La glorificazione del soldato valdostano alla presenza del Duca d'Aosta

La glorificazione del soldato valdostano alla presenza del Duca d'Aosta La glorificazione del soldato valdostano alla presenza del Duca d'Aosta n e o a a i r a o . . n l a i i o o e e o e , e ò i e — o e ,,mano. Aosta ha fatto ieri, In forma solenne, per la presenza del Comandante la III Armata, e la narteeipasiona imponente di combattenti, la glori fleaxione del soldato valdostano. Un monumento, onera di Pietro Canonica, ehe fonde in un'unica idea l'animosa partenza dal soldato per la guerra e il suo glorioso ritorno, • due rapidi, una ehe fissa per l'eternità la motivazione delta medaglia d'oro assegnata alla bri (rata Aosta, • l'altra ehe tramanda ai posteri i nomi di quanti morirono in guerra o per mali contratti in guerra, opera dello scultóre Giovanni Riva, sono state solennemente inaugurate e un corteo ha sfilato per le vìe della città dando per qualche ora la impressiona ehe la popolazione delle varie vallate si fosso rovesciata ad Aoste, 1» città, ehe della meravigliosa regione montana costituisce il cuore. La preparazione dell» manifestazione, per i contrasti politici derivanti dalla situazione locale, è stata lunga « non facile ma ha prevalso il desiderio ehe era in tutti di rendere omaggio si morti per I» Patria • le passioni di parte si sono quietate. Intorno si due» Emanuele Filiberto tutti ieri si sono travati riuniti oltre ehe per onorare i caduti, per un» manifestaliono di lealismo zia Casa Savoia. Il treno a paci ala TJn treno speciale ei porta d» Torino ad Aosta. Sul treno due vagoni riservati, uno per il Principe ed il ano seguito, l'altra per il Sotto Segretario alla Guerra gen. Clerici. Il Duca à accompagnato dal colonnello Montanini, il sottosegretario dai gen. Fieri e Parmigiani. In altri scompartimenti prendono posto le Autorità. Vediamo il commissario prefettizio ài Torino barone La Via, col segretario capo comm. Sabini; il prefetto Dezza con il capo gabinetto Lattea, il consigliere provinciale Vincent, i consiglieri provinciali Passsrin D'Entreves e Chabloe, il comm. Ehrenfreund, il comm. Rimondino rappresentante il provveditore agli Studi, il marchese Compans di Briehanteau, il commendatore Télluccini, la medaglia d'oro Sabino Carcerane, il commissario Canavotto, ehe rappresenta il Questore, il commissario Norcia, i membri del Direttorio del Fascio Colisi-Rossi, Tuninetti e Ternari, l'on. Belluzzo, gli ing. Brezzi, Silvestri e Riealdier, i rappresentanti della Società l'Esercito eav. Masino, segretario Pinto e consigliere Morano. Nel treno speciale trovasi pure il commendatore Pietro Canonica e 1» sua famiglia e lo scuìtora Giovanni Riva. Ad Ivrea salgono nello scompartimento riservato il colonnello Ragni, comandante del IV Aaptnl. l'onorevole Olivetti, l'ingegnere Fossati, il Procuratore del P.e aw. Quinto, Salvatore Cotta ehe rappresenta il Comune di Ivrea. Nelle sltre stazioni della vallata, tutte, come quella di Ivrea, pavesate a gran festa, sono oltre comitive che «1 aggiungono a quella torinese, altre Autorità ehe vengono a prendere posto tra le Autorità. Vi sono tra essi tutti i sindaci dei paeei compresi tra Pont San Martin a La Thulle. Alla stazione di Quart Villafrsnehe, il treno viene diviso: il vagone riservato si Duca fs una breve sosta, mentre gli altri vagoni, compreso quello in cui trovasi il gen. Clerici, continuano per Aosta. Ad attendere gli ospiti e a fare gli onori di casa, trovasi alla stazione il commissario prefettizio dott. Trincherò. La music» dell» città, 1» Lira, à schierata sotto l'atrio presso gruppi di bandiere appartenenti alle locali Associazioni di combattenti. Trofei di bandiere tono su ogni porte. Oli allegri- squilli di una marcia. accolgono il treno quando entra nella stazione, Le città In festa Nell'attesa dell'arrivo del Duca, precediamo il corteo sulla piazza Vittorio Emanuele, ove è stato eretto il monumento. Il viale, ehe dal centro scende alla stazione, à tenuto sgombro da alpini e da militi della Milizia Nazionale. Da pianta a pianta, sono tesi dei drappi a colori vivacissimi, che trasformano il viale in una galleria Anche la piazza Vittorio Emanuele à tenuta in gran parte sgombra e la folla si .piglia sui quattro lati, gremisce i portici e preme dalle diverse strade ehe sboscano nel mag- S'ore eentro eittadino. Non vi è balcone o leztra che guardi alla piazza che non sia decorato e gremito. Riboccanti di gente sono pure i ponti di una essa nella quale si sta rimettendo a nuovo la facciata. Qui * tanto l'agglomeramento ehe ei ha paura che i ponti crollino. La piazza, in ogni punto à una fèste di colore e costituisce nel suo insieme un» visione suggestiva II monumento ideato dal Canonica ricordo del soldato valdostano, coperto di un drappo bianco sorge nel centro della piazza. Sui due lati sono stato erette delle tribune, l'una riservata ài Principe, l'altra alle famiglie di caduti o agli invitati. La tribuna d'onore à in velluto granata e oro; nel eentro porta lo sternuta di Casa Savoia. Poche seggiole ricoperte di velluto. L'altra è a colori chiari. Dinanzi il monumento sta il tavolo per l'oratore) ufficiale della cerimonia, Ai due lati tono raggruppate le guide di Courmayeur, di Gxeisoney, di Cogne, di Valtournanche, e di :Ayaa. Sono due gruppi di uomini belli a vedersi. Vi sono tra essi guide ehe hanno famst mondiale e sono pronti per un'ideale salita: pieozza alla mano e corda • tracolla. Accanto alle guide due altri gruppi che rappresentano il colore delle terre valdostane: un* ventina di donne, vestite nei costumi isionali. Vi eono fanciulle di Gressoney, con) la sottana rosse, le pettorine ricamate e ij grandi diademi in oro; donna di Ayss, in Sottana e giubbetto di sete nera e viola; zza di Cogne, con la sottana nera e le eashicette con rigonfio di tela bianca; donne di ^Courmayeur con i vestiti dai eolori sgar i o a » o o n S, ore aari ca e, na o rno r di siinti. E' una nota pittoresca che dà all'adunata la caratteristica locale e rende piti significativa la feste. Foco dopo le 10, gli squilli della Mareia reale, annunziano l'arrivo del Duca d'Aosta. Lo precedono le bandiere e le rappresentanze dei. eombattenti del luogo a le autorità locali tra le quali vediamo l'ex sindaco Giovanni Farinet, monsignor Giocondo Stove ìin, Cerare Delleani, Leopoldo Ferraris, Ai'istide Belfreund, il consigliera provineii'le notaio Prutaz e il cavalier Chatrian. iMe lunga ovazione scoppi» sulla piazza qiAndo il Principe compare. Si agitano i «orpelli, dalle finestre si sventolano i fujrsffetti. Il Duca attraversa lentamente la tizia e va a prendere posto alla tribuna |?moro. Subito si presente il vescovo monor Calabresi, ehe, messa la stola, avanza so il monumento per la benedizione. Squii lati'attenti, eade la tela e l'opera di Pietro C.bionica si presenta all'ammirazione della fejla. I di «cor al Benedetto il bronzo, che ricorda l'eroico dato valdostano quando a osse per 1» irra • quando vi fece ritorno, il vescovo Aoste pronunzia brevi parole di saluto. rasi» il Duca, le Autorità, manda un _.ero'riconoscente al Re e come rsppretante di tutti i Valdostani, afferà» ehe abitanti di queste valli amano intentato il loro piccolo paese, perchè attra- *> ad stai sentono più vivo l'affetto per 11» grande patria, l'Italia Dopo' monsignor Calabresi prende la parola il comm. regio .Jottor Trinehera. . . ' Ir «La lignificazione di questa cerimonia, "egli «lice, volutamente fissate in quest'anno in cui eade il nono centenario da che il Ca¬ poBiind'idladinsevatrognstafflufinsadeintoziogligr1» ril Coil stosed'il cadi gidmafuvidesal'esomefigi stammcierfinziociamricavzil'iquchpadeticotogleds'dprosufrm0mtil'ts1seesbcosutrVcdlnilBdgvospagdntoflmvDddvSdrdmCsdLrRssrAalCprhvlptmamrctrr o . i l l , a o e e n i e - o a o a o i à o e o a i e . i r, e, i o e a. p: i y, e s, ; e e r e a ta. oo tos, n. a i ua a na i o a o » vo o. n ehe aa- er or io ' a, no a¬ postpeeagorosanast».mberto Biaaeamano, fa creato Conte di Aoste, a le insegna sabaude alto si levarono nel bel sole d'Italia, non potrebbe esser più auguste: ideato dalla cittadinanza Aostana, formulato ansi come un voto nel cuore dei cittadini, amplificato nella sua porterà dal consenso intimo e profondo di tutte la gente valdostana, affidato ad un artiste quale Pietro Canonica, questo Monumento vuole significare la esaltazione patriottica di una stirpe la cui fedeltà e il eni eroismo, già affermatisi in secoli di stori», rifulsero di luce radiosa nella grande guerra della definitiva riscosse, nazionale, fi' sintesi e consacrazione di questo valore I» motivazione della Medaglia d'Oro che, iscritta nel bronzo in degna ed eletta forma d'arte dallo scultore Giovanni Riva, attesterà alle generazioni venienti la fulgida gloria del Battaglione « Aoste s, in cui ha militato la più gran parte dei Figli di queste terra, • ehe 1» Sua medaglia si è conquistato ascendendo run cammino di abnegazione e di sàngue, cui teppe portano questi nomi fatidici: il Monte Uraiv, lo 8trivio. l'Adametlo, il Coni Ztigna, il Parabio, l'Alpe Coemagnon, il Vodice • i Monti Solaroli I intorno a questo Monumento ehe inizia oggi la sua vita secolare, intorno alla targa della Medaglia d'Oro ed alla tepide ehe, più da vicino tocca il onore del popolo coi cari nomi dei fratelli caduti, da tutta queste meravigliosa cerehia di monti che fanno di questa regione la fulgida gemma montana della penisola, l'anima valdostana è qui raccolta, intimamente fusa con la grande anima nazionale, « tutte vibrante di commosso entusiasmo ». Il nostro libro d'ero H comm. Cesa» Chabloz, oratore ufficiale della cerimonia, ha quindi la parola. Premessa la manifestazione del suo orgoglio per l'essere stato prescelto » fare l'elogio del soldato dell» valle d'Aosta, non per i suoi meriti oratori, ma perchà fu eoi suoi tre figli milite della grande guerra, • ricordati i forti militari gloriosi della gente valdostana egli dice: «Guardando questo monumento io penso con emozione a quanti altri monumenti vi sono in Aoste di serali e di civiltà diverse. Finora quei monumenti non erano per noi ehe ruderi di epoche ormai finite, evocatori tutt'al più di estetiche emozioni e di nostalgici ricordi. Oggi, riallacciato all'Arco del Canonica, quelle pietra millenarie, quei testimoni del passato, quei ricordi ancor vibranti della vite dei nostri avi, diventano per noi quasi scrigni preziosi racchiudenti in si tutte ls poesie, tutto l'ideale della nostra anima latina. In essi, quasi in libri di pietra, noi leggiamo, meglio che nel libro d'oro e di sangue del nostro passato, tutta la storia e tutta la gloria della nostra razza di montanari rudi patriottici e buoni. « Quel meraviglia se così alto e cosi ampio consenso d'esaltazione si raccoglie oggi attorno a questo Monumentot E ehe cos'i la gloria se non l'omaggio di tutti alla virtù ed al valore? E' il grido della gloria che s'infrange oggi su questo marmo. Col grido della gloria si volge verso di esso anche il pianto, il pianto di quanti conobbero ed amarono quei prodi di cui le ombre tornano oggi sulla nostra via, e, passando sulla' nostra fronte, la fanno inchinare reverente e commossa. La gloria lo illumina. Il vostro pianto, 0 padri e madri degni d'Italia e. del Piemonte, o vedove ed orfani sconsolati, lo santifica. Voi e noi c'inchiniamo ad esso. Noi l'additiamo come scuòla di valore per la Pa' tria; voi la mostrate come l'altare che in segna la virtù del sacrifizio ». I L'aw. Chabloz eosi concluder « Altezzal 1 Valdostani vedono oggi in Voi ,il rappresentante del Re ed il loro Duca. Al Duca essi dicono « Aosta, che non ebbe indarno battesimo romano, non fu mai cosi Auguste come in occasione di queste guerra, nà il suo nome venne mai portato così alto nella trloria, riallacciato, da una parte e mercè Vostra, a quella meravigliosa Terza Annate che venne chiamata l'Invitta, riallacciato, d'altra parte e merci i suoi figli, » quell'eroico battaglione ehe il valoroso Colonnello Ragni ebbe già a presentare » S. M. il Re col tragico nome di « Massscratissiino Battaglione Aosta» e ehe seppe, si grido di : « Ch's susta lon ch'a custa viva l'Austa » guadagnare e raccogliere sulle insanguinate vette dei Vodice e del Solarolo la suprema onorificenza militare. E' grande onore e somma ventura per me il deporre_ oggi ai piedi Vostri l'omaggio devoto di illimitata ammirazione dei miei concittadini per il magnifico condottiero che seppe dimostrarsi cosi degno erede del nome e cosi insigne coutinuatore delle gesta del vincitore di S. Quintino. Ed i per me onore ancor più grande o più ringoiar ventura il potervi dire colla fronte alta e eon coscienza sicura : « Duca, la Vostra Valle d'Aoste non ha demeritato mai dall'onore insigne d'avervi dato il nome ». «Al Rappresentante del Re i Valdostani volgono una preghiera: «Compiacetevi, o Duca, quando ritornerete nella eterna Roma, di dire alle Maestà del Re ehe Vi ha qui delegato e della Auguste Su» Madre che viene ogni anno a rinnovarci le prove della Sua benevolenza, ehe 'a Valle d'Aoste, i cui destini, da Umberto Biancamàno in poi, furono i destini dei Conti, dei Duchi, dei Re di Casa Ssvois, come fu la prima delle gemme ohe vennero a poco » poco formando 1» Corona d'Italia, cosi si mantiene tuttora non seconda a nessuna regione italiana per fedeltà e devozione alta Loro Casa: dite alle Loro Maestii ehe, in una lapide che scopriremo fra poco, dovute all'artista Giovanni Riva, giovane d'anni ma già grande per squisitezza d'opere compiute, vanto di Torino e speranza del Piemonte, in una lapido che ricorda i nomi dei suoi figli morti in guerra, Aoste ha consacrato precipuo titolo di essi alla gloria l'avere essi suggellato eoi sangue ls fedeltà millenaria della loro Valle alla Casa di Savoia; dito alle Loro Maestà che per noi Valdostani Patri» e Rs sono due parole ed una cosa sola, e che la vecchi» Aosta ha ritrovato oggi, come li aveva ria ritrovati durante la guerra, tutta l'energia e tutto l'entusiasmo della giovinezza per prorompere, in un impeto irrefrenabile di patriottismo, nel grido fatidico: «Per i nostri morti, per il nostro passato, per il nostro avvenire, Evviva il Re, Evviva la Patri» immortala ». Ultimo oratore della cerimonia à il generale Clerici. Il Sottosegretario alla Guerra, con elevata parola, esalta il soldato piemon teso ed in particolar modo il soldati di queste velli. Ricorda il battaglione Aosta e ne rievoca i fasti gloriosi. Liricamente presenta l'idea che ispirò lo scultore nella concezione del suo monumento e a nome del Re e del Governo, ringrazia per l'omaggio ehe viene reso all'esercito per la manifestazione di lealismo alla Casa Regnante. Ve due Lapidi qtsvddsoadubanEvrauostidilsci laGsocoDfreemMVdpCgehsuseLerelamdodfrpsiesvpgvsLqrNàssAgai capvcdbpgztltevmtisdvcsOcfirosgllet«dcigrmLsptpdltcgSeguito dalle Autorità il Dura d'Aoste la •ei» poi la tribuna d'onora a ai reca » visitare il monumento. Lo accompagna il comm. Canonica che dettagliatamente illustra te sua opera. Il monumento ha per base un blocco di granito del Monte Biatìeo. Sul granito si appoggia un grande arco trionfale di marmo rasslgno, che ha sull'alto un capitello greco latino rovesciato a mo' di an, in messo si qusle st» infissa una bandiera lacerate dalla mischia, mossa dal vento. L'arco fa da cornice ad un bassorilievo in bronzo, nel a ù e o l i a , i ' l a o te l a è te , . o o » e a e i ta i e a a, o ». ni o a, ui e a ui ue m» n quaesenoragurateascereeeomstsati che rientrano al paese dopo la battaglia vittoriosa. I! sole d'Italia li illumina. I reduci cantano • feste • avanzano in pittoresco disordine. Grappi di bimbi li attendono presso la loro case e li coprono di fiori. Accanto all'arco, in posizione dominante, primo piano dell'opera, eoi piedi poggiati suller/roece sta un alpino, il soldato tipo di queste terre, robustamente modellato. JET stato chiamato allo anni ed accorra a fare il suo dovere, serenamente, con gioia, per la vita e per 1» morte. E ti ha cosi la rappresentazione evidente, per virtù d'arte, eh* la vittori» e state possibile rato,perchà l'esercito era formato eoa degli uomini temprati ad ogni avversità, pronti ad ogni sacrificio. Un insieme armonioso, realistico, ma che ««urge ad un alto significato ideala II Due» lungamente si sofferma pressò il monumento « vivamente complimenta lo scultore Pietro Canonica, mettendo in rilievi i pregi dell'opera d'arte da lui create, Conchiusà questa prima cerimonia abbiamo la seconda:'lo scoprimento delle due lapidi di Giovanni Riva, Le lapidi sono state mursl'e sotto il porticato del Palazzo Municipale, Il coruugliera provinciale Chabloz, presenta al Duca eoa slavata parola parlando in lingua francete quella eoa ricorda i caduti e che ree» la segnante iscrizione: « Gioire a ww.'... eotre mori eaere notte Citi — Dome ta fot mWenawe ava Prinoet io Savoia — Vstr,; Moeemate am etti de noe Aìpet flambate — Vetro tomo eoi le pria io notte Liberti*. Quella ehe eterna ael bronzo la motivatone della medaglia d'oro del battaglione Aosta è presentata al Duca dal colonnello degli Alpini Caio. Sono due bronzi concepiti con larghezze di idee e ottimamente fatti. In quello ehe glorifica la brigata Aosta, l'Italia, nella sua veste guerriera, duramente modellata, consegna all'Alpino _ l'emblema della Vittori n. Le a due figura, inquadrano la motivazione eroica. In Quella ohe ricorda i caduti vi è il reduce ehe lev» alto sulle braccia il caduto e la Gloria l'uno e l'altro incorona. Qui à tutto mollezza, delicatezza, sentimento. L'autore della Fontana Angehca ha dato in questa sna opera un ottimo saggio della sua genialità e della sua fona d'arte. Il Due», come già ha fatto col Canonica, esprime ai Riva i suoi rallegramenti. Lo spettacoloso corteo H Principe e l'Autorità entrano poi nel palazzo comunale a nella sala del Consiglio si raccolgono tutti i sindaci della regione per essere presentati al rappresentante dei Sovrano e del Governo. E ciò mentre sulla piata» i soldati « le associsrioni ri dispongono per comporre il corteo ehe deve attraversare le vie della città. Allo sfilamento assistiamo dal balcone eentrale del Municipio. Lo spettacolo è superbo. II cielo, fosco sino a questo momento, si rischiara e tra i primi raggi di sole vediamo profilarsi la Becca di Nona e il Ruitor cariche di neve. La piazza à sgombra. Il corteo viene dall'Arco di Augusto, attraversa I» piazza e va a sciogliersi sulla piazza d'Armi. Lo apre la musica degli Alpini a cui,seguono le truppe del battaglione Aosta, Vengono poi i mitraglieri, gli artiglieri da montagna, le guardie di finanza, i pompieri e le guardie di città. La musica cittadina precede il gruppo delle guide alpine ammiratissime da quanti non sono di Aosta, poi le vali igiene in costume, i sindaci della valle, ehe sono più di un centinaio, le associazioni, i rappresentanti dei mutilati, parte dei quali trasportati in automobile e i combattenti. Un'altra musica, quella di Cogne, precede i gruppi fascisti e i veterani, i reduci, gii ex-militari, gli appartenenti all'Associazione degli Alpini e a quella dei Fanti. Un'altra musica ancora ed ecco sfilare, una dopo l'altra, le varie Associsrioni politiche • sportive della Città, e per ultimi i boy» eeoute e un» interminabile fila di bambini e di giovani delle stuoie elementari, ccuplementari, magistrali, ginnasiali e liceali. Il corteo, sfila tra gli applausi, che ri fanno maggiormente insistenti quando passano i combattenti che sono in numero veramente imponente e quando avanza la banda di Cogne. I musicanti, che vestono il giubbetto di lana bianca, fanno a chi più si fa sentire, come se fossero tutti solisti e se ne ha un instane singolarissimo. Ovazioni calorosissime sceolgono gli orfani che sfilano dinanzi al monumento lanciando fiori. La cerimonia è terminata. Terminate la sfilata il Duca d'Aosta si reca al)'a Hotel Couronne», ove gli viene offerte una colazione intima e le Autorità si riuniscono a banchetto al Collegio S. Lui¬ gi. Il Duca d'Aoste, a fine pranzo, ringrazia le Autorità e la popolazione delle valli per le accoglienze ricevute. Si dichiara lieto di essere venuto ed Aosta per un doppio motivo, perchè di queste meravigliose vallate «irli porte il nome e perchè, come comandante della III Armata, ha avuto modo di constatere quali meravigliosi soldati sono i montanari delle valli d'Aosta Brevemente gli risponde il dottor Trineheri, nuovamente ringraziandolo per l'aver presenziato alla manifestazione. Al banchetto al collegio san Luigi vengono pronunziati parecchi discorsi. Parlano, tra gli altri, l'on. Olivetti. Nel pomeriggio il Duce, accompagnato dalle Autorità; ha visitato la caserma degli Alpini, poi si è recato ad assistere ad una colata di metallo nelle officine di Cogne. Alla stellione, alla ora 10,46, qusndo si à mosso il treno speciale riportante a Torino il Principe e le Autorità, si è avute un'ultima grandiosa dimostrazione alla Casa di Savoia.