I giornalisti italiani contro il progetto di legge che offende la Nazione

I giornalisti italiani contro il progetto di legge che offende la Nazione I giornalisti italiani contro il progetto di legge che offende la Nazione Dichiarazioni del Presidente della Federazione nazionale della Stampa Anche in seno alla maggioranza si reagisce - Prime riunioni Rema, 6, notte. Sono cominciate le prime riunioni di protesta delle Organizzazioni giornalistiche per il nuovo progetto di legge sulla stampa. Stamane si è riunita l'assemblea del Sindacato dei Corrispondenti romani che all'unanimità ha votato il seguente ordine dei giorno: «TI Sindacato dei Corrispondenti di Roma invita la Federazione a tutelare con ogni mezzo la libertà di stampa e gli interessi morali ed economici del giornalismo irrimediabilmente compromessi dal nuovo progetto di legge ». Come abbiamo annunziato domani si riunirà il Consiglio direttivo della Federazione della Stampa. Per martedì 9 è stata convocata l'assemblea dell'Associazione della Stampa (giornalisti professionisti). Il prof. Giuseppe Meoni, autorevole pre-' sidente della Federazione Italiana della Stampa, ha fatto al Giornale d'Italia alcuni rilievi sul disegno di legge sulla stampa. Egli ha detto: « Contrariamente a quanto si è fatto credere e sperare durante la laboriosa gestazione del feto giuridico, e cioè che il progetto di legge avrebbe rappresentato un miglioramento saggiamente preordinato ed organico in confronto agli infaustissimi decreti del luglio, la parte annunziata, ieri l'altro costituisce la più piena e beffarda sfida alle aspettazioni anche meno pessimiste. In sostanza, il disegno di legge non è che l'elevazione all'ennesima potenza dello spirito illiberale vessatorio e fazioso da cui furono pervasi i depioratissimi provvedimenti polizieschi dii eccezione ». Accennando alle precedenti attività federali, Giuseppe Mecni ha detto : « Si tratta di precedenti che, a prescindere da minori azioni di dettaglio, per quanto si atteneva alla difesa dei casi singoli dai fondamentali principii della libertà di stampa, fanno risalire l'opera della nostra Federazione sino ai primi e minacciosi conati del Governo nel luglio scorso. Allora, il» Governo parve aderire al nostro punto di vista concordato — si noti bene — con assoluta unanimità di voti tra i rappresentanti delie più diverse opinioni politiche e si tenne nel cassetto il decreto, convenendo sin d'allora sulla necessità di modificare l'istituto del gerente, ma non già, ben inteso, nelle proporzioni rivoluzionarie deld'aWuate progetto. Si riconobbe che l'apparato di leggi esistenti era, a condizione di venire scrupolosamente applicalo, più clic bastevole a tutelare i più gelosi interessi della nazione e comunque a reprimere e punire gli eventuali abusi, perchè è necessario statore una volta di piti la calunniosa leggenda messa in giro dai soliti difensori di ufficio e cioè che in nome del preteso astrattismo della tanto vilipesa ed irrisa libertà di stampa gli scrittori di giornali intendano sottrarsi ad ogni costo alle giuste sanzioni stabilite dalla legge contro chi di questa libertà faccia meditato scempio. Nemmeno per sogno : i giornalisti italiani hanno sempre chiesto puramente e sempQiicemente l'applicazione della legge e non privilegi, e dunque non prerogative ed eccezioni, ma la legge e sol. tanto la legge, all'infuori d'ogni sovrastruttura balordamente poliziesca e contro ogni intollerabile ingerenza del potere esecutivo Tale e non altro il pensiero meditato e il consapevole atteggiamento delle nostre associazioni di classe ed in primo luogo la Federazione nazionale della Stampa la quale rappresenta la quasi totalità dei giornalisti italiani, sino all'ultimo congresso della stampa: la legge e soltanto la legge ». Circa la legge, il presidente della Federazione ha osservato: « I più accorti giuristi de! regime, 6enza escludere tra costoro gli audaci papinistizza11 del dopo guerra, si troverebbero seriamente imbarazzati qualora dovessero dimostrare, non a furia di chiacchiere o dt comumelie, ma sulla base dei fatti e delle idee, che l'annunziato progetto di legge costituisce la logica abolizione della liberta di stampa, posto a fondamento dei nostri ordinamenti politici. Questa — dato o non concesso che, come si è profetizzato, debba diventare ben presto legge — sarà tuto fuorché una legge informata allo scrupoloso e integrale ossequio della liberta di stampa ». Richiesto se il progetto gli sembri del tutto inaccettabile, il prof. Meoni ha detto: » No. Ho già accennato all'istituto del gerente, pur facendo tutte le riserve per i! nuovo pesante gravame introdotto dalla riforma. Pct grato dovere di obbiettività, e non solo perchè la cosa risponde ad un antico convincimento della grandissima maggioranza dei colleglli che se ne fecero eco anche nei nostri congressi; aggiungo che accogliamo con schietta simpatia l'opportunità di alcune disposizioni del progetto miranti a disciplinare più severamente i criteri morali di certi resoconti di cronaca. Ma nè questo nè altri evantuali consensi su minori rxuestioni di dettaglio possono mutare la sostanza dei nostro giudizio sul complesso disegno di legge, giudizio che, non già per sistematico apriorismo, ma per le ragioni stesse della nostra vita civile e professionale, non può essere eh© di recisa opposizione. Non entro nell'esame del singoli articoli, che, se mai, sarà fatto dal nostro Comitato direttivo. Ripeto soltanto che, invece di trovarsi innanzi ad una legge che regoli la libertà di stampa, siamo in presenza di un congegno che la regola, si, ma a patto di farla scomparire dalla circolazione, con tutti gli onori dovuti ad una gentildonna cosi petulante e fastidiosa dell'anefen regime, eccetto ben inteso per i giornali amici del Governo e degli amici del Governo, di questo e naturalmente di qualsiasi altro Governo. Con leggi simili non ci vuole molto tempo per fare piazza pulita di tutti 1 giornali incomodi ed Impedire., con la paura messa in corpo ai proprietari delle stamperie, che altri ne sorgano ». Circa la probabile accoglienza che il Parlamento farà al progetto, il collega Meoni ha osservato: « Non 6ono profata nè ho sufficiente confidenza con l'ambiente; ma se il Parlamento italiano davvero interpreta il pensiero autentico e non quello artificioso e deformato delle grandi e sane correnti délVopinlone pubblica, mi sembra che la sorte del progetto non possa essere dubbia. Nello stesso campo dei fiancheggiatori più fedeli non sono pochi 1 6cgni ili disagio e sono tutt'altro che scarse le mnche e le riserve. Può darsi che la creatura venuta in luce con così gravissime tare costituzionali, trovi qualche momentaneo conforto ncfc'.i allattamenti artificiali che le sarà per propinare la maggioranza della Camera Ma ho qualche lieto timore per quando sarà giunto il .momento di affidarla olle balie asciutte del Senato ». Intanto il disegno di legge sulla stampa, presentato alla Camera dal ministro Guardasigilli, non ha mancalo di suscitare una viva reazione negli stessi ambienti della maggioranza. Di questo malcontento si "è avuta la prima manifestazione con una iniziativa partito o?gi dal deputato libarale di destra on. Ducos. Questi ha invitato tutti i deputati giornalisti della maggioranza ad una riunione che si terrà mer. coledì prossimo. In questa riunione i convenuti, che si preveda saranno circa 30, dovranno esaminare ii nuovo disegno di legge specie in rapporto alle eventuali modificazioni che dovranno esservi apportate per migliorarlo. Più recisi sono invece alcuni deputati di parte costituzionale che hanno oggi tenuto una riunione nel tardo pomeriggio a Montecitorio. Alla riunione odierna sono intervenuti gli onorevoli Lonza di Trabia, Pasqualino-Vassallo, Poggi, Fazio, Giovanni ni, Pezzulli, Rtibilli ed altri. Tutti costoro hanno stabilito di combattere decisamente il disegno di legge in seno agli uffici, non accontentandosi neppure di eventuali modificazioni che possano essere proposte. Due interrogazioni ironiche Roma, G, notte. L'on. Massimo Rocca ha presentato alla Camera le due seguenti interrogazioni di evidente intonazione ironica sul disegno di legge per la stampa: «Il sottoscritto interroga l'on. Ministro Guardasigilli per sapere se non creda giusto di ampliare logicamente ii nuovo concetto giuridico a cui s'informa il testé pubblicato isegno di Tenga sulla stampa, specie riguardo alle corresponsabilità t garanzie per 11 pagamento delie pene pecuniarie inflitte ai giornali; se cioè, oltre a prendere a tal fine ipoteca sulle macchine che stampano i giornali medesimi, non creda di estendere tale lpoteca e in ghiere la solidale responsabilità civile e finanziaria ed occorrendo penalo » tutta quanta la tipografia, ai fondi di magazzino, ed alla cosa ove il giornale si stampa con relativo terreno sottostante, proprietario e famiglie, inquilini e loro persone di ser-.

Persone citate: Giuseppe Mecni, Giuseppe Meoni, Massimo Rocca, Meoni, Pezzulli

Luoghi citati: Italia, Roma, Trabia