Rocambolesco furto alla Banca Commerciale in Genova 25 "cassette a custodia,, manomesse - 15 milioni?

Rocambolesco furto alla Banca Commerciale in Genova 25 "cassette a custodia,, manomesse - 15 milioni?Rocambolesco furto alla Banca Commerciale in Genova 25 "cassette a custodia,, manomesse - 15 milioni? ladri penetrati per le fognature Una galleria che costò un di lavoro ! Dolce di Natale e sigarette col labbro d'oro... mese Genova, 27, notte. Verso mezzogiorno si dtlfuserò gravi e insistenti nutizie di un audacissimo furto, che ai più interessali era già noto nelle prime ore de) mattino, furto consumato da parte di ignoti ai danni della Banca Commerciale italiana, sede di piazza Banchi. SI sarebbe trattato dell'asportazione di 25 cassette di sicurezza. Si rileva la circostanza del furto avvenuto proprio oi-u, nei giorni di Natale, quando parecchi eonimeixianti o banchieri, rimanendo chiusa la Banca fino al 27, sogliono deiiositard nelle cassette somme ingenti. Più tardi si venne a sapere (sia pure frammentariamente, giacchè le autorità di P. S. erano totalmente assortite dal sopraluogo alla banca depredata) che fin dalle 10, avuta notizia del furto, funzionari erano penetrati nei locali della Banca per le prime indagini. I funzionari avevano ordinato agli agenti rimasti di guardia agli Ingressi ed ai fattorini dell'istituto di serbare il più assoluto silenzio. Ma l'entrata delle autorità di P. S. nei locali della Banca era stata subito notata, e una folla di cittadini si andò raccogliendo nella prospiciente loggia del Commercio. Ce prime notizie avevano diffuso, specialmente nel ceto commerciale, la più viva ansia e presto la piazza e la vicina via Orerei furono zeppe di gente che chiedeva Insistentemente notizie. Il sopraluogo delle autorità si protrasse dalle 10 alle ia,30- La prima notìria ufficiale, benché molto sommaria, verme data poco dopo le 12 da un funzionario di P. S. che, tra il più profondo silenzio, annunziò che le cassette vuotale erano 25. Il funzionario aggiunse che le cassette manomesse rispondevano al seguenti numeri : V., 48, 49, 79, 81, 8T), 92, 93, 119, 187, 135. 136, 11B, 17», 179, 205, 203, 213, 214, 308, 353. 2555, 2G53, 2654, 2655. Circa la cifra dei valor! asportati il funzionario non tu tn grado di dare notizie precise, mancando ancora i dati dei rispettivi depositanti. Ma st diffuse tosto la voce — che trasmettiamo a puro titolo di cronaca — che la cifra del furto ascendesse a circa 10 milioni. Tali le prime informazioni. Come fu «coporto il furto L'audace furto sarebbe stato cosi scoperto. Circa lo 9 di stamane il direttore della succursale oav. Rossi, il sig. Tiscornia ed un fattorino, dopo avere aperto la cassa principale si recavano ad aprire i locali delle cassette di custodia. Spalancato il primo battente, il cav. Rossi ed il Tiscornia consegnarono a! fattorino che li accompagnava, la chiave dell'ultima porta, che ha due battenti. Ma appena fu introdotta la chiave, si constatò che nella serratura c'era un impedimento- Dopo replicati tentativi n fattorino rinunziò ell'impresa. PTOvaronp ad aprire anche 11 direttore ed il suo couega, ina con eguale risultato. Mandarono allora a chiamare l'operalo specializzato dello banca e con Ini si recarono nella camera della cassa principale, che è attigua a quella dei locali delle cassette di custodia. Nel muro divisorio si trova uno sportello corazzato, che viene usato soltanto nell'eventualità che mi guasto si verifichi alla porta principale, n direttore apri allora l'entrata se?reta e, dono aver gettato uno sguardo attraverso lo sportello, si ritrasse sgomento, per comunicare il suo allarme al compagni. Infatti uno dei mandi casellari di acciaio, comprendente 60 cassette del tipo più piccolo, giaceva abbattuto. In un angolo della camera e noi pavimento, presso la porzione di muro che esso occupava, si apriva un foro di circa 50 centimetri di diametro, che scendeva obliquamente verso le fondamenta del muro stesso. Delle 3000 cassetto di custodia, cho suddivise in molti grandi scompartimenti coprono tutti e quattro i muri, alcune erano aperte: altre presentavano visibilmente segni di manomissione. Sul pavimento erano poi sparse in quantità buste aperte, titoli di rendita, azioni di società anonime, ecc. Qua e là ferri ladreschi, piccoli palanchini, scalpelli, leve, cunei, ecc. Vi era pure un berretto vecchio, mi pezzo di pan dolce e parecchi mozziconi di sigarette dal labbro d'oro. I ladri avevano anche... festeggiato il N'aitale. SI constatò subito la causa che impediva l'apertura della porte. I malandrini, evidentemente per eliminare il pericolo di una sorpresa e per poter lavorare con maggiore tranquillità, avevano infilalo a mo' di cuneo, degli scalpelli nella guida delle spranghe, impedendo loro di scorrere nella guida. Rimosso questo ostacolo la porla fu subito aperta, Essa non presentava nessun altro segno di manomissione. Ma prima di procedere a più minuziosi accertamenti il cav. Ressi provvide ad avvertire il direttore della sede centrale di Genova, comm. Vignolo, il quale sapendo che si trovava nella nostra città il direttore generale comm. Facconi, si affrettò a mandarlo a chiamare. Venne pure provveduto ad avvertire immediatamente l'autorità giudiziaria. Come le talpe... Ed ecco il primo quesito: come riuscirono 1 ladri a penetrare ne] deposito delle cassette di sicurezza? I malandrini che dovevano avere una conoscenza profonda del sottosuolo cittadino, sono entrati, non si ea ancora per quale via, nella gronde fognatura di Piazza Banchi, dalla quale si dipartono le diramazioni di vìa San Luca e via San Pietro dolla Poiia. Attraverso queste vie i ladri entrarono in quella più piccola che e nono il vico Morando, passando al lato destro dello btabiie, ove ha la sede precisamente la succursale della Banca Commerciale. Il locale corazzato delle cadette di custodia si trova appunto da quella pane, Con lavoro, che dev'es6ere stato I faticosisslmo, gli audaci scassinatori aprirono I ' quindi, come re talpe, una galleria nel sottosuolo uno a raggiungere il muro maestro del caseggiato, che perforarono. Quindi prailcando un lungo foro obliquo vennero a trovarsi proprio sotto il pavimento della camera di custodia. A questo punto dovettero incominciare le difficoltà più grandi. Tutto il locale In cui giacciono le 3000 cassette di custodia è fasciato di una lamiera di acciaio robustissima. Inoltre i muri, 1 soffitti o 11 pavimento sono di cemento armato. Si calcola che i ladri dovessero essere parecchi e che lavorassero a turno e fossero muniti di moltissimi attrezzi per comptere l'arduo lavoro di perforazione in cosi breve tempo. Si calcola che l'impresa sia cominciata circa un mese fa. Ma quando il maggior lavoro era stato compiuto e non rimaneva che sfondare un'ultima crosta di pavimento dello spessore di pochi centimetri, i ladri — forse allarmati — sospesero forse per qualche giorno l'opera loro e attesero il momento favorevole per raccogliere il frutto delle loro fatiche... E l'occasione propizia giunse con le feste natalizie. La Banca mercoledì 24, allo 13, fu chiusa. Non rimasero, al servizio ài vigilanza fino a questa mattina, che due soli fattorini. Rotta l'ultima crosta del pavimento 1 ladri si trovarono però di fronte ad un ostacolo lmpreveduto: il foro sbucava proprio sotto un casellario, e senza rimuovere il casellario non sarebbe stato possPjile salire fino al locale. I « topi del sottosuolo » non si sgomentavano per questo, e eon un martinetto sollevarono l'ingombro e lo abbatterono quindi sul pavimento. Oltre le cassette già nominate, 23 altre presentano segni di scasso; altre ancora hanno le serrature guaste. Non ò improbabile quindi che nuove verifiche constatino nuovi furti. E' difficile per ora precisare l'entità dei valori asportati. Si dice però che essa ascenda a circa 15 milioni. Intanto le Indagini delle autorità proseguono attiv.-nr.ente. I ladri non portarono via documenti. Sparsi sul pavimento se ne trovarono tanti da riempirne un sacco, che è stato suggellato e consegnato all'autorità giudiziaria, U prof» Tomellini della polizia scientifica si è recato oggi a fare un lungo sopraluogo con il maresciallo Bcxnarettl ed ha potuto fotografare diverse impronte digitali. Un lavoro da minatori... B colpo veramente gigantesco compiuto contro la Banca Commerciale, ha profondamente impressionato la cittadinanza, non tanto poi furto in 6è, quanto per la grandiosità con la quale è stato eseguito. Per quanto in questi ultimi tempi a Genova 6i siano avuti altri furti, condotti col medesimo sistema, cioè passando per la conduttura delle fognature, nessuno ebbe la grandiosità di quello che è stato scoperto oggi. E a mano a mano che le indagini procedono, questa grandiosità 6i rivela anche più completa. Per farsi un'Idea esatta dell'entità dol colpo, basta guardare l'edificio della Banca, Chiuse ermeticamente con pareti di cemento, di decine di centimetri di spessore, protette da lamiere d'acciaio, le cosi dette « sacrestie » della Banca sembravano i luoghi più maccessibiili. Ma tutte le procauzioni difensive non sono bastate. L'in eidla le ha attaccate dal basso, dalla terra, proprio dal punto che si riteneva meno vulnerabile. Molto si discute sul lavoro di mina fatto dai ladri per giungere alla sacri6tia della Commercialo di Banchi. Le fognature han no permesso ai ladri di saperare con facilità le parecchie centinaia di metri che separano piazza Caricamento dalla sede della Commerciale, ma dal punto in cui sono stati costretti ad abbandonare i condotti per tracciarsi una propria sU'ada Uno alla stanza dolio cassette, vi erano uaicora parecchi metri da superare e diversi tipi di costruzioni. E si parla di un mese e più di lavoro. Chi fu nel foro pratica to dal ladro per giungere alla pareli; dalla sacrestia, ha constatato che un solo uomo ci poteva 6tare e, per lavorare di scalpello e di martello, doveva faticare non poco. Il buco non eccede 1 50 centiinotri di diametro. Non vi erano solo dei muri da perforare, ma vi era del cemento armato da sgretolare, dell'acciaio da Intaccare. E l'acciaio ed il cemento armato resistono agli scalpelli più affilati. Come i ladri, raggiunta la parete della sacrestia, o incontrato l'ostacolo delle cassette siano riusciii a buttarne giù un tratto, comprendente ben 60 cassette, sembra quasi impossibile. Per avere un'idea dello sforzo compiuto dai delinquenti, è stato oggi fatto uno esperimento, ma l'operaio incaricato di questa operazione, benché robustissimo e armato d'ogni strumento idoneo, non rius.."'. a portarlo a compimento. A ragione quindi si ritiene che non solo i ladri dovevano avere a disposizione ordigni speciali e... un sistema nervoso eceezionaimenttì temperato. Lo dimostrano i molti mozziconi di sigarette di lusso, boul dorè lasciate sul terreno, e lo prova anche il numero delle cassette aperte e forzate. Ma molto si discorre anche sul comportamento dei ladri quando si sono trovati il bottino a portata di mano. Sapete già che sono state aperte 25 cassette. Quattro sono state asportate. Lo altre sono state forzate. Ma non si sa ancora se aperto e vuotate. I titoli che le cassette aperte contenevano non sono stati trafugati. I titoli tolti dalle cassette sono stali t'-ittati su! pavimento. Punti oscuri Ora lo strano non ò 1anlo che i labri abbiano mostrato di non tener in alcun conto i titoli (per quanto ce ne fossero anche di I quelli al portatore), quanto che, néll'apertuI ra delle oossette, abbiano proceduto saltua- ' riamente. Infatti t ladri che avevano 3O00 cassette a disposizione, non le forzarono per ordine, ma con irregolarità, quasi avessero delle Indicazioni precise sul valori che le cassette contenevano. Ciò porterebbe a dubitare che, se non «lei complici diretti, avessero trovato degli informatori fra il personale della Basca. Ma questa Ipotesi, dopo un ponderato esame viene esclùsa. E* più logico pensane che. mancando le informazioni dirette etti valori contenuti nelle cassette, i ladri abbiano prece, duto a caso. Essi debbono cioè avere aperto quelle cassette che meno hanno resistito alle loro infrazioni. La cassette sono a doppia chiave, con la fermatura di sicurezza. Ma i ladri per aprirle devono essersi serviti di scalpelli o di palanchini da tempo preparati. Qualcuno della combriccola doveva da tempo frequentare la sacrestia della Commerciale, avere perfetta conoscenza del sistemi In fun funzione per l'apertura delle cassette. Fra le voci che circolano qualcuna tenderebbe a faT credere che il furto possa anche nascondere una sottrazione di documenti, testamenti, carte, ecc. Ma queste voci non trovano credito nei fatti. Dirti»-li che non parlano La Commerciale di Banchi è un centro di uomini di affari. Posta di fronte alla Borsa 'Merci è la più comoda per 1 commercianti e per gli industriali'di Genova. Non è eerto in questa sede che possono essere depositati del testamenti o carte di qualche Importanza. Titoli in quotazioni e denaro corrente per le operazioni a pronti contanti, ne costituiscono i depositi. Fra i depositanti che risultano danneggiati ve ne è infatti uno che si dice avesse deposto mercoledì neMa sua cassetta tutto quanto il denaro che aveva in cassa per averlo a disposizione oggi per i pagamenti. Sull'entità delta somma rubata corrono le voci più disparate e Genza possibilità di controllo, giacchè i pròni a non farsi vivi, per ragioni evidenti sono i derubati... Si parla di 15 milioni Ma soltanto l'inventarlo dei titoli ricuperati consentirà ua primo accertamento. D'altra parte l'accertamento definitivo non potrà farsi se i proprietari delle cassette" aperte non denunceranno il furto patito. Era la-Commerciale assicurata contro il flirto? Si ignora. Risulta soltanto che la Banca, nel regolamento per le cassette di sicurezza, non garantisce i depositi ma assicura la sicurezza di chiusura delle cassette. I valori sono stati rubati, le cassette aperte. Si profila una interessante questione legate.

Persone citate: Banchi, Facconi, Ressi, Rossi, Tiscornia, Tomellini

Luoghi citati: Genova