Un'altra condanna del fascista Mariotti

Un'altra condanna del fascista Mariotti Un'altra condanna del fascista Mariotti Il processo per i fatti della Barriera di Milano Anche altri 4 fascisti condannati 4Ieri mattina è cominciato davanti ai giudici della ?.a Sezione — presidente Zanotti e P. M. Di Majo — il processo per i tristi episodi di violenza verificatisi la notte del 22 giugno alla Barriera di Milano. Com'è risaputo due squadre di fascisti bastonarono in quella notte una ventina di cittadini che rincasavano, tra cui un milite fascista clic perù vestiva in borghese, un ingegnere e un laureando in leg.ge entrambi regolarmente tesserati e alcuni impiegati essi pure ben lontani dal professare idee sovversive. Alcuni riportarono contusioni lievi, altri guaribili in dieci, sedici, ventitré giorni. L'ing. Gaetano Chinneci riporto lesioni guaribili in oltre sessanta giorni con indebolimento permanonto dell'organo della rnasticaziione. Perdette In quella brutta occasione sei denti. E' l'unica parte lesa che si sia costituita P. C assistita dall'aw. Cattalano. Sono imputati: Mariotti Dante da Siena (condannato sabato a 1 anno e 15 giorni di reclusione per l'invasione del locali della « Fiom » in via Boterò); Sauda Aldo da Torino abitante in via Lonzo 17; Parelio Alessandro da Castel S. Pietro, abitante in via Moncrivello 1; Fllipich Giuseppe da Pola, abitante in via Lanzo 12 e Ivaldl Mario da Biella, abitante in via Cuneo 27. Il Sauda e il Mariotti portano la camicia nera con decorazioni. Enormi misure di polizia sono state prese. Il palazzo di Giustizia è presidiato, oltre che da nugoli di carabinieri al comando di ufficiali dell'Arma, da una compagnia di truppa. Rigorose disposizioni sono pure state dato per regolare l'affluenza del pubblico che è perù scarso. Il Presidente contesta agli imputati l reati loro ascritti, cioè di lesioni a mezzo di pugni, calci e colpi di bastone per Impulso di brutale malvagità a certi Travo Delfino, Arluffo Stefano,, bardino Mario, Moroccini Giuseppe, Ussai Fran. cesco, Sclafarsi Bruno, Moronzlo Domenico, Chinnol ing. Gaetano, Obbietti Giacomo, Vi. tali Giuseppe, Pirastro Lino, Massi Angelo, ecc. ecc. Gli imputati — che sono difesi dagli aw. C. Barberis, Quaglia, Giglio, Pavesio, Viancinl e Colla — negano di avere partecipato ai fatti. Poiché il Presidente dice al FiUplch che dal cartellino penale risulta recidivo In fatto di violenze, l'imputato risponde: — MI duole non risulti che sono stato condannato a morte dall'Austria. — Già, questo lo dite voi. Non risulta. — Del resto io ero comunista con D'Annunzio... _. Il Fllipich alto e biondo è una caratteristica figura ed è stato recisamente riconosciuto da alcune parti lese. Ivaldi dichiara che quella sera si recò al Circolo Sociale e soltanto uscendo s'incontrò con un individuo che sanguinava perchè era stato bastonato. Aggiunge che nei pressi di casa sua udì li grido . A noi » eppoi fu circondato da carabinieri 1 quali lo fecero satiro su un camion. Presidente: — Perchè? — Chi lo sa?! il regalo d'un amie» Atteso con particolare curiosità è l'interrogatorio di Mariotti, il quale si esprime colia sua parlantina senese molto diffusamente premettendo : — Sono qui per un regalo fattomi da un amico... (l'imputato allude ali'ex-questore gen. Zamboni). Io fui arrestato non per i fatti della Barriera di Milano ma perchè sospettato di avere partecipato alla irruzione in casa del senatore Frassati. Riconosciuto Innocente, allora mi coinvolsero nei fatti della Barriera di Milano. Volevano insomma ten'srmi dontro. E' un intrigo. Presidente : — Ma perchè ? — Non posso parlare. Comprometterei IH mio partito. In Questura, tra l'altro, mi accusarono di avere un'amaote e di trascurare la mia famiglia. Non è vero. " — Quelli cho vi hanno riconosciuto non avevano interesse ad accusarvi. - Uno è parente del commissario di P. S. Intornicela, alle dipendenze del mrio amico gen. Zamboni a cui debbo le mie odierne miserie. Difesa: — A verbale. L'imputato prosegue afferro ari do che si recò al Circolo rionale fascista della Barriera di Milano di cui era presidente. — Quella sera però non c'era adunanza. <— C'era e c'erano delle persone autorevoli. Rincasai a mezzanotte. Se avessi partecipato ai fatti, non lo negherei. Ripeto che fui arrestato unicamente per l'irruzione in casa Frassati. Appena accompagnato in Questura col protesto cho il generale Zamboni desiderava parlarmi, il generale senza neppure vedermi, diede ordine al funzionario: In oarcerel In carcere I In pochi minuti fui trasportato alle Nuove e et sono ancora. Dichiaro che sono stato sinora molto... minchione. Se uscirò dalle carceri, assicuro che non mi turlupineranno più. L'imputato se la piglia quindi col maresciallo che l'avrebbe arrestato per l'affare Buozzi « con una raffinatezza di aguzzino austriacante ». Un giorno, irritato, avendolo incontrato alla Barriera di Milano gli disse: Lei, signor maresciallo, mi arresta per l'affare Buozzi eppoi, per giunta, mi prende l'amante (ilarità)- Il caso d'un milite fascista Incomincia l'interrogatorio delle parti lese. Disgraziato è il caso toccato al milite fascista Delfino Travo. Quella sera tornava dal lavoro e naturalmente vestiva l'abito borghese. Mentre rincasava venne circondato da un gruppo di sconosciuti armati di manganello e giù botte da orbo prima che potesse declinare le 6ue generalità o almeno gridare viva il fascismo. Fu tanta la sua sorpresa — dichiara in udienza — che non potò riconoscere nessuno. Pres."-] — Che cosa vi dissero circondandovi? — Vigliacco, vigliacco. Solo queste parole eppoi mi bastonarono. Non facevo niente, non conoscevo nessuno, andavo a casa tranquillo. — Eravate non in divisa. — In borghese. Ing. Chinneci Gaetano. — Racconta che quella tri6te sera era ritornato tardi da Venaria Reale per ragioni d'ufficio essendo impiegato alla « Viscosa •. Era insieme ad altri due impiegati dello stabilimento. Nelle pros simltà della stazione Dora furono circondati da una ventina di individui armati di bastone 1 quali chiesero : Dove andate, di dove venite, che fate? I tre risposero che ritornavano dal loro ufficio della Venaria. E gli altri soggiunsero : — « Avete esposto la bandiera rossa nello stabilimento!». L'ingegnere chinneci Ti battè cho un 6imile episodio non gli risultava e infatti esposizioni di 6imile genere non ni avvennero: ma non aveva neppure finito la frase che l'imputato Filipich lo prese a schiaffi. Quasi simultaneamente il gruppo si divise in tre sottogruppi distribuendo bastonato. 1 tre malcapitati impiegati vennero cosi a tro varsl ognuno alle prese con sei o sette individui. Nel gruppo dei venti l'ingegnere riconobbe il Mariotti ma non può dire d'essere stato percosso da lui. Presidente. — E' sicuro che Mariotti c'era t Sicurissimo. Mariotti. — Glielo avranno detto! — No. L'ho visto e l'ho riconosciuto benis 6imo in carcere. E" ima fisionomia caratteristica e torno ad affermare che era proprio nel gruppo di quella sera. Difesa. — Ha visto 11 Mariotti percuotere T — No. Ricordo solo la prima violenza del Filipich. Pubblico Ministero. — À che partito appar tiene? — Ho appartenuto al Partito Fascista 6ino a quando successe il fatto (ilarità). Quella sera stavo per mostrare la mia tessera di fascista ma non me ne diedero il tempo... Presidente. — Insomma lei non equivoca — Sono sicurissimo che c'era Mariotti. Imputato Filipich: — E lo c'ero? — Altro chef. Fu lei il primo ad aggre dirmi. Bastonato dal socialisti e dai fascisti 'Altra parte lesa, Stefano Arluffo. Quella sera fu bastonato due volte, la prima alle 11,30 e la seconda dopo la mezzanotte. Malgrado la duplice bastonatura il teste non è in grado di riconoscere nessuno dei suoi aggressoril'res.: — Come spiega l'avvenuto? — Mah l Io e un mio compagno andavamo a casa silenziosi. Quando mi fermarono mi dissero: « Tu sei un comunista ». lo non sono comunista, non Io sono mai stato, tanto è vero che i socialisti una volta mi condussero alla Casa del Popolo e mi bastonarono. Pres. : — Vi capita spe660. Il teste va a sedere tra una grande ilarità. Trapani Bruno, da Girgenti, impiegato, alla Viscosa, ritornava da Venaria coll'ing. Chinneci. Il teste e parte lesa racconta del brutto incontro. » Ma alle prime nostre spiegazioni, — narra — il Fllipich si scagliò sull'ingegnere e fu come il segnale perchè gli sconosciuti si divisero in tre gruppi e ci assalirono ». Pres. : — Avete riconosciuto Fillptch di sicuro ? — Sicurissimo. Imputato Filipich:' — Subito non m'ha riconosciuto. Subito, prima in questura eppoi In carcere. Sono certo. Presidente all'imputato: — Che motivi volete che abbia per accusarvi? — E' della cricca dei tre l.„ Presidente (severamente) : — Sono quelli che le hanno prese. Chi volete che venga? Teste: — Mi presentarono il Filipich Insieme ad altri due detenuti. Questi due non li riconobbi. Ripeto che degli individui di quella 6CTa ho riconosciuto Filipich e Mariotti. Il teste a domanda, risponde che è laureando ingegnere e che quando successe il fatto era regolarmente iscritto al Eascio di Torino. Non dice però se lo sia ancora... Dopo l'avvenuto si portò al Fascio dove parlò all'ing. Orsi. Al Fascio deplorarono l'incidente e consigliarono il teste a sporgere denuncia in Questura. Imputato Mariotti: — Domandi al teste se è parente del commissario di P. S. Internicela. — Sono parente. E che vuol dire? Ho preso delle bastonate e ho fatta la mia denuncia. Quando ne parlai a mio zio Internicela, gii imputati erano già stati arrestati. Scusi, è stato uno sbaglio... Massi Angelo era insieme all'ing. Chinneci ed al Trapani, di ritorno dallo stabilimento La Viscosa. Ripete le stesse circostanze dei colleghi. Mariotti era nel gruppo e Fllipich fu colui che diede il segnale della feroce bastonatura. Racconta che il Mariotti si avvide dell'errore e allora gli si avvicinò mentre tutto pesto si alzava da terra. Mariotti gli disse: — Vada pure tranquillo a casa, nessuno le farà più niente. E' stato uno sbaglio, scusi... Presidente:. — E' certo che quegli fosse Mariotti? — Sicuro. — A che partito appartiene? — A nessuno. Sono impiegato e attendo al ■mio lavoro. Viene alla pedana Giacomo Vietti, altra parte lesa. Fu circondalo e interrogato; ma non gli diedero neppure il tempo di rispondere perchè Sa bastonato. Vitali Giuseppe, idem. Se ne andava pacificamente verso casa. E depone: — Volevano gridassi Viva Mussolini e giù bastonate! Presidente: — E avete gridato Viva Mussolini ? — SI, no gridato, ma non è contato niente. (Viva ilarità). L'imputato era già steso a terra quando gli sferrarono un gran calcio a... tramontana. S'alzò e scappò via e gli sconosciuti gli tirarono alcune sassate per farlo correre più in fretta. In istruttoria gli sembrò di riconoscere uno degli imputati, 11 Filipich, ma all'udienza non riconosce nessuno. Sembra ancora indolenzito... Pres.: — A che partito appartenete? — A niente. SI legge la deposizione d'un'altra parte lesa, certo Pilastri. Ha deposto d'avere ricevuto parecchi schiaffi e una legnata Anale al grido « A noi I ». Aggiunse che Mariotti faceva parte della comitiva, però raccomandava al compagni di non picchiare più sulla testa. Imputato Mariotti :' — Aveva1 paura di venire qui- a deporre? — Forse si. Seguono altre testimonianze. Il maresciallo dei carabinieri Ferighl vide quella notte il Mariotti due volte alla barriera di Milano, verso le 23.30 e alle 4. Il commissario di P. S. Angelucci si recò quella notte alla Barriera di Milano con un camion di carabinieri. Piombò su uno degli imputati, il Sauda, il quale gridò: . A noi». Fu arrestato. Gli altri imputati si diedero alla fuga ma furono rincorsi e latti salire in camion. Mariotti fu arrestato due giorni dopo. A questo punto il P. M- presenta tre bastoni e due pezzi di randello sequestrati a quattro del cinque imputati. Presidente all'imputato Sauda, presentando uno dei due pezzi di randello: — E' questo di vostro bastone... da passeggio? — L'ho riconosciuto in Questura per paura... — E voi Filipich ? E* vostro questo bastone? — No. Dissi che era mio perchè in Questura sono già stato < bruciato » una volta. — E voi Farello ? ' — si, quel bastone è mio. E' grosso, ina ■pesa poco. — Non vorrei prenderlo sulla testa.. Alcuni testi a difesa depongono che Ano allo 23,30 il Mariotti fu con loro. Il marchese Carlo Scararnpi dichiara che vide l'imputato Farello all'Associazione Arditi sino verso la mezzanotte e oltre. Ma non sa precisare sino a quale ora rimase. Qualche teste è assente e il Presidente ha un battibecco con uno dei difensori, l'aw. Colla, a proposito della loro audizione. L'aw. Cattalano, per la Parte Civile ing. Chinneci, afferma che questi non è mosso da passione politica — tutt'altro — nè da odio di parte. Ma vuole tutelata la sua dignità e la sua incolumità di cittadino rispettoso della legge e dei suoi doveri, ma geloso del suol diritti. La sentenza di condanna Il P. M., aw. Di Majo, premette che l'odierna causa di violenza non ha nulla a che vedere con quella che il Tribunale ha giudicato sabato. Allora ci fu un movente politico più o meno spiegabile. Nella causa ili ojrgi, nessuno ha voluto assumersi una responsabilità, nè materiale, nè morale, perchè è una causa sommamente antipatica. Dichiara come non possa concepire il caso di una comitiva, che percorre in una sera un dato rione, bastonando a destra e a sinistra, in luoghi diversi, l'operalo come il professionista, U giovane come il vecchio, il fascista e il non fascista, senza distinzione alcuna, senza nessuna misericordia. Riliene provata la colpevolezza itegli imputati Mariotti e Filipich ed anche di Sauda e Parelio, chiede una assolutoria pel Vivaldi, per insufficienza di prove. Inoltre, chiede pel Mariotti, tenuto calcolo della diminuente del. la semi-infermità mentale, concessagli in un precedente giudizio, la pena di mesi sei di reclusione. Per Sauda e Farello chiedo anni 1, mesi 6, giorni 20 di reclusione; pel Filipich, recidivo, anni 2 e mesi 4 di reclusione. Hanno parlato in difesa degli imputati, gli avvocati Viancini, Barberis, Giglio e Colia, sostenendo la non colpevolezza degli impu tati, e, in via subordinata, la mancanza della qualifica della brutale malvagità circa quanto è awenuto. Il Tribunale ha pronunciato la sua senten za a tarda ora. Ila acceduto alla tesi del P. M„ della brutale malvagità, e ha condan nato il Mariotti — tenuto conto della semi irresponsabilità — a 4 mesi di reclusione; Ivaldi, (per cui il P. M. aveva chiesto assolutoria), Farello e Sauda, a 1 anno, 6 mesi e 20 giorni di reclusione; Filipich, recidivo, a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Gli imputati hanno accolto in silenzio la loro condanna. Sono stati trasportati alle « Nuove i in un « camion » pieno di carabi nleri, scortato da altro « camion » di rln forzo.