Mazzini profeta di Wagner?

Mazzini profeta di Wagner? Mazzini profeta di Wagner? Olii va sfogliando e rilega mio, ncll'Edizlònci Nazionale, i quattro densi in quarto degli Scritti letterari oditi o inediti di GiuBOjipp Jlazaiiii, non può frollalo un poiiso involontario di rimpianto, pensando a quaposto occuperebbe ora l'Agitatore .-iella riostra letteratura, sa lo vicende politiche nonl'avessero distolto da questa più seréna oflujeta manifestazione dello spirilo, Chi ci può diro quali altezze letterarieavrebbe raggiunto il Mazzini, se i pregilidm morali indissolubilmente legati allaBua professione di fedo sociale non avesserotalvolta nccessariauiento fatto velo ih lualla giusta visiono dei valori -estetici,..e se lafebbre elio !o divorava non l'avesse indottoa «legnare ogni lavorìo di lima nella sua prosa, o ogni sosta di raccoglimento nel giudizio e nell'affermazione'? L'opera sua loU ter trarla, di critico, appare oggi a noi —ormai freddi esaminatori di un'epoca tem-pcstosa di passioni — solcata di quegli er-male stesse del genio, al medesimo modoconoscenza dell'Italia all'estero, ma intanto— seguendo l'esempio di un altro grandeesulo italiano — per la necessità di « trar-re, anche poco, ma pure qualche utile, dallavoro. corno iute'uomo in miseria » (let-«era. al Ivcsales); cresce la nosa-a ara-nitrazione per ' dubbi dualit tenendo Borisse l'Herzcn — il telegrafo psichico rivo-limonano d'Europa, animando, ordendo erori profondi che sono spesso quasi le stira-nodocho lo crepe travagliose del vulcano stanno a indico della potenza icriiea che dentro ritmilo. Ma so si pensa che qursii saggi di letteratura, di critica d'arte musicate, di storia e di filosofia erano scritti si, in parte, per Hi naturale bisogno dello spirito o per darcongiurando, sbrigando quotidianamenteuna gigantesca corrispondenza epistolare,cacciato conio una bestia feroce dallo po-lizio europee, il capo gravate di condannoa morte, assillato da un disperato bisognodi guadagno, riusciva ad attendere a studipei quali si richiede il più sereno raccogli-mento; per l'uomo che. fra tali angosce.come valutava lucidamente, vivendoci inmezzo, la portata.immensa del moviméntoromantico o dava, quasi contemporaneo, del Monti un giudizio clic più di mezzo secolo dopo doveva parer nuovo e originale, così nel suo lungo saggio sulla Filosofia, della musica, intuiva tanto mirabilmente a necessità d'una riforma musicalo da poter oggi esser considerato, sotto molti a6petti, mi sembra, quasi un profeta del'avvento trionfalo di. Wagner. *** ._, ,. _ „ " . , ,. . L'articolo sulla Ftlotofaddjo musica abui il Mazzini attendeva fin dal dicembre183o (« Ho da jar molto — scriveva infamialla madre il 14 di detto mese - per murecerto articolo sulla musica italiana — tìgu-ch'io. iatevi — che me stato commosso, e ckiodoveva fare ») ; e che doveva essere accoltoin un opuscolo da stamparsi in Italia, na-turalmento senza il nome deil autor»,, com-i invece a puntato nei fascicoli 2.o, S.o e mensile di breve vita che MicheleAccursi,esule remano del 1831, fondu a Parigi nelDiaggio del 36. A rileggerlo oggi, a poco meno che unsecolo dalla sua prima pubblicazione, dopo'epopea grandiosa della riforma di Riccar-paxvo invece a puntato nei .fascicoli 2.o, 4.0 de /, Italiano, la rivista letteraria'epopea gì do Wagner nel dramma musicale, dopo eh? « i cantanti metalli » del maestro di Lipsia mposero al mondo attonite una nuova coscienza di necessità artistiche e (ilosofiche nel teatro lirico, e uomini come il Nietzsche, il Chamberlain, lo Schurò, il Lichtenborger, no svelarono ed esaltarono la formidabile innovazione, mentre conferenzierillustri, rievocando il grande tedesco, sfcrap-pauo ancora l'applauso a un pubblico a]vrileggere oggi, dico, il lontano e quasi ami-lo scritto di Giuseppe Mazzini, vic-n itóodi pensare che il Gemo, su qualunque citi-mino post lo sguardo, esplica meravigliosa-mente quella potenza di divinazione che sijiauij uuwia » ai.'»inii;l' .b it.i. [/iiuij.i.u t~y-passionato (come recentemente il Depanisn una conferenza promossa a 'l'ovino dal-'Aesociaziorie della Stampa Subalpina); arido di qualsiasi pedani crea erudizione edr.rida cultura, per spaziare nei magnifici liberi cieli dell'intuito. « Chi scrive non sa di musica, se non quanto gl'insegna il cuore, opocopiù», così comincia Giuseppi» Mazzini. Ma Aurelio baffi ci racconta elio il suo fratello d'anima o era amantissimo della, musica iomo profondo intenditore delle ispirazioni dell'erte :> ; cho « era attentissimo a tutto ciò che usciva di nuovo nel mondo musicale » e che i lo 6ue relazioni eòi più celebri arìi.ili de! tini-po, come I\!ario e la &r!si, Tamberlick 6 Gioigio Romani, gli offrivano mezzo di aver gratuitamento qualche palco al Tea.-tro italiano, ch'era la cosa più gradita che pgli cercasse per se e pe' suoi più intimi ».La sua squisita sensibilità ricettiva per lo più vaste e complesso l'orme dello spirito che aleggiavano nell'atmosfera, l'avvertivadelle esigenze artistiche del suo tempo. « Quando l'elemento costitutivo di un'Arte, il concetto vitale che lo predomina, ha rn^giunto il maggior grado di sviluppa possibile, ha toccato la più alia espressione a cui gli sia dato salire, e gli sforzi per superarla n'escono inutili, anche dove chi tenta è potente davvero, quell'elemento è irrevocabilmente consunto, quel concetto esaurito... L'Aito ù immortalo ; ma 1 .Vr:e, espressione simpatica del pensiero di che Dio cacciava ad interprete il mondo, ò progressiva com t-ìu ». E restringendo questa sua interpretaeiono da! fenomeno artistico i:i generale aquello deila musica, il Musini nota che«il concotto che le ha dato vita fin qui èconcetto esaurito », oi's « il nuovo non siò rivelato « o con-? r. noi sarà, (Anche isi giovani composi! ori Ci ostineranno a lavorare sui vecchio... finché l'ispirazione notiiaccdidera BOvr'essi da un alt.ro cielo me-splorato iinora ii ìincne la musica sirimaiTà diseredata dalla potenza che crea»,iCgli si domanda: « Chi ha tentato mairisalilo allo origini Qlosoficlio nel problemaqu^-ta.. povertà; concctliunla di una musicamusicale: Chi avvertito il vincolo che annoda la musica alle arti sorelle? ». Il Mazzini non teneva torso, in verità, abbastanzaconto del tentativo di riforma operato più di mc'jzo secolo prima da Cristoforo Gh'.eir; ma si era al tempo in cui il Rossini si a.'formava pronto (almeno si dice), ucila sua suprema indiilercnza per ogni forma di libretto, a music-aro anche la lista, della lavandaia. Ora il Mazzini non era certamente il primo ad avvertirò questo disagio nella più universale forso di tutte le l'erme d arto, elabbandonata, a sh si'"*» senza sussidi pensiero e complemento di forme: già Lessing od Horder avevano auspicato L'unione fra musica o possia, o Goethe profetizaato fusiono di tulio le arti. Ma la tristezza c io sdegno dell'italiano nel considerare elio na poesia elio accompagnava la musica io era « serva, non sorella», priva di ispi razione e di idealità umane e divine, ne-Unta al dramma, prostituita ad ogni sorta eli convenienze e di convenzioni ( « 0>,'gi un Moretto, conio io lo intendo, non troverebbe forse compositoro nò teatro elio lo aoc» gliesso »), non èrano terso un preludio noi: tròppo lontano di ciò che sarebbo ' ?on in dateingigantendo irresistibilmente noli'anima ciclopica del Tedesco, uscito dagli schemi ancor ligi, alla tradizione del lticntit Si gelisi che il carattere nuovo tiri dramma wagneriano & dato, come nota giustamente lo Schiarò, dall'unità, più profonda fra la trama poetica e la trama musicale, per cuiò la prima elio seconda, e che « ss la musica dà al drammail suo spirilo, gli comunica la sua potenza, il dranlgna comanda a tutte lo forine musicali d « allora il rimpianto amaro di Mazzini acquista un valore profetico di rivendicazione futura. Scriveva infatti il 'Wagner {i';.T. Omarini, La riforma di li. IL'.): o l'errore dell'opera come genere artistico consisteva in ciò, cho vi si trattava un mezzo (la musica) come line, il line (dramma) cerne mezzo ». Ma piò in là ancora di una semplice que-stione chiusa nel campo poètico-inusicale, sj spingeva i) pensiero di Giuseppe Maz-~ « Chi ha mai pensato "che il concetto fon (lamentale della musica potessessere tut-ò la, prima e! ki k*uho col concetto progressivo dell'universo terrestre, e il segreto dol suo sviluppo ave-s¬KC a ricercarsi nello sviluppo della sintesi generale dell'epoca...'; ». L'Apostolo si sdef,ua che l'arto che o era nella, Grecia tenuta conio lingua universale della nazione, e veicolo sacro della storia, della filosofia, deilo leggi, e della educazione morale » sia ,( ridotta in oggi a semplice distrazione ». Ed ecco, per Wagner, nel teatro sostituirsi d sognato (sogno che si concretò a Beyruth) do^6va ^» lm tompio una moUitu. djno raccolta „ doveva qnindi CSSPr <». Lfcrutto ,„ modo da favovire - mediante porohcstra invisibile sprofondata nel « mi¬ ai principio della moda e del divertimento un principio di iniziazione o di educazione, appoggiandosi atlo più alto intenzioni dei drammaturghi del passato (Schuré). Ecco l'arte rivestirsi di una missione educativa umanitaria, sociale e nazionale (Wagner sperava nella rivoluziono germanica, alla qualo aderì con slancio). Non più egoistica manifestazione di un gonio, ina apostolato un credente. Per questo il teatro da lui stico collo », e i mezzi architettonici conv ■ £ti l'attenzione più completa alla sce °_ rassoluta frazione dal mondo reale fl ,a visitme id„alo. « Il teatro di E. W. b n primó che sia stato costruito unicamenswlU luto.,ia- Ilon si può restringerò, nep nre ^ le maùifestazioni d'arte, nei 11mj|:i (lcUa „aziouaHta. Egli sogna la mu- L- enropca cile non può scaturire che da]1.accordo perfetto, consacrato a una santa missione, dei due amenti generato- lo - Ull-idea L'idoaUtà generosa che nel Mazzini ra- vi delia musica: la melodia, rappresentante l'individualità, e i'as-Tionia, indice del pensiero sociale: questa, propria del Nord, della scuola germanica; quella, tesoro del Mezzogiorno, della scv>la italiana, « l'in da quando Palesiriw» tradusse il cristianesimo in note ». ti Manca alla musica italiana — egli seri- vè —^ CCacetto sòn^'hc.>terc di tutte le impresa. \\ pensiero ansalo cho avvia lo intelletto, ' . battesimo d'uria .Manca alla ii-ttsica tedesca l'e.. compirla, Vhitrumonto materialft d..1Ia conquista; manca,, non il sentiL-^ ma la forinola della missione. La ,.(U,,;,,a italiana isterilisce ne! materialismo, La „.„,«.ic(, tedesca si consuma, inutilmente no) misticismo ». Una musica europea non '.in",roS^ ' il f0).ze delp] missione. A Jicr<pia per do ^.ra ri avrà, seguita il Mazzini, so non quan- l'espressione music due termini fondamenta] c i riassumila i l'individualità nsiero dell'universo — Dio e l'uomo ». Ed egli è fermamente convinto che in un giorno non lontano il Genio capace del miracolo sorgerà. « L'architettura -- esclama — ha potuto riassumere in una cattedrale il pensiero dominante di dieciolto secoli — e la musica noi potrà? » — «11 genio sciorrà quel problema ili lotta che s'agita da migliaia d'anni, via il bene e il male, tre. l'intelletto umano e la materia, il cielo c l'inferno... ». Orbene, chi se non Riccardo Wagner fu colui che trovò t la forinola della missione »? Nato con un imperioso istinto drammatico a cui si univa quell'idealismc trascendente che porta lo spirito alle alte concezioni (Schuré), egli, sugli esempi di Goe¬ the e popò li Weber, trovò nella poesia mitica lare il tipo del dramma che vajfheg1 h0 umanitario espresso dall'armonia, si fi M cou C|lu.||r> individualo, cho scaluriso! da]]a melodìa;. giaVa, liirwi ..r,.-.uv,,«i,.ji ... do musica strumentale, gliene fornì lo spi- rito. Egli sognò di risuscitare il drammadi Shakespeare, e il teatro greco nella sua armonica complessione di tutte lo arti. Die- de all'ore licsira"ili visibile l'importanza del,, , ,. - , i coro nella tragedia greca, alla quale— come fu osservato — si riannodò filosofica- mente, se non storicamente. Volle, rivol- . • ,. I , ,- . . ... gersi non soltanto ad una élite di mtell:- sciiti, ma. « a tutta !:< fi>!!a dei semplici oìhn primitivi «. 13 nel suo dramma, eoiinu- bio delle arti primitive, il pensiero socia- Viuziono ardente che il senio eia lui auspi ca(o clOVesse balzar.? dal suolo d'Italia : - GiusOppo Mazzini, scrivendo lo sue iiajino divinairici, era sostenuto dalla ♦on- mirava a Domzetti. Ma lassili, nella brn- mosa Germania, un giovane ignoto nascon L{eva nn su(> immr.;,=0 segreto noll'auimo e neii'Mno j,, mi il creatore melodioso "dell'ispirazione il~Xo- „„„.,„,,..,. MARZIANO BERNARDI!. (WW ^^A^Lucia moriva demente scriveva nell'impeto hentfrin. rtt Riccardo Wagner

Luoghi citati: Beyruth, Europa, Germania, Grecia, Italia, Jicr<, Parigi