Le oscure svolte della crisi europea

Le oscure svolte della crisi europea Le oscure svolte della crisi europea I preparativi francesi per la marcia sulla Ruhr ritiro delle guarnigioni dal Reno - Conflitti ang Senato americano per il turchi in Mesopotamia? (Nostra corrispondenza particolare) PARIGI, gennaio. Contrariamente alle previsioni c alle prevenzioni dogli scettici ad*ògni costo, è stala dunque proprio quésta la prima volta, da quattro anni, che una conferenza abbia prodotto risultati sui quali lo scc.tticisjno non abbia più luogo di esercitarsi. So da convegno interalleato usci mai alcunché di definitivo, fu certamente da quello del 2 gennaio. L'Intesa può, infatti, sopravvivergli nella forma; nella sostanza essa è ormai una formula politica tramontata e priva di contenuto, da cui l'Europa non ha più nulla da attendersi. Per la prima volta, in quattro anni, sul palcoscenico delle trattative diplomatiche la commedia cede il posto al dramina. Incomincia in Europa un nuovo spettacolo, di cui non è ancora possibile prevedere lo scioglimento, ma il cui scioglimento, con tutta probabilità, non sarà uno scioglimento lieto. L'isolamento della Francia-è, nel momento attuale, uri fallo compiuto, e le sfere responsabili di essa se ne rendono conto con urta lucidità su cui, per lo meno, non mi sembra più possibile sollevare dubbi. Il paese sconta l'errore di impostazióne del trattato di Versailles. Ma gli errori politici sono come le palle di neve : abbandonati giù per la china della storia, diventano valanghe, senza che forza umana riesca a trattenerle. Poincaré ha fatto, per trattenere la valanga, più di quanto si creda, e certamente molto più di quanto non pensasse egli stesso di dover fare nel gennaio 1922, nell'assuntore le redini del governo per applicare alla lelfera le tesi intransigenti esposte nei famosi articoli della « Rcyue des deus Mondes ». Ma l'era della moderazione spuntò in Francia troppo lardi, quando ormai non si trattava più di moderarsi, bensì di rinunziare. Oggi, comunque gli avvenimenti possano svolgersi noi loro dettagli, l'irreparabile è accaduto, e non valgono a. fare illusione in proposito le speranze che qui ancora si nutrono sulla possibilità, che, entro la decina di giorni necessaria all'espletamento delle vario formalità dipendenti dalla Commissiono delle riparazioni, gli Slati Uniti si decidano a intervenire nella vertenza mediante una. offerta di prestito che possa equivalere, dal punto di vista della Francia, ad una presa di pegni. I posteri impareranno, so non altro, dall'odierna esperienza francese, una cosa : che le indennità di guerra a lunga scadenza non si pagano riè tampoco si riscuotono, e che avviene dei popoli come degli individui : i debiti grossi rimangono platonici, non ci sono so non i piccoli che maturino, Lo sbaglio della Francia fu — Jo sanno ormai anche i Mmcesi — di non accontentarsi di pochi miliardi nel 1910 facendoseli sborsaro subito, durante il quarto d'ora psicologico che si chiamò vittoria. Fu uno sbaglio che non commise essa sola : ma le conseguenze del medesimo non potevano colpire se non lei. Ora tutto è compromesso, e in Francia lo si capisce forse ancor meglio che non all'estero. Poiché non solo non vi si nutre la menoma illusione sull'efficacia pratica dell'occupazione della Ruhr, eseguita in una forma o nell'altra, ma non se ne nutro alcuna neppure nella ris»uotibilità della somma ridotta contemplata dal piano inglese. E', anzi, la certezza di non potere ottenere il meno ciò che, per quanto contraddittorio possa sembrare, spinge ad insistere nel volere il più. La gravità della adozione nei riguardi della Germania di una politica di energia sarebbe ridai iva- ' mento piccola se se ne attendessero realmente risultali pratici : diventa enorme in funzione del fatto che risultati pratici non se ne attendono. Essa diventa il primo atto di un nuovo a corpo a corpo franco1 adesco', o di un a corpo a corpo impostato in modo radicalmente opposto a quello del 101-i; che questa volta il paese di cut Londra e Nuova York sentono di non poter fare a meno non e-più la Francia, ma la Germania. II drammatico delia situazione sta qui. Senonchè, all'immaginazione turbata ed ottenebrala dallo spettacolo della freddezza con cui, fra inchini e sorrisi diplomatici, si permette, a soli quattro unni di distanza da una guerra come quella che abbiamo subita, il rinnovarsi di uno stato di cose capace di scatenarne un'altri ancora più terribile, lo stesso carattere drammatico del momento finisce col suggerire gli clementi della sola soluzione ragionevole. L'Inghilterra abbandona l'Europa alla su.i sorte : ina questo abbandono può forse avere un lato buono: quello di costringere lilialmente Francia e Germania a ricercare sul serio da solo un « modus vivendi ». Certo, la buona volontà tedesca non troverà nella rottura franco-inglese nuovi argomenti per affermarsi; e per questo è ormai fatale che la Francia proceda all'applicazione del piano concernente la Ruhr, applicazione che un poco niù di sensibilità e di penetrazione psicologica da parte degli inglesi avrebbe potuto risparmiarci ; poiché, come non mi stancherò di ripetere, Poincaré non avrebbe chiesto di meglio se non che gli si tendesse una pertica per uscire con decoro dal ginepraio : al che, d'altronde, Bonar Law non si sarebbe forse rifiutato se non avesse avuto alle calcagna, nò più né meno di Lloyd George, quell'eminenza grigia dell'odierna vita pubblica inglese che è l'ebreo Stern, dal quale non è stato abbandonato un momento durante tutta la durata della conferenza. Ma non è impossibile che la conseguenza prima della presa di pegni nella Ruhr sia una nuova, e questa volta scria, presa di contatto fra il Governo francese e gli industriali tedeschi. Credo, per lo meno, di potere assicurare che la speranza più positiva che Poincaré annette all'operazione sia proprio questa : ed a tale riguardo deve, forse considerarsi circostanza fortunata il fallo che la Germania non abbia fino a questo momento pregiudicato la situazione con dichiarazioni od atti intempestivi. Risogna, se non altro, augurarsi sinceramente che tata sia la piega presa dagli avvenimenti. Sarebbe, oltre tutto, anche il miglior sistema per ricondurre l'Inghilterra ad una maggiore malleabilità, oltre che per persuadere l'America a un intervento efficace. Da parto di Poincaré, il proposito di pro- cedere con lo massimo cautele e col più grande sangue freddo non lascia adito a dubbi. Ciò gli si presenta, d'altronde, tanto piii naturale, in quanto il contraccolpo immediato dell'esito della conferenza di Parigi è stato quello di consolidare in modo insperalo la situazione del suo ministero, il quale si vede restituita una certa popolarità e prolungata l'esistenza di due o Ire mesi. Ma se anche la speranza di un accomodamento diretto con la Germania dovesse svanire, l'orizzonte europeo si dovrebbe considerare, di nuovo, calasi rodeo ! L'occupazione della Ruhr è una mossa che se riesce a non provocare un conflitto potrà anche dimostrarsi, in ultima analisi, salutare : ma la cui difficoltà sta appunto tutta nel non provocare un con llitto. D'altra parte, per quanti rimproveri si possano muovere alla Francia e per quante pressioni sotterranee possano essere eserciiate in questo momento dai siderurgici sul suo governo, sarebbe infantile volere ostinarsi a non vedere nella sua politica se non della megalomania e dell'imperialismo. E inutile attendersi che un paese la cui valuta cade rapidamente possa considerare la questione delle riparazioni con la larghezza di vedute e con l'aristocratica superiorità con cui la considera, un paese la cui vallila è già. tornata alla pari. L'Inghilterra agirebbe ben diversamente se il risanamento economico della Germania fosse inteso dipendere, invece che dal sagrifleio, 0 giù di lì, dei credili francesi, dalla restituzione delle colonie tedesche stille quali sventola ogei la sua bandiera. Io non ho mai nutrito speciali simpatie per la Francia, ma non nutro neppure contro di essa speciali antipatie; e l'osservazione spassionata delle condizioni materiali e morali di questo paese condótta già da molto temilo, di pari passo con quella delle condizioni della Germania, mi convince sempre più della necessità, di evitare ad ogni costo l'isolamento dell'uno di fronte all'altro dei due popoli. Ora, proprio a Questo isolamento ha fatto capo invoce, un po' per colpa, di tutti, la conferenza di Parigi. L'Italia aveva avuto abbastanza chiara la visiono della convenienza di impedire la rottura. Ma gli sforzi della sua delegazione, nonostante la buona volontà e l'intelligenza spiegata soprattutto dal D'Ainoglio, riesciròno tardivi e inefficaci. L'on. Mussolini ritenne probabilmente, col suo esperimentato fiuto di vecchio giornalista, più opportuno non rinnovare a tropno breve distanza coi capi di Stato alleati contatti personali che già a due riprese, per naturali intemperanze di linguaggio e inevitabili inesperienze di atteggiamento, non erano interamente tornati a suo favore né a vantaggio della sua causa. Ma il fatto ò che assai più che non a Losanna ed a Londra, qui a Parigi la presenza dot capo del Governo italiano si imponeva, nell'interesse generale. dell'Europa. Ad ogni modo, è bene ricordare che dalla conferenza di Parigi data un nuovo neriodo della storia di questi anni, e forse l'inizio di un nuovo aggruppamento di forze sul continente. Le discussioni di dettaglio sulla cifra dello riparazioni, sui pegni, sui debiti interalleati sono una bellissima' cosa, ma hanno il torto di far perdere di vista la linea generale dell'evoluzione storica. Ora questa linea generale culmina nel momento attuale in questo fatto : Dell'esserci in Europa l'uno di fronte all'altro duo popoli abbeverati d'odio reciproco e turbati dal più profondo malessere, economico n finanziario, due popoli dei quali l'uno conta 30 milioni d'animo ed ha una diminuzione di natalità di 00.000 anime all'anno, mentre l'altro ne conta. (10 milioni, con un aumento annuo ili natalità di 600.0(10 anime, due popoli di cui per giunta il primo è creditore "del secondo. Lavarsene lo mani è facile, e risponde al solilo egoismo di cflktta vista delle nazioni. Ma ognuno vedo quanto rassicurante possa essere il doversi dire, nella circostanza, che la sola garanzia seria che resti di veder l'Europa sottratta alla minaccia di un nuovo cataclisma si riduco, in sostanza, a un ipotetico supremo senso di prudenza di cui vogliamo credere non esente il signor Poincaré! CONCETTO PETTINATO. Il Filini S ta aia dal DKSerao (Servizio speciale della -Stampa») Parigi, 8. notte. Il e New York Herald » ha da Washington che dopo un lungo dibattito il Sonato ha approvato la mozione flood che chiede di ritirare le truppe americane dal Reno. Dopo il voto della mozione Hood il sen. llew ha presentato il seguente emendamento: « Il Senato desidera che il Presidente degli Stati Uniti ordini l'immediato richiamo di tutte le truppe americane oru di stanza sul territorio tedesco. N'ell'esprimore questo volo il Senato dichiara pe-ò elio esso non vuole assolutamente dare al voto stesso un qualsiasi significato non amichevole per qualsiasi nazione europea ». 'l'alo formula è stata approvata dalla maggioranza ; il sen. Rood e alcuni suoi amici hanno rifiutato tuttavia di Votare la mozione cosi compilata. Tutti i senatori favorevoli al Governo hanno d'alIronde dichiarato che la situazione è molto delicata o cho il Senato dovrà astenersi con cura dal dare l'impressione di voler prender parte contro questa o quella nazione. La Siriani comunica: Washington, 8. — Uopo uri lungo dibattito il Senato ha approvato la mozione Rood, che chiede di ritirare le truppe americane dal Reno. Ancora la Stefani; in uà altro dispaccio da Wasliington, dichiara: La possibilità di vedere l'America intervenire nel problema europeo delle riparazioni è di molto diminuita da quando il Senato ha votato la mozione Rood. L'atteggiamento ufficiale riguardo alla situazione odierna viene descritto come quello di uno spettatore avente sentimenti amichevoli verso tutti anelli che sono implicatr] nella orisi, che dà loro in ogni tempo l'assicurazione dei buoni uffici dell'America e della sua forza economica quando la via sarà aperta per l'aiuto americano. Nulla indica che il presidente Harding agirà conformemente alla risoluzione Rood. LnsvzgQslvisgmasngpsFemrrdgcq r] La missione degli ingegneri! Le dichiarazioni dei periti tedeschi alla Commissione delle riparazioni (Servizio speciale delta «Stampa') Parigi, 8, notte. • maranta ingegneri del Corpo delle miniere e della {farina sono partiti ieri sera alle 21,45 pfer Duesseldorf, ove il Governo farà loro pervenire nuove istruzioni, quando il piano fissato dal Consiglio dei ministri dovrà essere eseguite. Questa partenza è stata effettuata nel massimo segreto. Gli ingegneri ignoravano il luogo in cui dovevano recarsi: essi avevano ricevuto in giornata un ordine che intimava loro di trovarsi alle 21,-'10 alla stazione del Nord per effettuare un viaggio. Nel pomeriggio i capi del distaccamento avevano avuto un lungo colloquio al Ministero dei Lavori Pubblici col ministro e con gli ispettori generali dello miniere. E' probabile che un nuovo contingente di ingegneri, destinato alla Ruhr, parta ulteriormente da Parigi. Truppe in marcia - Misure di mobilitazione I corrispondenti dei giornali parigini segnalano intrnto movimenti di truppe. Fra "M altri, il 149 reggimento di fanteria e il 62 reggimento di artiglieria da campagna, di guarnigione ad Epinal, partiranno fra breve per trovarsi mercoledì sulla riva del Reno. D'altra parte, la comunista Humanité pubblicava starnano che ferrovieri del deposito Ji Vaugirard hanno ricevuto l'ordino di trovarsi oggi alla sezione delle ferrovie da campagna del ó.o reggimento genio a Versailles. L'ordine reca questa nota scritta con inchiòstro rosso: Eccezionale ed urgente — per la difesa nazionale. Si insiste nell'affermare che se il maresciallo Foch lavora assiduamente con gli esperti, e il generale Weygand è stato richiamato da Losanna, non si deve necessariamente concludere che il Governo francese intenda procedere ad operazioni in grande stile nella regione della Ruhr. Si può provedere l'occunazione di Essen e di Bochum, a titolo di garanzia, ma a questo si limiteranno per il momento le misure di carattere militare. A tal proposito Poincaré, all'uscire dal Consiglio dei Ministri, nel corso del quale egli confermò che farà giovedì al Senato ed alla Camera una breve dichiarazione sulla situazione estera, ha dichiarato^ alludendo a quanto V Humanité aveva annunciato stamane, che non verranno mobilitati nò un ferroviere né un soldato. Da quanto è permesso sapere, il Gabinetto di Parigi, conscio delle respe,r bilità che esso sta per assumere, avrebbe deciso di dare prova della massima prudenza e di non intraprendere nulla che non si i strettamente conforme al diritto che la Francia detiene dal trattato di Versailles. L'idea informatrice del Govc/no francese è che gli alleati debbano nntor associarsi liberamente in qualsiasi momenti all'iniziativa che esso abbia preso. L'accordo del Belgio con la Francia chea la cooperazione dei due paesi, in vista di un'azione comune, è completo. Tutte le n-'sure necessarie sono già state stabilite. Mentre il Governo sta, dunque, prendendo i primi provvedimenti in vista di un'azione nella Ruhr, i giornali continuano a mettere in guardia l'opinione pubblica contro il nervosismo che potrebbe manifestarsi in presenza della nuova situazione, creata dall'atteggiamento adottato dal Governo britannico. Si insisto sulla necessità di non lasciarsi turbare dai rimproveri degli uni e dalle minacce degli altri. Parrebbe del tutto inesatto, si afferma, dire che l'Inghilterra ha rotto i rapporti con gli alleati per mettersi, come l'America, in una specie di benevola neutralità. Basterà rammentare che il rappresentante della Gran Bretagna ha assistito alla seduta di sabato della Commissione delle riparazioni. le spiegazioni tedesche La Commissione delle riparazioni ha cominciato nel pomeriggio sotto la presidenza, di Barthoti l'esame della domanda rivolta dal Governo francese, tendente a constatare un'inadempienza da parto della Germania per quello cho concerne le consegne di carbone o di cnì;e alla Francia nel 1022. E' noto che la Commissiono delle riparazioni aveva sabato mattina deciso "di udire nel pomerigsio i rappresentanti del Governo tedesco. Nel pomeriggio di stillato la Commissione tedesca avev.f informato il segretario generalo della Commissione delle riparazioni che gli esperti designati dal Governo tedesco, i signori Lubon e Walmischratt, non avrebbero potuto essere a Parip;i che martedì mail ina, ed avevano perciò sollecitato il rinvio a. martedì della seduta che era stala fissata per il pomeriggio di oggi. La risposta fu negativa:- la seduta venne mantenuta per il giorno e l'ora prima designati. La seduta della Commissione delle rip.imzioni cominciata alle 15 è terminata allo 17.50. E' stato distribuito il seguente comunicato ufficiale: La Commissione delle riparazioni si è riunita oggi sotto la presidenza del signor Rarthou, per udire i rappresentanti del Governo tedesco sui deficit nelle consegne di carbone alla Francia nel 1922, deficit che hanno provocalo da parte della Delegazione francese una domanda di constatazione di inadempienza da parte della Germania. L'audizione sarà ripresa domani mattina alle 9.3G, e terminerà prima di mezzogiorno. Dopo l'audizione dei delegati tedeschi la Commissione prenderà le sue deliberazioni. A questo comunicato si possono aggiungere i seguenti chiarimenti. Gli argomenti presentati alla seduta dai rappresentanti del Reich, Walmischruth e Fischer, <die soli hanno preso la parola, non sono stati che una ripetizione di quelli che la Commissione delta riparazioni aveva udito in occasione del suo viaggio a Berlino. Anzitutto essi hanno riconosciuto che la Germania non ha effettuato tutte le conségne che le erano state prescritte; ma hanno affermato che questa mancanza di esecu¬ zione non oltrepassa i biniti ammissibili. Su questo punto importanti differenze si sono rilevate fra le cifre fornite dagli esperti tedeschi e quelle stabilite dall'ufficio dei carboni dello. Commissiono delle riparazioni. Perciò è stato deciso che gli esperti tedeschi o gli Alleati si sarebbero riuniti subilo dopo la seduta della Commissione, per verificare le loro cifre. Quesla, riunione si ò tenuta poi dalle 18 alle 22..'10. I rappresentanti tedeschi hanno quindi invocato i bisogni dell'industria tedesca e l'obbligo in cui la Germania si trova di comprare del carbone in Inghilterra. "Malgrado ciò — essi hanno soggiunto — abbiamo -voluto fare tutto il possibile, e abbiamo, dato'ordini in nonseinienz.i agli industriali del carbone e al Sindacato del carbone; e non è colpa nostra so questi non si è conformato agli ordini che aveva ricevuto ». Siccome il rappresentante del Sindacato dei carboni, Leibsen, non arriverà a Parigi cho domattina, la Commissione ha consentito a udirlo prima di prendere le site decisioni. Le spiegazioni dei rappresentanti della Germania ufficialo sono terminate. Quelle che fornirà domattina il rappresentante della Germania industriale saranno senza dubbio brevi. Non sombra però che esse, più che le altre, possano essere di natura da modificare l'oninione dei delegati alleati. Le inquietudini che, secondo il corrispondente berlinese AelVEcho de Paris, regnano attualmente nei circoli politici ed economici della Germania provano che le misure prese in considerazione dal Governo francese sono di natura tale fin esercitare sulla Germania il desiderato mezzo di prensione. E siccome il piano francese di occupazione prevederà senza dubbio uno sgombro progressivo, man mano che la Germania eseguirà le condizioni che le sono state imposte, si nuò fin da ora stimare che nifi parto dell'opinione pubblica tedesca farà, essa stessa energiche pressioni sui circoli economici della Germania. Concentramento di navi inglesi a Costantinopoli Chi soìfiorebbe cel fuoco ad Angora - La protesta francese ad Atene per i movimenti di truppe in Tracia - Ex Saltino e nuovo Califfo. (Servizio speciale della > SUimpa •) Londra, 8. notte. Da Malia si segnala la partenza o il passaggio di altre navi da guerra inglesi dirette a Costantinopoli. Ciò può indicare ■"he la Conferenza di Losanna si avvicina realmente alla stretta finale. La solidarietà degli Alleati di fronte ai delegati turchi, secondo una nota della. Reuter, promette di esser anche più pronunciata che non prima del disaccordo sulle riparazioni. Nessuna rottura delle trattative è alle viste; ma secondo l'Agenzia, « potrebbe darsi che si, dovesse constatare la iinpossibilità ili raggiungere l'accordo sopra alcuni punti specifici ». Gli. Alleati si accingerebbero comunque a mandare in effetto il proposito che era stalo tenuto 'in sospeso agli ultimi di decembre, di presentare ai Turchi uno schema definitivo di trattalo, esigendo categoricamente un -vi oppure un no. La presentazione aeverrebbe entro questa settimana. Gli ambienti londinesi meglio informati non sono ottimisti sull'atteggiamento dei kcmalisli; ma sperano che i consigli di moderazione: offerii dai più i temperali dei leaders turchi, finiranno per prevalere nel determinare l'accettazione del trattato. Un articolo editoriale del Times per altro sostiene che il. gruppo moderato fra i kemalìsli non nutre alcuna speranza di ottenere il sopravvento, giacche, la slessa vita dei suoi membri e sotto una minaccia costante. Il pericolo a di una irruenza singolare e sintomatica. Il Times manifesta una piena ed assoluta sfiducia nella buona [ade e nel buon senso del Governo (li Angora, o più precisamente nel suo entourage, a Si dice che i veri e propri arbitri della situazione ad Angora sono gli ufflviali dell'esercito, per i quali la pacificazione significherebbe il passaggio alla posizione ausiliaria, e forse anche la fame. Essi sono tanto più forti, in quanto Muslafà ù praticamente dominato da loro: mentre il loro unico scopo sarebbe prolungare la cuccagna attuale, il che non e possibile se non attraverso nuove avventure a destra e a sinistra, per operarti spogliazioni. Il loro appetito li spinge improvvisamente verso Costantinopoli e la Tracia da un lato, e verso la Mesopotamia dall'altra; e avrebbe di mira anche il vilajet di Aduna, e perfino l'Egitto. Tuttavia, se si riuscirà a frenarli, il regime angariano, che ora sta dissanguando l'Anatolia, dovrà sfasciarsi per forza in meno di un anno, perchè il paese è ormai ridotto all'osso ». Tale è la versione del Times. Essa vuole risolversi in un avvertimeli lo: che la pace, in Oriente potrebbe anche essere inolio loti lana. Non è facile, da qui, misurare esattamente quai grado di concatenazione può avere con lutto questo la conferma di una concentrazione di truppe grechi nella Tracia occidentale. Varie divisioni vi sarebbero coinvolte. Il ministro francese ad Atene, dietro istruzioni particolari del Quai d'Orsay, ha sollevale proteste contro questi movimenti di truppe, qualificandoli bellicosi e provocanti. Il collaboratore diplomatico dei Dàily Thelegraph afferma che in questo passo il Quai d'Orsau ha agilo di sua propria iniziativa- Egli riferisce che il Governo greco nega l'accusa mossagli, rispondendo che, in vista delle nuove incertezze di una possibile rottura della Conferenza di Losanna e della continua minaccia kemalisla, la concenti azione di forze gì celie nella Tracia Occidentale ù una mir sura difensiva legittimo, e necessaria. Ad ogni modo l'incaricalo di Affari inglese ad Atene non si è associato alla, dómarrhe francese. Egli sembra riconoscere giuste le rimostranza greche, alienilo i Turchi violalo nel modo più flagrante la convenzione di Mudania, portando le forze amiate nella Tracia Orientale ad una cifra, che supera di molto gli 8000 gendarmi, contempli) li nei documento. Inoltre l'infiltrazione di ufficiali regolari turchi e di sottufficiali continuerebbe, in. ragione di almeno 20 ufficiali e 30 sottufficiali al giorno. Si dichiara, che Vex.-Sul.la.no Maometto VI si. recherà alla. Mecca dietro insistente invilo di Tic Hussein. Ora l'interessante è questo: che una amara controversia sta già profilandosi per le richieste di Angora da. una parte e del Ile.' Hussein, dall'altra sulla ferrovia dell'Hegin.z. 1 Turchi chiedono la. ferrovia, temendo che In perdita di ogni loro titolo nominale sopra i T.uoghi Santi di Arabia servirebbe all'exSuiiano ed al He Hussein di argomento che il nuovo califfo di Costantinopoli manca di Ino degli attribuii essenziali che la legge islamica contempla. Il nuovo califfo poi non sarebbe affatto contento del suo stato puramente spirituale; e molti nomini politici kemalisti cominciano a propugnare almeno una parziale ricostruzione del Sultanato come istituzione. Gì i malesi usili PARICI, 8, sera. La Chicago Tribune (edizione continentale) riceve da Costantinopoli: « Secondo informazioni turche non confermale, gli insorti avrebbero espulso le forze britannir.lie da Mossul ed occupalo il vilayet. I britannici si sarebbero ritirali da Bagdad a Hindiye, ove stanno trincerandosi », / giornali hanno da. Costantinopoli : « Lei truppe britanniche si tengono pronte a partire rapidamente. Tutto il materiale di vettovagliamento e gli archivi sono già ■stali imbarcati ».• 4 Karagac occupata da una. Di-visione greca • Londra, 8, sera. Il Daily Express ha, da Costantinopoli che una Divisione greca ha occupato Karagac nonostante le proteste di un colonnello francese. Il generale greco, comandante, ha rifiutato di ritirarsi. (AB- Stefani). Un passo itegli Alleati presso il Governo greco Parigi, 8, sera. I giornali hanno da Atene: I ministri alleali hanno fatto presso il Governo greco un passo por ottenere In sospensione delle ostilità. Il Governo ha. risposto che la riorganizzazione attuale delle truppe di Tracia non era che una misura di sicurezza.