L' "Arsenio Lapin " della truffa

L' "Arsenio Lapin " della truffa L' "Arsenio Lapin " della truffa Centinaia di migliaia di lire ritiratecon cheques falsi (Tribunale Penale di Torino) L'accusato attuale, di cui discorsero moltls-l 6Ìmo i giornali in varie riprese — Margini An-I 6egelo di Luigi, di 30 anni, da Milano — fu de-l flnito ]'« Arsenio Lupin • delle truffe bancarie me dal Tribunale di Milano fu già condannato mper una collana di truffe a mezzo di cheques { bancari meravigliosamente falsificati a otto alanni di reclusione Ricompare ora a Torino quper rispondere di altra collana cospicua di g]consimili truffe. E' comparso, tra 1 carabinieri undavanti ai giudici della 6.a Sezione insieme a certo Pedrazzini Angelo fu Costante, milanese e già residente in corso Indipendenza n. 4, detenuto, nonché alla giovine Mercantili Tilde di Gaetano nata a Milano e ivi residente in via Cola Montano n. 6, suoi presunti com- . . i coplici. Altri tre complici, tre truffatori e ladri ^adi gran stile, certi Mazzolarti Fausto di Giù-. chseppe nato a Portomaggiore, Marchetti Gior-' gio fu Odoardo da Roma e Caemi Eligio fu I teCesare già residente a Milano, si trovano lan-i ptani. 11 Mazzolani e. il Marchetti sono latitanti, 10e si procederà nei loro confronti in contu- mmacia, mentre il processo contro il Casini tovenne stralciato perche- costui trovasi a Vien-, tena dove sta scontando tre anni di reclusione ' ,jper truffe commesse in quella capitale. Sonolg]in corso le pratiche per l'estradizione. L'i- struttoria, dati i diversi luoghi in cui il Mar- 2jgini e i suoi complici operavano, fu lunga. E' j dindubitato che il Margini faceva parte d'una fi.banda che era numerosa e aveva lo scopo ; pcsclusivo di perpetrare grasse truffe ai prin- caci pali_ istituti bancari mediante abilissime fai-1 pleovpealRlistdsiti quelìo che stabiliva le firme, "con un sistema1 dlale da ingannare persino ì più esperti uomini, osdi banca, Margini o qualche suo complice : dberavano la somma ad una cifra enorme l'i segni ' dsiflcazioni di cheques, falsificazioni che venivano perpetrate all'e6tero o in Italia da persone espertissime e con un sistema che sarebbe tuttora ignorato. Il congegno della trofia Il procedimento era sempre lo stesso, sotto nomi inventati riuscivano a farsi consegnare in posti lontani e diversi, cheques per cifre ingentissime su istituti esteri. Allora lasciando intatto il resto dello cheque, specie per usando la perforazione, i caratteri stessi dell'istituto. Arrestato provvidenzialmente il Margini a Padova, mentre era ancora in possesso di ingentissirna somma — ed altre aveva scialacquate in una viia prodiga ed allegra — l'autorità giudiziaria ccm nlaacch- . .,i noi pm minuti particolari il terreno adatto col fare vita da gran signore e procurandosi in tal modo, con paziento opera, conoscenze nel ! mondo industriale e bancario. S; preparava c,fupilo, un circolo d'amicizie autorevoli, SOTven- DUflttiziamente una dimora, un nome, un reca dosi anche di svariali documenti d'identifica zione tutti naturalmente falsificati ma tali da sorprendere la buona fede del mondo. L'autorità riuscì a stabilire che i falsi dove, vano essere stati praticati dal Mazzi'inni Fausto, tipo veramente genialissimo d'artista in materia di falsificazione. Il Margini appena arrestato, negò di averlo mai conosciuto. Ma il Mazzolani fu raggiunto da prove con- pnsinn.ocrete e decisive per la sua colpevolezza. K' glassodato che fece vita comune, sotto falso fanome, col Margini nell'epoca che precedette mimmediatamente le due maggiori truffe alla erRanca Commerciale e alla Nazionali' di Gre- amdito, cioè nel tempo in cui i falsi furono prè- mparati. Risultò che a Dagnente la banda di a falsari si radunò in una villa por una di anquello divisioni di bottino che non avvengono lesenza liti e violenze. Infatti vivacissima fu lai riunione di quel sriorno e fu assodato che ad unessa parteciparono tutti gli imputati. Ira cui) il Casini Eligio che fu anzi uno ilei più acca- niti investitóri del Margini accusato di es-j fasersi trattenuto... indebitamente una somma ! vistosa. Il fatto è che quel giorno Margini fu qcostretto a far le valigie in fretta e furia e venne spogliato dai soci di tutto quanto pos- md'una ! nI I prqtuggsedeva, persino del portasi garene penna stilografica d'oro. Vita di romanzo Angelo Margini, sbarbato, dall'apparenza giovanile, magro, si è presentato ai giudici disinvolto. Pure che non senta il peso della precedente condanna ad 8 anni ili reclusione p di quella die lo attende. Veste correttamente. Naturalmente non ha più l'eleganza vistosa dei tempi passati. Allora aveva un guardaroba da milionario, frequentava i primi alberghi,] 'era proprietario di due o tre automobili. Una pcrediamo, è ancora da pagare: fu tenente net c276 fanteria e si racconta che, pur essendo u6tato fatto prigioniero, godeva da parte degli baustriaci di molta iibertà cosi da potere gi- rare comodamente per Udine durante l'occupazione austriaca. Era nato per ingannare il prossimo 1 Vicino a lui siode il Pedrazzini. 42 anni e una lunga barba Tipo meneghino, Mercan- iptelli Tilde fu lamica del Margini ed è coni-, sparsa a piede lìbero andando a sedersi subito : r/nel posto dei testimoni. ! lMa l'ottimo Presidente cav. avv. lìarberis j fla invitò a prendere posto nel banco degli ar. elisati. Una piccola formalità! La ragazza ò accusata di avere goduto delle... oneste altività patrimoniali dell'amante ricevendo una volta di colpo 30 nula lire di gioielli. T". ino] tre accusata di avorio aiutato ad assicurare il profitto delle suo numerose truffe. Siede al banco del P. M. il e.av, DI Maio il quale ha studiato accuratamente il voluminoso incarto di questo romnlirato prò -esso. Siedono alla difesa, per il Margini, l'onorevole Bontini di Bologna e l'avv. Romita di Milano; pel Pedrazzini l'avv. Quaglia; pel Mazzolani gli avvocati (".avallo e Fromento; po.l Marchetti gli avvocali Bardessono e Carraroli; per la Mercante!!) gli avvocati Romita e Fea. Que6to processo presenta una... appendice. Siede accanio agli accusati una guardia carceraria certo Gaetano Bocci accusato di avere fatto pervenire al Margini mentre si trovava nelle nostre carceri tre libri dietro regalo di 50 lire. E' difeso dagli avvocati Borroni e Nasi. 1 libri orano le poesie di Carducci, di Petrarca e di Giusii. I danneggiali si sono costituiti, a mezzo dei loro patroni di fiducia, parte civile e precisamente l'avv. Piccinini pel Banco di Roma, l'avv. Baravalle per la Banca Nazionale di Cro4ito, l'avv. Silvio Boselli per la Banca Commerciale e l'avv. Paoletti per l'orefice Mosso di Bari. Sul Margini gravitano naturalmente le maggiori accuse. Un imputato filodrammatico Ecco il 6unto delle imputazioni. Il Margini lnmgggcvCBcapnscltlsddgdvmbdalla Banca Commerciale Italiana emesso ad Ancona all'ordine di Luigi Gasti per franchi 60. Questo assegno fu alterato nella cifra portata a 600 mila lire e riscosso (co"i cambio) nell'ottobre 1923 a Torino nolla somma di lire 807.609. Egli avrebbe inoltre falsificato due assegni delia Banca Nazionale di credito, sede di Milano, per franchi 125 ciascuno all'ordine di Pietro Cossu e li avrebbe riecossi a Torino (coll'aggio), incassando lire 284.275. Nel maggio 1923 troviamo il Margini • Parigi, ove a quello scio del Banco di Roma presentò due cheques falsificati ed incusio 160.000 franchi. Truffò la Banca del lavoro di Cremona di 10.000 lire, mediante falso assegno del Credito italiano. A Bari, con lo stesso sistema, tacendo cioè uso ili falsi cheques, truffò il gioielliere Mosso Nicola consegnandoglieli per la somma di 120.000 lire in pagamento di gioielli. n Margini è interrogato per primo. Giuoco sempre meravigliosamente le sue diverse parti in commedia. Giuoca con abilità anche quella di imputalo. Quando parla ha un po' de] filodrammatico. Se non ha recitato sulla scena; vuol dire che ha preferito di recitare nel mondo. Ha una sola difesa: non ha falsificato, nienle: ha semplicemente adoperato gli cheques che gli furono consegnali da: falsificatore. Presidente: — Chi è costui? Non lo voglio dire. Lo diranno i testi. II Presidente insiste nella domanda e Margini insite ne] non rispondere. Il Presidente gli fa osservare: — Adesso interrogo lei, poi sentiremo i testi. Margini: — Mi riservo di fare il nome del falsificatore. Ora non ho convenienza di parlare. gct| I I l _ Bisogna dimostrare di •volerei riabilitare -I 6e si vuole ottenere commiserazione, l _ Dice bene lei, ma come posso riamUtar mi Quando sono già condannato a 8 anni e mezzo ed ora mi attende il reato? { \\ presidente a questo punto dà lettura di alcuni scritti del Margini elle gli furono se questuati in carcere. Manca però Qualche fo g]jo e il Presidente chiede dove 6 andata a unire la parie mancante Aw. Romita: — Il Margini l'ha mangiata. — Beh, a quest'ora l'avrà già digerita I Un diario singolare I fogli suparetiti contengono una 6pecie di i confessione del passalo e dei propositi per ^avvenire. E c'è anche buttato giù. ron qual-. che tratt0 (\i fine ironia, il programma del ' 0 gabbamondo, si vede ch'è scritto da un u I tecnico da un competente. 11 programma del i perfetto gabbamondo 6 quello di vestire mol, 10 bene. Ci vuole eleganza di vestirò e di modi, uno'vestilo «modestamente o inipaccia to ,lon rjtjra «eppure una cartolina vaglia au, tentica di 10 lire! Lui invece 6 riuscilo a Ti ' ,jrw.0 indebitamente delle centinaia di milg]1aja di ^re| - Bisogna — aggiunge Margini nel suo pre 2j0«0 diario — vivere nell'allegria, giuochi, j danze P donne. Ma di queste non bisogna fl fi.arsj jlaj rivelare ad esse segreti. Bisogna ; prenderle in giro tutte' E finisce col cpiaiirl carsi seriamente Arsenio Lupin Secondo. Si -1 propone quando uscirà di carcere di visitare le principali capitali dol mondo lasciando ovunque il... segno de] suo passaggio, Infatti per vivere a Parigi, secondo Margini, basta alzarsi dopo una buona notte, andare a una Ranca e col suo metodo incassare 150 mlia lire. E una delizia- Il diario seguita su questo tono, facendo un programma di vita gaudioso e grandioso con particolari che il Presidente prudentemente sopprime. L'interrogatorio del Margini non offre punti interessanti. Eppoi è mancato il contrada1 ditorio cogli alitai coimputali causa la loro , ostinata... latitanza. Quindi tutto quei che : dire Margini resta senza contestazioni, al l'in fuori di quelle cnc gli muovono 1I Presi- ' dente e il P. M. Nella seconda parte del suo ntcrrogatorio è stato nei riguardi del Mazzolani meno discreto, perchè l'ha senz'altro accusato d'essere il provveditore dei farnesi cheques falsi. Presidente: — Come faceva a falsificarli in è un segreto di mai rivelato, anzi i Presidente: — Forse spera di seguitare .,T,v .^mrtafoj racconta le fasi della sua estro ! n , wgiatura di Dntme.n1 e estrema pora c, è r,, vuhj,.ui dolce sua villeggiatura. Ma :e sua fu anche la sua rovina per cani- di quei - DUrraBC0S0 convegno che mise in sospetto la padrona di casa la quale ne riferì ai carabinièri, Margini dice clic temeva molto D Casini perché uomo molto violento. L'amore e i biglietti da mille Ed è la volta della dolce amica del Margini Tildo Mercantarli', graziosa e giovine donnina. Yesle ron qualche ricercatezza dice che .onobbe il Margini mentre era colla fami glia in vRleggia-tura sul Lago Maggiore. Si faceva passare come dottore, aveva stretto molte conoscenze autorevoli, sembrava ricco, era affettuoso, Margini le dichiarò il suo amore e le offri un cuore, delle gioie, l'auto mobile. Essa accettò tulto e cosi fuggirono a Milano e n Trieste dove lui le diede, un anticipo di gioie. Le comprò anelli, braccia letti e altre cose, per trentn.sei mila lire, i Presidente: — Ma non ha capito che era un truffatore? ) —lo capirlo? 'Tutt'altro, - — l'ero le confessò una volta che aveva -j fallito. a ! _ in genere sono i falliti che hanno dei u quattrini. e _ j,ei è g- ,-ane ma è assai pratica del - mondo. Perù non notò che cambiava sempre a ! nome'.' I — Ero scappata da casa, ero minorenne e I pensai che temesse di compromettersi e dì rivelare il nostro nascondiglio. Cosa vuole, quando si è innamorati non si pensa a nulla. Avv. Bardessono: — Ah, è vero! (sospira). Tilde prosegue: — Lo conobbi in villeggiatura, lo credetti un signore per bene. Il Presidente lo contesta che il Margini un giorno le consigliò una busterella con 3D bi ghetti da mille. a i a p . i a ,] ' _ si s(ava _ Sponde pronta l'imputata — a partendo in automobile. Era mattina presto t cj er0 assonnata, Margini mi disse: Tieni o un momento questa busta. Io la misi nella i borsetta senza sapere quello che contenesse, - a_vv. Romita difensore: — Prima di Margi- l e - iii la signorina aveva mal amato nessuno? Imputala con tono languido: — Oh, mai... Avv. Boselli : — Santa ingenuità 1 Insignificante riesce la deposizione dell'imputato Pedrazzini. In sostanza dice che es¬ -, senrio con suo fratello comproprietario d'un o : r/nrafie condusse in automobile a Dagnente ! la comitiva che doveva fare poi quella tale s j festa al complice Margini. Narra che li senti ò a e l a i l ; ra . re a i e i o , i a gi litigare tutti col Margini e ogni tanto appaiono sullo sfondo le ombre di due avvocati milanesi... Vide il Margini che faceva i bagagli in fretta e furia e lo vide pure consegnare al Casini orologio, portafogli, portasigarette, tutto quanto teneva in tasca dopo di che fu obbligato a partire. Uno della comitiva era armalo di rivoltolila e spalleggiava il Casini. L'interrogatorio della guardia carceraria Bocci non riguarda la truffa. Nega di avere comrrato i tre libri a! Margini e di avere avuto 50 lire. Presidente: — I! Margini vi accusò. Margini: — Nossignore indicai in un gruppo fotografico quattro o cinque guardie, ma non specificai. — L'avete anche riconosciuto. — Volevano che io facessi un nome qualsiasi epperciò mi misero in celila. Allora dissi che la guardia la quale 'mi aveva compralo i libri era un toscano. Imputato Bocci: — Eravamo in sei o sette toscani I... Vengono letti i certificati penali del Mazzolani, del Casini e del Marchetti. Tutti tre risultano spaventosamente pregiudicati, il Pedrazzini fu espulso dalla Svezia e Norvegia dove 6i era recato per affari. Margini — gran galantuomo — apparo invece incensurato. Nell'udienza d'ieri 6 cominciata la sfilata delle parti lese. L'orefice Mosso Nicola di Bari vendette ul Margini quattro brillanti per 127 mila lire. Margini pagò con sette mila lire in biglietti di banca e il resto con tre cheques d na ma aeuie ni osoo o gini come colui che elegantissimo, vestito come un inglese, e sotto nome inglese, 6i presentò ad acquistare i preziosi brillanti. Margini: — Mi guardi bene. Si sbaglia. . Teste: — Sono sicuro. Ti riconosco perfettamente. Sei stato la mia rovina. Il povero orefice appare molto angosciato e Margini seguita a dire che ha preso un equivoco. — No, sei tu, purtroppo. Non t'avessi mal visto I Sei 6tato la mia rovina. L'udienza è | rinviata a stamane. « M. L di dttCpCimdnvoCtedilri5 sitoriotslaav10si2 rifaozocotoretositosinrinri20a agp11sseCludnoilrtofansitaad1rdv15idCtosn6tecuCcMscndnvaCscdv3vsaarcbcdAtclrcFèdtdaecC