Come siamo alloggiati a Torino

Come siamo alloggiati a Torino Come siamo alloggiati a Torino Un'indagine intéressantissima,-, elio avrebbe meritalo di essere condotla con ben diversi è più razionali sistemi, fu compiuta in occa- sionc dell'ultimo censimento il l.o dicembre 1921: lineila sulle abitazioni. 11 prossimo nu- mero del Bollettino dcH'Uftlcio municipale dellavoro, la pregevoli! pubblicazione curata con lantò interessamento dnll'assessore prof. Gri-bandi » dnlt'avv .v. Renaci, conterrà uno studio di quest'ultimo su tale argomenta. Ne stralciamo alcune notizie particolarmente notevoli appunto In Questi momenti in cui, fra le altre questioni sollevale dall'ultimo Decreto sui fìlli, risorge ancbn quella, dibatitllissima negli anni scorsi, dei vaili esuberami. L'affo!lamento negli iilloirni Halle rilevazioni statistiche eseguite nel 1921 risulta che in Torino, a quella data, vi erano .508.077 abitazioni delle quali 33.679 composte di una sola stanza, 96.150 di due slanzo e 65.901 di tre stanze, Le altre abitazioni contavano, in ordine decrescente più di tre vani. Ben 13.877 avevano più di 11 camere. Nel complesso ogni cittadino torinese, su- condo il censimento, dispone d'una Trazione ili camera, che si può indicare colla cifra di 0,872.Limitando l'indagine alle abitazioni da unaa tre camere abbiamo che lo persone per stanza sono cosi ripartite: abitazioni di un localo persone u.179; idem di due locali, per- sone 1.022; . .ein di tre, persone 1.210. Vale a dire che le condizioni d'abitazioni in 'l'orino non sono sulficienii. giacché si conside-ra sufficiente l'abitazione quando una persona disponga almeno di una stanza. Questo affollamento si verifica sopratutlo nella zona comprendente il terriiorio ira il limite della soppressa cinta daziaria e la nuova, è alquanto minore nella zona oltre la nuova Cinta daziaria ed è quasi nullo nella parte centrale della citta. Un rilievo che si apprende con rammarico è che mentre nel 1911, epoca del precedente censimento delle abitazióni, vi erano 6.0.".;i sofutte con 13.834 persone che le occupavano, nel 1921 il numero dello soffitte — malgrado il contrario avviso degli igienisii, dei sociologi e, anche, dei regolaménti edilizi — ò salilo a 7.10R con 11.853 persone. Così ci sono ancora 33 abitazioni sotterra- nee. che ospitano 9.* persone. E qui vi è una dlminuzione, perché noi.1911 le cifre rispettive erano di 40 e 126. Il fabbisogno di locali In base a! risultali del censimento del 1921 qual'e il fabbisogno urgente di locali? L'aw. Repaci, espone unta una serie di calcoli e 'Ji tabelle per trovare una risposta a questa interrogazione, occupandosi in parti colar modo del lalo economico della queslionc. Premesso che nel dicembre 1921 una Commissione nominata dal Consiglio Comunale faceva salire il fabbisogno a 30 mila camere, l'oratore lenendo conto di tutti i fattori del problema viene alla conclusione che attualmentemancano a Torino — se si vuol dare una camera ad ocni persona — Ili mila camere. Ma dal inulto di vista economie-', cioè pratico-reale, la conclusione ò alquanto diversa. Il Bepaci termina infatti il suo studio con quese parole: <■ Concludendo, secondo noi, per quanto si riferisce alla citta di Torino riterremo che allo stato delle cose, e nella prospettiva che si ritorni n a libertà completa, assoluta delle contrattazioni, qualora si raggiunga la metà delle costruzioni dei vani che si costruivano nei due anni anteriori alla guerra e cioè nel 1913 e 1911. una media cioè ili o.OOO vani all'anno, la soluzione della crisi sarà grandemente attenuata ad avviata snlTìeienlemente alle esigenze ed alle possibilità della popolazione. Va da sé che è necessaria una sìncrona ripresa delle costruzioni edilizie nelle allre città piccole e grandi del Regno, altrimenti qualsiasi incremento nelle costruzioni a Torino non sarebbe mal suflicienfe costituendo allora, se isolata, come una calamita che ahraerebbe a se tutte le persone che in a 11ri punii d'Italia vivono con la faina -li una casa ». Uno sfratto in masso Un inquilino dell'i casa N. 24 di corso Regina Margherita ci scrive: Vorrei richiamare l'attenzione della S. V. 111.ma sii di un fatto, il quale dimostra sempre tv ■■. volta di più che l'accordo stipulato tra l'Assr.ciaxioné dei proprietari di case e quella de :: inquilini resta lettera morta. Nel caseggiato di corso Regina Margherita, 2-ì, tutti ah inquilini indistintamente ricevettero, sia ii mezzo dell'ufficiale giudiziario che a mezzo ili lettera raccomandata, l'ordine di sfrutto, a sensi dell'art. 1533 del Codice civile. I deui inquilini ni nomano a circa centorivo iitti'n, "e la maggior parie di essi fecero contratto di locazione nel dopo guerra, pacando il canone d'affìtto in una cifra corrisponderne all'annientalo costo della vita. • Può ii proprietario addivenire a tale decisióne poco... simpatica? Può sfrattare gli inquilini In massa senza cercare di venire con essi ad un amichevole accomodamento? Oppure detta mossa è suggerita dal fatto che sfrattando i locatari, nuesli accondiscenderanno alle richieste che il proprietario può fare v ■>. Se Messene piange. Sparia non ride. Nei dintorni di Torino i proprietari di casa, fatte le debile e poche eccezioni*, non scherzano, liceo un esempio: Sono un modesto imo legato, invalido di guerra. Ad Avigliana (Bórgovecchio) ove io occupo un modesto alloggio in una vecchia catapecchia, pagavo prima della guerra lire 24 mensili, che sono oggi diventate in seguilo ad aumenti leciti ed illeciti lire 45, il proprietario con sua cartolina raccomandata mi comunica colla maggiore delle semplicità che dal l.o luglio 1923 l'affitto sarà portato a lire 75 mensili (acqua in più a mio carico) senza menomamente accennare alla durata della proiogn. Tenendo presente il Concordato di 'l'orino, considerando che prima delia guerra pagavo lire 24 e che il mio reddito è tra i più modesti, lascio i commenti al pubblico ed il giudizio alla Commissione arbitralo alla auale forzatamente dovrò ricorrere per la tutela dell'equità e. 'della giustizia ». Voti del Circolo Porta Susa Sotto la presidenza dell'on Panie si è tenuta una riunione di proprietari e d'inquilini al Circolo Porta Susa. Dopo un'illustrazione del recenti: Decreto, fatta daH'avv. Busaln, si svolse una elevala discussione inierlotinirono i signori ing. Ginnetti, cav Rcylis, ing. Gamberini, ing. l'.atoni, avv. l'ec co, avv. Mattassero, cav. Deearoli, signor Ferrerò, sis. Brusconi, avv. Gamaccbio, ed i rappresentami delle Associazioni delle Yc dove e Madri del caduti in guerra, e dei mil Mlati, al tiuuli tutti risposero il presidente ed il relatore avy. Busala elio riassumendole varie osservazioni dimostrò la convenienza di slare ni concordato — salvo alle Commissioni di decidere in quei casi particolariche per speciali circostanze sero meritevoli di un particolare esame — come principalmente quelli delle Vedove di guerra e dei mutilali e reduci, che il relatore accennò come .gin siano contemplati nella dizione del decreto. A chiusura della discussione l'assemblea voto all'unanimità il seguente ordine del giorno: «L'assemblea fa voti: che proprietari ed Inquilini assecondando le deliberazioni delle rispettive Associazioni liei definire i loro rapporti in dipendenza del Decreto 7 gennaio corrente, si inspirino reciprocamenteprescnlas-las- ad un giusto sentimento di moderazioni di equità in modo da conseguire i fini sociali che il decreto si propone; e che per arfret tare la completa soluzione del problema, il Governo faciliti con osili mezzo anche, con opportuno agevolezze di dogane, dazn se, ecc., la presa delle costruzioni edilizie*,

Persone citate: Brusconi, Gamberini, Repaci

Luoghi citati: Avigliana, Italia, Torino