Balzac e la vita elegante

Balzac e la vita elegante Balzac e la vita elegante Nella foresta balzacLiaim' i lettoli tìon-<?S£TT? &val™?n T..* 11 r0,na"-ticismo dei caratteri e delle situazioni si ac-cusa, le inverosimiglian7* sl fann. più stri.denti: non invano quasi un secolo è pas-sarò, e le correnti del realismo die proce-elevano da Flaubert straripando rinnovarono c distrussero. La nuova lei telatura, povera, c acute, lucida, scarna, o quando tende a gonfiarsi di esuberanza questa si palesa lirismo analitico, come in Marcel Proust. La gioia c la facoltà di creare del grande maestro sono a. noi sconosciute: egli fu un veggente e un osservatore, noi. animo fredde, costruiamo personaggi con abilita, meccanica e: ingegnosa malinconia, Vi e un Balzac minore, di cui non si vuole parlare, « a cui si accenna con fretr pj c*Pudu-iBia : i Conte» drolatii/uef, la J lymotogie du narri,;,,/-, le l'etitex murici de fa vie coujugnh sono: o taciuti dai cri- liei o appena menzionati, li sbieco e con mal celato sprezzo. Se il Saiiite-Bouve non aveva sdegnato di intrattenersi sull'eie- mento fisiologico dell'autore della Co mèdie tiumawe, con la consueta, eleganza e 1 in-coniparabilo penetrazione, se a Taiue non spiacque_ considerare anche questi motivi d arte, Ferdinand Brìi nel ière se ne ritrasse con comicissimo orrore, (ili e clic il positivista cattolico amante di Darwin indietreggiava costati temoli te di fronte all esame libero di un argomento qualora questo fosse capace di disturbare la tesi: gli sfuggì il La Fontaine dea Contrs, e costrinse Balzac n limiti arbitrari non vedendone le origini romautico-melodrammalieho e la sensua- Uà. così che la sua monografia, per tante parti eccellente» non è impostate secondò verità. I libri del Le Bretoii e del Faguet, che la precèdettero e seguirono, pur avendo dei capitoli singolarmente for;! n delie os- srr.-a7.ioni perspicaci non mossero da urta..arga ricerca, ma dallo -iberna connine, e se i tratti della grandi arte di Balzar sono ii essi ormai, fermali non se ne scorge che nconiplétemonte la genesii .11 7ratte de Iti ! ir rifilante, e la Tbrune de fa dimmeli e} che oì.'£ì si ripubblicano per cura di Claude Varczo, romanzai vice, tpparteiigono a quel lato dello scrittore che ci s amo proposti ù> illuminare. .-.*'# Lcs Clioiuins, nel 1S29, segnano l'afTer-nazione del Balzac definitivo, di quello che a posterità rivendica : il decennio di prova che va dallo scacco familiare della tragedia u CratnweU alla caterva dei romaiiz.i seri bacchiaU sotto diversi pseudoniihi per il piacere dei lettori di Anna Rudcliffe è superato. Dal ricalco dì Walter Scott, Balzac nello stesso anno ^'iinge alla l'htjxiolnrjic. I hi muriaiir, la quale specie se si abbia. ' rfguiirdo'alla dal a clic indica come inizio eli imposizione il 1S'2<I — v di*una maturità notevole e inquietante. Chi ha voltilo far- a rientrare nella vena giocosa in cui si col- ' exiaiin i Contrs drohitì^tien non ha toccato die una parvenza eli giudizio critico. Tu' ondò, noi siamo spinti ad esagerare la fai-ItUt e l'artificio elei pessimismo dei roniail- iei, e a confondere un Hugo con Vigny, Mtisset, ed anche Gautier: porche i Caule* dralaiiqurx sono eli quel cinismo allegro in flStt-rìà coniugale clic- èia le sue fonti nela letteratura delle origini e in quella clasica non è equo dedurre clic la fh-yiìntogie. (Ia una fanfara giovanile e gioconda: la otta tra i sessi ha un substrato tragico chelr.ou rimase occulto ai Balzac. Pertanto, otto l'intonazione spigliata e attraverso le eorie di dubbio cìi=to c i particolari vela cessione riessimi ve di si ampa o i con scarso senso letterario vibra una con- j ' ica che troverà, nelle prò- l'erti whizzi marginali delle i l'etite» niifèrex dr in vii corljutjirte (che si vanti., sneceflendo dal 1830 a! 1846 in più riprese") hi conférlna dell'etri inoltrata, del- i*esperienza vissuta: conclusioni concordi, Se degli ni! imi itaegi il Le Breton ha op- porluiiiimente rilevato » l'eccelente reali- amo » nei primi non ha scorto che « un [péssiiiiismn dn caffè <> da collegio, a cu: non deve«i attribuire grande importanza » spez- .anelo così una continuità che a noi appare, ogica. Procedimento il suo che se-opre il j"»tto capitale ai:-, accennato: quello di i aver riconósciuto il Balzac pensatore • nasce dal Balzac grossolano; lo studiodi scienze sociali (e eli pseudo scienze') io spunta eia! libertino enfatico e parolai. a. giustificarlo, fonie oiù tardi il filosofo erra spremere dalla realtà osservata ma- .uiioquenti teorie, cosi sin .lai principio, l discepolo di Brillat-Savaiin, di Gali e di Lavater vuole edificare sulla psicologia-astratta, e il curioso si c che il tinaie di Le. n.ré de 2'mirn è ridicolo, mentre il Traifr de fu T'iti ilér/aitte a suggestivo. Le caratteristiche de! Balzai minore che c'interessa sono le; tradizionali. L'arguzia, o spirito, non brillano e scoppiettano e:ero nelle sue pagine abbondanti, nei suoi capitoli folti: nemmeno il tono dec-aeleute e sentimentalmente perverso e strascicato, che con tanto successo adopero il Bourget nella rhytiolmiie de fniinitir moderne è tra e sue risorse. L» potenza di scrittore con- lilla riui ad esercitarsi con rabclaieiana 'orza, con infaticabile tenacia. Nel suo gc- ilo esisteva alciuichò di quella copia infi-tila e prodigiosa che è alla radice dell'arte ti un Hugo: quando si pensi a Le jì'hin, a distanza tra l'animatore dei castelli re- nani e il vivificatore eli qualche osservalo- ne morale non sarà stima!,.-, eccessiva. In pmbedue vi era la mao osa e feconda di- «cesa delle acque da una sorgènte monta- Va alla pianura irrigua. Ma se l'uno raffre- ava il corso in mirabili giuochi l'altro onno sovente lo scatenava. Quindi nel i 6Ìzac la ve il.o-.it,-. c sistematica e diventa Néccio .-...-adito, n movimento .1 ingenua lorica, o popolaresca enfasi: talora però i questi sono i miracoli dell'autore dei -"- . a,,*, che hanno un primo capitolo ine poi si svolgono :-.:!< che fa rabbrividire e poi si svolg con sì franca robustezza — il torrente si ir-- •!••«''• e tumultua negli argini stretti, ed ecco paline lucenti (il Traiti de la vie. • 'trintr, non ne manca). Nel Balzac che «•• attrae, il rigoglio d. -li istinti meno arici ci aiiti b più che altrove evidente: ciò he ni malsano, di , ilgannentè corrotto, <■' golosa niente indissi.-. . ci ùtienè la sua rte si ir \nifesta a suo io. Si .- impiontle* i-i tal ui-do l'assoluta e.-.'t■■/•/„» dell'inda- He sa-iii- -beuviana, elio j • ■■ .Ugna, rtoniparare Balzac a Brillai-Sa v.. i ì un teina che iìnisce per imporsi, coivi* pure • -re nietiei- in chiaro tnetodie*menb>' i rapporti e 1" filiazioni ihtèUf/tjtuali coti che abbiamo nominato; tutto un .- • ! suo spirito ne uscirà: ■ te-contenmoci.d : ver fissata l'iiK.i.adratura. atanto, rendendo que-i» operette nf. -• siuora curiosità d|P" adolescentir- che invece nano sci iijfolosn e sagace I attenzione, la definizione .-he Balzar diede IM r°™nzo: . storia private delle nazio ni , olirne un valore, decisivo. La Phu !„'«,,„„>, )e rrli, ,„,>Wr> rivestono un diiplilco significato storico: di autobiografia e di documento : basla estrarre il concetto clol-l'amore che le ispira. Dal temperamento delio scrittore, dalle alternative della coppia_ umana descritte, dalle teorie che ne derivano, si sprigiona l'essenza dell'epoca romantica. ?** Agli Si nifi analìtici fu dal Balzac riaer. vato il compito di « ricercare, i principi » Ideile cause e degli effetti: è noto altresì jche il grande romanziere era infatuato del : bel mondo, ma ricco di doti negative per màrtteneryisi, brillarvi, e --- quel che peg gio -- descriverlo con garbo. Rassicuratej vi : i legittimi dubbi permessi a chi si ac cinge .-ir! aprire il Tratti de la vie elegante. !si addimostrano sconvenienti. L'estetica della vita mondana che il Balzac ha inteso (con queste, e con i trattateli! sul guanto, li] sigaro, ecc.) fondar*, muove da una tri plico distinzione: l'uomo che lavora (t vite occupata j), l'uomo che pensa (c vite d'artista »), l'uomo che non' fa nulla (« vita elegante ») essenzialmente aristocratica e n parer nostro affatto di.» filosofia cri¬si lana ». La vita elegante si definisce « l'arte di animaro il riposo » e, di corollario in corollario, « la scienza delle belle manie re ». I! Balzac ne abbozza la stòria, inseren dovi delle strutture di pensiero che gli sono proprie, e ha delle osservazioni acute, sne eie là dove nota, la differenza tra l'idea di nobiltà (caratteristica del medioevo, e che poteva accoppiarsi se'.iza. scandalo a modi villani') e quella di eleganza-, facendo di quest'ultima una conquista moderna, di spiriti raffinati e sottili, i quali non consi dèi-ano più. come nel passato, la nascita, ma ritengono unico titolo il merito perso naie. La superiorità quindi viene a perde re la base immorale su cui posava per ap pai-ire al contrario prodotte di uno sforzo: meno limpide sono le relazioni che unisco no società, moda- e metafisica : qui il Bal zric e gravato ilalle confusioni ideologiche che lo assediano abitualmente, e le lascia irrompere nel suo giardino. La vita degan- le si compone per lui di <• traduzioni mi- teriali del pensiero » e può tracciare l'elo gio di Brummel e gli aforismi che lo secompaptnàno. Poste così le fondamenta al silo edificio, disfciiiErùé una seconda parte: . • . ,- * 1 u principi irencrali » e una terza . cose clic procedono direttamente elalla perso- ila » suddivise in capitoli sull'abbipliamcn- lo elegli uomini e delle donne, i barrili, i profumi, ecc. La quarta parte doveva coni prendere jrli accessori (appartamenti, cavalli, mobili, arte di ricevere, ecc.). Di questo piano Balzac non eseguì che le duo prime parti e il principio eiella terza e — come operetta distinta anziché come paragrafo -- la T/irtirir de fa dr.nnrchr. La semplicità, relativa, l'armonia, l'uni- la sono i criteri che svolgo in belle pagi- ne, di una purezza di lineamenti quale di rado ci e tlato di salinaro in lui. Da simil presupposti scaturisce la condanna del dandismo, eresia jierchè « essendo la vita elegante un abile sviluppo dell'amor proprio tutto ciò che rivela troppo fortemente la vanità produce un pleonasmo ». E della terza partizione non restano purtroppo che i preliminari, la démarchc est la physionomie du il trattalo non fa che indicare i La Thèorie. de la dtuiarehe c per ogni riguardo assai inferiore : stilisticamente rigonfia, slabbrata, si solleva soltanto per la vivaeità prosperosa del fraseggiare, e — qua e là — è una caricatura involontaria del Victor Hugo sentenzioso arcangelo. Prenies so che corps rap]>orfci tra l'andatura dell'individuo eia sua psicologia, precorrendo così Conan Doyle : vi sono — è vero — delle squisito osservazioni prese dalla realtà, ina il colicatto informatore è di una semplice ingenuità di pseudo scienziato che non solo non si accontenta dell'approssimativo, ma. pre- stime <- pretende che questo sia innalzato all'assoluto. L'opuscoletto termina sul con- trasto tra il pan-siero che corrompe il movi ment<i del corpo e 1 immobilità di questui- timo che esercita analoga azione. Peccato che. una volta suscitala l'antitesi, Balzac divaghi e ami varcare i limiti delle proprie possibilità. Non vorrei che qualche intelletto disposto all'ironia disegnasse un parallelo tra la ansia amorosa che gettò Balzac ai piedi deila dlichessa di Castries. che lo disilluse e respinse, della vita il suo m segui mento elegante, abbastanza vano. La teoria vinse la pratica.: colse i fiori dell'arte, non strappò i frutti della realtà. Quando si sono lette le duemila pagine della corrispondenza si c indotti a dubitare se l'immagine cinematografica, che lo raffigura nel ?aio di un monaco, affaticato ed erculeo, in clausura per debiti, sia la più esatta. Ambizione di "loria, desiderio d'a-more, brama eli ricchezze, furono le tre molle della sua «■sistenza. Affondò nrofon damente nel suo tempo, fu nell'anima bor ghese e democratico, nonostante le sue espi razioni mondane: anzi, queste sono il se suo della sua natura plebea, che necessi tava l'ascensione materiale, l'apparenza lus suosa e la nobiltà. Una delicatezza morale molto relativa, un gusto letterario discuti bilissimo, un'educazione_ appena sbozzata lo consacrarono popolo: il suo torto fu nel pretendere di uscirne: poteva, come Hugo, 'crearsi una nobiltà a rovescio, e più gran de. Non volle: Fu trascinato a salire e non s'accorse che la sua vita più vera rimaneva al di qua. Fu uno Shakespeare meno ricco 'li sogno e di divina fantasia, ideatore di itipi talvolta fantastici sempre intensamente scolpiti. Del modello ebbe solo alcune 'parole profonde, di umanità rivelatrice e il dono di creare colossi. Aderente alla ter-ra rimase l'operaio membruto, scamiciato e gagliardo, che ha inciso per questo volume Achille Quvre. A. CAJUMI.

Luoghi citati: Castries