Giolitti, Orlando, i Combattenti non assisteranno a sedute presiedute da Giunta?

Giolitti, Orlando, i Combattenti non assisteranno a sedute presiedute da Giunta? Giolitti, Orlando, i Combattenti non assisteranno a sedute presiedute da Giunta? ROMA, 18 notte. La cronaca politica odierna è dominata dalle ripercussioni politiche dei fatti di ieri, cioè: il rifiuto esplicito della Camera fascista a prendere atto della lettera dell'on. Giunta; l'incidente Boeri-Mussolini nel quale era culminata l'insurrezione della maggioranza contro il deputato litìerale di Milano. Questo ultimo incidente era stato frettolosamente liquidato ieri sera dall'on. Mussolini e dalla Camera che aveva, dopo brevi dichiarazioni, respinto le dimissioni dcll'on. Boeri annunciate per direttissima dal presidente Rocco. Stamane, poi, si preannunciava da parte governativa una non meno frettolosa liquidazione del caso Giunta, perchè questi annunciava dalle colonne di un giornale amico, L'Impero, di voler insistere nelle dimissioni. Come Giunta parla di Forni Ecco per la cronaca la pubblicazione del giornale: e L'on. Giunta ha detto : « La base di tutta la campagna contro di me è costituita da una vendetta personale. Cesare Forni incominciò ad odiarmi da] giorno della mia inchiesta sui fatti di Torino noi dicembre 1922, fatti che furono da me rudemente disapprovati Fu un barbaro massacro, del quale senza complimenti per nessuno, informai noi 6uoi particolari il Presidente. Il Forni, in una 6eduta del Gran Consiglio, essendo allora comandante delle camicie nere della Lombardia e Piemonte, proclamò di assumere la responsabilità piena ed intera della 6trage e non permettere che fossero puniti i colpevoli. « Nel gennaio del 1923 poi il Direttorio fascista di Sartirana venne da me a Roma per denunziare una grave violenza del Forni. Mi feci un dovere di accompagnarlo da De Bono prima e quindi da Mussolini. Erano dei fascisti che chiedevano giustizia contro le inqualificabili prepotenze del Forni che aveva obbligato il prefetto di Pavia a dichiarare eletto un candidato formano nelle elezioni provinciali di Sartirana al posto dell'autentico eletto, il capo fascista locale cav. Gorla.' Gli stessi membri del Direttorio, che erano' stati diffidati di non porre piede in Mortara, furono bastonati dagli squadristi di Forni quando, per affari privati, si recarono nella città vietata. « Avendo in seguito denunziato al Gran Consiglio questi urbitrli camorristici che da ogni punto di vista erano da condannarsi, e avendo comunicato, sempre al Gran Consiglio, le varie denunzie per truffa contro Forni, nacque una vertenza cavalieresca che finì con un giuri d'onore e un duello, n giuri d'onore dette la deplorazione solenne, in seguito alla quale, il Forni fu obbligato a dimettersi. Non mi sono mai più occupato da quel giorno del 6tgnor Forni. « Ai primi di novembre del 1923 essendo segretario del partito, vengono da me il prof. Baracca e l'on. Maso Bisi, recando una denunzia contro Forni. Dichiarai ad essi che, pur essendo segretario, non intendevo occuparmi della cosa, per tenermi lontano da ogni bega personale e feci decidere in merito alia corte di disciplina composta dei signori Paolucci, Caprino, Buttafuochi e Dudan. La corto di disciplina, dopo due mesi, decise l'espulsione di Forni per indegnità. Da quel giorno Forni sentendosi colpito in pieno tentò mascherare, con una questiono personale, pseudo sentimentale, !a sua espulsione. Rossi b la lettera sigillata « Veniamo ora alla famosa circolare e olla bastonatura di Forni. Dichiaro, nel modo più assoluto, che sono nettamente estraneo all'aggressione di Forni. Ciò risulta anche dallo stato di accusa. Del resto, nessuno parlò prima del delitto Matteotti di questa accusa. Fu dopo il delitto Matteotti elio Forni mi accusò, credendo giunto il momento della vendetta. Il giorno 11 marzo 6pedli circa venti copie di una circolalo con la quale richiamavo l'attenzione dei segretari provinciali sopra alcuni fascisti dissidenti e su altri ancora nel partito, che però, da documenti in mie mani, risultavano appartenenti all'Associazione « Patria e Libertà ». Queste circolari furono spedite nella notte dall'H al 12 marzo. L'aggressione al Forni fu compiuta nelle prime ore del 12. Vi -6 quindi una impossibilità materiale per collegare la circo lare al fatto « Ma vi è di più. Una sera di marzo, forse il 10, verso le 20,:io, Osare Rossi si precipitò nella mia stanza fortemente indignato per il discorso pronunziato da Forni a Biella. Aveva in mano una lettera suggellata. Ho sempre ignorato il contenuto di essa. MI domandò se vi losse qualche fascista per mandarlo a Milano. Temeva che Forni parlasse anche colà. Non c'era nessuno e non potei uccontentarlo. Mi disse che sarebbe stato a pranzo da Brel; fino alle 22 e che dopo era reperibile a casa. Lasciai detto in segreteria di mandare da Rossi qualcuno se fossero giunti fascisti e me ne andai. 11 giorno do po seppi della bastonatura di Forni. « La deplorai decisamente, me nr» adirai moltissimo. MI ricordo anche di aver pronunziato questa frase: «Con simili sistemi lo manderemo davvero in Parlamento». Tutte quanto ho esposto è appoggiato da testimonianze di galantuomini e non può essere smentito. Mi sarei limitato a riferire soltanto allo Commissione Parlamentare e al magistrato 6e, con modo veramente eccezionale, non si facessero oggi i processi sui giornali ». Richiesto infine dall'impressione che ha avuto dal respingimento delle 6ue dimissioni, Giunta ha detto (sempre all'Impero) : « Sono grato alla Camera della dimostrazione di stima e di solidarietà ma Insisto nelle rfìimissioni. Cosi scongiuro i miei colleglli di accordare l'autorizzazione a procedere. Non devono rimanere dei dubbi, sono sicuro di essere, appena udito, prosciolto. Dal resto chi crede alle accusa verso di me? Chi non mi conosce. I.a mia azione è sempre stata cavalleresca ». Dal canto loro ajeuni elementi più temperati della maggioranza garantivano stamane che la maggioranza non avrebbe resistilo a nuove dimissioni dell'on. Giunta, rispettosa del desiderio di lui di difendersi liberamente e paga dell'affermazioue politica l'atta nel primo voto. La riunione dei liberali in attesa della lettera n 2 La situazione era precisamente caratterizzata da questo nuovo elemento quando stamane alle 10, si sono riuniti, come di intesa, i deputati liberali democratici e combattenti, assentatisi ieri dall'aula, in attesa che si chiarissero i rapporti precisi elio, esistono tra i deputati non fascisti della maggioranza e il Governo. Alla riunione di starnano hanno presenziato.l'onorevole Orlando (presidente), Pasqua/lino Vassallo, Pezzullo, Lanza di Trabia, Gasparotto, Orefice, Giovannini, Ponzio di San Sebastiano, Paratore, Musetto, Savelli, Poggi, Bavaro, Massimo Rocca, Boeri, Motta, Pellauda, Bcneduce, Carboni Vincenzo, Itubilli, Fazio, Soleri, Rossini, Pennisi, Palma, Bianchi Vincenzo. L'on. Boeri ha rilevato che Mussolini, nelle sue dichiarazioni di ieri, gli ha attribuito parole che da lui non erano state, effettivamente pronunciate, perchè egli non aveva mai accennato alla eventualità di una secessione sull'Aventino. Ad ogni modo, l'on. Boeri, per quanto riguarda il suo caso, ha dichiarato di rimettersi al pensiero e alla decisione dei colleghi. Questi hanno «fatto sul caso una breve discussione, concludendo col riconoscere che, cosi dalle dichiarazioni dell'on. Mussolini come col voto della maggioranza, che si era rifiutata di accogliere le dimissioni Boeri, era affermato esplicitamente il diritto dei deputati fascisti e non fascisti alla più ampia libertà di azione morale e critica nell'esercizio del inandato parlamentare. Si è pertanto considerato esaurito il così detto caso Boeri. Per quanto riguarda il caso Giunta, gli intervenuti hanno preso atto della volontà manifestata dal vice-presidente di insistere nelle dimissioni presentate dall'alta carica e, dopo aver deliberalo di attendere per ulteriori decisioni di vedere quale accoglienza la Camera avrebbe fatto alle nuove dimissioni, Hanno deciso di non intervenire alla prima parte della seduta odierna stabilendo di partecipare alla riunione degli Uffici per combattere il progetto Oviglio contro la stampa. In conformità di questa decisione, gli orlandiani i giolittiani e i combattenti — eccettuati i Icadcrs Giolitti e Orlando — hanno preso attiva parte alla battaglia agli Uffici, ma non sono intervenuti nell'aula in attesa che venissero discusse le nuove dimissioni dell'on. Giunta, tanto più che la lettera Giunta si dava come regolarmente inviata e dell'invio dava precisa notizia lo stesso Popolo d'Italia. Senonchè, la seduta odierna alla Camera è stata iniziata svolta e chiusa senza che l'on. Rocco comunicasse alcuna lettera di dimissioni dell'on. Giunta. La cosa era naturalmente oggetto di commenti e di congetture, alimentate anche dal fatto che non si è avuta a tutt'oggi la spiegazione autentica del contratempo. Alcuni accennavano alla possibilità che il Giunta si fosse arreso alle pressioni dei suoi amici più intransigenti, altri attribuivano il ritardo ad un disguido postale, in analogia a quanto avvenne la prima volta, che la lettera, essendo stata spedita per posta, fu comunicata alla Camera dopo che i giornali ne avevano data notizia. Secondo altri ancora il ritardo sarebbe dipeso dalla necessità di dare tempo al Comitato della maggioranza, consapevole dei pericoli di un nuovo rifiuto, d'indurre tutti i deputati della maggioranza fascista ad accogliere questa volta le dimissioni rinunciando ad ogni velleità di ulteriori affermazioiii rivoluzionarie. Infine, occorre notare a titolo di cronaca che nei corridoi di Montecitorio si accennava alla possibilità di una manovretta diretta a far giungere alla presidenza della Camera la lettera di Giunta non prima di lunedi prossimo, onde rinviare la liquidazione dell'incresciosa faccenda a febbraio o a marzo dell'anno prossimo. Ritorno nell'aula ma protesta su Giunta Comunque, la mancata presentazione delle nuove dimissioni dell'on. Giunta da vice-presidente della Camera non poteva non occupare quei deputati dell'opposizione costituzionale (i liberali) che attendevano una qualsiasi risoluzione al così detto caso Giunta, per prendere la loro deliberazione. Essi, infatti, si sono nuovamente riuniti con l'intervento di tutti i deputati, che avevano preso parte alla seduta mattutina e con la presenza dello stesso Giolitti. Prima di iniziare qualsiasi discussione gli intervenuti hanno incaricato gli onorevoli Soleri, Pasqualino Vassallo e Rossini di recarsi àd assumere informazioni precise sullo stato delle cose nei riguardi dell'on. Giunta. La Commissione sì è recata dall'on. Suardo, sottosegretario alla presidenza, il quale, assunte a sua volta informazioni presso la presidenza della Camera, ha riferito che nessuna lettera dell'on. Giunta era pervenuta sino a quel punto alla Camera; ma che, in ogni caso, non appena essa fosse pervenuta, se no sarebbe data comunicazione alla Camera. In seguito a questa risposta, i liberali giolittiani, orlandiani e combattènti hanno esaminato brevemente la linea di condotta da tenere nell'eventualità che le dimissioni dell'on. Giunta non fossero state ri presentate, oppure, se ripresentate, fossero state respinte dalla Camera Dalla discussione sono emersi i seguenti concetti, sui quali gli intervenuti si sono trovati sostanzialmente d'accordo. t.o) che i deputati di parte liberale e costituzionale di opposizione al Governo non debbono prolungare l'assenza dall'aula, nè tanto meno abbandonare in questa situazione, permanentemente, i lavori parlamentari, associandosi al cartello delle Opposizioni; ?.o) che ad ogni modo i deputati stes si non debbono lasciare passare sotto silenzio la permanenza dell'on. Giunta nella carica di vice-presidente della Camera; quindi, ove le dimissioni dell'on. Giunta siano rinnovate e la Camera, se rinnovate, lo respinga, dovranno fare un atto di protesta anche per separare la loro responsabilità da quella della maggioranza governativa. In seguito a questa riunione, alcuni dei deputati sono subito rientrati nell'aula per partecipare alla discussione sul bilancio della pubblica istruzione. Domani i liberali giolittiani, orlandiani ed i combattenti terranno una nuova riunione. Crediamo sapere che, ove per una ragione o por un'altra, l'on. Giunta dovesse conservare la calici di vice-presidente i liberali protesterebbero nell'aula contro il criterio politico morale implicito in un fatto I simile, e dichiarerebbero, per il tramite di uno dei loro, che si assenteranno da tutte quelle sedute nelle quali l'on. Giunta assumerà la presidenza. Ma questo non è ancora deciso. Conviene tener conto che altri, invece, vorrebbero un atto di protesta più largo e clamoroso, il quale potrebbe essere un proclama al paese nel quale si denunciasse l'anormalità della ituazione. Riunione degli estremisti con Giunta, proibita da Mussolini Come sintomo dello stato d'animo di .alcune frazioni più intransigenti delia maggioranza è stata notata a Montecitorio una riunione di deputati fascisti provenienti dallo squadrismo e dalla milizia, compreso l'on. Giunta, che ha deliberato di indire una più vasta riunione di tutti i deputati che sono nella corrente estremista E' stata a tale scopo diramata la seguente circolare : « Caro amico, preoccupati dell'attuale «situazione politica, alcuni deputati vec« chi fascisti hanno sentito la necessità di « uno scambio di idee tra coloro che più « sono in grado di comprendere il bisogno « assoluto della difesa degli ideali e del « programma politico e morale del fascile smo. Data la necessità di orientarci e « di tenerci collegati, come crediamo sa« rai tu pure convinto, ti preghiamo di in« tervenire alla riunione che avrà luogo « nella sede dei fasci all'e?tero, in via Agote stino Depretis 86, scala A,'la sera di « giovedì alle 21,30. La riunione ha carat« tere riservato e l'invito è personale. — « Firmali : Gemelli, Teruzzi, Torre, Giun« ta, Bardo, Moreno, Crollalanza ». Se non che, appena l'on. Mussolini ha avuto notizia della riunione, si è affrettato a proibire che una simile iniziativa venisse attuata, cosicché si può ritenere che essa sia almeno per ora rientrata. Il Gomitato delle Opposizioni Della situazione parlamentare si è occupato anche il Comitato delle Opposizioni parlamentari, riunitosi stasera. Presiedeva l'on. Tupini; presenti, per i popolari, De G aspe ri, Gronchi; per gli unitari, Baldesi, Basso. Gonzales, Labriola, Musatti, Turati e Priolo; per gli unionisti, Bencivenga; per i democratici sociali, Guarino-Amelia, Persico; per i repubblicani, Bergamo, Chiesa, Facchinetti; per i massimalisti Nobili e Velia. Il comunicato sulla riunione dice : <e II Comitato parlamentare delle opposizioni ha constatato che lo sviluppo della situazione politica aggrava sempre più il contrasto tra Governo e paese. Adesso il partito dominante, nella sensazione della sua imminente caduta, contrappone una ripresa di minacele e di comminazioni di sanguinose violenze che, indirizzate a colpire uomini e partili inermi e risoluti a rimanere sul terreno legale, rappresentano un gravissimo oltraggio alta civiltà ed alla pubblica moralità. » La discussione svoltasi in seno al Comitato delle opposizioni ha posto in rilievo che la richiesta di autorizzazione a procedere contro l'on. Giunta formulata dalla Regia Procura di Milano consacra responsabilità politiche e costituzionali di Governo, le quali dimostrano l'incompatibilità del Governo attuale con la continuazione delle sue funzioni politiche. L'episodio connesso alle dimissioni dell'on. Boeri è slato nuovo documento della tesi già affacciata dalle opposizioni, che l'attuala Governo ritiene di avere dato esso l'inveslitura politica ai deputati, non già avere fatto appello al libero voto degli elettori la cui volontà si riconosce essera stata coartata e sostituita. « Il Comitato si è trovalo concorde nel constatare che la conclamala solidarietà con l'on. Giunta da parte dell'on. Mussolini e della sua maggioranza parlamentare (sfida al senso morale del paese, che non ammette l'impunità del delitto di Slato), tende alta perpetuazione di una situazione intollerabile, che l'opposizione denuncia nuovamente all'opinione pubblica come indice di progressivo sfarclo il quale, se non arrestato in tempo, precipiterebbe il paese nella peggiore, anarchia». In ultimo, il Comitato ha preso accordi circa la riunione che sarà tenuta a Napoli. Si sono anche riuniti i socialisti unitari : Canepa, Gonzales, Labriola, Innamorati, Modigliani, Morgari, Todeschini, Turati ed altri. Dopo avere approvato l'operato dei propri rappresentanti in seno al Comitato delle Opposizioni, hanno esami-» nato la situazione compiacendosi dello sviluppo che essa presenta. Il gruppo tornerà a riunirsi domani alle 10. Le minacce dell'organo mussollnlano La seduta di ieri alla Camera nei riguardi dell'atteggiamento preso dalla maggioranza e da! Governo circa la questione Giunta non ha buona stampa. Mette conto innanzi tutto rilevare che i giornali fascisti ribadiscono esplicitarr.-ente il concetto che non si debba più oltre consentire al cosidetto processo al regime. Basta leggero l'articolo di stamane di Arnaldo Mussolini sul Popolo d'Italia, edizione milanese, che trova perfetta corrispondenza in un articolo dello slesso giornale, edizione romana. Ecco qua: «La Camera fascista ha voluto fare un risoluto e decisivo colpo di arresto contro il tentativo di processo al regime. Pure attraverso l'episodio della domanda di autorizzazione a procedere contro l'on. Giunta, era infatti visibilissima l'opera dei provocatori diretta a colpire il regime fascista, e la Camera ha voluto immediatamente respingere le dimissioni dell'on. Giunta, non solo perchè nessun giudizio definitivo poteva essere legittimo contro di lui, ma anche e sovratutio perché l'episodio rivelava la precisi metodica organizzata persecuzione politica, I.a Camera, opponendosi a tuie persecuzione, lia inteso condannare apertamente tutta l'infume campagna che è in pieno sviluppo conno il fascismo. La Camera si ò opposta o si è ribellata, ponendo termine a questa caia*