Il caso Lusignani provoca la scissione dei fascisti parmensi

Il caso Lusignani provoca la scissione dei fascisti parmensi Il caso Lusignani provoca la scissione dei fascisti parmensi p scssone dei fass pParma, 15, notte. Il fascismo parmense è in questi giorni in preda della sua più grave e torse insanabile crici. Sono state annunziale ieri le dimissioni dal partito dell'ori. Ranieri, deputato di Borgo $an Donnino ed 0 staio detto come esse dipendano dall'ammissione noi fascio di l'arma del conte Luigi Lusignani. Accen- j Mandavi a questa, che è la ragione immediata delle dimissioni del giovane deputato borghigiano, ho aggiunto che molte dello crisi che il fascismo parmense ha sofferto, trassero la loro origine dall'azione della sparuta compagnia dei fedeli del discusso conte. E dell'opera di costui ebbe occasione, a dolerci anche ultimamente l'on. Ranieri, I quando, per le intemperanze del Lusignani c| del seguaci suoi fu denunziato il imito dell'intesa tra combattènti, mutilali e fascisti, de! (piale egli eia stato uno dei più calorosi fautori. L'ammissione del Lusignani noi fascio di Parma aveva causato qualche gior-i no fa ie. dimissioni del segretario politico kvv. Passerini, che, però essendosi in Irop-1 pe occasioni di dissenso mostrato incline a sacrificarsi in tal modo, avevano prodotto poca impressione. Le dimissióni dell'on. Ranieri hanno invece ora messo a rumore tutta la provincia e suscitalo il più vivo fermento negli ambienti fascisti. La crisi attuale, ! l'ultima di una lunghissima serie, sembra la più grave, e desi imita ad avere delle ripercussioni profonde. L'Eni Nuooa, organo dei fascisti borghigiani, reca oggi un'intera pagina sul gravò conflitto che si apre in seno al fascismo provinciale e che trae la sua immediala ragione dalla consegna della tessera al Lusignani. Il giornale fascista, dopo la notìzia trapelala già ieri delle dimissioni rassegnate dall'oli. Ranieri, è liscilo con un titolo su sei colonne: « In nome del fascismo contro la Federazione provinciale In segno di protesta per quanto avviene, l'onorevole Ranieri s' dimette dal partito ». NoiJ'arlicolo di fondo, isi prende atto con nera rampogna della deliberazione di ammettere il conte Lusignani nel partito fascista, rilevando le gravi ripercussioni che tale fatto è destinalo a produrre nella compagino del fascismo. 11 giornale, ricordato che la. vita del Lusignani altro non è che una 'furibonda lotta combattuta ovunque nel campo politico e nel campo amministrativo, nei giornali, nelle banche e noilribunaii con strascighi inestinguibili di rancori e di odii, si rivolge ai dirigenti del fascismo parmense, deplorando acerbamente che abbiano con l'atto commesso, operato in ispregio alla Udo animatrice dei movimento. E dopo aver esposto l'intersecazione delle beghe fasciste con quelle massoniche, conclude con un caloroso appello ai fascisti per la battaglia. L'Era ìVuova dà quindi ampi particolari interno alle sedute del Consiglio federale nelle quali fu portato in discussione l'-affure della concessione della tessera ni conte Lusignani. Con un colpo di scena, che il giornale attribuisce al segretario federale, avv, Scaffardi, la consegna della tessera ad. lionórcrA al Lusignani, fu proposta or fa una settimana. Ma il tentativo fallì e patì diverse sospensive sinché, dice: «scartato l'ingresso .dal portone d'onore, il conte Lusignani ó slato ricevuto dalla porta di servizio. Tutto questo non ù soltanto grottesco, ma risente dell'inverosimile o della pazzia; ed b colpa. Contro questa enormità, il fascismo parmense non ha soltanto il diritto di protestare, ma il sacrosanto dovere di ribellarsi, affinchè la sua dignità non venga prostituita, costi quello che costi. 11 fascismo parmense, non deve e non può accettare la' sua livragazione morale, non può e non deve obbedire ad ordini che promanino da gerarchie che per incomprensione o per colpa hanno proditoriamente, lanciato 11 movimento in una crisi gravissima. Resta per intanto agli atti di chi ìi la responsabilità prima di quanto avviene e potrà avvenire a Parma, in un momento particolarmente delicato della vita nazionale, l.a Federazione dovala risponderne, qualunque sia la soluzione che il domani ci prepara. E' una Disposta ormai accertata e riconosciuta dagli stessi colpevoli. Gli ordini del giorno che alcuni fasci hanno già votato sono abbastanza significativi e forieri di nubi minacciose e. tempestose. Ripetiamo che ubi siamo tranquilli e sereni come non mai. Si è detto chiaramente da qualcuno che si vuole la lotte. Se cosi è, così sia •. Più oltre il giornale riprende: «La commissióne esecutiva della Federazione, straiinfischiandosi del voto di sospensiva del direttorio federale che avocava a se la questione, ha rotto gli indugi, autorizzando il direttorio del fascio di Parma a consegnare al conte Lusignani la tessera del partilo. Di poi l'aw. ScalTariil e il dott. Stefani si sono precipitati a Roma per ottenere dal direttorio nazionale la ratifica del provvedimento. In tele modo la volontà del direttòrio federale (espresslona dei fasci della provimela) è presa ancora una volta a calci nel sedere. I signori consiglieri federali sono pregati di prenderne atto! Quanto avviene, è infame e canagliesco! Ai fascisti del parmense, agli onesti che. non intendono che la dignità dei vivi e la memoria dei morti sia insozzata, non resta che inalberare lo stendardo della loro rivolta morale: le dimissioni dal parlilo». Questa precisa conclusione dipende sicuramente dal fatto che secondo una notizia pervenuta all'ultima ora da Roma, il direttorio nazionale avrebbe' ratificata l'iscrizione del Lusignani non solo, ma l'avrebbe ratificate, secondo un telegramma che l'aw. Scaffardi avrebbe diretto ad alcuni amici del conte «eaitusiasticamente ». Le conseguenze del dissidio a Parma sono già notevolissime : l'on. Ranieri, per quanto abbia risposto a quanti (fascisti ed amministrazioni fasciste) gliene chiedono, di non avere disposizioni da dare ad alcuno, ma Solo di attendere le sincere e spontanee adesioni, Itero che alla fine dovesse rimanere anche, soltanto colla solidarietà della propria coscienza, sta raccogliendo le immediate solidarietà della grandissima par-te del fascismo parmense. Intere sezioni della provincia si steccano dalia Federazione provinciale. 1 fascisti del fascio di Parma si dimettono quasi in massa. Vivo fermento 6 nel fasciò corridoniano, del quale sono pure attese le dimissioni. Gravi deliberazioni sono ancora da aspettarsi. La crisi è in pieno sviluppo ed è assai profonda. Nonostante ciò, dalla Federazione provinciale — afferma ancora l'Era nuova — i si continua a telegrafare a Roma, assicurando della tranquillità assoluta dol fascismo provinciale e della buona, ottima accoglienza, fatta alla ratifica dell'ammissione del conte Lusignani nelle file del fascismo I ♦

Persone citate: Passerini, Scaffardi, Stefani

Luoghi citati: Parma, Roma