" Fata Malerba., di V. Gui

" Fata Malerba., di V. Gui Indiscrezioni liriche " Fata Malerba., di V. Gui o l e 9 i ; l . Milano, decembre. Al rifiorire attuale della commedia rmiBi-•;■■ co:;.'ori-.: Vittorio tiui, l'insigne direttore 'orchestra, il anale ha recentemente consenato alla Casa editrice Sonzogno la parUura d'una sua fiaba, l'ala Malerba. Chi lia. vuto occasione di doro uno sguardo alla reve opera assicura ch'essa 6 assai fresca graziola, lieve o spiritosa, intreeciandovisi lcuir temi di canzoni nostre popolari, e che asso: notevole nella severa produzione del ui, costituita finora da musica sinfonica, a camera e da oratorio, rappresentando una eta divagazione In campo di sogni ingenui genti';!. Mu, r- nz.-i anticipare giudizii, ecco n tela il 'Ha commedia ili Fausto Salvatori, estinata dal Crtii prima al " Teatro del picoli », poi serbata ad un teatro dalla piccola ornice scenica, elio fra non molto raccoglieà, liceo, rilucili . il .-■•isc'etto della fiaba. Un bimbo rli benestante famiglia campanola, bollo di aspetto, gonfio del suo bene lare, orgoglioso, senza volontà di studiare, on arie da padrone delia vita, ò castigato nlila sua vanità e nolla sua crudeltà fetinva In onesto modo: il destino gli manda ncontro una Fata tramutata in una vecchia piccola, debolo e ridicola, ohe porta in iro a vendere un cesio di uova; egli la chernisco e lo fa un mondo di dispetti; cniela si adira o. toccandolo, con la bacchetta magica. Jo trasforma in nn bimbo deforme ridicolo; poi se ne va, l.a mamma e la soella Ui lui, accorrendo alle sue grida di spaento, ncn lo riconoscono più, e credono clie l loro bimbo sia staio rubato da una trupa di zingari c al suo posto messo quell'esere deforme. Qui comincia il dramma del iccolo, che si vede costretto a scappar via alla ca«a e si trova solo nel mondo, odiato respinto da tutti. Ma come in tutte le fiabe tradizionali anhe qui c'è un Re con una corte, e una Reginotta che non dormo più e non mangia più per novrastenia.1 C'è il solito bando reale per li concorso con a premio la mano della Reginetta, per chi riuscirà a farla ridere o dea-mire. Nel secondo atto siamo alla corte di questo Ilo di cartono; ambiente fiabesco caricaturalo; a un tratto, dopo alcuni epiodi secondari, appaiono due sgherri del Re, che battendo la campagna hanno trovato questo mezzo animaletto, ridicolo e buffo, e 0 hanno raccolto sperando che colla sua ridicolaggine possa servire almeno a far sorridere la Rcglnotta. Il nostro bimbo si rova ora nella posizione (fi un Rlgoletto; unti scoppiano a ridere, la Reginotta compresa, e tutti ridono sulla sua disperazione. Sopravvengono i contadini che offrono le primizie al Re; tra costoro cj'ù la mamma e a sorella di Masetto; esse chiedono al Re hi grazia di for ricercare il loto caro che (: ficcmiparso, certo rubato du malviventi; così egli si trova alla presenza della mamma, e si sa amato ancora, ma non può, non osa rivelarsi a lei, che non lo riconosce più. Alla Ine, ima forza superiore lo spingo a gittarsi ai suoi piedi; ma la folla crede che egli faccia ciò per gioco, e ride, ride a crepapollc sul suo pianto vero. Poi la scena si sfolla, la corte va nella sala da pranzo; ma la Reginotta preferisce rimaner sola nella sala, e rimane il piccolo, die e ormai il buffone ufficialo addetto alla sua persona: l'archiatra ha l'incarico di sorvegliarlo. Ma quando arrivano lo vivande e 11 vino per il buffone, se le piglia l'archiatra, che, pieno di cibo e di vino, s'addormenta subito profondamente; frattanto la Reginotta, che e ricaduta nella sua abituale ipocondria, chiede a Masetto rli narrarle la sua storia: questi 6pera di aver finalmente trovato almeno una persona cho creda al 6UO dolore, e comincia con accento di vero pianto a raccontare... a un punto si accorge die la Reginotta ha ritrovato il sonno perduto; allora gli balena l'idea di riacquistare la libertà; solo, nella foresta potrà trovar la morie tutt'al più, ma eviterà il tormento di veder deriso il suo doloro. Fruga nelle tasche dell'archiatra, prendo la chiave, apre e fuggo via. In quell'istante si ode la voce avvinazzata del Re che torna con la Corte; domanda del buffone, non co; lo cercano; l'archiatra si sveglia di soprassalto; tutti corrono a frugare negli angoli ; non sanno, non capiscono. ' — Era un folletto ed e. scappato via — grida, disperato, a sua discolpa, l'archiatra. — No — dice destandosi la Reginotta — era un fanciullo che già aveva pianto. V. si diiude l'ulto, ricco di situazioni sentimentali. Qui la ragione doi simboli b finemente adombrata; notevole la circostanza che solo la Reginotta, tra tutti i fantocci, abbia senso e comprensione di umanità, perché malata e sofferente; ella sola intuisce che nel ìnoslricciattolo c'è un essere umano; gli altri don potranno mai intenderlo. Molto drammatica la situazione del bimbo avanti alla madre, dio ha dato al musicista l'occasiono di '.ostruire un pezzo concertalo all'antica, naturalmente trattato con materia e mezzi moderni, ma semplici. M terzo atto siamo allo scioglimento neecssario; a traverso il dolore, il bambino canini la cagione della sua sventura, acquisterà il senso dei suo fallo, e. restituito alla sua forma prima, hello e felice, ma anche buono (non « onesta la vera bellezza?) spiegherà il significato della favola per bocca d'ila l'ala. Ospitato da duri pastori, rozzi osci. :i che io maltrattano o lo sfruttano, vediamo il bimbo rassegnato portare il peso del suo castigo con pazienza e dolcezza: commuovo la sua serenità n la sua mulincoiliu, cho però non gli impediscono di improvvisare, una gaia canzone, mentre prepara la fumante polenta, che non è per lui I F' la sera piena di canti; dopo che i pastori han mangiato, e a lui han gettalo un pezzo di pan duro, egli rimane soio sull'aia, sotto le stelle, e si propara a dormire su poca paglia; ed ecco una voce da lontano che chiede carità; è la vecchina del primo atto che ricompaTO. Il bimbo però ha subito ora una trasformazione più radicale che non quella del suo piccolo corpo, ha un'altra anima; corro incontro alla vecchia, l'accoglie dolcemente, si toglie dalla • bocca l'ultimo pezzo di pano, corre ad attingere acqua, le offre il suo giaciglio... e, tranquillo e sereno, si Inginocchia c dice ]a sua preghiera al padre di tutti gli orfani, prega per tutti coloro che liuti hanno casa, che non hanno madre, che non lianiio un letto... Nella notte serena passa, com« un soffio, la voce di una madre, che va cercando il figlio perduto per il mondo... Un gran fracasso improvviso; sono gli sgherri del Re che vanno per le campagne cercando il buffone fuggito; attaccano briga con i pastori proprietari delia malga; intanto Masetto, preso da terrore, si prepara a fuggire, ma 1^ vecchina lo trattiene; una breve concitata scena si svolge tra i due; nella voce delia vecchia suona ima forza e una autorità nuove. Masetto intuisce da prima, poi, a un tratto, si getta ai piedi di lei riconoscendola per colei che offese o scherni, ed implora il perdono. E il perdono vienementre una gran folla invade la scena con tutta la corlo del Re, e la Reginotta, a la madre e la sordl-i del bimbo e tutti accorrono a vedere il miracolo avvenuto per opera dell'amore, mentro nei paesi vicini e dai lontani, nel mondo e nella fantasia, tutte, lo campane si mettono a suonare allegramente nella nuova aurora die sorge. La Fata anche ha mutato forma; cosi come noi bambini la sognammo nei racconti della nonnacon una stella in fronte e la bacchetta magica nella mano ella si avanza e dice:' Sire Re sono una Fata porto in fronte la mia sleSlm oro vecchia e fui beffata; torno giovane, son bella. Io tramuto U riso In piarti con la magica bacchetta; porto un bimbo sotto u _ alla mamma che l'aspetta. E dir/ondo canti e suoni nella notte alt», e sarena E' Anita, bimbi buoni. questa nata, andiamo li il coro conclude : Reginotta una risata ti guarisce d'ogni male; ridi ridi, c'è la Fata ohe riporta SI carnevale. Una vivacità di ritmi, una freschezza eh gustose cantilene patetiche o nmoristtchoin un'orchestrazione sapiente ed elegantefanno piacevole e scintillante la commedimusicalo bizzarra e commossa. Fri le novità liriche s'annunciano purcommedie di Adriano Lualdi, di Wolf Ferrari e di Giordano. E già si parla di fondara Milano un teatro a posta per le piccolonere cui à'addve»-ima-ristre4t«i»»rnrjice- scenlea, ' • ™

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