Matteotti

Matteotti Matteotti L'on. Pinzi li» di chiara lo di avere confermato al magistrato quanto fa deposto da chi rido il memoriale - Voel diverse snlla perizia necroscopica - Ciò che scrive il "Diritto Italico,, sulla istruttoria. o d , è , à e , e a , , o o i e . e o e e ro i e, , ¬ Roma. 13. notte A proposito del testamento Pinzi, Il Mondo pubblica la- seguente' lettera del nostro amico e collega Carlo Silvestri: « Carissimo Direttore. Rilevo ohe L'Unità, « nella pnbhlicaziòne che ha dato luogo ieri « alla nota del Mondo sul testamento di Flnzi « ed altro, si occupa anche ili me. 11 giornale « comunista verrebbe sapere perchè « il gior* nalista Silvestri, che a- suo dire avrebbe « avuto cognizione del limoso testamento « Pinzi, da questi stesso tre" giorni i1pjk> il « delitto, non parlò allora e non parla ados« so ». La censura, che con la sua int-CTì'osaz-lone mi infligge L'Unità riesce appena a « farmi sorridere, tanto mi sento sicuro della « -coscienza di aver compiuto intero il mio « dovere di cittadino e di giornalista. Io. obhi « cognizione della lettera-testa/mento, indlriz« zàta da Aldo Finzi al fratello Gino, sfitte« giorni dopo il delitto, nelle circostanze iiar« rate ieri dal Mondo. Parlai allora con tutti « coloro coi quali ora opportuno parlate,- e « specialmente con q/nelle personalità a cui « Aldo Finzi mi pregò di riferire le sue rtve« Iasioni. Parlai allora e parlai in seguito « tutte le volte che fu opportuno e necessario « parlare, e soprattutto parlai davanti ai ma» gistratl diffusamente e ripetutamente: Ho « fatto quello che dovevo, come sempre, e > come sono pronto a fare oggi e domani. « Sano vii testimone, che non si potrà smentì« ri; né Aldo Flnzl può pensare a smentirmi. « iVon posso fargli l'ingiuria di supporre il' « contrario. Sono appena trascorsi venti gior« iti, in/alti, da quando mi assicurava che, « davanti ai magistrali della Sezione di Ac. cusa, egli aveva sostanzialmente confermato « ciò che io ed il comm- Schiff-Giorgini ave= uomo deposto ed era stalo ribadito da varie <• altre testimonianze, tra citi quella dell'ars mica Guglielmo Emanuel. —- F.lo Carlo « Silvestri ». Finzi svalutato da un fonilo ministeriale La Tribuna, dopo aver riferito la pubblicazione di ieri sera del Mondo, riguardo-al memoriale Pinzi e la odierna lettera sullo stesso argomento del collega Silvestri, credo di trarre le seguenti «conseguenze logiche » : « Si sa dunque, alla fine, che l'on. Finzi aveva redatto un documento che gli doveva servire per ottenere dull'on. Mussolini il portafoglio degli Interni. Ma si su pure che l'on. Finzi, non solo non ha avuto il portafoglio degli Interni a cui aspirava, ma è situo abbandonato al suo destino piuttosto duro. Ciò significa dunque the la rivoltella che egli avrebbe mostrato al signor Schiff-Giorgini e ai colleghi Silvestri ed Emanuel, è che sarebbe sluta — secondo II Mondo — fotografata dopo una ricostruzione in istruttoria del delitto Matteotti, era per lo mono una rivoltella scarica. Attese le circostanze in cui l'on. Finzi lui scritto questo memoriale e quello ì.n cui lui cercato di valersene, l'on. Finzi non appare una persona precisamente molto attendibile. Lo scherzo del memoriale: poiché si potrebbe trattare benissimo, allo slato dello coso, di uno scherzo di dubbio gusto e di eccessiva durata, che avrebbe giocato all'ori. Amendola e ai suoi amici. E' opportuno anche accennare in proposito al discorso sul bilancio dell'interno che non ò mai elato pronunciato, ma ohe è rimosto un « piane » per parecchi giorni nell'atmosfera torbida di nuvole e pregna di gas asfissianti, che questo | insopportabile conflitto ci obbliga a respiri-are. L'on. Finzi, dopo l'ammonimento dei I Comitato di maggioranza, si è limitato a pronunciare il discorso sulTareonnutiea, terzo documento della sua singolare, diciamo così, disinvoltura, poiché del disordine profondo che regna attualmente aU'areonauticu l'on. Finzi ò proprio il primo responsabile ». La Tribuna continua cercando quindi di svalutare completamente il documento Finzi, e accasando le opposizioni di basare la loro campagna su una testimonianza che il giornale dichiara non degna di fede. Il giornale, poi, torna ancora, nei riguardi delle opposizioni, alla accusa di scarso patriottismo, inqunntochè esse intensificano la loro campagna « nel momento in cui Roma accoglie un consiglio solenne dei rappresentanti di quasi tutte le Nazioni del mondo; ex-presidenti del Consiglio, ministri degli Esteri ed altissime personalità ». E conelude : <t Non è giusto, non è umano, infatti, attaccare uomini e partiti in base a preteso confessioni subito disdette da un uomo, che si 6 messa nella più imbarazzante situoziorio monile e politica ». Il Popolo, riferita la pubblicazione di ieri dèi Mondo, nota: « La storia della lettera-testamento Finzi non finisce qui; ma certo, per la parte che riguorda l'on. Amendola, è precisa. O resto sarà reso noto a suo tempo nella sede dei vecchi Codici. Non abbia fretta la Tribuna *. Gli avvocati prendono visiona della perizia necroscopica Intanto, per il processo Matteotti, si apprende elio In relazione presentata dai dott. Massari e Rei lucci tre giorni fa nlln Sezione di Accusa è stata lilialmente depositata a mossa à disposizione degli avvocati di difesa e di parte civile, a cui venne spedito ieteGincalaridsipciristè sulagmvepnteratannsesobtii ermchsplitintipurevidIdDpdlqsvdeggmdvssvd ò e l n n é o . l r o i a o u . i o a i i o e l ci o i i e o i . . e a o ieri un biglietto col quale, appunto, si partecipava la presentazione in parola. Stamane, nel gabinetto del comm. Del Giudice e del comm. Tancredi, è stato un ininterrotto viavai di avvocati. Gli avvocati Russo, Angolucci e Trincherò (di Milano) sono stati tra i primi. Poi sono stati ricevuti dai magistrati inquirenti Fon. Modigliani e D'Angelantonio, che si sono insieme trattenuti a leggere le conclusioni peritali quasi fino al tocco. Secondo quanto si crede di sapere nei circoli giudiziari e forensi (e noi vi riferiamo a titolo di cronaca) la perizia ha stabilito che il cadavere dell'on. Matteotti è stato perfettamente' identificato in ogni sua parte ; che la sepoltura nella buca della Quùrtarell.t avvenne la sera del 10 giugno, a comunque a breva distanza dalla morte ; Ghe il decesso è presumibile sia avvenuto per un colpo di arnia bianca nella parte superiore sinistra del torace ; che nessuna-mutilazione sul corpo dell'on. Matteotti fu fatta ; che la lima non fu adoperata come arma contro le carni del deputato unitario. Il cadavere venne sepolto nella' buca intatto. Questo, in sintesi, quanto si sente dire nei circoli forensi e giudiziari dopo la presentazione della perizia. Tali voci, che sono particolarmente riferite dalla Tribuna, hanno continuato a tenere animatissimi i corridoi di Palazzo di Giustizia ed i circoli forensi. Ma altre voci, si dice, erano messe in circolazione e ripetute sommessamente, sì, ma con insistenza, e cioè che dai risultati peritali risulterebbero responsabilità gravi contro alcune personalità- non dì primo piano, ma tuttavia notissime nel mondo politico. Si fanno i nomi di tali personalità, ma non ripetiamo che i « si dice » nell'attesa che la precisa e delicata comunicazione sia fatta ufficialmente. I magistrati inquirenti, prima ancora di ricevere le parti e gli avvocati della difesa e della parte civile, hanno stamane ricevuto nel loro ufficio e sottoposto a lungo interrogatorio l'on. Miehelangiolo Zimolo, deputato nazionalista dalmata. "L'Istruttoria è naufragata,. La Rivista politica forense 11 Diritto Italico esamina nel suo odierno articolo di fondo i rapporti tra la denunzia contro De Bono e l'istruttoria Matteotti. Sull'opportunità dell'atto del direttore del Popolo, dottor Donati, la Rivista osserva: « La denunzia Ito. tanto maggiore valore e la rende immune da interessi di parte, in quanto il dottor Donati ha atteso la conclusione del dibattilo politico nel quale il Governo lia chiesto ed ottenuto ancora la liducia, e l'istruttoria Matteotti è sul punto di essere chiusa. Dopo oltre sei mesi di indagini e dopo elio l'illusione della verità si è giù trasformata in delusione profonda della medesima. L'istruttoria lunga, minuziosa, disorientata, non ha avuto termine; ina non vi è bisogno di dimostrazione per comprendere che anch'essa è naufragala e che lo sforzo degli uomini di buona volontà è naufragato. Essa, in sei mesi, non ha tatto un solo passo verso l'accertamento delle più gravi responsabilità del mandato e si è arrestata davanti alla stessa soglia dove altri istruttori si erano coperti gli occhi per noui vedere le sembianze terribili del mandato minaccioso. Ci siamo occupati, in una serie ui articoli, del processo .Matteotti ed abbiamo dimostrato che la-chiavo di volta per l'esatta costruzione delittuosa andava accertata nell'inquadramento generale delle causali de! delirio Matteotti e degii aitri delitti precedenti- politici. E la causale deve essere senza dubbio logica, proporzionata, non essendo credibile che nessuno degli arrestati, che occupava una posizione politica relativamente modesta o di indole secoridaria, poteva avere un interesse proporzionato alla strage ed un'organizzazione delittuosa che predisposi: e segui il delitto ». La Rivista, indi, rileva che il delitto Matteotti non fu isolato, ma segui ad una serie di altri delitti, lo cui istruttorie, necessariamente, si riaprirono o si attivarono a fianco dell'istruttoria per il maggiore delitto : «Perù era troppo elc-menturc che queste istruttorie, cosidette minori, fossero allacciate all'istruttoria del delitto Matteotti e si contestasse agli impilai l'imputazione di associazione a delinquere. Non occorre essere giuristi, o cultore di discipline penali, per comprendere che altra è la ricerca della cousale in un processo isolato ed altro è la ricerca della causale in un gruppo di processi, r.a riunione non doveva soltanto sollecitarsi per una .ogicu processuale, ma per esigenze tecniche di ricerca della verità e di semplificazione di lavoro processuale, inquadrare la causale di una serie di processi da parte di una sola direttiva istruttoria; doveva riuscire infinitamente più facile e più semplice della classificazione di una causale per Ogni processo affidato a giudici diversi Aver voluto mantenere autonomi tutti questi processi dolio stesso tipo, non solo ha disperso « disorientato le forze, ma le ha frantumate sulla chiave di volta naturale, cioè sulla ricerca (lolla eausale. Ogni processo avrò dunque una causale — se l'avrà — ed i processi dissociati dal movente centrale sono fallili nell'accertamento dello reali responsabilità. Il mandato è sfumato o pecca di vizio cotìtituzionale. GII esecutori materiali, in balia di se stessi, con mille diversivi, insi¬ dicoDcoSreecSbpepesudMBdchtlafodntuelscpeiMdsbseniAqusa« ledchtausautascledplmggl'pampcmclaappinldfcsnaLnLdltdLdEaiBIlrstditenp•nMvzpczsmlts o o o , e n i è a , n o n ù ri ui ii o a le! ea o cte e d nuati eella complicità di mandanti non assicurati alla giustizia, che sorvegliano i processi ed insinuano falso testimonianze, potranno sci;,-liore la via memo pericolosa por la loro salvezza. Il P. G. Crisafutli — discuteremo in seguito dell'impostazione dell'istruttoria e lai metodi adottali — in un'intervisu non prudente in un quotidiano ramano, volle spiegar© le ragioni della dissociazione dei processi. OueUe ragioni ci fecero sorridere di umarezza. Il fatto è che l'istruttoria Matteotti, senza essere pubblicata [uiìo slato delle cose) per lo ragioni anzidette appare uno sforzo infialilo contro degii scc„ii insuperabili. La resistenza (lolla Sezione di Accusa lui coinciso sventuratamente colia stessa tosi affermala dall'ou. Mussolini e rfa.i giornali governativi. La denunzia Donati è il prodotto di una gravo siluazionc creata" dalia perplessità delia magistratura, la cui opera, nel caso di procèssi politici, sorretta-e lodata dagli nomini liberi, risento ncsai più della "debolezza che del coraggio. Per fortimi dei magistrati inquirenti, la denunzia Donati è provvidenziale, perchè essi se no libreranno, rinviandola al Senato, che seguirà nuovi criteri ed inquadrerà le varie e più dorevoli responsabilità ». Xarra e l'istruttoria Amendola Passando allo istruttorie minori, molte conto di rilevare'» quanto stasera pubblica //. Popolo il quali", tornando sulla istruttoria Amendola, si dice in grado di aggiungere qualche cosa di più alla nota pubblicazione del Mondo. Scrive il gior-1 naie: « Fino dal C dieertfbre, dunque, 11 processo per l'aggressione dell'on. Amendola essendo completamente istxuAlo, il giudico istruttore mandò il processo al U\ M., che doveva concludere per il rinvio » meno degli imputati a giudizio. Ma il P. M. pensò bene, invece, di tenore il processo a «dormirò placidi sonni sopra il suo tavolo, e qitindo qualche còsa dovette pine decidere, Uecise la richiesta di nuove indagini di istrutltoria, su circostanze di nessuna ontità. Evidentemente, ciò era fatto allo scopo di gumbgnare tempo e arrivare cosi a quel famoso limite dei 100 giorni, oltre i quali non può-spingersi l'arresio preventivo per certi reali. E infatti, poiché il tempo necessario per compiere ulteriori indagini chieste dal P. M. andrà al di là del 18 dicembre corrente, data in cui scadranno t pio giorni prescritti, il 'processo sarà rimandino ancora e Io Zaccagttini avrà concessa la liberta provvisoria. Ma il giudico istruttore avrà capito corto la poco simpatica manovra, è ci auguriamo che insisterà per chiedere il rinvio, senz'altro, a giudizio dello Zaccagnini e dea-li altri imputati dell'aggressione contro l'on.'Amendola. Comunque, è questa un'altra pagina brillantissima che. il comm. Xarra può aggiungono ancora al libro d'oro della sua attività di magistrato, il quale por certo non si scompatrrà minimamente per questo nostro ennesimo rilievo. In altre circostanze ha dimostrato di fsssere corazzato a tutta prova contro infortuni-.del genere». Deposizioni di torinesi al processo Rosbocu-"Nuovo Paese,, Roma, 13, notte. La seduta antimeridiana si è iniziata con la lettura dello i!0{,"amria dell'on. De Stefani 11 ministro ha riferito che si interessò d'i un progetto di costruzione di case economiche die gli fu iillusirato dali on. KoSbocli, il quale gli lece notare le difficolta per l'attuazione. Il progetto naufrago poi per le decisioni del ministro dei Tesoro. Hcipinta una eccezione in materia sale sulla pedana il cav. Caarera. Egli esibisce i du-> copialettere. Depcitó quindi il barone Ma-co consigliere d'afluministrazione del Banco di Napoli, il quale ricevette alla sede dei Uunco stesso i promotori dulia « Incep », chu erario stati presentati al comm. Miratila dal comm Hosboch. « 1 promotori della i lnceo » — dice il teste — erano il confo Orsi è il banchiere Nate»-. Essi vennero da me molte volte. 11 progetto presentato non poteva incontnare il lavora di un istituto di emissione. L'ing. Orsi noi colloqui eli" aveva con me o nelle lettere che mi scriveva'.1 espóse ia sua situazione rovinosa per aver egli impiegato tutto il suo capitale iena costniendu società, c poiché mi faceMi sempre a uome del comm. Rosboch, gii dissi di mettermi in diretto rapporto col Rosboch o :oi ministro, anche por conoscere se effettivamente' interessava loqo l'accoglinipnto della pratica da parte del .Banco ». Sale poi sulla pedana il signor Vittorio Asti, titolare della ditta Paglia di Torino, il quale era stato citato a richiesta della difesa in seguito ad una lettera che giunse al « Nuovo Paese ». L'Asti non riconosce la lettera. « 11 signor Carlo Bugna è morto fin dal 1911 — dico il teste — non so proprio chi abbia scritto tale lettera. Anche la carta intestata deiia ditta non c quella che usiamo noi ». . . Presidente: — Sa che a Torino esasta un altro Carlo Bagna? — Ne esistono due: uno che ha 11 anni e uno che ne ha 13. - - Presidente: — Lei conosce l'on. Rosboch? — Non so chi sia e non l'ho mai veduto. Il teste è quindi licenziato. Viene poi sentito Edoardo Mazzucco, contabile dc-iL Carrara, il quale scriveva le lettere sotto dettatura del Carrara stesso. Il testo crede che con la parola « locatario », che si legge in molte lettere esibite dalla difesa, debba intendersi l'on. Hosboch. Il Correrà però, scrivendo nei riguardi dell'altro inquilino (il signor Chiapponi) non usava il termine « locatario ». Dopo breve internazione è chiamato il gr. uff. Vincenzo Cornami che fu direttore generale del Credito presso il Ministero all'Econoaua Nazionale. Il comm. Cornami premette che la pratica si trova attualmente al Ministero dall'Economia Nazionale, a il ministro Rossi — egli dice — mi passò il progetto perchè lo esaminassi. Il progetto, che era ingegnoso, si presentava in massima come una lotteria e per molte ragioni credevo che l'affare della « Incep » fosse irlo di ditticolfà. Il ministro Rossi scriveva allora al direttore della Banca d'Italia par avere ìnformazioai sulla banca del Natar e per sapere se la Banca d'Italia si sarebbe potuta interessare dell'affare. Nel febbraio il comm Stiringher rispondeva dando buone informazioni sul Nater, ma dicendo che la Banca d'Italia non si poteva occunare della « Incep ». Intanto il ministro De "Stefani rispondeva al ministro Rossi, dicendo che l'iniziativa della « Incep » era ingegnoso e che avendo i promotori accettato alcu. ne modifiche suggerite il progetto si poteva accettare •. L'ultimo testimomo di oggi è il comm. Luigi Lusignani di Panna che dichiara di non essersi mai occupato della « Incep ». L'avy. Gusmano rinunzia alla deposizione del sen. Giardino e de! sen. Teofìlo Rossi e l'avv. D'Angeli rinunzia a tutti gli altri testi citati. L'udienza viene tolta e rimandata a lunedi 32 corrente. auìrttsImaDPndtpdtls

Luoghi citati: Milano, Perù, Roma, Torino