La battaglia dei metallurgici a Milano

La battaglia dei metallurgici a Milano La battaglia dei metallurgici a Milano ggGl'industriali proclamano in risposta all'astensione la serrata di un giorno dimostrativa degli operai Milane. 26, notte. Là situazione dei metallurgici si fa più oscura. Gli industriali passano alla offensiva, in risposta all'azione dimostrativa della « Fiom ». Stamane, In una riunione del loro Consorzio, convocata d'urgenza, fu deliberata la «serratat per domani, qualora oggi negli stabilimenti fosse dagli operai sospeso il lavoro. Nel contempo, si stabiliva per il pomeriggio di Oggi una assemblea generale degli industriali, per decidere sulla durata e le modalità della « serrata ». Gli industriali milanesi erapo divisi in due tendenze: una fieramente insisteva per la chiusura di lutti gli stabilimenti, senza distinzione, l'altra era propensa a « serrare » soltanto quelle fabbriche nelle quali l'astensione del lavoro da parte delle maestranze della « Fiom » si verificasse largamente. Anche questa corrente, per quanto potesse sembrate più accomodante, non attenuava però la gravità del provvedimento, in quanto non esiste stabilimento in cui la stragrande maggioranza dei lavoranti non sia inscritta alla « Fiom », e non obbedisca quindi alle direttive della organizzazione. Comunque, dopo avere discusso a lungo, gli industriali stabilirono che la t serrata » avrà inizio domattina per gli stabilimenti dove l'astensione supererà il 50 %; per gli altri saranno presi provvedimenti contro i singoli operai astenuti. La «serrata» durerà un giorno. 11 provvedimento non ha eccessivamente intimorito gli operai. Anche stavolta la massa operaia ha risposto all'invito dei dirigenti press'a poco nella medesima misura e con qualche minima oscillarne defezione in alcuni reparti di grandi stabilimenti. L'eso<k>, come nella precedente dimostrazione, è avvenuto dunque colla maggiore disciplina e senza dar luogo ad inoideniti. Le cifre che abbinano raccolto danno l'astensione con.*pietà negli stabilimenti Ing. Riva, Breda di Sesto San Giovanni, alle officine meccaniche Bologna e C, alle officine metallurgiche Broggi, ing. De Franceschi, in via Stelvio, alle Elettro-ferroviarie uscì il 90 per cento degli ai rai, il 70 per cento alle Stigler, il 50 per cento agli stabilimenti Marelli e Magneti-Marelll. Su 1700 operai rimasero al la- voro 900 nelle officine Alfa-Romeo al Portèllo; su oltre 2000 restarono solo 150 alle Miani e Silvestri ; la quasi totalità delle maestranze abbandonò il lavoro al Tecnomasio in viale Umbria. Invece alle officine Breda di Milano soltanto il 20 per cento ha aderito alla dimostrazione. Allo fonderie milanesi una larga minoranza, agli stabilimenti Bianchi su 1500 operai uscirono soltanto 45, in un reparto autonomo di fonderla, ed alle officine Caproni di Taliedo 644 su 700 continuarono il lavoro. Alle Ceretti e Tanfand Elettro meccaniche lombardo di Sestri, dell'Orto, Western Elettro italiane astensione completa. Carminati e Toselli assenti il 60 per cento. A Gallarate le maestranze dello Siabilimento Meschini non hanno abbandonato il la- voro. Si lavora egualmente alle Fonderie Calza Bini. Una forte percentuale di operai invece uscita dalle Officine Meccaniche Gallaratesi e dalle fonderie Alto Milanese. Negli altri stabilimenti m«e.UurgtoÌ cittadini ed in quelli situati nella .plaga le astensioni dal lavoro sono state minimo. A- Legnano venne sospeso il lavoro negli stabilimenti metallurgiei Fratelli Bombaglio e Mario Pensotti ed in alcuni altri minori, mentre invece le maestranze della Franco-Tosi (lo stabilimento più importante di Legnano) non si sono uniformate alle disposizioni della Fiom ed hanno proseguito il lavoro come negli altri giorni. Nessun incidente ebbe a verificarsi. A Monza alle ore 16 gli operai'degli stabilimenti metallurgici e meccanici hanno abbandonato il lavoro, ad eccezione della fabbrica d'accumulatori della ditta Hwisemborg, dove tutti sono rimasti al loro posto. Alle 18 gli industriali metallUTglci si sono nuovamente riuniti alla sede del consorzio per prendere cognizione dei dati statistici che guastamente pervenivano ed illustrare la situazione, come era accertata nei singoli stabilimenti e completare i dellniitivi provvedimenti da adottarsi. I dirigenti della Fiom non nascondono che il significato della serrata è unicamente questo: quello di dimostrane, attraverso un atto di forza, che il concordato tesetela è irremediabibxento intangibile e che le proteste e le dimostrazioni della Fiom, per quanto insistenti, sono e saranno inutili

Luoghi citati: Bologna, Legnano, Milano, Monza, Sesto San Giovanni