, nel caso deprecabile di un peggioramento della situazione, non ci colgano impreparati. Non ritiene di entrare in maggiori dettagli di cifre per ragioni di riserbo facili a comprendersi nella presente delicata situazione e in considerazione, delle ripercussioni economico-finanziarie che tali notizie non mancano mai di avere nelle Borse e sui mercati (l'ivo approvazioni). BASSO è lieto della risposta del Governo, e si augura che questo stato di coso possa continuare, data la grandissima importanza cho ha per noi la questione delle consegne in conto riparazioni, specialmente quella del carbone. Ricorda che una convenzione conclusa lo scorso armo assicurava all'Italia una importazione di merci dalla Germania per ilo milioni di marchi oro. lu base ad essa si sono ottenute e se non teggiainento acquiescenza del Governo hanno rifiutato mol ti manufatti tedeschi por timore della concorrenza. Lamenta che i Governi che si sono susseguiti abbiano adottato una tale politica nociva alla nostra economia, pur senza giovare alla, nostra industria. Fa presente la necessita che il Governo adoperi tutta la sua Influenza per impedire che gli avvenimenti della Rulir precipitino e possano compromettere le nostre riparazioni. ingegneri che «il trovano ad v<- edi mgegneii cne si tio\ano art Ls mi di marchi oro. lu base ad essa Dltenute merci per 800 milioni di lire si è ottenuto di più ciò devesi all'ai-nto dei .nostri industriali cho con la Il trattato di S. Margherita Alle ore 15,15 si Inizia la discussione sul trattato di Santa Margherita. L'aula si affolla maggiormente. Sono presenti oltre 300 deputati, tra cui gli on. Giolitti. Orlando, Bonomi. Salandra, Facta. Le tribune sono ora rigurgitanti, compresa quella del senatori. L'on. Chiesa Primo oratore, è l'on. EUGENIO CHIESA. L'oratore spiega il suo voto che non seme di poter dare favorevole al disegno di legge in discussione. Questi che si sono presentali come gli accordi di Santa Margherita non sono più quelli in molti punti inuwMau Es.si vennero modi-leali e peggiorati perchè il governo jugoslavo, specialmente cullo trattative che si svolsero il 16 luglio e l'H agosto 1922, disconobbe quello ohe avevano stabilito i suoi plenipotenziari e affacciò nuovo difficoltà e nuove proteso. Rileva elio, mentre il Governo itclia.no chiede l'approvazione degli accordi a tamburo battente, da pane jugoslava l'approvazione non potrà essére daia. elio, dopo costituita la nuova Sctipstina le cui elezioni sono indetto per il 18 febbràio corrente. — La relazione ministeriale — continua l'on. Chiosa — avverte la necessità di concludere perchè l'Italia, non sia ritenuta inadempiente, oltreché cavillosa, in faccia i111- alire Potenze. Ma ì: proprio in questo elio sorg Rea. Voi <jt:o, da che non del latto compiuto, proprio qui che anche i fatto compiuto non era un fatto definitivo! L'opinione pubblica non può avere dimenti ! una-osservazione di critica polisiète un Governo emerso, come voi un movimento rivoluzionario. Pe>'avelciotio la tradizione pedissequa caio le tesi vostre, on. presidente del Consiglio, quando èravate soltanto il capo del vostro partito. Si diceva e si stampava allora da voi e dagli amici vostri: « Guai se si abbandona la terza zona dot trattato di Rapallo, senza avere prima delle garanzie effettive per la unela dell'italianità in Dalmazia! ». Come avete potuto dimenticare questi precisi propositi? Kd all'abbandono vostro della difesa dei dalmati è corrisposto l'abbandono anche, dei nazionalisti. Dalia vostra tesi por la Dalmazia italiana noi fummo discordi sin dal loto perchè ritenevamo che essa fosse irrealizzabile ed invano allora e dopo sostenemmo che pi doveva battersi soltanto per una Dalmazia autonoma clic noi suo libero regimo, avrebbe potuto rispettare tutto le nazionalità. Ora è una resa precipitosa anche là dove si trattava à'oI«).nt>:/ di tutelare i nostri connazionali secondo il diritto. Siamo, è duro il confessarlo, ad una rinunzia vergognosa. — L'oratore esamina a questo punto la questione di Fiutile ed il regime di Zara, lamentando cho non si siano ottenuto sufficienti garanzie prima di restituire la terza zona. MUSSOLINI: — Abbiamo l'Impegno di restituirla ! CHIESA:' — l.a disparità di trattamento è manifesta. MUSSOLINI : — Stia tranquillo, che se c'è qualcuno che si interessi degli interessi italiani In Dalmazia sono proprio io! (Applausi). L'on CHIESA si intrattiene part.ioolarmeme a parlare dolio scuole in Dalmazia e della tutela della lingua italiana, lamentando l'insufficiente diresti dei nostri diritti. MUSSOLINI: — C'ò un impegno preciso da parto nel Governo jugoslavo. CHIESA: — Intanto la lingua italiana è bandita dai tribunaliI GIUNTA: — Non dovevate approvare il trattato di Rapallo! CHIESA: — Lo approvai a bocca amarti, ingannalo dal ministro degli esteri d'allora (fttnnvri a destra). BALDASSARE: — Fummo ingannati da Giolitti! CHIESA critica lo clausole finanziarie dell'accordo ed infine, occupandosi del Montone-grò, rileva che il Governo che hn stipulato il trattato di Rapallo, per bocca deli'on. Gioliti:, e quello clic ha stipulato gli accordi di Roma, per bocca deli'on. Tosti di Va.lminala, Iiauiio dichiarato alla Commissione degli esi.eri elio nò l'uno ne gli alni hanno menomamente toccato alla situazione do! Montenegro di cui non è stata folla menzione in qualsiasi trattativa. — Quale sarà per essere — conclude Fon. Chiesa — la fortuna politica serbata alle rivendicazioni di quel popolo ili.•■grazialo per i suoi sacrosanti interessi ed anciie per i nostri, noi non avi-omo così da rimproverarci di aver pregiudicata la resurrezione avvenire di quel piccolo paese. L'on. TOSTI 1)1 VAI.Minuta chiede di t-:.r- • lPr<i talln Personale, l'on. MEDA, presi J tlenfe lo prega di rimandare l'enunciazione dello cose ohe desidera, faro note a più tardi e ciò sopratutto pe-r evitare nuovi incidenti ■ro nlla discussione, L'on. Lucci prende quindi -la parola dai banchi dell'e- strema socialista l'on. LUCCI, che constata il silenzio del Governo fascista sulla sua po- litica estera. — 11 Governo fascista — egli dico — pretende di avere attuata una rivoluzione rtellè idee e nei costumi, rivoluzione di cui invano cerchiamo i segni e idi offotii, salvo che per rivoluzione si intenda il modesto ed che nuocerebl ! vlj™>"\e,1 ,"°,", o . ' C0In 1 ' 2LL1,'^ • dLlv H"ikr: j ?„e;,'na„-"n!*•""', '"«''-neri, n ! f1}'1 ?,• P?1. chiedere spiegazip alquanto noioso mutaménto di argomenti persuasivi all'interno ed un fare spicciativo e caporalesco all'estero. I.fatti mostrano che U Governo fascista non ha abbandonato la politica estera dei precedenti Gabinetti. — L'onorevole Lucci prosegue dicendo ohe nel campo internazionale sono ora giunti al pettine ititi i grovigli che un individualismo nazionalista aveva intessuto. Ed ih questa nuova fase l'Italia non sa veramente che cosa fare. Tenendosi un po' ccirijighi-lterra ed un po' con la Francia, si scontentano tutte duo. com'è avvenuto per n mandare trillinoli opporsi al - oni, pensale a mediazioni che nessuno richiede .. MUSSOLINI : — Ho fatto quello cho ha fatto l'Inghilterra! Non potevo essere più inglese dell'InghilterraI LUCCI: — Ma l'Inghilterra ha tale peso decisivo da potersi regolare coma crede. Noi questo non possiamo. (Hnmurì da parte ilei fascisti. Grida-. $on diminuite l'Italia di Vittorio Veneto!). LUCCI : — Tutto questo sarà benissimo, ina lutto ciò non toglie che al desiderio bisogna pur paragonare la realtà e la realtà è che, dal punto di vista della forza degli interessi, noi purtroppo pesiamo assai poco. Potremo invece pesare coll'influenza di quelle ideologie democratiche, di quella solidarietà internazionale alle quali il nostro individualismo nazionalista irride ogni giorno. (flMTftOrì). Signori, permettete che io non accolga le vostre interruzioni e risponda al più autorevole interruttore tra di vcà: al vostro capo! {Applausi all'estrema ed a si. nistia, Voi, dunque altro non fate che seI guiie esaltamento la politica estera eli» reguivano i prece lenti gabinetti, uè più riè meno; politica elio nei usaste di miserevole, tapina, indecorosa. E l'aggravalo verso l'estero con un certo vostro comportamento che noi, Italiani, conosciamo come maniera, ma che. l'estero potrebbe scambiare per ben altro. «Questo vi diciamo non per vanita di contestazione, ni: per il piccolo piacere di sorprendervi in contraddizione, ma per richiamarvi alla dura realtà che è penosa per lutti e, prima di tutto por voi. Governo fascista, amante dell'egocentrismo. (Cimr/fti còttimentì ed approvazioni sui banchi di estrema sinistra). La prova di (pianto sopra è accennato la si ha nella sola occasiono, di discussione aita camera ubo si presenta, cioè per i'approvazione degli accordi di Santa Margherita e di Roma. Le agitazioni che nazlonalistl e fascisti crearono nel paese, in occasiono del trattato di Rapallo e degli accordi di esecuzione oggi presentati alla dimoerà, furono gravissime. Si disse che il patto di Roma aveva distrutto il palio di Londra: s-f,disse che senza la deviazione del patio di Roma il patto di Londra sarebbe stato eseguito, non appena l'Austria fosse stata sconfitta,. Hi disse che le nuove ideologie democratiche avevano tolto all'Italia la possibilità di raggiungere quello aspirazioni che una politica di individualismo nazionalista avrebbe raggiunte. Ma tutto ciò era ed è dimostrato Talso dagli avvenimenti. L'individualismo nazionalista presuppone lo stato di conflitto aperto o latente con nitri individualismi nazionali. Gli antagonismi nazionali sorgono naturalmente nelle zone mist.ilingui e conducono ad un regimo di oppressione. Sono pròprio le ideologie, alle quali si irride cosi beatamente, cho si oppongono a tanto malo. So questo ideologie, le qucali trionfano ad ogni ora. non fossero eostretle ad osservare la leggo del piti forte nella sua forma più bruta, costituirebbero una norma cos'ante di diritto pratico. L'Italia stessa, se oneste ideologie non esistessero, sarebbe la prima a non potersi difendere contro individualismi di nazioni più grandi, più folti e più ricche. MUSSOLINI: — Ed è appunto quello elio si fa Contro l'Italia! LUCCI : — Ma, rifletta on. Mussolini, (manto più gl'ave sarebbe il trattamento fatio all'Italia so quello ideologie umanitario accarezzalo da lauti grandi non avessero compiuto del cammino? (Applausi a sinistra e siti banchi di estrema). E' inutile il vostro individualismo nazionalista. Esso rende amara e tristo la vita, seminando odii e lutti. La richiesta dell'approvazione degli accordi, fatta apertamente alla Camera, non si spiega Sé non con la fede nella solidarietà internazionale. La realtà dissipa le ideologie individuali di egemonia». (Applausi). L'on. Lucci afferma quindi che la sconfitta dell'Austria determinò la caduta del patto di Londra, cho era frut'o di un equivoco. Poteva avere esecuzione soltanto in caso di poco separata coH'Aùstria. il partito nazionale fascista, giunto al Governo e chiusosi nello sue trincee di parte, senza contatti con altri partili, chiede l'approvazione del trattato di Rapallo che esso aveva definito come un tradimento, MUSSOLINI. — Questo, perchè io ha l'abitudine di assumere dirèttamente le mio responsabilità! (Applausi dei fascisti). LUCCI: — E'-un'abitudine che non vi contesili. Vi conosciamo bene o -sappiamo che le responsabilità-le sarete assumere e come' Ma ciò non foglie che dinanzi alla lezione della realtà abbiale dovuto ripiegare, rinunziando al contenuto delle vostre agitazioni od ai discorsi infiammati di alcuni ministri che ora vi circondano. Quanto ha sci-ilio il presidente del Consiglio valuta l'individualismo nazionalista ed è in piena concordanza con il pensièro elei eosidetti rinunciatari espresso ilall'on. Salvemini il il novembre T.tìo tra gii insulti dei nazionalisti. Questa coincidenza ha profonda significazione. .La rcahyì umana non è l'isolamento ma la convivenza; gli accordi saranno migliorali quando i due popoli avranno acquistato la cortezza inorale che- uno non intende sopraffare l'altro por vie traverse. Alcune oscure riservo sul trattato non devono gettare ombra sugli accordi. Nessuna riserva devo restare nascosta tra le pieghe di questo trattato. Non è vero, onorevole Mussolini'/ MUSSOLINI: — Certamente. LUCCI: — Nessuna".riserva elio possa lasciar crollerò agli .Iugoslavi una intenzione nostra recondita in contraddizione colla morale della nostra relaziono. {Mussolini, conferma con i gcsllY* Ebbene, on. .Mussolini, non vi accorgete che appunto il richiamo nella vostra relazione aita buono, fedo dei rapponi tra i due popoli costretti a vivere nello stesso territòrio con tradizioni culturali, abitudini e religione diverse, riconosco non già quell'individualismo nazionalista di cui siete l'assertore ina la solidarietà ititot nazionale che nessuno forza umana pocnncellàre? 11 popolo iugoslavo, che ha pmamAcnni ni nel suo organismo politico 20.000 italiani, sa che 1 lirilia ha nel proprio mr/zo milione di siavi e cho non il nazionalismo individualista ma la tolleranza civile, il rispetto delle opi riioni, dello tradizioni e di ogni libertà potranno tutelare i due gruppi». {Applausi ul i estrema). interruzioni di Giolitti PIVA, rilevando che per Fiume, a differen [za che por Zara, nulla ù precisalo nel trattato, salvo lo sgombero di Sussak. confida che le questioni del porlo e della delimitazione dei confini, affidala al giudizio della com 1 missione paritetica, possano avere quella po ! luzione logica attesa con tanta ansia da iiuel | ia popolazione. Chiede perciò al Governo che ; ai nostri rappresentatiti siano date precise i | striizioni secondo le direttive fissate dal Par ! lamento allorché approvò il trattalo di " palio. Soltanto in questo modo risulterà chiarita la situazione adriatica e avremo allora ;orza e diritto di esigere dagli altri il rispetto ai trattali per un giusto ideale di sicurezza e di pace perenne fra i popoli [applausi al centro). GIUNTA rileva che il Governo, presentando alla Camera la conversione in legge degli accordi di Santa Margherita, ha compiuto un atto coraggioso che nessun altro Governo passato o [muro... (viva ilarità). MUSSOLINI ridendo: — l-'uiiiro? Fra tront'anni (viva ilarità). GIUNTA (continuando) .. avrebbe saputo compiere. E' bene ricordare che non fummo noi a ratificare il Mattato di Rapallo. Noi in quel tempo lottavamo contro quei trattati nelle piazze, avendo di fronte la polizia di S. E. l'on. Giolitti {Gioitili ride). Noi dobbiamo subire l'amarezza di quest'ora in virtù del patto di Roma (vìve approvazioni a destra). Quel paltò ci ha portali disarmati alle trattative di pace e la pace, che non lu fatta coi filo della spada vittoriósa, ma coll'insidia e la perfidia della diplomazia, si è risolta in un danno ai nostri diritti. Purtroppo lo trattative che seguirono poi eolla Jugoslavia furono condotto, per conto dell'Italia, da uomini che non davano affidamento: Nini, Sforza ed infine Giolitti, Bonomi e Salala. Questi tre a Rapallo recitarono una commedia goldoniana col linguaggio delle servette. GIOLITTI, con forza: — No, assolutamente! GIUNTA: — Vi leggerò il linguaggio che ili quei colloqui teneva Salata. GIOLITTI: — salata non ora che un impiegato e non nveva incarico di trattare (commenti. Tumori allu sinistra contro l'onorevole Giunta). GIUNTA, ai socialisti: - Voi siete abituati a predicare ia violenza della Iona di classe nella politica interna, ma nella politica este-| ra non volete saperne '.rumori ni Continuami < egij legge un brano dell I•rie di s. E. Giolitti dove è ricordato il prò-j grarnma loii cui quel Governo è andate- a Ra-' trema). Imemo-1 palio. Che cosa si è attuato di quel programma? Sempre in virtù del patto di Londra noi abbiamo rinuncialo, è vero, alla Dalmazia, ma non abbiamo rinunciato al conline delle Alpi orientali. Noi avevamo tutto il diritto di chiederò questo confino senza faro alcuna rinuncia. Eppure, tutto le condizioni erano allora a nostro favore. Voi, on. Giolitti, vi trovavate di fronte ad una situazione interna non preoccupante, avevate favorevole unta la Venezia Giulia, in cui si era fatta strada' l'idea dell'annessione all'Italia mentre le azioni di Wilson cadevi no in ribasso e qui. ondi colleglli, intendo rievocare tutta la bellezza e la Vantila doli opera di Sennino perchè, so è vero elio nello stipulare il trattato di Londra egli non previde la disfatta dell'Austria — chi poteva d'altronde prevedere nel 1915 lo sfacelo della Russia? — elio cosa si è ottenuto a Rapallo? Il confine giù]io, Zara ed alcune isolo. I nostri delegali orano cosi rinunciatari che il sennino Salata portò in dono ai- delegati jugoslavi, riuniti in commissiono, l.ongaiico e Castua. Per ottenere la città di Zara abbiamo dovuto cedere Porto Baros, elio un ministro delegato disse essere una (immuta trascurabile, GJOLtTTI: — Non sono stato io. GIUNTA: — Ad ogni modo, nelle sue memorie ha detto che Porto Baros è una quisquilia. GIOLITTI: — Questo, sì. GIUNTA: — A Rapallo l'on. Sforza giocò anche Giolitti quando dava ai delegali la famosa lettera di garanzia. In quel momento forse l'on. Giolitti passeggiava lungo il mare (viva ilarità,. Si voleva dimenticare che Fin- ine era difesa dal suo corpus separai ani e daD'Annunzio, che non avrebbe ceduto ad alcuno la città. Vada al poeta soldato, ai legionari od ai fascisti che caddero per la causa fiumana e all'nn. Dndan, che in quest'ora ha la sua .-clima di dalmata sanguinante, li nostro saluto od il ricordo elio i trattati non sono etorni ma sono soliamo tappe della storia. Per i nostri morti, che riposano in fondo all'Adriatico, in storia riprenderà il suo corso verso le moto che ci sono indicale dalla speranza infallibile (applausi dalia dcììra e dalle trinane'. L'on. Dudan il Governo non dubitò DUDAN dichiara che, allorché presentò gli attuali accordi, egli un istante .che avrebbe saputo tutelare gli interessi dogli Italiani in Dalmazia meglio di quello che avrebbe potuto faro non solo 11 Governo passino ma uno stesso dalmata. Ma con la sua opposizione ha voluto significare la protosta contro ia violazione dei diritti italiani ia Dalmazia, che ormai dai precedenti governi era stata accettata, e perciò pose la questione se non convenisse ancora attendere a ratificare questi accòrdi potendo forse essere ripresa la questione dell'arcipelago zaralinn. Do! resto ognuno comprènderà tutta io stràzio dell'animo suo di dalmata quando si sappia che. a un anno o mozzo dalla ratifica dot trattato di Rapallo, Zara e il suo territorio hanno perduto il ÌO por cento della popolazione emigrata por in. fumo e per la disoccupazione. La questione delia valuta ha peggiorato ancora la situazione economica di Zaia ed ora gli accordi di Sania .Margherita daranno alla citta il colpo <lj grazia perchè quando saia evacuata la terza zona d'occupazione, diverranno pili difficili ì suoi lapponi col retroterra. Le clausole di Sa ma Margherita rappresentano infatti una esclusione ed una modificazione in poggio del trattalo di Rapallo. Cosi l'autonomia e l'indipendenza della città di l-'iunio ricevono un ' coliio colla costituzione della Commissione paritetici al cui giudizio vengono rimesse questioni vitalissime por la città.. Cosi pure, mentre por il trattato di Rapallo il Presidente della .Svizzera aveva diritto di ingerenza soltonto per la questione di porlo Baros, ora con gli accordi di Santa Margherita, in caso di dissenso della Commissione, ha ingerenza mi inno le questioni ad essa sottomesse. An* che per quanto riguarda lo concessioni industriati per la conservazione dei diritti lingui* siici degli italiani in Dalmazia, gli accòrdi di Santa Margherita hanno peggiorato il trattato di Rapallo. L'assurdità del trattato e degli acconti è talo che l'oratore confida che sorga dalia loro stessa applicazione la necessità, di una revisione essondo .necessario il ritorno al rispetto dei diritti degli italiani in Dalmazia. Fu errore fondamentale nella conclusione del trattalo con la Jugoslavia di non avere salvaguardato la condizione del porto di Fiume in modo da evitare che esso sia in concorrenza col porto di Trieste. Altro errore fu di non avere seguito, nelle, trattative, il metodo usato dagli Jugoslavi di aver come rappresentante delle loro aspirazioni una persona direttamente interessata. Da parte dell'Italia i più puri e fervidi patrioti dalmati furono invoce mc-ssi in disparte e 1* tutela dogli interessi italiani fu affidata a persone incompetenti o mancanti di energia, che hanno sempre fatto opera di dedizione dei diritti Italiani a vantaggio degli Jugoslavi. L'oratore sente il dovere di ricordare i nomi di Ercolano Salvi e Luigi Zigliotto, morti di ere- pacuore in seguilo alla rinuncia delle giusto rivendicazioni italiane in Dalmazia e di man] dare, un saluto od un augurio di guarigione a a Roberto Gblgliiinocb che dell'Italianità della Dalmazia è staio sempre assertore fervidissimo, Lamorna clic tutti i diritti riconosciuti agli stranieri residenti in Italia anche per l'esercizio delle professioni e per Finsegnamento, sono siati rinunciali dai nostri negoziatori a donno dogli italiani residenti in Dalmazia e gravi limitazioni si sono amebe impòste per il libero esercizio dei diritti degli italiani regnicoli e per l'uso della lingua italiana negli uffici' e nell'esercizio de! culto. Anche nel campo economico e finanziario la situazione falla all'Italia è inferiore a (lucila che l'Italia ha invece fatto alla Jugoslavia. Conclude dichiarando che il suo voto contrario agli accordi di Santa Margherita vuol essere un volo di protesta contro la politica di rinuncia falla dai precedenti Governi. TOSTI DI VALMINUTA, por fiuto personale, contesta che Zara possa diventare un porlo della Jugoslavia ai danni dell'Italia. La convenzione ha inteso soltanto di evitare l'alTanuimenio della città e a questo scopo mira la disposizione con cui si è stabilita la libera entrata nel territorio zannino delle merci provenienti dalla Jugoslavia. Anche per la questione scolastica si e ottenuto, colla facoltà di. apertura di scuole italiane con insognanti italiani, quanto ora possibile e corrispondeva àgli sfessi desideri dei l'approntanti (lolla Dalmazia cho furono in merito Interpellati. Non coi: circa, un peggioramento delio la proprietà privata allori he la terza zona di occupazione vènziòne por la pesca osservi riscosso il plauso delle Camere come (lucila che favorisce lo relazioni fra lo diverse popolazioni deile sponde adriatiche Conelude invitando la Camera ad approvare la convenzione per la pcs a la quale rappresenta un notevole rnigliorameuto sul [ruttalo di Rapallo (approvazioni). umori espressicondizióni de?- sarà evacuala Circa la con- : 'he os~a ha di commercio