La lotta contro il cancro

La lotta contro il cancro La lotta contro il cancro l anLa conferenza del prof. Horpurgo all'Università Popolare di Torino - La nobile iniziativa dei sen. Pescarolo e l'Istituto torinese che sta per sorgere Ie:ri sera, inaugurandosi il nuovo anno rifila nostra Università. Popolare, il processore ijenodetto Morpmrgo ha parlato della lotta contro il cancro, davanti al gran pubblico olia gremiva il salone dell'Istituto professionale operaio. L'importanza del tema — ahimè, di sempre pili diffusa attualità — e il valore dello scienziato, il eruale dedica alla terribile malattia 1 suoi studi profondi, conferiscono singolare interesse a questa conf cren za, che ha sopratoitto una portata pratica por le utili conoscenze che offre al pubblico attorno al flagello. Ed lui pure, questa conferenza, il valore di un nobile richiamo all'opera filantropica che in Torino- si sta iniziando e che vuol essere spinta bene innanzi : la fondazione dell'istituto per la cura del cancro patrocinato dalla munificenza del senatore Pescarolo. Presentato dal prof. Bachi — segretario dell'Università Popolare — il prof. Morpurgo fu attentamente seguito nel corso della sua dotla lezione, e alla fine salutato da calorosi applausi o vivamente complimentato. Ecco le parti piti interessanti della importante conferenza. Un tragico conflitto « Il cancro è una formazione di sostanza viva del corpo: che cresce senza limite e senza accordo col resto dell'organismo; come nn essere a sé, prot.-rvo, nemico, di quelle stesse parli dalle quali ha avuto origine. Riceve dall'organismo quanto gli occorre per vivere e crescere e non rendo che scorie tossiche e prodotti insidiosi: ne da. ernartiOTe, anzi, più trova prostrato il corpo che lo ospita e più richiede e pretende; e quanto l'organismo introduce per sopperire alle grandi perdite che il tumore gli infligge accaparra per sé ed utilizza per crescere più presto. Nel tragico conflitto l'organismo è del tutto impari al tumore: esso reagisco debolmente od inutilmente all'invasione dei prodotti della neoformazione maligna, e continua a tenere intimamente associati i tessuti cho funzionano per la sua vita con enielli che crescono per la sua rovina. Perciò il cancro non si arresta fino olla morte del carcinomatoso. Le rarissime e non sicuramente accertate eccezioni non infirmano davvero la tristissima regola. n Ciò premesso, dobbiamo domandarci: come avviene che elementi che compongano un organismo complesso acquistino tanta indipendenza da comportarsi come estranei ed antagonisti? Questa è la più ardua e dibattuta delle questioni che riguardano i tumori maligni. Due principali ipotesi si sono divise i! campo. Secondo l'una di esse, particolari iirita.y//nti o stimoli aizzerebbero gli elementi" vivi di una regione del corpo a nutrirsi ed a moltiplicarsi al di là della misura adeguata all'equilibrio delle parti circostanti ; secondo l'altra, invece, l'indebolimento di alcuni elementi di una compagine darebbe adito agli elementi vicini di crescere in modo -eccessivo. «La prima Ipotesi la più antica è risorta oggi in seguito alla riuscita di molta interessanti ricerche sugli animali e ad innumerevoli osservazioni sui malati ; e non vi è più chi dubiti che non uno o pochi particolari stimoli possano accendere lo sviluppo del cancro, ma che tutti i fattori fisici e chimici capaci di eccitare la sostanza, viva, direttamente o per mezzo dei danni cagionati nei tessuti, sono in grado di farlo. D'altro canto, però, non è stata finora raggiunta la prova che l'effetto di qualsivoglia stimolo sia regolarmente quello della crescita di un tumore maligno. Perciò ò stato necessario di rinunciare alla speranza di poter precisare la qualità e l'intensità degli stimoli capaci di cagionare in. ogni caso il cancro; e mentre si è dovuto ammetr tere qualche particolare disposizione individuale e di sede, si è riaperta la questione delle cause specifiche del cancro dichiarando che ora esse sono completamente Ignote. Da questo breve cenno ipo6siamo trarre la conclusione che, nella lotto contro il cancro, non si può per ora tendere ad eliminare determinati fattori causali esterni. Alcuni fattori aocìvi • Nondimeno essendo stato verificato che certe cause cagionano, se pur non sempre, molte volte il tumore, è giustificato il proposito di avvertire il pubblico ohe, col sottrarsi ad alcuni fattori nocivi, si diminuirà il numero dei cancri. D'altro canto, è opportuno di raccomandare che 6i continuino le indagini per verificare se e quali predisposizioni congenite ed acquisite generali e locali facilitino lo sviluppo dei tumori maligni. Alcuni fattori esterni sono, senza dubbio, stimoli particolarmente efficaci dell'accrescimento del tessuti che sono matrloi dei tumori maligni, ed in ispecie degli epitolii che formano la sostanza preponderante dei cancri propriamente detti. Cosi, per esempio, è noto che i raggi X, quando colpiscano ripetutamente anche in piccola dose le parti scoperte del corpo, cagionano delle malattie della pelle di lunga durata, ribelli alle cure, dalle quali assai, spesso prende origine lo sviluppo del cancro. Certe sostanze, come il catrame ed altri prodotti della distillazione del carbone, e l'arsenico, hanno un analogo effetto. A proposito di codeste sostanze sono 6tate fatte in questi ultimi tempi delle esperienze sugli animali molto istruttive. Pennellando col catrame, per molto tempo, una qualsiasi regione della pelle dei topolini bianchi, o la faccia interna del padiglione dell'orecchio del coniglio, si ò riusciti a produrre, attraverso particolari alterazioni della pelle, dei veri e propri cancri. Questo effetto, se non è del tutto costante, è molto frequente; cosicché non si può mettere in dubbio che esso sia in intimo rapporto con l'azione del catrame. Raramente nell'uomo, ma abbastanza spesso negli animali, si trova che certi parassiti cagionano alterazioni croniche in vari organi che li ospitano, dalle quali deriva lo sviluppo del cancro. Nei topi 6i ò riusciti a produrre con grandissima frequenza il cancro dello stomaco, e qualche volta anche il cancro della lingua e dell'esofago, facendo Ingerire a quegli animali dei piccoli vermiciattoli che si annidano nella mucosa degli organi nominati. Perfino in seguito a scottature ripetute ed a certe ferite da fustigazione è stato notato lo sviluppo del cancro. Oltre a ciò, alcune viziose abitudini, come l'ingestione di bevande alcooliche concentrate e l'abuso del tabacco, e molte malattie di origine 6variata, che sono accompagnate da irritazione limitata, ma ripetuta e durevole, come la calcolosi, l'ulcera dello stomaco e perfino la tubercolosi cronica, possono con frequenza molto varia essere il movente dello sviluppo del cancro nelle località irritate, luogo allo sviluppo del cancro. « Ma voi direte: come fare ad evitare le insidie che da tante parti minacciano? Questo non è un proposito che possa avere applicazione. E' vero. Ma da queste notizie se non si può ricavare la linea di condotta per prevenire il cancro, si può pertanto trarre un assai utile insegnamento: quello che tutte le regole dell'igiene, in quanto tendono a rendere meno frequenti le più svariate malattie, raggiungono anche lo scopo di diminuire notevolmente la predisposizione ai tumori maligni; e che certe professioni, le quali espongono all'azione di fattori parti, colarmente efficaci per la produzione del canoro, devono essere regolato in modo che tale esposizione 6ia ridotta al minimo; il radiologo dovrà guardarsi dal partecipare agli effetti dei raggi che adopera per la diagnosi e la cura dei 6uoi malati; l'operaio del catrame o delle aniline dovrà maneggiare con cautela le sostanze della 6ua professione ». Quindi l'oratore passa ad esaminare le ipotesi della predisposizione e della ereditarietà, e conclude che nulla possiamo al riguardo affermare che abbia il valore di una legge naturale. " Il cancro può estere carato „ E il professore soggiunge: « Per ora, e finché non sia svelato il mistero del passaggio di una cronica irritazione in un cancro, e entello ancor più tenebroso dell'insorgere di un tumore maligno in una sede non irritata ed apparentemente sana, e della trasformazione di un tumore benigno o di semplici malformazioni in tumori maligni, non potremo indicare una profilassi o una cura preventiva specifica della terribile malattia e dovremo convenire che non è, neppure in teoria, ammissibile il proposito di far scomparire il flagello. Questa debolezza dove essere confessata, affinchè le nostre aspirazioni si volgano verso altre mote. a li cancro e gli altri tunvpri maligni, come si disse in principio, non guariscono per naturali reazioni dell'organismo; però essi non. sono, fino dall'origine, malattie di tutto 11 mzmstccgfigcrmsèmmrttcsrltnpsctzacvcpargrpmdcimtptnucqscdlr1ccplcnbtgmpvscttmgumcèsdpgcomdfttastlrlusa6mdtnc . 1 corpo, in senso stretto; cioó, all'inizio, il tumore è limitato alla sua sede primitiva. Non" voglio escludere che già in quel periodo siano presenti dello alterazioni generali, nò che siffatte alterazioni siano da considerare parte integrante della malattia carcinomatosa, ma mi preme di affermare che quel prodotto anarchico della neoformazione, che noi chiamiamo il tumore maligno, può essere artificialmente estirpato o distrutto, e cho in molti casi esso non rinasce nella sede antica, nò pullula altrove. In una paròla, il tumore maligno e curabile. Questa è la fede che ci sorregge nell'ardua lotta; questa è la convinzione che deve accendere la speranza nell'umanità. •Ma io vedo sorgere una contestazione, quasi un richiamo ad una triste verità che è a tutti nota. Voi mi obiettate: come avviene che il cancro, essendo curabile e in tanti casi cirrato, fa nondimeno, anche là dove emergono i più sapitnli ed abili professionisti della medicina, una terribile strage? Quanti ammalati non si avviano al chirurgo e al radiologo pieni di speranza e di fiducia e dopo la cura riprendono tutta la gioia (lolla salute, e dopo alcuni mesi o pochi anni ritornano da quelli che avevano ringraziato rome salvatori, accasciati e tremanti, perchè hanno scoperto che il maie insidioso aveva dato tregua, ma non pace ed è risorto più terribile ed aggressivo che mai! Il tumore si è riprodotto nella sede primitiva oppine altrove e non può più essere estirpato nè distrutto ; il deperimento di tutto l'organismo conduce alla morte ora attraverso nn periodo di cresceintc debolezza che attenua le sofferenze o fa svanire la coscienza, ora attraverso complicazioni dolorosissime, che fanno implorare la pietà della morfina. "Sarebbe un atroce scherno alla tragedia di tutti i giorni affermare che il cancro in genere sia una malattia curabile, ma è una preziosa verità dire che il cancro può essere curato ». Monito ai medici e agli ammalati Ma per curarlo occorrono diagnosi precoci e cura tempestiva e radicale del tumor primitivo. E qui il conferenziere ammonisco: « Quante volte avviene che medici coscienziosi ed esperti, ma non ancora liberi dalie antiche regole, pur sospettando un cancro, consiglino di aspettare a prendere un provvedimento radicale, perchè alcuni sintomi classici elei tumore maligno non sono ancor palesi. Proporro un'operazione chirurgica ' od altra terapia per la distruzione eli uri tumore è mi atto che addossa al consigliere una grave responsabilità: riguardi di vario genere verso il malato e verso la famiglia impongono prudenza e riservatezza. Perciò il medico aspetta di essere sicuro che si tratti di un tumore maligno. « Questo procedere è in apparenza giustificata ; ma in realtà è molto dannoso. Quando il medico è 6icuro dell'esistenza di un tumore maligno, perohè tutta la classica serie dei sintomi caratteristici è presente, il periodo più propizio per una cura efficace è passato. I tentativi terapeutici fondati sulla speranza che non si tratti di un cancro non solo non hanno giovato a nulla ma hanno faitto perdere un tempo prezioso. Coloro che con le ricerche microscopiche hanno verificato l'enorme, tumultuosa attività di moltiplicazione degli elementi dei tumori maligni, sanno che i giorni e le ore contano e non possono ammettere qualsiasi ritardo dell'intervento radicale, non appena la diagnosi sia accertata. Molle celebri oliniche dei Mayo in America, i malati sospetti di canori anche in sedi recondite e profonde vengono preparati per l'operazione e quando la sede sospetta è messa alla luce, mandano un frammento di tessuto al personale apjposito per la diagnosi microscopica, e dopo brevissimo tempo, avuta la risposta, procedono all'operazione secondo l'Indicazione di questa risposta. «Ma se i medici aspettano e tentennano è naturale che i malati ricusino di affrontare un trattamento radicale finche non sia stato loro data l'assicurazione che quel trattamento è indispensabile per salvare ]a vita. «Dal complesso degli accennati riguardi dei professionisti e della titubanza del pubblico ad affrontare le indagini necessarie per verificare l'esistenza del tumore e le cure più energiche deriva il fatto doloroso e consueto che la maggior parte dei malati di cancro 6i decide ad acconsentire all'operazione quando la malattia è molto avanzata. «E' tempo che tutti i medici abbandonino le regole consacrate dall'uso, che dimentichino 1 elenco dei sintomi del cancro conclamato e che al più lontano sospetto di malattia cancerigna sottopongano il malato alle indagini più dirette per la scoperta di un tumore riialigno incipiente, e che i malati si persuadano che solo col 60ttoporsi alle cure radicali, che nel momento nel quale le intraprendono sembrano enormemente sproporzionate all'entità del male, essi potranno sperare nella guarigione completa. E se non fosse un ammonimento troppo comune, vorrei proprio ripetere: opponiti ai principi!, che troppo tardi verrebbero le opere del medico! Esempi istruttivi « Nei periodi precoci della malattia nessun segno apprezzabile con l'esame del malato è caratteristico. Il medico esperto può sospettare il cancro, ma non dimostrarlo. Perciò in tutti i casi nei quali la sede del supposto tumore lo consente bisogna cercare di raggiungere la certezza con l'esame microscopico di un pezzettino della parte malata. L'indagine microscopica è talvolta molto laboriosa e richiede una grande esperienza e pazienza. Ma è sènza dùbbio la più fruttifera di utili ri-, suLtati. Talora si riesce a scoprire dei focolaii di tumore che nessun metodo clinico avrebbe I potuto dimostrare; e in questi casi 6i raggiunge lo scopo ideale della diagnostica del cancro e si offre al chirurgo l'occasione di operare con sicurezza in modo radicale ed al malato la quasi certezza di una guarigione definitiva. Non è frequente che un caso cosi felice 6i presenti, perchè quasi mai in epoca tanto precoce i malati avvertono disturbi di qualche importanza; ed è per lo più fortuita l'occasione dell'esame. In questi ultimi anni io ho avuto la fortuna di imbattermi tre volte in cancri così piccoli, che 60lo con il microscopio erano visibili; in tutti e tre questi casi la visita era avvenuta senza il più lontano sospetto dell'esistenza di un tumore e la presa dei frammenti del tessuto alterato era stata fatta con alro scopo che non fosse quello dell'esame microscopico; ma il chirurgo accorto e coscienzioso, pur essendo nell'impossibilità di supporre un tumore, aveva, per buona consuetudine, fatto eseguire l'esame dei pezzi estirpati. Dopo la risposta che esisteva un processo carcinomatoso incipiente operò in modo radicale. Due delle persone operate già da due anni sono fiorenti e vanno a visitare il loro medico soltanto per ringraziarlo di averlo salvate. La terza è stata sottoposta all'esame solo da pochi giorni e probabilmente sarà altrettanto fortunata come le due prime ». L'Iniziativa torinese Avviandosi alla conclusione, il prof. Morpurgo lancia H grido della solidarietà sociale per la santa crociata contro il flagello; e ricordato ciò che si fa all'Estero, dico: « In molte città della nostra Nazione furono espressi energici propositi e fatti importanti convegni e costituito società per la lotta contro il cancro ed ora si è latta anche una Lega nazionale per questa impresa, ma sodo in Torino già da parecchi anni si è andata preparando nel silenzio e nella co6Cien7.iiosa meditazione del doloroso problema un disegno che corrisponde al desideri! dei filantropi. Questa opera non è ancora attuata, perchè le cose nuove, per quanto buone e schiette, trovano sempre qualche difficoltà ad assestarsi in mezzo a quelle ordinarie e tradizionali e perchè ì mezzi pecurtiiarll richiesti sano ingenti. Ma l'uomo che l'ha ideata ed amata, che per essa ha offerto munifici doni ed ha recato i generosi tributi di principi, di enti e di eletti cittadini, col consenso dell'Amministrazione del maggiore Ospedale di Torino, è pronto ad iniziarla e deciso a farla crescere ed a custodirne il carattere di opera sociale, to vi dico che per iniziativa di uno dei suoi figli più insigni Torino avrà ancora una volta l'onore di dare esempio eli pura virtù civile. « Possa il pubblico consenso affrettare l'attuazione dell'Istituto per la lotta eoniro il cancro, ed esprimere la gratitudine ai benefattori che nella dolcezza dell'amore del prossimo hanno generato una nobilissima creatura ài scienza e di ptertn ?. liel1 Kca6 (fseavgunpdqumedstgaseveStufilucdsopvfg.«p1 tsgF

Persone citate: Mayo, Morpurgo, Pescarolo

Luoghi citati: America, Torino