L'atteggiamneto dell'on. Giolitti e le sue ripercussioni parlamentari

L'atteggiamneto dell'on. Giolitti e le sue ripercussioni parlamentari L'atteggiamneto dell'on. Giolitti e le sue ripercussioni parlamentari U Consiglio dei ministri chiamato ad esaminare ia nuova situa, zione - I moiivi del distacco dal fascismo di Lanza di Trabia * Sintomatici commenti romani. Roma, 17, mattino. La giornata domenicale non ha offerto dal lato parlamentare elementi nuovi degni di nota. In realtà, avendo moltissimi deputati approfittato dello, circostanza dei due giorni consecutivi di vacanza per fard una breve rentrée nel' collegio, i corridoi di Montecitorio sono slati ieri assai meno animati che nei giorni scorsi. La seduta parlamentare di sabato, la prima sipiiifi, cativa per la posizione dei diversi aggruppamenti della maggioranza, e gli imprevedibili sviluppi dell'atteggiamento dclì'on. Giolitti, ciano naturalmente il temo dei commenti e delle conversazioni generali. L'atteggiamento dei deputali dell'Associazione nazionale combattenti e quello più cauto e meno risoluto, ma pure sintomatico, dei deputati dei mutilati, erano considerati anch'essi come desi inali a volgersi fatalmente contro la politica interna del Governo fascista, I GomJjattenti, Orlando, Pinzi. Come sapete, le previsioni generali sono che i deputati combattenti, i quali si sono astenuti dalla votazione, voteranno apertamente contro la chiusura della, discussione sulla politica interna del Governo e contro tale chiusura sarebbero anche l'on. Orlando e i suoi amici, astenutisi per le stesse ragioni. .Persona in grado di conoscere il pensiero dell'ex-presidente del Consiglio siciliano, diceva infatti ieri sera ehe l'on. Orlando, pur essendosi astenuto sul bilancio degli esteri e non avendo voluto intervenire con dichiarazioni di voto, intonde che il valore della sua silenziosa astensione sia inteso da tutti. Si conferma che l'on. Orlando farà in sede di bilancio degli interni dello dichiarazioni assai importanti, elle varranno a definire ancor meglio in nitidi contorni la posizione del . Governo di fronte alla Costituzione, rettamente intesa. Alla Camera si rilevava ieri sera, come un indice assai significativo della situazione, il fatto che sabato l'on. Giolitti, il più vecchio e provato' servitore della monarchia, dovesse sorgere contro dei giovani a difendere la libertà del popolo italiano. Ri trovava pure assai singolare la circostanza che su una stessa linea di correità protesta contro la politica fascista, si trovassero il presidente della vittoria, on. Orlando, e l'esponente dell'A. C, che g la più vasta Associazione di combattenti e della quale in altri tempi il fascismo magnificava il consenso. Quanto ai mutilati, sì conferma che l'on. Delcroix, nel suo discorso sulla politica interna, verrà a dire esplicitamente cose assai amare per ii Governo e per il riar- ' tito fascista. Però, a conclusione della discussione, i deputati dei mutilati voteranno per il Governo. Gli amici doll'on: Delcroix assicurano infetti — e noi raccogliamo l'informazione con le dovute riservo — che il leader dei mutilati intende ancora una volta esprimere la fiducia che l'on. Mussolini sappia c voglia rettificare il corso errato delia politica interna del ' fascismo, assicurando condizioni normali alla vita nazionale. Solo ove ancora una volta questa fiducia venisse delusa, l'on. Delcroix passerebbe nettamente all'opposizione. Anche i liberali di destra, che pure si sono schierati apertamente per il Governo, faranno, a quanto si ilice, qualche riserva sulla politica interna, in conformità del noto ordine del giorno votato nell'atto stesso della costituzione del gruppo. Tutti ricordano infatti che in questo ordine del giorno erano contenuti gli accenni espliciti alla necessità di una normalizzazione. I liberali di destra, del resto, si riuniranno stasera a Montecitorio per decidere sulla linea di condotta da tenere. L'on. Salandra non ha ancora costituito il direttorio del gruppo, ma si crede che la nomina dei componenti sarà nota in serata. A dare maggioro vivacità alla discussione sulla politica interna, contribuirà notevolmente, come è facile comprendere, il discorso preannunciato dall'ex-sottosegretario agli interni, on. Finzi, il quale, astenendosi ieri l'altro, ha manifestato il suo dissenso in questo punto dalle direttive seguite attuai mente dal Governo. Nei circoli fascisti perdura vivissima l'impressione per le dichiarazioni dell'onorevole Giolitti. Questa traspare pure dalla cura con la quale si cerca di svalutare l'avvenimento. Negli slessi ambienti è viva l'irritazione contro quei deputati che dopo aver fatto parte del listone, si staccano o si sono già staccati dalla maggioranza. 1 fascisti, nel loro semplicismo costituzionale, accusano apertamente costoro di tradimenio, ma questi si difendono i' ragionevolmente dall'assurda accusa, osservando che la lotta elettorale che tu combattuta in comune, fu combattuta su una base e su un programma che non avrebbero consentito gli ultimi sviluppi della politica mussoliiiiana. Anche a non voler parlare di altri fatti incresciosi, nessuno può affermare che nel programma elettorale della maggioranza uscita dalle urne il G aprile, vi fossero quel decreto sulla stampa e quel progetto di riforma costituzionale, denunciati con ferma parola dall'on. Giolitti. E' eccessivo inoltre, pretendere che dei deputati, perche eletti in una lista sia pure appoggiata dal Governo e nella quale il Governo li ha inclusi, sia pure in considernzioie di qualche utilità di natura elettorale, debbano rimanere legati alla politica governativa anche nelle sue aberrazioni e deviazioni. La lettera dell'on. DI Trabia Un altro dimissionario L'assurdo di questa pretesa è stato colto esattamente dall'on. Lanza di Trabia ex-sottosegrelario di Stato alla guerra, che fu combattente come ufficiale di cavalleria ed ha perduto nella guerra recentissima due fratelli. L'on. Di Trabia, che è presidente onorario della Federazione dei combattenti di Palermo, ha, come sapete, indirizzalo al direttorio del partito fascista una ietterà di dimissioni dal partito stesso. La lettera ò redatta in questi termini : « La situazióne politica generale e quella sviluppatasi tra l'Associazione (lei combattenti ed il fascismo, ini Impongono l'obbligo di scogliere tra la redeltà ni principi e alle direttiva che guidano hi condotta di deputati aderenti alla A. N. C. e la mia disciplina al partito fascista. Ho partecipato alle ultime elezioni per le cortesi insistènze di autorevoli nomini politici, che credevano che non dovessi restare estraneo alla lotta come «ra mio desiderio. Dalle elezioni in poi so¬ no stato assunte dalla vita del partito, di cui non ho condiviso le direttive, trovandomi volontariamente assente dalla mia città per nou partecipare a manifestazioni dominate da uno spirito al quale sono stato costanti/mente avverso. Non ho partecipato al Consiglio nazionale fascista dello scorso luglio, nella previsione, esattamente avveratasi nei fatti, che la tendenza revisionista o quella estremista si sarebbero conciliate sopra una tesi alla quale non potevo aderire. Ilo taciuto per molli mesi, coll'animo stretto in .in penoso tiilemma tra il dolore che provavo per le continue manifestazioni di intolleranza e di violenza che ho sempre ritenute esiziali per la dignità ed il bene della patria, e un senso di responsabilità che mi impediva di contribuire, sia pure col 6olo modesto peso del mio atteggiamento, ad un mutamento di .situazione di cui non mi nascondevo le incognite ed il pericolo. Vi sono però circostanze in cui la voce della propria coscienza deve superare ogni altra considerazione e nelle quali non si può consentire del proprio animo: tale giudico quella uttuale. Nel cinque mesi trascorsi, dal mese a se stesso di coprire col silenzio la crisi di giugno ad oggi, la vita nazionale non e stata avviata a lincilo condizioni di libertà e di pace civile invocate dal paese e la cui attesa, In seguilo alle dichiarazioni del Governo, determinarono il mio voto favorevole nell'ultima riunione rio-Ila maggioranza dell'estate scorsa. La mia fiducia, dopo la esperienza degli ultimi mesi, e oggi delusa e non avendo potuto esprimerla nell'odierno voto della Camera, sento il dovere d'i distaccarmi dal partito fascista per riprendere la libertà della mia azione politica, elio intendo dedicare nei limiti delle mie forze all'invocalo assetto della nazione, in uno spirito di pace interna e di civiltà, prima condizione della sua grandezza. Firmato: Giuseppe Lonza di Truliia ». Anche l'on. Verecondo Paoletti. presidente della Federazione dei combattenti di Perugia, si è dimesso dal partito fascista ron una analoga lettera al Direttorio. Sembra clic il gesto sia per essere seguito anclie da altri. L'atteggiaménto da tenere verso questi deputati dimissionari, sarà forse discusso nel Gran Consiglio di mercoledì prossimo, che a quanto si assicura si occuperà ampiamente della situazione generale. 11 Direttorio esaminerà però fin da oggi • casi in questione. La discussione sulla politica interna che avrà inizio domani, martedì, proseguirà per tutta la settimana fino a concludersi colla votazione sabato prossimo. 11 sintomatico commento I giornali di ieri commentavano tutti la seduta di sabato, soffermandosi specialmente sulla inattesa dichiarazione dell'on. Giolitti. 11 « Nuovo Paese n scrive che mentre parlava lo statista piemontese, la Cambra sembrava soffocare. Lo stesso giornale esaminando il voto, rileva che data la costituzione della Camera attuale non ci :-i può attendere uno di quegli improvvisi spostamenti di consenso capaci di determinare un rovesciamento radicale nella situazione politica. Il giornale afferma che il Governo può perdere la fiducia del paese ed avere tuttavia quella della Camera, ma dichiara che se il voto di ieri sera non ha, né poteva avere valore risolutivo, ha quello di indice tendenziale. Scrive poi l'organo ormai ex-fascista: « I voti di fiducia, aggiunti ai voti di sfiducia virtuali di un gruppo di assenti ingiustificati,'rivelano nel solo modo consentito dalle origini elettorali di questa Camera, il distacco dell'animo del paese dal fascismo e dal Governo, Oliando il fascismo ed il Governo godevano la piena fiducia della maggioranza e del paese, i voti degli ■ex-Uaneheggiatori e di elementi non obbligati dalla formale disciplina di partito, si aggiungevano ti ipielli del"fascismo. Oggi il popolo italiano, dal sentimento di benevola aspettazione e di fiducia verso il fascismo, è passato a quello della delusione e della avversione. Sono 1 voti (pochi o molti non imporla) dei componenti della maggioranza parlamentare, che si sommano obbiettivamente a quelli dei delusi che In passato la fiancheggiarono e dogli oppositori che tali furono e si conserva tono, «.mi è tutto il significato del voto di ieri sera, il quale, ripetiamo, non poteva mutare a fondo la situazione del Governo, ma soltanto mettere in evidenza — nella misura consentita ad una Camera che non può più rappresentare la volontà del popolo italiano e the dimostra l'impossibilità di orientarsi autonomamente — il perduto prestigio ed il potere di attrazione del Governo sulla nazione, ormai rivolta verso aìtri metodi ed ideali politici. Per l'Italia, per esprimere le più ardenti aspirazioni del nostro popolo, ha parlato ieri sera a Montecitorio l'on. Giolitti. Nel silenzio profondo che ha circondato lo suo parole, lutti hanno presentilo non lontana la rivincita del passato, conseguenza ineluttabile della incapacità costruttiva dei reggitori presenti ». L'<< Impero », dal canto suo, attacca vivacemente col consueto linguaggio l'expresidente del Consiglio e proclama che il passaggio suo pjla opposizione rappresenta niente meno che una vittoria del fascismo. E' proprio il caso di dire... che chi si contenta gode. II « Messaggero » scrive che l'on. Mussolini vede riconfermata nella sua persona e nella sua opera la fiducia della maggioranza della Camera. 11 giornale confida che egli, liberalo dalle pressioni e dall'intrigo parlamentare, avrà più facile la azione per la sua opera ricostrultiva. Accennando alle « violenze inutili di gesti e di parole che, provocate da irresponsabili del basso, salgono talvolta a investire responsabilità di Governo, c che si rinnovano senza trovare pronti ed inesorabili ma volontà dell'on. Mussolini, il problema che nell'attuale riunione del Gran Consiglio si starà appunto studiando, « per ferma volontà del'on. Mussolini, il problema della disciplina del partito e della pacificazione nazionale, clic costituisce per così diro l'ambiente spirituale nel quale la nuova opera del Governo deve trovare nuovi fermenti vitali ». L'odierno Consiglio del ministri Stamane a Palazzo Viminale ò convocato il Consiglio dei ministri, il quale dovrà esaminare il nuovo ordinamento dell'esercito, che sarà poi, secondo quanto ebbe a promettere l'on. Di Giorgio, presentato alla Camera. Il Consiglio dei ministri esaminerà anche la nuova situazione politico-parlamentare, quale è stata provocata dal voto di sabato e dalle dichiarazioni dell'on. Giolitti. Su questa materia crediamo ehe l'on. Mussolini abbia avuto un lungo colloquio col ministro Federzoni. Il colloquio sembra abbia anche investito la imminente discussione sul bilancio degli interni. Intanto si annuncia che ai primi del mese venturo saranno presentate alla Camera lo ultimo relazioni sui bilanci, cioè quella dell'on. Riccio sul bilancio del dicastero delle Comunicazioni e quella del¬ l'on. Andrea Torre sul dicastero dell'Istruzione pubblica. Si attribuisce all'on. Mussolini il proposito di far discutere prima della fine dell'anno tutti i bilanci, per evitare la necessità di una richiesta d'esercizio provvisorio. Questo, naturalmente, allo scopo di dimostrare che il parlamento ha ripreso le sue funzioni. Il Consiglio dell'esercito contro DI Giorgio Il Nuovo Paese, a proposito dell'ordinamento dell'esercito, scrive: « Malgrado le smentite ufficiali e. le stesse dichiarazioni del ministro, ormai è di dominio pubblico, non solo che il Consiglio dell'esercito è .contrario alla riforma militare progettata "dal -ministro Di Giorgio, ma si conoscono anche i termini del disaccordo. Sembra che su otto consiglieri, sette abbiano dato parere sfavorevole, e che l'unico voto sia dovuto al capo di Stato Maggioro Ferrari, che però lo avrebbe circondato di amplissimo riserve. Negli ambienti dello Stato Maggiore non si fa mistero elio la più forte avversione è partita da un Principe di Casa .Savoia, che fu uno dei principali condottieri della guerra recentissima ».

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