La Conferenza di Parigi é fallita

La Conferenza di Parigi é fallita La Conferenza di Parigi é fallita Constatata V impossibilità di accordo tra il progetto inglese e quello francese, la riunione si scioglie - Il punto di vista italiano esposto dal marchese Della Torretta -- L'Inghilterra si ritirerebbe dalla Commissione delle riparazioni ? (Serviaio speciale della «« Stampa ) f? Parigi, 4, notte. La rottura 6 ormai un fatto compiuto; e la Conferenza, cominciata sotto tristi auspici, Ita avuto termine stasera, dopo che Poincaré e Bonar Law ebbero pubblicamente constatata l'impossibilità di raggiungere un accordo tra i due progetti che si trovavano di fronte. La divergenza di vedute tra i Governi francese ed inglese era troppo profonda perchè una soluzione amichevole, presentata all'ultimo momento da un alleato facente funzione di mediatore, potesse, avere la speranza di conciliare i>pinioni così divergenti. Già dopo la seduta di ieri, quantunque Donar Law non avesse esplìcitamente parlato sull'insieme dei problemi, ma avesse semplicemente risposto a qualche obbiezione sollevata da Poincaré, i circoli diplomatici prevedevano inevitabile la rottura. La scena finale Le delegazioni hanno lavorato separatamente nella mattinata, prima di trovarsi riunite alle ore 13 all'Eliseo, ove il presidente della Repubblica offriva una colazione in onore dei delegali. Ed alle 15,10 Poincaré apriva nel salone della Rotonda al Qtiai d'Orsay là terza sedala della Conferenza. Nel salone rosso che io .precede o nelle anticamere vi era una folla di giornalisti di ogni paese, che attendeva ansiosamente notizie. Fu un momento di estrema agitazione quando, alle 16,25, Bonar Law, seguito dai delegati inglesi, usciva dal salone della Conferenza e lasciava il palazzo. Fu subito annunziato che la Delegazione si recava all'Hotel Crillon, per tenere una specie di consiglio, e che sarebbe ritornata dopo un'ora. Questo fatto dimostrava già la gravità della situazione. Nei frattempo le altre Delegazioni esaminavano per conto loro la situazione che si era venuta creando. Ma ben presto si sparse la voce che Bonar Law aveva dichiarato apertamente che la rottura dei negoziati poteva ormai considerarsi come avvenuta. Alle 17,30 là Delegazione inglese era di ritorno al Quai d'Orsay; e la seduta veniva ripresa. Alle 18,15 la porto, del salone della. Rotonda si apriva a due battenti, e un segretario inglese, uscendo frettolosamente, lanciava, nel passare, ai giornalisti l'annunzio che tutto era finito. Poco dopo Bonar Law usciva alla testa della Delegazione- britannica, precedendo le altre delegazioni alleate. Sull'alto della scalinata che dà nel giardino fu un ultimo scambio di saluti e di strette di mano; poi le automobili filarono velocemente, mentre giornalisti, fotografi e cinematografisti si allontanavano alla loro volta. Pochi minuti dopo il palazzo del Ministero degli Esteri aveva ripreso il suo aspetto tranquillo. La Conferenza di Parigi (27.a della pace, in numero) era terminata. Le parola rispettiva delle tre nazioni Ed ecco come si è svolta l'ultima seduta. 'Appena aperta la seduta., Poincaré diede la parola al marchese Della Torretta, il quale pronunziò un discorso che produsse buona impressione, sia per il tono sereno sia perchè mostrava come il programma tìell'on. Mussolini poteva avere virtù conciliatrici sotto parecchi punti di vista, dato che il dissenso maggiore tra Francia ed Inghilterra si riferiva specialmente alla questione dei pegni. Il discorso del delegato italiano tendeva a dimostrare che, col prestito interno della Germania, prestito che ormai sembra sicuro, gli Alleati avrebbero riscosso direttamente più del miliardo idi marchi oro che Poincaré spera di ottenere dai pegni produttivi, i quali, per tal modo, sarebbero inoperanti. Per un momento parvero affacciarsi all'orizzonte speranze di conciliazione. Si levò quindi Bonar Law, il quale distribuì un memoriale scritto, in cui difendeva punto per punto il suo progetto, ritornando anzi in parte su alcune concessioni annunziate ieri sera, quale quella riguardante la presidenza della Commissione finanziaria. Poincaré, alzatosi subito dopo, dichiarò apertamente che vi era più poco da sperare data la gravità delle divergenze che si erano manifestate sulla questione dei pegni ; ed aggiunse che, dopo la Conferenza di Londra, egli aveva compiuto tutti gli sforzi possibili per avvicinarsi al progetto italiano. «Ne sono testimoni anche i tecnici — disse l'on. Poincaré. — Infatti i pegni, come li avevo ideati una prima Volta, e come li avevo esposti a Londra, hanno subito una notevole modificazione. Ormai ritengo che fra il mio programma c quello italiano vi sia una quasi identità. Avevo avuto l'illusione che questo avvicinamento del piano francese al progetto italiano dovesse produrre una migliore considerazione nel Governo inglese ». Poincaré esprime quindi il suo rincrescimento perchè tale fatto non si è verificato. L'oro che ha attraversato l'Atlantico,.. 'A questo punto venne deciso di sospendere la seduta, per dare tempo alle varie delegazioni di procedere ad uno scambio di vedute. Ma prima venne distribuita una serie di piccole note che il Governo francese aveva preparato, a sostegno di alcuni punti che Bonar Law aveva ieri contestato, rispondendo brevemente a guanto Poincaré aveva dichiarato. Tra le varie note vi è quella che si riferisce al deposito di oro francese presso la Banca di Londra, deposito al cui riguardo candidamente Bonar Law disse « che aveva da un pezzo attraversato l'Atlantico ». Poincaré precisa in questa nota, che è stata diramata anche dallV Agenzia Havas », che il deposito oro di un miliardo e quattrocento milioni di franchi era stato effettuate dalla Banca di Francia alla Banca d'Inghilterra in virtù di un accordo, firmato il 15 agosto 1916, tra Asquith e Mac Kenna da una parte e Ribot, e Briand dall'altra, accordo che ne prevedeva la restituzione tre anni dopo la guerra. A tre riprese diverse, dopo quella data, l'Inghilterra ne aveva chiesto l'abbandono al Governo francese, che per tre volte ayeva rifiutato nel modo più formale. Le ultime conversazioni a tale riguardo erano state condotte da parte della Francia da Loucheur ; ed il Governo francese si era formalmente rifiutato ad abbandonare questo deposito d'oro, che non avrebbe dovuto uscire dalle casse della Banca d'Inghilterra. Si trattava insomma iVjLin deposito di garanzia, di cui il' Governo~ilannico non poteva in nessun modo disporre. L'interpretazioae data era dal Go- verno inglese non puf? cannili in nessun modo essere ammessa dal Gabinetto di Parigi. La ripresa : complimenti di commiato La seduta venne ripresa alle 17,30, Poincaré fece una breve! esposizione per rispondere al memoriale inglese, rilevando come esso, anziché alleviare, avesse aggravate le divergenze che già esistevano. Quindi dichiarò che in queste condizioni gli sembrava inutile continuare le discussioni. Bonar Law fece a sua volta una dichiarazione, constatando la impossibilità d'una intesa, colla Francia. Il primo ministro britannico soggiunse che riteneva inutile continuare una conferenza che non avrebbe dato nessun risultato positivo. E tratto di tasca un documento preparato, lo lesse ali?' Conferenza. Io quésto documento Bonar Law, parlando a nome del Governo e del popolo inglese, esprime tutto il rincrescimento per il l'aito che l'Inghilterra non si sia potuta mettere d'accordo con la Francia sulla gl'ave questione delle riparazioni ; ma dichiara essere sicuro che iole fulto non turberà per nulla là cordialità e la sincerità delle relazioni amichevoli che sono esistite ed esisteranno sempre tra i due paesi. Poincaré a sua volta redasse seduta sfante e immediatamente lesse un'altra dichiarazione, nella quale esprimeva gli stossi sentimenti. Il marchese Della Torretta, alzatosi, ospresse a sua volta il rincrescimento suo e quello dell'intera Delegazione italiana, por il fatto che gii sforzi, da questa fatti sinceramente per raggiungerò un accordo fra gli Alleati sopra una questione così grave, non fossero stati coronati da successo. II capo della Delegazioni: italiana ha. esordito col dire che il progetto inglese appariva animato dalle più nobili intenzioni ; ma non riusciva a risolvere equamente il grave problema dello riparazioni. ' il discorsi} del delegato italiano «Nella sua parte clic chiamerò instituzionale ■.— ha detto il marchese Della Torretta — il progetto inglese crea due nuovi istituti, che appaiono completamente estranei al merito delle riparazioni. L'uno è il tribunale imparziale, organismo che si sovrappone al trattato, e si attribuisce funzioni che il trattato affida alla. Commissione delle riparazioni. Il giudicare della capacità della Germania a pagare è compito essenziale della Commissione delle riparazioni. 11 giudizio è disciplinato dall'art. 234 del trattato di Versailles, il quale contiene una dello disposizioni base dell'istituto delle riparazioni. Non si tratta di modificare l'annesso 2.o, come fu fatto quando si volle costituire il Comitato di garanzia. Questo Comitato non è che un vicino, della Commissiono delle riparazioni. E' nominato e dipende da essa. Le modificazioni all'annesso 2.o furono possibili perchè il Comitato di garanzia* rientrava nell'ambito del trattato. Il tribunale imparziale viceversa è al di fuori ed al di sopra della Commissione delle riparazioni ; sostituisce questa nelle funzioni più delicate ed importanti. Quindi modifica radicalmente il trattato. « Ed altrettanto si dica del Consiglio finanziario di confrollo, da istituirsi a Berlino coll'intervento dei neutri, e sotto la presidenza del ministro delle Finanze tedesco. Il progetto inglese prescrive che questo Consiglio sia assolutamente indipendente dalla Commissione delle riparazioni. Ecco un altro istituto che si sovrappone al trattato e no modifica l'VIII parte. « Questi nuovi organismi, a quanto sembra, dovrebbero, secondo il progetto inglese, coesistere colla Commissione delle riparazioni e co-I Comitato di garanzia. Certamente non si raggiunge in tal modo una economia di spese ; si raggiunge invece una sicura confusione fra le attribuzioni dei vari organismi, ed una condizione di cose capace di produrre ogni giorno un conflitto. Ma su questi nuovi istituti, che il progetto inglese vorrebbe creare, si è lungamente svolta la critica del presidente Poincaré ; e non è forse il caso di indugiarvisi più a lungo. t Come il progetto inglese ferisce gl'interessi italiani « Il presidente Poincaré ha denunciato una lunga serie di modificazioni al trattato, che verrebbero apportate dal progetto inglese; ma ne ha omessa una, che per noi Italiani ha grandissima importanza. Gli articoli 232 e 233 del trattato di Versailles stabiliscono un principio fondamentale del sistema delle riparazioni: cioè il principio della solidarietà tedesca per le riparazioni dovute anche dagli altri Stati ex-nemici. 11 piano di Londra si basa su questo principio. I 132 miliardi rappresentano il risarcimento dei danni cagionati da tutti gli ex-nemici. La Germania è tenuta a pagare per tutti, salvo le deduzioni dalla somma globale di quella parte di riparazioni che pagassero gli altri Stati ex-nemici. Ora il progetto inglese annulla il debito globale, e fissa un ammontare delle riparazioni che rappresenta soltanto il debito tedesco. La Germania paga per sò sola. Se l'Ungheria, l'Austria e la'Bulgaria si rifiutassero di soddisfare alle proprie obbligazioni, o non fossero più in grado di soddisfarle, la Germania non sarebbe tenuta a sostituirsi ai suoi ex-alleati nelle rispettive obbligazioni. Almeno questo sembra dedursi dal progetto inglese. Si distrugge in tal modo l'edifìcio giuridico più notevole della parto VIII del trattato di pace: il principio essenziale di giustizia, secondo il quale tutti coloro che hanno cagionato danni in comune sono tenuti solidalmente a ripararli. « E' inutile rilevare che tali modifiche del trattato dì pace pregiudicano soprattutto gli interessi dell'Italia, che' sui pagamenti dovuti dagli Stati ex-nemici che non sono la Germania, deve ricevere il 25 per cento, secondo l'accordo di Spa. L'Italia» non si potrà più rivolgere alla Germania nel caso, molto probabile, che l'Austria, l'Ungheria, e la Bulgaria non possano o non vogliano pagare le riparazioni loro imposte dai trattati di Saint Germain, del Trianon e di Neuilly. Bisogna ricordare che la percentuale del 25 per cento sui pagamenti austriaci, ungheresi o bulgari fu assegnata all'Italia qua- fosse adottato, distrutta la solidarietà fra i debitori, quale compenso avrà l'Italia per questo pregiudizio che la colpisce? Buoni G - Moratoria « Ma non si tratta di un pregiudizio. Piuttosto di una serie di danni. Infatti il progetto inglese annulla tutta la serie delle obbligazioni C. Ora è risaputo che, coll'accordò interalleato dell'I! marzo 192%. una parte speciale di questi buoni C erti stala, concessa all'Italia per compensarla di altri sacrifici l'atti ivi favore dell'Ali-1 stria. Se il progetto inglese fosse adottate, aboliti i buoni della serio C, all'Italia dovrebbero concedersi altri corrispettivi, in luogo dei vantaggi che le erano stati assegnati coll'aecordo dell'll marzo 1322, e che il progetto inglese verrebbe a ritoglierle. Si aggiunga che coi buoni C era stato fissato fi regolaménto dei debiti e dei crediti fra gli Alleati, derivanti dal trasferiménto dei buoni di'Staio eseguiti dall'Ausi ria e dall'Ungheria col trasferimento dei territori. Vi è un apposito annesso all'accordo dell'll marzo. 11 progetto inglesi' Unge di ignorarlo ; e abolendo i buoni C non si dà alcun pensiero del rictlo annesso. Da ciò derivano altri pregiudizi all'Italia e agli altri Stati cessionari di territorio da porte dell'Austria e dell'Ungheria. « Quanto alla moratoria, il progetto inglese l'accorda per un periodo più lungi) di quello richiesto dalla Germania, qualche mese fa, ufficialmente, alla Commissione elelle riparazioni. La Germania la chiede per due o Ire anni ; ed il progetto inglesi l'accorda per quattro, ed a condizioni più vantaggiose di quelle che invoca la Ger- mania. Il Governo tedesco infatti ammette il dovere di fare consegne in natura Der i territori devastati ; il progetto inglese invece limita le consegne in natura ad un po' di « coke » alla Francia ed a un po' di carbone all'Italia. E' da sperare che, dopo Io dichiarazioni di Donar Law, là Delegazione inglese ammetta che l'Italia ha diritto ad avere il carbone indispensabile per i suoi bisogni. Non sarebbe infatti giusto che, mentre si fanno tutti gli sforzi per sistemare in questa Conferenza il bilancio Tedesco, si arrivasse a. peggiorare in maniera grave la si'nazione delicata del bilancio italiano. Questo danno al bilancio italiano si verificherebbe eli sicuro se l'Italia dovesse procurarsi sterline e dollari per comperare carbone all'estero. La misura dal condono dei debiti interalleati « In quanto al condono parziale dei debili interalleati, devo ringraziare innanzi tutto il Governo inglese di avere accettato la proposta dell'oli. Mussolini, di regolare insieme colio riparazioni tedescì,*;* onesto grave problema, che tanto pesa sui credito generale dell'Europa. Ma 'in che modo il progetto inglese stabilisce questo regolamento? A Londra le intenzioni dell'on mar Law pan-ero più larghe. Oggi il progetto inglese chiede, come prima condizione, la cessione dell'oro italiano depositato alla Banca d'Inghilterra. Devo a tale riguardo fare una riserva. Si dice nel progetto inglese che l'oro fu depositato in garanzia dei prestiti. Ciò non è che il risultato di un malinteso: perchè l'oro fu elepositato alla Banca di Inghilterra soltanto per coprire la eccedenza della circolazione causata dai prestiti. L'oro depositato in gran parte non appartiene alla Tesoreria italiana, ma ad istituti privati. Esso figura come in deposito presso la Banca d'Inghilterra. Se la proprietà di questo oro passasse all'Inghilterra, l'Italia no sarehbe grandemente danneggiata, perchè dovrebbe subito comperare mezzo miliardo di oro, per restituirlo ai prestatori. « Il progetto inglese tlomanda inoltre che l'Italia ceda all'Inghilterra un miliardo e mezzo di buoni che riceverà dalla Germania, secondo il nuovo piano di pagamenti. Ciò significa annullare quasi tutte le riparazioni che l'Italia rmù sperare do.lla Germania, secondo il progetto inglese. Se i buoni della prima serie si ridurranno a 25 miliardi, meeliante i pagamenti anticipati, come prevede lo stesso progetto inglese, e se di detta somma soltanto Ì'SO per cento è destinata alle riparazioni (l'altra parte essendo destinata alle spese di armata di oc-cupazitme, alle spese di controllo ecc.) la quota del 10 per cento, che l'Italia riceverebbe sulla cifra netta delle riparazioni tedesche, sarebbe pressa poco uguale alla somma che dovrebbe ceelcre all'Inghilteira. « Ma l'opinione pubblica italiana, che segue ormai con attenzione questi problemi, potrebbe al riguardo faro un'amara riflessione. All'Italia spetta sui. 132 miliardi tedeschi per una parte il 10 per cento, per l'altra parte il 25 per cento: sicché la sua quota può calcolarsi dai 16 ai 17 miliardi di marchi oro. Ora il progetto inglese propone di ridurre tale credito italiano a poco più di due miliardi, vale a dire esige che l'Italia condoni i suoi crediti verso la Germania, accontentandosi dell'll per cento. Per contro, l'Inghilterra, che ha verso l'Italia un credito eli circa 9 miliardi di lire oro (senza calcolare gli interassi, non calcolati neppure verso la Gei-mania) sarebbe disposta a condonarli purché le si versino 2 miliardi e 350 mila lire oro: vale a dire il 25 per cento del suo credito. Cosi l'Italia dovrebbe essere più generosa verso il suo ex-nemico che non l'Inghilterra verso la sua alleata. Altra amara riflessione sarebbe quella che mentre la Germania si libererebbe in tal modo dai suoi debili verso l'Italia, l'Italia non si libererebbe dai propri verso gli Alleati e associati, perchè rimarrebbero sempre ti suo carico quelli americani. « Vero è che vi sono i buoni della seconda serie. Ma saranno essi emessi ? Questo è il problema. Dato che siano emessi, il progetto inglese li destina all'America ; e qui sorge spontanea la domanda : Sa l'Inghilterra che l'America accetterebbe tale modo di pagamento '? Vi sono esplicite dichiarazioni contrarie del Governo americano, che avverte di non volere accettare in pagamento i crediti di riparazioni. Sarebbe razionale stabilire qui fra noi un sistema di pagamenti per l'America contrario alle dichiarazioni americane ? « Ma il progetto inglese chiede anche un'altra condizione per il condono parziale dei debili; e cioè che gli Alleati s'impe- ria e dalla Bulgaria. Ecco un'altra esigenza contraria al trattato. Quando si tratterà di firmare le indennità dovute dall'Austria e dall'Ungheria, e di concedere speciali facilitazioni alla. Bulgaria, Ja Commissione delle riparazioni agirà come tribunale. La capacità a pagare" dei singoli Stati sarà stabilita da ciascun membro della Commissione come da un giudico. Ora. è possibile che i giudici si vincolino in anticipazione ad appoggiare una proposta che farà uno di loro, e che essi ancora ignorano? Sarebbe lecito ai Governi di fare pressioni sui giudici, perchè accettino il punto di vista di uno eli essi, e clie i Governi stessi ignorano ? La risposta non può essere dubbia. Le caratteristiche del progetto Mussolini « Per queste ragioni io non posso accettare, in massima, il progetto inglese, malgrado riconosca che, nel suo rigore tecnico,, esso ha particolari molto interessanti e contiene un piano di sistemazione organica elei problema delle riparazioni. »Ma un altro ranno, forse più modesto e cerio meno riero eli particolari, si trova avanti a voi: quello presentato tiri dalla Conferenza di Londra dali'ou. Mussolini, e che. io vi prego eli prendere in considerazione, non per la sua nazionalità, ma perchè mi sembra elio esso presenti maggiori probabilità eli riunire i consensi. Esso vi proposo per primo la riduzione dei debiti terle.sebi a 50 miliardi eli marchi oro, salvo riduzioni in caso eh pagamenti per anticipazione, e questa cifra è ormai accolta tanto dal progetto inglesequanto èia quello francese, sebbene le modalità di accettazione siano alquanto dif. ferenti. Fisso vi propose per primo anche la compensazione dei tlehiti interalleati con parte deilo riparazioni tedesche. Ora questa idea ha fatto un gran cammino, ed è accolta tanto dal progetto Inglese quanto da epiello francese. Lo condizioni di tale regolamento, che regnerebbe un gTan passo per la pace economica dell'Europa, non sono ancora concordate: ma non voglio essere pessimista fino al'punto di dire ohe un paziente o accurato esame, e più larga cenorosita da parte inglese, non giungerebbero ad avvicinare gli interessati « Il progetto italiano inoltro concede la moratoria; ma esige che il Governo teetesco faccia il prestito interno, al quale lo stesso Governo tedesco si dichiara disposto. Ora questo ò forse il modo di conciliare i vari punti eli vista circa la questione elei pegni, che e pur quella che maggiormente ci divide. L'ori. Uonar Law diceva ieri che non si concilia l'idea eli una moratoria con quella ci pegni produttivi, i quali sottraggono le risorse alla economia tedesca; od aggiungeva che i pegni impediscono l'operazione del prestilo. La Delegazione italiana pensa invece che se il prestito avesse luogo (ed è facile che riesca col concorso elfill'inaustria tedesca, ormai disposta, ad assicurarne il successo), i pegni pr> I Irebbero non essere più operanti, perchè !a I Germania sarebbe in condizione di eseguire . j pagamenti per unto il periodo eleìla moratoria. Forse in questo caso i pegni potrebbero servire a facilitare lo stesso prestito. «Io vi prego quindi, dopo esaurita questa ampia discussione, i n ha servito a svolgere lo idee generali ed i concetti principali che ciascuno pone a base rleila risoluzione del problema che ci occupa, di premiere in esame Un progetto che rappresenta il giusto mezzo delle idee esposte, e che ha forse la virtù di conciliare lo differenti tendenze manifestatesi in questa Conferenza ». Thcunys, capo della Delegazione belga, si associò al tenore dello dichiaraziODi del marchese Della Torretta. Dop- di che la Conferenza venne dichiarata chiusa. Mancavano pochi minuti alio 17. La questione ritorna alla Commissiona delie riparazioni L'insuccesso della Conferenza lascia in sospeso la questione della moratoria tedesca, che sembra rientrare nella competenza della Commissione delle riparazioni. Questa, che da qualche tempo è già in possesso della domanda di moratoria della Germania, ne delibererà probabilmente martedì prossimo. Copie è noto, la Commissione delle riparazioni vota a. maggioranza, ed il voto del presidente è preponderante. Nei circoli britannici di questa capitale, e fra i giornalisti inglesi, si diceva che la Inghilterra stessa deciderà, in seguito al constatato disaccordo, di ritirarsi dalla Commissione delle riparazioni : ciò che potrebbe segnare !a fino della Commissione sfessa. Ma una precisa dispasizione contenuta nel paragrafo 2.0 dell'annesso 2.o del trattato di Versailles stabilisce che nessuno dei Governi rappresentati nella Commissione avrà il diritto dì ritirarsi, se non dopo un preavviso di dodici mesi, notificato alla Commissione delle riparazioni, e confermato nel corso del sesto mese dopo la data della ;ffhna notificazione. Ma la cordialità delle'webiarazioni fatte da Bonar-I.nw prima della fine della Conferenza non autorizzano a ritenere che l'Inghilterra intenda rinunciare à far parte eiella Commissione defle riparazioni.