Il martirio d'una madre e il delitto d'una figlia alle Assige di Asti

Il martirio d'una madre e il delitto d'una figlia alle Assige di Asti Il martirio d'una madre e il delitto d'una figlia alle Assige di Asti Asti, 20 notte. Vivissima è l'attesa dei proccs:-o che 6'iniien'i domani nlia Corte d'Assise. 1 giurati aranno chiamati infatti a giudicare la paricida Kmina Genovc6io, di anni 17, ria Ctnaglio d'Asti, che il giorno 7 marzo l'Jìl n Cinnglio uccideva con cinque terribili colpi di zappa tul cr.-inio il pròprio padre Angelo Genovesio. I precedenti della tragedia sono tristissimi. Ventitré unni or sono a Camerino Cosasco, l Genovesio. che aveva allora 22 anni, spoava la giovane ventenne Maria Cornetto, di eligione evangelica protestante. All'atto del matrimonio il Genovesio dichiarava di abbracciare, la religione della moglie. Ma la povera Cornetto non tardò ad accorgersi del catiivo passo che aveva compiuto. 11 Genovesio si mostrò subito uomo (malvagio e vioento, dedito al vino, alieno da ogni occupazione e da ogni sentimento d'amore. La povera donna ha narrato che le prime parole ivoltele dal marito ul suo ingresso sotto,il etto coniugale, furono: « Tu credi che io ti abbia sposala per farti felice, ma stai pur sicura olio cosi non sarà S'iniziò infatti por la Cornetto una lunga serie di sorrerenze e di tristezze. I coniugi si erano slaliiliti nela casa de! Genovesio in regione Bastia, nei pressi di Camerotto Casasco. Nacquero dal matrimonio dei figli; ma la oro venuta, come aveva sperato la madre, non valse a mutare le condizioni della siiti vita. Le uniche soste in tanta tribolazione furono due viaggi che i! Genovesio fece nel'America del Sud e negli Stati Uniti alla ricerca di quella fortuna che il suo spinto non sapremmo dire malvagio o se piuttosto tormentato, non sapeva trovare nel suo paese e nella sua casa. La povera donna, durante 'assenza del Genovesio, si sostituì interamente al marito; pur non trascurando qtro bambini, tutti piccoli, attese alacremente ai lavori dei campi. Ma al ritorno il Genovesio ricominciò, accusando la .moglie di infedeltà durante la sua assenza e, ignorale a dirsi, imputandola di averlo tradito con il padre ottantenne, di lui. Alle infami accuse rivoltele dal marito la Cornetto rispose negando energicamente ed avendone in cambio percosse. Nel giugno ri.'1 1K0, dopo una scenata più violenta del solito,l brinale marito 'a pei cosse con tale violenza da ridurla a letto con ben selle costole infrante. Denunciato, il Genovesio venne condannato per maltrattamenti dal Tribunale di Asti alla reclusione per 10 mesi. La moglie tuttavia, ancora ferita e dolorante chiese pel marito ignobile la grazia sovrana clic venne concessa. Ma nonostante questa nobile condotta, il Genovesio continuò i suoi maltrattamenti, tanto che la disgraziata Cornetto si decise a presentare istanza di separazione coniugale. Il' Tribunale di Asti acco'se l'istanza c nel 1922 pronunciò sentenza di separazione personale autorizzando la moglie, a tenere presso di sé cinpuie dei sei figliuòli ed a godere dei frutti di ima vigliti di proprietà rlota.ìa della moglie stossa. Lasciò al marito la proprietà ed il godimento della casa, di sei giornate di terreno, lo autorizzò inoltre a trattenere prèsso di se il figlio Giuseppe d'anni 10, il solo della famiglia verso il quale, non se ne sa la ragione, i! Genovesio non nutriva sentimenti di avversione. La vigna lasciata ih godimento alla Cornétto era situata nei pressi della casa del Genovesio in modo che questi stando nella sua aia poteva benissimo vedere quelli che nella vigna erano intenti al lavoro. La separazione però non aveva fatto dimenticare alla Cornetto 1 suoi doveri di sposa, cri infatti essa, pur non essendo a ciò affatto tenuta, si recava ogni settimana nella casa del marito a rassettare i panni ed a riordinarne lo camere. E' inutile ripetere che questi continuava a trottare la moglie (.ime prima, minacciando lei e i figli di morte, o spesso percuotendoli. Cosi l'incubo sboccò nella tragedia del 7 marzo, ripetiamo, ad illuminarla, quanto ha narrato la siesstt parricida, Emma Genovesio. La mattina del 7 marzo, alle ore 10, la ragazza, in compagnia del fratello primogenito ti io 'anni, d'anni 22, muniti air.bidue di zappa, si recarono nella vigna. Il fratello, intento a zappare, stava ad un certa distanza dalla sorella, intenta invece, a. potare le viti. Verso le ore 14 ecco sopraggiungere il padre, che. dall'aia aveva visto la figlia intenta al lavoro. Cominciò ad ingiuriarla, quindi le ingiunse di allontanarsi dalla vigna. Alla risposta negativa della figlia il padre fattosi dappresso e strettala aila vita la percosso alla fronte ed ui altre parti del corpo con pugni : non contento di ciò ed ubbriaco di ira e di odio, lasciata per un istante. !» tlglia gridò: ■ Vado a prendere la zappa e ti ammazzo perchè ti voglio sotterrare proprio qui». E passando dalle parole ai fatti, armatosi d'un badilo fece l'atto di colpire la giovane. « Ali era io — ha confessato la figliti — ieri un balzo verso di lui, gli strappai la zappa dalle mani e con la stessa lo colpii all'impazzata non so quante volte: ricordo che ad •un certo punto egli cadde a terra, e mentre era a terra continuai a dargli non so C|nauti colpi ancora. Mentre lo colpivo egli non parlò, io non capivo più niente e dopo avere menato un certo numero di collii me ne andai a casa pollando con me In zappa ». 11 fratello frattanto attirato dalle grida disperate della ragazza e dalle urla tragiche del padre, si era precipitato presso i duema troppo tordi ormai per potere opporsalla violenza della sorella. Pazzo di dolore il povero giovane, mandata u casa la sorella, si era subito direno alla prossima stazione dei Carabinieri ad avvertirli dell'accaduto. Giunta a casa la Emma non fece parola colla madre dell'accaduto, non dimostrò neppure di avere una precisa ed esatta nozione del gravissimo delitto compiuto, ina accusando un fortissimo dolore di testa ed un malessere generale, disse di volersi coricare. Si appesanti quindi in un sonno profondissimo dal quaie fu tratta solo verso sera dall'arrivo del maresciallo dei carabinieri che procedette al suo arresto. A questo punto è bene rilevare come qualche anno fa la disgraziata Emma Genovesio fu colpita da encefalite letargica acuta, che le lascio evidenti postumi. Di ciò fanno prova il suo stato di depressione fisica e di non totale sviluppo intellettuale che il morbo lasciò in lei. si spiega .pure come essa dopo la forte emozione di cai il delitto fu causa, 6ia stata assalita da uno stato di sonnolenza pesante. Furono i carabinieri a recare alla madre inconscia di tutto la notizia della triste sciagura. Nessuna parola potrebbe esprimere idolore provalo dalla disgraziata donna. Interrogata dal maresciallo la giovane parricida dichiarò: «Mi sono difesa: voleva uccidermi e l'ho ucciso ». L'istruttoria si chiuse col rinvio della Emma Genovesio sotto l'imputazione di parricidio dinanzi alla Corte dAssise della nostra città. Presiederà la Corte il Presidente cav. uff. Giuseppe Audolt e sosterrà l'accusa il Procuratore Generale cav uff. Pier Carlo Perrocchio. Difensore della inimitata sarà l'aw. comm. Luigi Grassi dAsti.

Luoghi citati: Asti, Camerino, Stati Uniti