Un ammonimento e un ricordo

Un ammonimento e un ricordo Un ammonimento e un ricordo Continuano a. venir fuori articoli, opuscoli o libercoli, con cui i seguaci dell'idealismo cho si chiama it attualo » si danno gran fatica nella poco faticosa opera di negare tutto le distinzioni spirituali e sommergerle nel cosiddetto a atto del pensiero ». ila io non posso di ciò informato i lettori so non con discretezza, perchè temerci di annoiarli col riesporrò e confutare quello ormai monotone discettazioni. Nondimeno, mi piace ripeterò un'avvertenza o richiamare un ricordo. E l'avvertenza è che quando, or è un quarto di secolo, volgendomi per forza irreGisti'bito al filosofare, feci valere contro il monismo naturalistico del positivismo la critica o la distinzione, o a una a una venni con critica diligenza restaurando o rinnovando lo categorio spirituali, mi animava la volontà di meglio intenderò la vita e la storia : quel filosofare era veramente una filosofia indirizzata unicamonto a dar vita, e senso a una filologia. Da ciò l'importanza che avovauo par me quollo distruzioni e la tenacia con cui le ho sempre difesa e lo difendo, perchè, in ciascuna dello proposizioni nello quali esse si vengono spiegando, 10 vedo il riferimento a concreti problemi, che, senza di esse, non si saprebbe come risolvere. Da ciò altresì il mio consiglio di ripigliare i concreti problemi della storia per intendere la necessità o almeno l'esigenza di quei couce.tti, e, nel caso, accrescerli o modificarli. Da ciò, infine, la mia impazienza verso ignari giovincelli, senza studii, senza interessi spirituali, vuoto il cervello e piena la bocca di formolette, i quali osano sentenziare intorno al rapporto di economia ed etica, di politica e morale, o eli poesia o logica e simili, cioè au cose di cui non dovrebbero parlare perche non li riguardano. Il loro modo di comportarsi verso distinzioni e concetti, che per me sono pregni di molta e laboriosa esperienza e aspettano chi 11 riceva, in sò con pari o maggiore esperienza, quel loro eterilo brancicarli e appaiarli e spaiarli daccapo per ri appaiarli diversamente, e geùtarc a terra l'uno per lasciare in piedi solo l'altro, e poi gettare a terra questo e rialzare il primo, e via dicendo, mi ha risvegliato la reminiscenza di cosa altra volta accaduta, di spettacolo al quale in tempi lontani mi accadde di assistero: i gesti che vedo nel presento mi sono sembrati quasi ombro di gesti da altri gestiti in passato. E la reminiscenza si è poi chiarita in ricordo e il ricordo è assurto a paragone. Si tratta del cosiddetto « Socialismo filosofico » o « Socialismo tedesco i o « Socialismo vero », che fu argutamente descritto da Cario Marx nell'appendice critica al Kommunistische Memifpst. Tra esso, cioè tra quel che accadeva in Germania circa il 1840 in fatto di filosofìa, e quel che accade ora in Italia, corro grande analogia. Allora i concetti del socialismo, formatisi in un paeso economicamento progredito come la Francia e in rispondenza, a quelle condizioni storiche, passarono in Germania, cioè in un paeso economicamonte arretrato, e colà smarrirono la loro concretezza e il loro significato, ma in cambio furono sottomessi a una formalistica elaborazione filosofica, che li regolarizzò, li sistematizzò, li unificò e li ridusse a scemenza. Lasciamo raccontare la cosa al Marx. < La letteratura socialistica e comunistica di Erancia — «gli scrive — che nacque sotto la pressione di una borghesia dominante ed è 1 espressione-della lotta contro questo dominio, fu importata in Gei-mania in un tempo in cui la borghesia appunto vi cominciava la lotta contro l'assolutismo foudale. c Filosofi tedeschi e semifìlosofi e belli spiriti si gettarono avidamente su questa letteratura, e dimenticarono soltanto che, nel trasportare quegli scritti dalla Erancia, non si erano trasportato in pari tempo in Germania le condizioni reali della vita francese. In rapporto alle condizioni tedesche, quella letteratura francese perse ogni significato immediatamente pratico e prese un aspetto puramente letterario. Apparvo essa, 0 doveva apparire, come un'oziosa speculazione sulla realizzazione dell'essenza umana. Del pari, pei filosofi tedeschi del settecento, e richieste della prima rivoluzione franeejo aveyano avuto il senso di richieste della ragion pratica in genere ; e le affermazioni di volontà della borghesia francese avevano significato ai loro occhi le leggi del puro volere, della volontà quale dev'essere, della volontà veramente umana. ' « L'esclusivo lavoro dei letterati tedeschi consistette nel mettere in accordo le nuovo idee francesi con la loro vecchia coscienza filosofica, o, se si vuole, nell'appropri arsi le idee francesi dal loro punto di vista filosofico. c Questo appropriamento accadde al modo stesso in cui generalmente s'impara una lingua straniera, ossia mercè la traduzione. « E' noto come i monaci, radendo le perdamene sulle quali erano scritte le opere classiche dell'antichità pagana, vi sovrapponessero assurdo storio cattoliche di santi. 1 letterati tedeschi ebbero da far invece con la letteratura profana francese, e dietro l'originale francese scrissero le loro scipitezze filosofiche. Per esempio, dietro la critica francese dei rapporti monetarii, essi scrissero: « straniamente dell'essere umano »; dietro quella dello stato borghese: « superamento del dominio dell'universale astratto » ; e così via. « E battezzavano la sostituzione di siffatto fraseggio filosofico agli svolgimenti concreti del pensiero francese coi nomi di e Filosofìa dell'atto, Socialismo vero, Scienza tedesca del socialismo, Fondazione filosofica del socialismo », e simili. « A questo modo la letteratura sociali■tica e illuministica francese fu resa eunuca. E poiché in mano ai tedeschi essa cessava di esprimere la lotta di una classe contro l'altra, accadeva cho il tedesco fosse persuaso di aver superalo l'unilateralità francese, e di rappresentare, non già bisogni reali, ma il bisogno della Verità, non gli interessi del proletariato, ma l'interesse dell'Essere umano, dell'Uomo in universale, dell'Uomo che non appartiene alla realtà, ma solo all'aere polveroso della fantasia filosofica. « Questo socialismo tedesco, che presentava con tanta gravità e pompe le sue goffe esercitazioni di scuola, e lo gridava in piazza, venne jierdendo poi, a poco a poco, la sua pedantesca innocenza... ». Ma a ma non importa seguire il Marx nella storia che egli fa del modo in cui questo filosofico e sublime « Socialismo vero » o o .Filosofia dell'alto » perse via via la sua o innocenza », diventando aiitiliboralo e sostegno di reazione. M'importa fermarmi al momento dell' « innocenza », 1.1 polo che riguardi il mio paragone. BENEDETTO CROCE cdnnMz

Persone citate: Cario Marx, Marx

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia