L'ambiente e le opere alla Mostra degli "Amici dell'Arte"

L'ambiente e le opere alla Mostra degli "Amici dell'Arte" L'ambiente e le opere alla Mostra degli "Amici dell'Arte" roE" lecito sperare che, dopo essersi adoperato tanto per ridonare ai saloni del Palazzo Madama il loro antico splendore, la « Società degli Amici dell'Arte » troverà in e*si una stabile sede, per le 6ue esposizioni In ture. E dico i stabile • per non poter dire •« ideale ». E' infatti quasi impossibile non notare la sproporzione tra la ricchezza e la vastità degli ambienti e le lunghe teorie di piccole opere allineate lungo le niucti, etichettate e classificate dalle rispettabili Commissioni incaricate del collocamento. Onde vien fatto di pensare — salvo il rispetto i— ad una raccolta di minuscoli coleotteri, infilzati dall'entomologo cogli acuti spilli, e chiusi e allineati in una vetrina troppo ambia e sfarzosa. 1 soffitti maestosi sembrane appesantirsi e premere sulle piccole cose ih basso quasi togliendo ad esse ogni libertà di respiro; l'occhio, àncora impressionato duiIo splendore degli ori intorno, giudica a nula prima povero, e incolore, e scuro ciò che iale forse non è: l'opera ili pittura e .li scoltura non canta più per l'infilivi rioni di sentirsi viva, ma sente la sua voce affievolirsi j ira echi d'altre voci lontane, che finscano ' jJla limpida linea melodica del canto; la va- stità e la ricchezza degli ambienti danno alle S^rW^S'V.^'^'m .einTrontoTvuole aria e luce, e fondi di pareti ! timodesti e uniformi, poiché essa ha troppa volontà di sorridere e di correre per trovarsi a suo agio su un pulpito tutto scolture e dorature, a bandirvi il suo credo. Ma questa potrebbe anche essere una mia Bèmplice e discutibile impressione. Discutibile ugualmente il senso ili uniformila, epinicio di monotonia, che si diffondo genera! mente dalle esposizioni d'arie? se non consacrata da quell'internazionalismo,-che Bile Biennali Veneziane dà fama mondiale, le mostre semplicemente nostrane non riescono — fatta qualche rara eccezione ad eccitare in noi quel senso di curiosila, quel fervore di discussioni, quell'interesse — jn una parola — che crea il vero e grande successo.. Ui chi la colpa? N"ii dogli organizzatori, clic si mettono in quattro a cercare attrattive varie per infondere mi po' di sangue nello arterie affetto da anemia congenita; bensì degli stessi artisti. mlagimcosukodmDdtfMMSnmfeinrofjiavstsoe ddiDiiidedrgdesiSdeLa loro produzione i> spesso di una unif reità desolante. L/e anticlie scuole conserva- j vjvano un carattere loro: e questa varietà e in fifondo il farmaco, clic ci fa digerire la lunga serie di soggetti religiosi uguali, clic sono patrimonio di pinacoteche o di musei. Ancora un cinquant'anni fa un quadro dì pennello napoletano non si confondeva con un altro toscano, ed era facile scorgere di pruno acclfito quanto aveva sorriso alle rarezze del cielo veneto e quanto era venuto su fra le giogàie piemontesi. Oggi invece tutto sembra i fondersi nel grande crogiuolo della penisola per «ormare un amalgama incolore, insipido, rototideggiar.te e sóllevantesi appena qua e là Dir qualche bolla creata dall originalità — o come si suole dire — dalia persoiialiia di qualche artista. Questa rinunzia dei pm ad una vita propria; questa inerzia intellet¬ tuale e volitiva, che costringe entro i ceppi dell'apatia ogni velleità di esprimere qustlchecosa del proprio io, sia pure incompiutamente, e perfino malamente, fa desiderare da un lato -ebe chi nulla ha a dire s'accontenti di starsene zitto, e d'altra parte fa si che il pubblico accorra piuttosto là, donde nella penombra burocraticamente tranquilla ode erompere ad un tratto una risata monellescamente impetuosa e sconveniente, la qua.e, animando l'ambiente, faccia arrossir tanti volti lustrati con una stessa vernice, e sia come il puntino, che della breve sbarra in: significante fa un i. Così si spiegano certi successi, non foss'altro che di curiosità, di opere di un blnfflsmo semplicemente audace, certe deviazioni apparenti del gusto della folla, certe imposizioni alla lunga insopportabili. ..... * "» "Ora, sotto questo aspetto, la mostra degli .amici dell'arte » non costituisco,certamente un'eccezione. Fallito io scopo ideale e pru"rammatico dell'esposizione, noi non iscorciamo, nel lungo rincorrersi di sale e ai saloni, alcunché di veramente significativo. I napoletani, rappresentati assai mediocremente, non ci danno un raggio del loro sole: sono anzi in genere biaccosi, freddi, senz'anima. Dei piemontesi possiamo deplorare soltanto molte, troppe, assenze. Si sostengo, no meglio i triestini: vagolano nella penombra i toscani. E gli stessi veneti sembrano stanchi, a cominciare da Beppe Ciardi, dei lunghi e meritat' successi passati. Voglio forse affermare cosi che l'esposizione non meriti l'onore di una, anzi di più, visite? "lult'altrol Tari''è cne il successo si delineò di primo acchito, o aumenta. Ma non ad indirizzi di scuole, non a manifestazioni singolari di potenza di ingegno e di feracità e di profondità di concezione conviene allora far capo; bensì pensare a uno stagno silente, percorso da riflessi d'alberi annosi, cosiellato di nenufari in flore: plaga tranquilla, ove la mente riposa c- l'animo si rasserena. Faccio una dovei osa eccezione per la grande sala, ove il cosidetto « bianco e nero » trionfa. Qui il possente Dtcaioìis, cosi nutrito di pensiero, cosi dominatore sicuro della materia xilografica; qui, e degno di figurargli accanto, Carlo Guarnieri. un poeta, un foggiature di pensieri, un maestro che sugli antichi maestri, e specialmente su Alberto Durer, certo risto a lungo, pensoso. Qui il Magnavacca, anima Hcnibrandtiana, fantasioso ricercatore di contrasti d'ombre profonde e di luci vibranti e il Mennyey. animatore di luoghi nostri, anzi rievocatore di secoli nella realtà presente, onde il vero ci appare, attravèrso l'acquaforte superba di colorito, recinto dall'aureola poetica della storia. Ed altri ed altri mi sarebbe doveroso ricordare in questa sala, dal Marchi, robu sto illustratore del bel San Gemignano a Carlo Casanova, in cui sembra rivivere qualche cosa del nostro grande Piranesi: dal Boetto, che di due momenti della giornata sa cogliere l'intimo senso, esprimendolo con delicata interpretazione poetica, al Conterno, raccolto e penetrante, ricercatore squisito di belle armonie lineari, Fontanesiano nell'anima; dal Niceo. gustoso e piacevolissimo illustratore, (di cui ancora ultimamente una edizione di « ì tre moschettieri » confermava qualità tali da far ripensare, senza danno per lui, all'opera del Peloir); al Carbonati, cosi signorile; dal movimentato Guaccimanni a Dario Neri ,che in « marcia funebre • s'innalza ad una concezione non indegna di quel Beethoven, che essa rievoca; dagli studi del Ravagnan, del Drivet, della Rigoletti, della Rosina, a quell'aristocratico Nicouline. amante di fiabe (Ja vita di lui, ufficiale brillante, condannato a morte in Russia, fuggito, ridotto alla miseria più squallida e datosi all'arte non fu invece una fiaba) al Cainelli, al romanico Polpatelli. al D'Aponti, al diligente Carpanotto, al Vittorini, allo Slisà, al Vellani, a'in Se avi a. al Gemelli, ecc. è tutto un succeder*' di pagine, le quali basterebbero alla fortuna <li qualsiasi mostra d'arte. Ma anche nel camp', della pittura e della scoltura sarebbe ingiusto fermarsi a quanto ci accadde di segnalare nelle prime Impressioni, all'apertura della Mostra. Debbiamo invece ancora mietere e spigolare. K lo faremo in una prossima ed ultima puntala. Tanto più che a rendere meno difficile il compilo è giunto fl catalogo, assai accurato u arricchito da Una prefazione, che c una bella rievocazione storica ed artistica dei fasti del nostro Palazzo Madama. Ne è autrice la dott. E Car. dona Mencarelli, già nota e giustamente, per altri studi. Dell'edificio superbo, che meglio di ogni altro nostro « rappresenta la sintesi Uei ricordi e dello spirilo del passato » così viziDranu! razipboRdepsilaliinKconoglacscprafraticaQsìCCpsoVpliagdqctccGtePogistltaclpuesrInCcrptlpslmdepiddbsGclzs1da ■ assurgere agli "occhi nostri all'altezza i 1dl simbolo» la scrittrice racconta le origini ! slontane attraversoJe_lottc tra.,\.»tri_Taur'n! | ncori1 fieri Tauv' e la dominazione romann: rivive nelle tv: 2-ttovT.^ successiva sino agli ampliamenti dovuti a1 dècimo secolo ed all'undicesimo: rammenta | tornei cene, rappresentazioni e battaglie: c! fa penstrare nella vita intima principesca rievoca con animate descrizioni gli ambienti- in una parola ci dà un saggio notc-voI ss imo di Vanto potrebbe avere di Istruttivo e d piacerle una più ampia e documentateMffiu intórno^^^igne-^sarebbe ad augurare che lo stessa scuttr.ee assolvesse l'arduo compito, cosi bene tracciato gui, come in Escorilo. Alcune incisioni Illustrano la prefazione, già per so sola di una cinquantina di pagine. Ed anche questa In una di quelle idee geniali, di cui debbia, roo essere grati a. « già amici dell'arto •. E. F. Lo 26.a Mostra Nazionale della Società,«Amici dell'Arte » continua a richiamare a Palazzo Madama un magnifico pubblico. .Nella giornata di domenica le 6ale sono siate animatamente affollate. Applauditi assai i due concerti del quintetto classico. Stasera martedì alle oro 21 ha luogo il Consuelo concerto con questo programma : Weber: Ouverture « Abu Haesau » ; Tschaikovvski: Valse des Fleiurs; Wagner: Feuillosj dalbum: SInding: Frascheggio: Zanella: Mi-milito: Mendclssnon: Chansori du Printomps: Delibes: Suite in quattro tempi (X. 1 Preludio, li- 2 Intermezzo, n. 3 Pizzica!:, n. ■'» (~.ertfige de Bacclms). Esecutori : Maestro Remo Mass-ara; l.o vie»!ino Valdambrini, 2.o violino Mortara ; violoncello Gedda ; contrabbasso Salza.

Luoghi citati: Gedda, Russia