Nuove illuminanti rivelazioni sulla figura del "generale,, Balbo e sui metodi fascisti

Nuove illuminanti rivelazioni sulla figura del "generale,, Balbo e sui metodi fascisti Nuove illuminanti rivelazioni sulla figura del "generale,, Balbo e sui metodi fascisti L'impressionante deposizione dell'on. Morea sul salvataggio degli assassini di don Minzoni - Il sistema elettorale Balbo: "rompere la testa al primo elettore in ogni Sezione,, - Come al Viminale fu organizzata dal "generale,, una spedizione punitiva della "squadra umbra,, nel Ferrarese - Le rivelazioni di un fascista superstite del Castello Estense: "Quelli che il Balbo chiama ora compagni caduti erano suoi avversar?, avversari decisi,, - A quali condizioni egli passò dal Circolo repubblicano al Fascio di Ferrara nel febbraio 1921 ROMA, 38 notte. La piccola aula della settima sezione del Tribunale è affollatissima quando l'usciere annunzia l'entrata del Tribunale. Il presidente, comm. Guidoni, dichiara aperta l'udienza alle 12 precise e ordina che si chiami il teste on. Morea Alfredo. Tra la vivissima attenzione fi teste, deputo lo repubblicano, comincia a raccontare che, qualche mese fa, al finire dell'estate, 6i incontrò in un giro in Romagna con il Rettrami, suo antico compagno d'arme a Fiume, il quale gli parlò a lungo dal periodo trascorso a Ferrara come segretario politico del fascio di Ferrara. Gli disse, tra l'altro, che aveva dovuto scrivere una lettera ai dirigenti del fascio di Argenta, in merito ai dissidi che colà si erano verificati tra i popolnTi ed i fascisti. GII assassini di D. Mlnzonl messi al sicuro "In attesa di ordini superiori „ On. Morea: — Il Beltrami mi riferì inoltre che in un Gran rapporto ufficiale della 76.a legione si era parlato dell'attività spiegata in Argenta da don Minzoni, con.laaria all'espandersi del fascismo, e che erano stati, mandati ad Argenta due squadristi dei paesi vicini, mi sembra di Casomaro o di Cento, con l'incarico di bastonare don Minzoni. Beltrami mi disse in quella occasione che mi avrebbe dato un memoriale in cui era annotata c riassunta l'opera del fascismo. In un incontro successivo, avvenuto in questi giorni, il Beltrami mi ha consegnato detto memoriale, con la sua firma autenticata da un notaio alla presenza di due testimoni, il capitano Finotti Gustavo e il tenente Claudio Glanciacchè. Avvenuto il delitto, il Beltrami si recò ad Argenta, ove, nel gabinetto del sindaco, ebbe un'adunanza con i dirigenti del fascio; fu redatto un manifesto di protesta per l'assassinio di don Minzoni. Gli assassini erano tenuti nascosti in Argenta nella casa del segretario del fascio locale, signor Maran. Il Beltrami, dietro insistenze del Mafan, condusse in automobile altrove i due sicari, in attesa di ordini superiori. Presidente: — Quali sarebbero cuesfei ordini superiori ? On.' Marea: — Quelli di eseguir» quanto veniva ordinato, con l'assicurazione che il partito non abbandonava i colpevoli fino a che non fossero molto compromessi. Frattanto il Maran fu arrestato ; giunse sul posto l'on. Balbo, il quale dal Beltrami fu informato su quanto era stato fatto e sulla situazione generale nell'Argentano. L'on. Balbo — cosi s4 riferisce nel memoriale — ebbe a dire che non si poteva abbandonare il Maran, che era uno dei più fedeli fascisti della provincia. Poiché dilagava la campagna giornalistica, il Balbo chiamò nel gabinetto del preIetto, alla presenza del questore, i giornalisti e li diffidò a smetterla, dando notizie brevi. In quella occasione il Balbo ebbe a dire che se si fosse insistito nelle pubblicazioni, egli avrebbe potuto far apparire che la causa del delitto era diversa dal movente politico. Si sa che in quei giorni furono create delle note di sarte e di modiste di Ferrara, intestate a don Minzoni. "Uno strumento nelle mani tìellon. Balbo „ On. Morea: — Continuava l'opera di salvataggio da parte dell'on. Balbo, il quale scrisse più volte al Beltrami. richiamandolo perchè non si occupava abbastanza della scarcera, alone del Maran e dì tutte le faccende In genere. In un'adunanza fascista tenuta a Fer. rara si decise di tenere in diversi luoghi della provincia delle riunioni a favore del Maran ; fu, anzi, inscenata una dimostrazione di simpatia o di solidarietà col Maran con un corteo che si portò presso il carcere dove era rinchiuso il Maran. La cosa giunse a tal punto elle vennero fatto, da parte dei capi fascisti di Ferrara — considerando come il ministro Oviglio non si occupasse abbastanza della scarcerazione del Maran — pratiche affinchè i' guardasigilli non venisse incluso nella 'iste nazionale politica di imminente compilazione. « Il Beltà-ami mi disse che egli non era un segretario politico del lascio, ma uno strumento nelle mani dell'on. Balbo, il quale dirigeva da Roma le cose del fascismo ferrarese anche nei più minuti particolari ». 11 teste si dice pronto ad esibire il memoriale. adente: — Quando? Subito? Teste: — Sì, tra un'ora, al massimo. Presidente: — Ha parlato lei col teste Donati? . , Teste: — Sì, e gli ho riferito sia 1 colloqui che ho avuti col Beltrarnii, sia il contenuto del memoriale che, come ho detto, posso esibire al Tribunale. L'on. Balbo ha ascoltato la deposizione dell'on. Marea stando seduto accanto al 6uo difensore. Egli apparo molto pallido, preoccupato. Di tanto in tanto, prende delle note in un taccuino, che ha davanti sul tavolo. A tratti egli si rivolge verso il suo avvocato e si consiglia con lui. Man mano che la deposizione continua, il Balbo seguite a sgualcire con le dita nervose i fogli dell'Incartamento che ha davanti. Le medaglie al valore e 1 due sistemi elettorali Avv. Russo: — Nel memoriale 60no dette, o il Beltrami le ha detto, le ragioni per le quali lasciò il segretariato politico del partito T On. Morea: — So le ragioni per le quali egli dovette lasciare quel posto. Credo si tratti del fatto elle egli portava abusivamente medaglie d'argento al vaiare, di cui si vantava senza che gli fossero state assegnate. Sta di fatto che non io 'no mai visto, durante ire anni di campagna, che egli portasse le insegne delle decorazioni. Su questo, corrjunque, vi fu un contrasto con l'on. Balbo. SI quale gii domandò un giorno se fosso realmente decorato al vaiola. 11 Beltrami confessò, in quella occasione, al Balbo, che le decorazioni "non gli osano state ancora consegnale, ma elle gli risultava esistessero le relative proposte. L'on. Bulbo promise di occuparsi dui disbrigo dello pratiche. On. CuiiU.l — Kou consta al tcotc clic \i fossero anche, a motivare l'espulsione, delle divergenze di carattere politico ? On. Morea: — Un altro contrasto si ebbe in materia politica, allorché per le elezioni, il Beltrami si faceva sostenitore del famigerato sistema « Bocchini », dal nome del prefetto di Bologna, sistema che permetteva di identificare tutti i votanti dal modo come nelle schede erano disposti i nomi dei preferiti ; mentre il. Balbo ara fautore del sistema delle « bastonature del primo votante d'ogni Sezione », onde avere il pretesto, attraverso l'incidente, di mettere dentro la cabina persona di fiducia. Poiché le Sezioni erano 400, sembraiva a qualcuno che lo bastonature sarebbero state troppe. L'on. Balbo sciolse la adunanza, in cui si trattuva di questa cosa, dicendo: « Siamo intesi I ». On. Conti fa osservare che, ove il Tribunale ritenga utile, sarebbe opportuno che il Morea consegnasse al Tribunale stesso il memoriale. On. Morea dichiara di tenore il memoriale a disposizione del Tribunale e con esso alcune lettere del Balbo e Beltrami. Avv. Russo, della P. C, si oppone a ohe il nuovo documento sia acquisito agli atti. L'accusatore accusato Dopo alcune altre parole dell'on. Conti, il Tribunale si ritira per deliberare sull'incidente, e cioè sull'ammissione o ino de! documento. L'aula è gremita di pubblico, in attesa delie rivelazioni che questo processo continua a promettere. E' avvenuta una strana inversione nel dibattimento;, l'acousato non pare più essere il gerente della Voce Rcpubbuccina, ma l'on. Balbo il quale dovrebbe scagionarsi dalle numerose accuse che si addensano sul suo capo e che attraverso la sua persona investono le alte gerarchie fasciste che con lui hanno collaborato. L'on. Morea lia deposto con grande sicurezza, con precisione di particolari. Attraverso le sue parole, la deposizione dell'aw. Donati non sol: tanto rimane convalidata, ma avvalorata di nuovi particolari. Soltanto verso la fine della deposizione dell'on. Morea l'on. Balbo ha tentato qualche interruzione. Allorché l'on. Conti ha domandato se la espulsione del Beltrami avesse anche origini politiche, il querelante ha esclamato : — Altro che origini politiche! Si tratta di quattriniI — ed ha fatto con le dita il 60gno come per dire: «appropriazione Indebita». L'on. Conti hu replicato; — Ciò non toglie che tossii dei vostri I On. Balbo: — E per la cocaina anchel Lo abbiamo espulso per indegnità. On. Conti: — Si ma dopo che ve ne siete serviti I Durante Ja sospensione l'on. Balbo rimane seduto a parlare animatamente con il 6uo avvocato. Il querelante, che è sempre più pallido, si sforza di sfuggire agli sguardi che gli si posano addosso con insistenza. Al tempo dei tatti clie lo... esasperarono Balbo non era fascista ! li Tribunale si è trattenuto in camera di Consiglio circa tre quarti d'ora. Quando rientra — sono le 14 — il Presidente legge l'ordinanza con la quale respinge la presentazione del memoriale, mentre chiede all'onorevole Morea la esibizione delle lettere. L'on. Morea chiede un'ora e mezza di tempo per recarsi a prendere i documenti richiesti. La seduta è sospesa fino alle 15,30. Alle 15.30 l'on. Morea è già nell'aula, pronto ad «;ibire le lettere che gli sono state richieste dal Tribunale. L'on. Balbo ò presente. Quando entra il Tribunale l'avv. Pacciardi, della difesa, domanda al presidente di consentirgli di rivolgere ima domanda all'on. Balbo. Il presidente consente. Avv. Pacciardi: — Domando all'on. Balbo se egli, al tempo in cui avvennero i fatti del Castello Estense, era fascista oppure no. Balbo: — No signore! On. Conti : — Basta cosi I Balbo: — No, desidero continuare... On. Conti: — Faccia pure, è suo diritto..". Balbo: — Non ero fascista in quanto non avevo la tessera, anzi ero forse ancora iscritto al partito repubblicano. Parò, fin dal 1914 accanto all'on. Mussolini, facevo parte dei fasci di combattimento e nell'epoca dil cui si parla avevo già preso parte ad alcune manifestazioni pubbliche che avevano tutto il carattere di manifestazioni fasciste, poiché in quell'epoca il movimento fascista si manteneva nella linea del partito repubblicano. In seguito, la mia adesione al fascismo causò le mie dimissioni e conseguentemente la mia espulsione dal partito repubblicano. Avv. Paccdardi: — La domanda vale a chiarire che la « esasperazione di partito », cui allude l'on. Balbo nella sua lettera, non poteva esistere. I caduti di quell'episodio non erano suoi compagni e tanto meno gli caddero a fianco. Balbo: — Ma in altro occasioni vidi cadérmi vicino uomini del mio partito, e comunque tre dei caduti del 2o dicembre. 1923 erano mieti compagni e con loro mi ero trattenuto qualche giorno prima. " Riconosco queste lettere, come le altre. L'on. Morea, a questo punto, sale sulla pedana e consegna al Presidente due lettere che erano allegato, al memoriale offertogli dal Beltrami. 1 due scritti vengono mostrati all'on. Balbo. Questi li esamina e il lancia con forza sul tavolo, quindi dichiara: — Riconosco queste lettore, come le altre; e dichiaro che da tempo mi erano state offerte in vendita, come posso sempre provare a richiesta del Tribunale. Non ho creduto di comperarle perchè la mia coscienza che non rifugge dalle responsabilità mri comandava e mi comanda di non scendere a turpi mercati con individui che, come il Beltrami, sono al di fuori della legge morale. On. Conti : — Non possiamo tollerare che il querelante continui su questo tono! Quello che dice non entra nella causa. Balbo: — Non c'entro, dirotti, ma mi c sembralo che in quest'aula si volesse fare del Beltrami una specie di eroe, e perciò £ forse opportuno ohe il Tribunale sappia con quale individuo abbia Ua l'are. On. Conti: — E allora il teste on. Morea| potrebbe precisare se gli risulta, che il generale Balbo abbia acquistato dal Beltrami un pacco di circa 40 lettere da lui scrittegli e che gli costarono per l'acquisto11 una notevole somma? On. Morea:' — Nulla mi consta intorno a ciò. On. Balbo:" — E io smentisco assolutamente tale circostanza! Una riunione al Viminale La squadra perugina Presidente:' — A quale epoca sì riferiscono quelle lettere? On. Morea: — Si riferiscono al giugno 1923, e precisamente ai giorni nei quali si tenne a Palazzo Viminale una riunione per decidere una spedizione fascista di perugini per abbattere la maggioranza del fascismo dissidente ferrarese. Il Beltrami, in detta riunione, si oppose all'invio della squadra perugina ; ma il gen. Balbo alle sue osservazioni rispose: — Tu sei una bestia! La squadra fu inviata e le lettere riguardano il fatto che il Beltrami cercava di tutto per tenere a freno la squadra perugina, la quale invece non la intendeva cosi perchè coloro che la componevano asserivano di essere stati mandati a Ferrara per « lavorare ». L'avv. Russo, della P. C, a questo punto. Insiste nella richiesta di citazione dei testimoni avv. Barbieri, di Ferrara, cav. Gaggio!ì, di Ferrara, e comm. Ridolfi, pure di Ferrara, i quali, essendo tre dei cosi detti fascisti dissidenti, potranno all'uopo illuminare il Tribunale su quell'episodio e sull'opera svolta in quel tempo dal segretario Beltrami. L'on. Conti ritiene che la Parte Civile anche questa volte ha torto. Naturalmente si allarma perchè i nuovi particolari illuminano sempre meglio la situazione e nel pànico confonde l'episodio con la causa. Qui non si tratta di stabilire se un determinato episodio ha avuto una portata piuttosto che un'altra. Si tratta invece di dare il valore di prova a seconda è richiesto dal Tribunale alle lettere esibite. Si oppone quindi all'ammissione dei nuovi testimoni, tento più che non si può dare alcun valore probatorio a del fascisti che dopo essere stati dissidenti sono rientrati nel fascismo ufficiale. Anche il P. M. 6i oppone alla ammissione di testimoni poiché essi non potrebbero dir* nulla che sia pertinente alla causa. Il Tribunale si ritira quindi per deliberare sull'incidente. Dopo circa mezz'ora, il Tribunale rientra e il Presidente legge una or dinanza con la quale rigetta l'istanza della Parte Civile. L'on. Conti dichiara di rinunciare alla escussione dei testimoni mone. Rossi e monsignor Lega. i H Presidente dichiara chiuso .11 dibattito e rimanda a giovedì 4 dicembre alle ore 9, l'inizio della discussione. " TI attendo alla prova - In gamba! „ Ecco ora le due lettere dell'on. Balbo che - oltre quella già pubblicata — incitano alle bastonature in stile e ad agire contro La Voce Repubblicana, e che sono state presentate oggi al Tribunale dall'on. Morea ed allegate al memoriale dell'ex-segretario politico del fascio terrarese Tommaso Beltrami, memoriale di cui il Tribunale non ha consentito la presentazione. La prima lettera dice:' MILIZIA NAZIONALE IL COMANDANTE. GENERALE Roma, li giugno ci Carissimo Beltrami, ricevo notizie alti tarmanti da Ferrara e sono completati mente sprovvisto di notizie dal canto « tuo. Che cosa succede? Che cosa inte?idi « fare? Sei tu ora che devi decidere perchè a su di te ricade ogni responsabilità. Ti « attendo alla prova. Un abbraccio. (( Italo ». « P. S. - Perchè tu sia sempre al corti rente delta situazione, sappi che pochi ti giorni fa GattelUn, Vineffabilc scienzia- ii lo, era a Bologna in compagnia di Lati disìao Rocca. Come mai? », HOTEL EXCELSIOR Roma, 17 giugno. tt Mio caro Vecchi", quello che è stato ii detto è indiscutibile. Bisogna seguire la « strada diritta. In gamba! L'onore del « fascismo ferrarese è affidalo a te. Ti ti abbraccio. u Italo ». Queste due lettere si riferiscono alla situazione creatasi nel Ferrarese tra fascisti ufficiali e dissidenti. Il Beltrami fu nominato segretario politico nel giugno 1923, e al Congresso provinciale tenuto in quei giorni per avere comunicazione della sua nomina, egli pure non approvando certe manifestazioni degli autonomisti, ammise la giustezza di taluno delle loro critiche e taluno loro tendenze. In sostanza, il Beltrami si dichiarò favorevole ad una soluzione di compromesso. Da questo atteggiamento del Beltrami traeva motivo la lettera in date 11 giugno scrittagli dal Balbo, lettera clic rivela uno stato di allarme di fronte alla posiziona assunta dal Beltrami sul quale il Balbo fa ricadere la responsabilità della situazione. In sostanza, l'on. Balbo si dichiara contrario ad una soluzione di compromesso propugnata dal segretario provinciale e- richiama quest'ultimo a considerare il compito che gli 6petta ammonendolo che lo « attende alla prova ». Poco dopo, il Beltrami veniva a Roma e naturalmente si recava subito a Palazzo Viminale. Qui trovava riuniti, nel gabinetto del Ball», le autorità politiche e gli esponenti fascisti dì Ferrara, convocati dal generale della milizia, appunto per esaminare la situazione locale in relazione agli autonomisti. Il Beltrami vi sostenne la sua tesi in contrasto col generale Balbo. Venne poi deciso l'invio a Ferrara di una squadra fascista umbra con l'incarico di agire « more fascista i. E fu compilata la lista di coloro che i perugini dovevano ammonirò e punii e. Ritornato a Ferrara, il Beltruuii vi riceve va la seconda letteru dell'on. Balbo, in data 17, nella quale 6i ricorda che le deliberazioni prese sono irrevocabili (« quello che è stato detto fi indiscutibile »), e si incita il Beltrami a 6tare «in gamba», ammonendolo che l'onore del fascismo ferrarese dipende da lui. La schiacciante testimonianza del fascista Torti Ai margini di questo processo Balbo-Foce Repubblicana, che dà luogo di sedute in seduta a sempre più interessanti rivelazioni, è da segnalare stasera una lettera che un fascista ferrarese della prima ora, Guido Torti, indirizza alla Voce Hepubblicana e che questa pubblica. L'importanza di questo documento è dovuta anche al fatto che, come abbiamo detto, il Torti è uno dei più vecchi fascisti di Ferrara, e precisamente il fondatore e il' primo direttore del settimanale fascista che attualmente è l'organo personale dell'on. Balbo. Si tratte — scrive la Voce — di persona che conosce molto bene, per sua propria esperienza, l'ambiente fascista di Ferrara ed il passato del • generalissimo ». Ecco la lettera: « On. Direttore della Voce Repubblicana, « leggo che sua eccellenza il comm. Itati lo Balbo, generalissimo della milizia voti lontaria, tenterebbe di giustificare la » clamorosa lettera che voi ieri pubblicati ste in facsimile, spiegandola come un « gesto di esasperazione a cui non avrebbe » potuto sottrarsi il suo nobile animo di « idealista al cospetto delta sentenza dei « giurati mantovani che assolsero « gli asti sassini dei suoi compagni caduti il 20 « dicembre 1920 sotto il Castello Estense ». « Prima che il pubblico italiano si dissolti va interamente in lacrime davanti a coti si commovente prova della sensibilità ti generalizia, credo necessario stabilire « un dato di fatto che posso largamente ti documentare. Io sono uno dei superstiti u dell'imboscata del Castello Estense ed « ho precisa, la memoria. Il 20 dicembre n 1920, giorno dell'imboscala — al solo riti cordo della quale sua eccellenza freme uè non può trattenersi dal mobilitare siti cari — il generalissimo Italo Balbo era « ancora antifascista. Preciserò meglio. In i' quei giorni, al passaggio di una sparuti ta colonna di giovani e nobilissimi pioti nieri del fascismo, egli, ritto davanti al ti Caffè Estense, dove combatteva il bolli scevismo giocando a pocker, disse a « qualcuno che gli stava vicino : « Ma ti chi li paga quelli lì? » Un altro giorno, ti appoggiato ad un tavolo nelle adiacenti se della sede del fascio, osservava, con ti senso beffardo, i preparativi, di una speli dizione in camion, una delle primissime ti fatte in Italia; ed il suo atteggiamento « apparve cosi provocatore che qualcuno « dei presenti propose di dargli una lezio« ne. Egli era allora repubblicano, sparti lava del fascismo : quello che oggi egli, » giocando di azzardo, chiama « compatì gni caduti », erano suoi avversari, avu versari derisi. Di questa circostanza di ti fatto e di tempo è necessario tener conto ti per ben dosare la commozione cui è posti sibile abbandonarsi davanti al segno delti la fede vibrante e della fraternità di arti mi che trassero sua eccellenza a scrivere « quella noia lettera in cui il procuratore ti del Re, il prefetto, il Sindaco ed altri tt umili anonimi incoscienti sicari, sono « accomunati in un unico branco di servi ti senza dignità, senza volontà, senza lega ge morale. Dno stipendio, una nomina e un impiego bancario « Si potrebbe obiettare che quando in u un uomo esplode improvvisa la fede esso « può ajtrc anche per i suoi effetti retro« attivi. Così, si spiegherebbe come e qualit mente sua eccellenza si consideri allora « vindice naturale di quei morti che vivi « derise. Ma qui mi soccorre un altro preti ciso ricordo. Sua eccellenza il generati lissimo Balbo passò dal Circolo repub« blicano al fascio di Ferrara nel febbraio u 1921, quando già il fascismo aveva ben «54 nuclei fortissimi, disseminati per la ti provincia dove ormai dominava quasi « senza contrasti. Il trapasso del futuro ti generalissimo dalla repubblica alla moti narchia venne trattalo e concluso con « tre persone vive, sane e abili a testimo'tniare: l'on. Ramalo Gattelli, il tenente « Olao Gaggioli, ora consola della legione tt ferrarese della milizia, ed il sottoscritto. » Queste condizioni sono : « l.o) Stipendio di lire 1500 mensili; a 2.o) Nomina immediata a segretario; « 3.o) Garanzia di un impiego bancario « alla fine delta battaglia fascista. {Ispetti torc delta Banca Mutua). ii Solo quando noi avessimo assicuralo it al Balbo questi tre puliti, egli avrebbe « restituito la tessera al partito repubbli « cano, prima no. E così esattamente at« venne. Per quanto gli sviluppi impreve ti dati del fascismo abbiano imprevedu a tornente cambiato la posizione economi ti ca del Balbo, aiutando un poco il diventare della sua nuova e contrattata fede, tt sembra a me che la sua capacità cinofili va in materia rimanga quella che vole« vo designare nell'imo nudarla con questi « ricordi, i quali non temono smentite nè ti rettifiche. Due bandi di Sua Eccellenza « Mi confortano in questa convinzione ■i altrettanti fatti non indegni di essere tt finalmente offerii al pubblico giudizio « come tintici di tutta una situazione. luti fatti, sua eccellenza il generalissimo IlaI u lo Balbo non Ita bandito da Ferrara sol- « tanto gli assolti del Castello Estense, ma ii ha fatto piazza pulita ili quanti anche ii fascisti vecchi ed incorruttibili sembrati vano comunque capaci per temperamenti lo, per educazione, per cultura, di adomti brare o discutere la sua gloria sfolgo« ranle. Il professore Antonio Brombin, « fondatore del fascio di Ferrara, venne « fulmineamente traslocato da Ferrara a « Foggia con ordine telefonico passato it personalmente da sua eccellenza Balbo ii al segretario on. Lupi, presente al fonoti grammo imperioso e quasi minaccioso il ti rag. Baroncini. Il Brombin, impossibiliti tato a raggiungere la residenza, dovette « dimettersi da professore e cercare un h pane lontano da Ferrara, dove intorno ti a lui si era crealo il vuoto. tt lo sottoscritto, fondatore e direttore del « Balilla, nei tragici primordi del fascismo tt ferrarese, dopo avere tenuto a battesitimo politico il promettente giornale, venti ni sbalzalo a Sassari, come funzionario « votiate, con ordine provocalo da sua ti eccellenza il generalissimo non appena « egli potè installarsi al Viminale. L'orditi dine suscitò la deplorazione dei maggio« renli che circondavano il presidente del ti Consiglio e lo sdegno chi miei superiori » diretti, ma sua eccellenza il generalissi« mo aveva perfino minacciato l'olio di riti cino a qualcuno che resisteva e tempo« reggiava per salvarmi. Cosi, l'ordine « venne eseguito ed io vivacchio da quasi ii due anni passando di sede in sede, seti parato dalla moglie e da tre figlie, che h per necessità di vita non possono stac« c<mt da Ferrara, colpevole di essere di¬ ti spiaciuto a sua eccellenza. Gli disyriacqut ti soprattutto per avere scherzato su uria ti medaglia di argento che egli, portò abntt sitamente per due anni, cioè prima delti la primavera del. 1924, epoca nella quale ti gli venne conferita regolarmente. Ecco « anche per me il bando mascheralo di « trasloco burocratico, bando che accomu« va il superstite del Castello Estense a, « quelli che sua eccellenza ha banditi perii che assassini dei suoi compagni nell'ec« cidio del Castello medesimo. Ed anche « per me l'ordine alla Questura di sorve« gliare e perquisire la casa; anche per, ii me i sicari a cui ho dovuto tenere lesta « per due volte con la rivoltella in pugno. " La luce completa verrà dal processo per l'assassinio di don Minzoni „ « Ma questi non sono che gli scorci del « quadro politico ferrarese dei metodi con* « suetudinari che hanno assicurato al gioii vane ras la potenza e la ricchezza. Il « quadro avrà luce completa quando sarà « possibile riesaminare l'assassinio di don ii Minzoni all'ombra della legge, quando, « chi ha consegnato In lettera rivelatrice « non crederà di avere la vita sicura sol« tanto all'estero, quando chi vorrebbe ti scrivere e firmare come io faccio senza a riguardi e senza paura, non sentirà preti valere su tutti gli altri il diffìcile proti blema della propria incolumità persoti naie. « Mi creda on. Direttore, suo dcvolissi•imo: Guido Torchi, u Ferrara, 27 novembre 192-i ri,