Alla Camera senza le Opposizioni Come il comunista Repossi ha ricordato Matteotti

Alla Camera senza le Opposizioni Come il comunista Repossi ha ricordato Matteotti Alla Camera senza le Opposizioni Come il comunista Repossi ha ricordato Matteotti Roma, 12. notte. I corridoi della Camera erano starnarne animatissimi. La posta dà presenti oltre quattrocento deputati. Senza dubbio, l'interesse di questa ripresa parlamentare sta assai più nel corridoi di Montecitorio che non nell'aula. Giolitti 8 Orlando assenti Il vuoto a sinistra Sebbene manchi queir interesse del pubblico che caratterizza in genere le ripresa parlamentari, pure la stessa singolarità delle condizioni nelle quali si riapre oggi la Camera conferisce alla seduta una certa curiosità. Piuttosto affollate le tribune del pubblico e quella della stampa. Alcune signore e qualche diplomatico nella trlbtma diplo^ malica. Dieci minuti prima che si apra !a seduta comincia a entrare nell'aula qualche deputato. Notati, fra i primi, gli onorevoli Greco, Belloni, Maggi, Torre Andrea, Amicucci, Gay. Entra poi l'on. Mussolini, che si intrattiene a parlare con l'on. Andrea Torre sul primo settore dell'Estrema Destra. Giungono intanto altri deputati, quasi tutti fascisti. Tra i banchi dell'Estrema Sinistra appare solitario il deputato comuniste on. Repossi e la sua presenza è subito notata. Dall'ingresso di sinistra entrano poi vari clementi fiancheggiatori, tra i quali gli onorevoli Cavazzoni, Miliani, Fontana, D'Alessio Francesco, Cesare Rossi, Sipari. Gli onorevoli Ponzio di San Sebastiano, Pivano e Bavaro vanno a sedere al terzo settore sinistro. Notata subito l'assenza degli onorevoli Giolitti. Soleri, Fazio e di molti elementi fiancheggiatori. E' assento anche l'on. Orlando. Alle ore 15 il presidente on. ROCCO apre la seduta. I ministri prendono posto al banco del Governo. Molti deputati della maggioranza vanno a sedere ai settori di sinistra, ma ciò malgrado è visibile il vuoto di quasi tutti i settori di Estrema, per l'assenza dei deputati di Opposizione. L'apostrofe dell'on. Repossi Sul processo verbale chiede la.parola l'on. REPOSSI deputato comunista. Egli dice: — Parlo sul processo verbale della seduta del 13 criugno. Se le dichiarazioni mie, voglio dire del gruppo comunista, saranno giudicate riferirsi alla situazione attuale, ciò dipenderà dal fatto che la situazione di oggi non è che lo sviluppo di quella già costituita il 13 giugno. Se avessi presenziato a quella seduta avrei dovuto rilevare al deputati Rocco, Soleri e Delcroix, ai fascistio sostenitori dei fascisti che una Camera eletta da Cesare Ressi c Marinelli non può commemorare Giacomo Matteotti senza commettere una profanazione vergognosa. Queste cose vi devo ripetere oggi. Non si tratta solo di responsabilità politiche del regime, che non ha oggi appoggi all'infuori degli squadristi che gridano « Viva Dumiiiil »; né si tratta solo delle responsabilità inorali di chi quotidianamente considera legittimo le violenze sanguinose che si esercitano sopra i lavoratori. Si tratta, in questo caso, anche di responsabilità personali diret- te, le quali non si eludono coU'imporre le ili- missioni di un sottosegrelario, ne colla mostruosa contraddizione della rinunzia al ministero degli Interni. Da che mondo è mondo agli assassini ed ai complici degli assassini non è stato permesso di commemorare lu loro vittime. Su quest'assemblea grava il peso di una correità {rumori della maggioranza). ROCCO : — La richiamo all'ordine, on. Repossi ! REPOSSI: — Noi ritorniamo oggi soltanto per ripetere contro di voi il nòstro aito di accusa e nulla ci impedirà di ritornarvi ogni volta che riterremo necessario servirci di questa tribuna per indicare agli operai e contadini d'Italia la via della liberazione dal regime di reazione capitalistica e di violenza che voi rappresentate. So noi fossimo siati presenti il 13 giugno, avremmo dovuto e voluto dire che il delitto Matteotti appariva il determina toro iij una situazione, appunto perchè, in realtà, ne era l'indice, raccapricciante. 11 delitto Matteotti è stato il segno spasmodico del fallimento fascista {rumori della maggioranza). ROCCO: — La richiamo all'ordine una seconda volta. Questa non è la terminologia da tenere REPOSSI: — Giù allora era ben chiaro che si può fiaccare per lui istante un'organizzazione proletaria, ma non si può a lungo fiaccare il proletariato, perchè ciò vuol dire ridurre il Paese alla schiavitù. Già allora potevamo dirvi, ed o^gi vi ripotiamo, che il proletariato non dimenticherà nemmeno le responsabilità di coloro che hanno preparato e fiancheggiato il fascismo, di chiunque ne ha favorito l'avvento al potere, di chiunque, fosse pure invocato dal Quirinale. Già allora noi prevedevamo che, restringendo la lotta anti-fascista alla ricerca di un compromesso parlamentare, il quale lusci intatta la sostanza reazionaria del regime., di cui soffrono e contro il quale imprecano iu tutta Italia milioni di operai e di contadini, non si poteva giungerò a nessun esito positivo; si dava, anzi, aiuto al fascismo. Noi non viviamo nell'attesa di un compromesso borghese, pel quale la borghesia repubbli caria invoca oggi l'intervento del Re, pel i l . e e o^ a , . e o i a o , i i i e o , i i . — 3 e à e i i à - iiiiaJc la social-democrazia riformista e massimalista fa genito della lotta di classe ed auspica un'amministrazione superiore, estranea agli interessi di ogni parte, cioè una dittatura militare, che dovrebbe impedire l'avvento inesorabile della dittatura del proletariato. Il centro della nostra azione è fuori di quest'aula, tra le masse lavoratrici, die sempre più profondamente no che la fine della vergognosa in cui il Paese è tenuto da voi e dai vostri sostenitori filofascisti, dai vostri alleati e fiancheggiatori democratici e liberali, si avrà soltanto col ritorno in campo e col prevalere contro di voi della loro forza organizzata. Nel additiamo anche da questa tribuna ai lavoratori quaj'ò la via che devono seguire... GRECO: — Ma 'finiscilal REPOSSI : — ... La via che 1 lavoratori devono seguire è quella deBa resistenza e della difesa fisica contro la vostra violenza, della lotta incessante per la conquista sindacale, dell'intervento organizzato contro il rincaro della vita e contro il precipitare della erisi economica. Essa è la via della costituzione dei Comitati degli operai e contadini. Attorno ni Comitati degli operai e contadini si devono raccogliere tutti coloro che vogliono lottare contro di voi con armi adeguate. Dai Comitati degli operai e dei contadini devo partire una sola parola d'ordine, che contenga ima soluzione radicale della situazione presente: Via il Governo degli assassini e degli affamatoril Disarmo delle camicie nere, armamento del proletariato, instaurazione del Governo degli operai e contadini. CAPANNI, che siede in un settore prossimo a quello ila cui parla l'oratore, grida: — Mi fate schifo! Non vi tocco perchè mi fate schifo! REPOSSI: — I Comitati degli operai e contadini saranno la base di questo Governo e della dittatura delia classe lavoratrice. Ed ora commemorate pure Giacomo Matteotti, ma ricordatevi clic il grido lanciato dalla madre sulla bara del martire è diventato anche il grido di milioni di lavoratori: Assassini! Assassini I Non appena ha finito di parlare, l'on. Re. possi abbandona l'aula, mentre da vari banchi si applaude ironicamente. Il presidente Rocco PRESIDENTE {segni di alien zione) ; — Onorevoli colleglli, tre volte già ned volgere di pochi mesi, questa nostra Assemblea, non appena eletta, ò stata percossa dalla sventura. Tre nostri giovani colleghi, gli on. Giacomo Matteotti. Armando Casalini e Miuio Gioda sono repentinamente e immaturamente scomparsi. Quando nella seduta del 13 giugno, la Camera solennemente protestò contro il crimine orribile, di cui era stato vittima l'on. Giacomo Matteotti, non tutte le speranze erano perdute che il nostro collega potesse essere ancora in vita. Per quanto sia tenue il filo della speranza — io diceva — noi non abbiamo rinunciato a sperare. Purtroppo, il dubbio tremendo è ormai diventato certezza. Non solo, ma a quel delitto nefando, che toglieva alla Camera i«na delle sue intelligenze più elette, un altro non si (Jonvinr<>a situazion-- [meno nefando se ne è aggiunto che l'ha pri o i o o i a i l o o i a o o e a l e e à a i u , i o i vate, di un lavoratore pertinace e di un ne bile cuore: l'on. Armando Casalini, morto anch'esso per mano omicida, a Roma il 12 settembre 1924. Anche contro il nuovo crimine si elevi la nostra protesta solenne. In questo duplice attentato contro due dei suoi componenti, caduti nell'adempimento del loro dov'ero, la Camera vede un attentato contro di sè, contro il suo diritto e le sue prerogative, contro la sua stessa possibilità di esistenza. Clie vale che lo Statuto cùcondi delle più golose garanzie l'esercizio del mandato parlamentare e vieti che contro il deputato si proceda giudiziariamente 0 persino che si osegua l'arrosto ordinato dal magistrato, se il tumulto delle passoni, eccitato dall'asprezza senza freni della lotta c della polemica, può armare ad ogni istante la mano del delinquente o del fanatico e sanguinosamente impedire al deputato l'esercizio del suo alto uuìcia? Intendiamoci. Nessuno, che siedo in (mesta aula, per quanto possa biecamente scatenarsi l'odio o ruggire la minaccia, paventa o vacilla; molli di noi hanno, quando il dovere l'ha imposto, serenamente affronlaio la morte sui campi di battaglia. Ma all'infuori e al disopra delle nostre persone sta l'Istituto le cui sortì sono nelle nostre mani commesse; che la ragion d'essere non soio del regimo parlamentare, ma dello stesso sistema rappresentativo, sta appunto nel sostituirò all'urto materiale- ed alla lotta cruenta, il contrasto delle idee e delle ragioni, ed essa verrebbe meno il giorno in cui questa più serena e civile forma di battaglia politica fosse resa impossibile. Resti dunque nuovamente consacrata agli annali del Parlamento la nostra protesta e resti perenne nei nostri cuori la memoria dei due spiriti. « Giacomo Matteotti, nato a Fratta polesine il 22 maggio IS8J, si laureò giovanissimo in giurisprudenza nell'Università di Bologna. Dedicatosi dapprima agli studi di diritto penale e sociologia criminale sotto la guida sapiente del prof. Alessandro Stoppato, pubblicò, poco dopo la laurea, un grosso volume sulla recidiva, che venne largamente lodato l ! dai competenti, Ma ben presto la vita politi' Tca lo attrasse. Dopo essere stato assessore e sindaco del suo Comune e consigliere della provincia di Rovigo, venne eletto per la 2ó.a Legislatura deputato del collegio di Ferrara. Uà. questo momento egli volse la sua intellif'gerizo acuta e vivace allo studio dei problemi delle finanze, dei quali divenne assiduo ed autorevole cultore. Si occupò largamente della finanza locale con una serie di scritti assai apprezzati che videro In luce nella Critica sociale. Appena lumaio in Parlamento, prima come Commissario della Giunta generale del Bilancio, di cui fu subito chiamato a far parte, poi come membro della Commissione di finanza e tesoro, conquistò uno dei primi posi i tra i più competenti conoscitori dei bilanci e della finanza dello Stato. I suoi discorsi sulla situazione finanziaria, sull'esercizio provvisorio, sulla nomina avita dei titoli, sulla avocazione allo Stalo dei profitti di guerI»i, pronunziati durante la 25.a Legislatura, testimoniarono, siti dall'inizio, dell'ingegno, della vasta e profonda preparazione, dell'attività instancabile di Giacomo Matteotti Né. meno assidua ed efficace fu l'opera sua durante la 26.a Legislatura, nella quale rappresentò il collegio di Padova. La sua bella e dotta relazione sul bilancio dell'entrata, i 6iioi discorsi sulla finanza locale, 6ulla politica finanziaria, sulla tariffa doganale, fanno onore a lui e al Parlamento. Rieletto per i collegi del Veneto e del Lazio nella 27.a Legislatura l'on. Matteotti fu ancora nominato commissario della Giunta del Bilancio, a cui si apprestava a dare la sua opera tenace, intelligente tenace e dotta, quando la morte troncò una giovane vita, un'attività feconda delle più belle promesse. Alla famiglia dolente, al comune natale di Giacomo Matteotti, vada la nostra commossa parola di condoglianza e di saluto. « Armando Casalini nacque a Forlì nel 1885: semplice operaio, tutto dovè a sò stesso, alla sua volontà tenace, alla sua fede indomabile, che dalle più modeste origini tra le più dure prove, In una vita tutta dedicata alla pallia, alla famiglia ed al lavoro, lo condusse al seggio legislativo. Armando Casalini era uno di quegli operai autodidatti formatosi e giunto alla vita politica attraverso il movimento sindacale. Fondatore della Camera del lavoro di Forlì, divenne ben presto consigliere ed assessore della sua città. Allo scoppio della guerra fu in prima linea nelle battaglio per l'intervento; l'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale lo trovò volontario, arruolatosi malgrado una debilitazione fisica permanente per cui era stato dichiarato inabile al servizio militare, nella guerra fu combattente valoroso, nella pace fu perspicace, attivo, I me seppe asso- equilibrato organizzatore ciare all'amore per gli umili il culto per la Patria. Eletto deputato per la circoscrizione della Lombardia nella 27.a Legislatura, sedeva da poche settimane alla Camera, ai cui lavori la sua conoscenza sicura dei problemi economici e sociali avrebbe dato senza dubbio un contributo prezioso, se un fato crudele non lo avesse rapito nel flore dell'età alla famiglia ed alla patria. Armando Casalini mori povero come era vissuto. Alla" vedova, ai figli che piangono nel silenzio tutte le loro lacrimo, alla città di Forlì, culla di uomini di passione e di fede, per cui Armando Casalini fu in prima linea, le nostre condoglianze più fervide.« Meno tragica ma non meno dolorosa e i«lS? ti stata la perdita dell'on. Gioda, morto i0 r9 settembre 1924 a 41 anno. Mario Gioda, 'nato a Torino il 7 luglio 1883, fu auch'egli, come Armando Casalini, operaio ed autodidatta. Prima compositore tipografo, poi impiegato, un desiderio ardente di sapere lo assillava: riuscì egli, così, « con i più aspri sacrifìci, a farsi una cultura vasta e solida, si da aprirsi sotto i migliori auspici la via al giornalismo ed alla politica. Carattere quadrato, volontà ferrea, onestà adamantina, fu Mario Gioda nella vita pubblica o privata solido e formo come le montagne del suo Piemonte. Combattè da valoroso nella grande guerra; terminata la guerra, prese subito il suo posto di lotta per le idealità nazionali di cui fu sempre, con fede incrollabile, tra i suoi ferventi apostoli. Ai suoi ideali dette tutto sè stesso, 6enza nulla mai chiedere, finché nelle elezioni del 6 aprile 1924 venne eletto deputato per la circoscrizione piemontese. Fu breve il suo passaggio in questa assemblea, ma largo il compianto che la sua fine immatura lascia tra noi e fra quanti lo conobbero e conoscend-Mo 10 amarono. Alla famiglia ed alla città di tornio le nostre condoglianze. « Non posso infine concludere questo mesto elenco senza ricordare la morte dell'on. Senatore Luigi Peiloux, che fu presidente del Consiglio dei ministri dal 2.9 giugno 1898 al 24 giugno 1900. Soldato valoroso nelle guerre dell'indipendenza italiana, autorevole ed apprezzato generale dell'esercito, ministro della Guerra, capo del Governo, Luigi Peiloux porto nell'adempimento dei suoi alti doveri 11 più profondo sentimento di devozione al Re ed alla Patria, la più rigida dirittura del carattere, la più sincera volontà di bene. Alla sua famiglia porgo l'espressione del rammarico della Camera per la scomparsa di un uomo che tu tra i più insigni e benemeriti ». (Filili approvazioni). SANDRINI ricorda la elevatezza doll'inge- gno dellton. Matteotti, la sincerità della stia |fedo politica che lo fece rispettare ed amore anche dagli avversari. Esprime, al disopra di ogni divisione di parte, O senso non solo del suo cordoglio, ma anche di orrore per il crimine che lo spense, ed alla suo memoria invia un riverente saluto con sentimento profondo di solidarietà umana, coU'augurlo che un alito di pace riaccenda l'animo di tutti gli Italiani. 6icchè più non scorra sangue fraterno. Propone l'invio di condoglianze della Camera alla famìglia ed alla città notato doll'estinto {applausi). TERUZZI e GASPAROTTO commemorano Mario Cermenati. ROSSONI rinnova l'espressione del cordoglio e dell'esecrazione delle Corporazioni siuducali per l'uccisione dell'on.- Armando Cosalini, il quale, mazziniano fervente e vero patriota, fu un precursore nel movimento sindacalista nazionale con cui ebbe sempre di mira il nobilissimo scopo di educare il popolo economicamente e spiritualmente {applausi). BAGNASGO rievoca la memoria dell'on. Gioda di cui esalta la virtù rivoluzionaria di fascista e di lavoratore, e che ebbe sempre illimitata ed incondizionata devozione nel capo del Governo e del fascismo iuoplausi). CARBONI. LISS1A, CAPPA INNOCENZO, BOERI, BAISTROCCHI ed altri commemora! no l'ex deputato Pois Serra, Ricciotti Garibaldi, l'ex deputato Ettore Candiani, Luigi Peiloux. Edoardo Bassini, Carlo Ferraris, Maffeo Pautaleonl. Mussolini MUSSOLINI, presidente del Coutiglio (segni, di viva attenzione): — n Governo, a mezzo mio, si associa alle nobili parole pronunziate dal Presidente dello Camera e dagli altri oratori di questo assemblea. Il ricordo della tragica fine dell'on. Giacomo Matteotti rinnova in noi un senso di esecrazione per il delitto e di compianto per la vittima. Il fatto che l'on. Matteotti fosse avversario dell'attuale Governo non attenua, sibbeno accentua l'intensità di questi sentimenti che il popolo italiano ha profondamente condiviso. La non meno tragica fine dell'on. Casalini, ucciso barbaramente sulla pubblica via, presente la piccola figlia, provoca un senso di raccapriccio e di acuto dolore in noi tutti, in tutta la nazione e in me particolarmente, che conoscevo da anni il nostro povero umico e ammiravo il suo incessante sforzo di autoelevazione intellettuale nonché la sincerità della fede sia repubblicana, prima, sia fascista, poL Lo sua parziale cecità, dovuta, e bene ricordarlo, a un infortunio sul lavoro, poiché egli proveniva dall'autentico umile popolo lavoratore, non gli aveva impedito di accorrere all'appello della Patria in guerra. Fascista, nutrito sin dall'infanzia dalle dottrine del grande genovese, serviva in umiltà la sua fede e la tragedia sorprese lui e la sua famiglia in uno stato di povertà che potrebbe dirsi mazziniana. Monito ed esempio per tutti. Meno tragica ma mfinitarnente triste la morte immatura dell'on. Mario Gioda al quale ero legato da una decennale amicizia fortificatasi attraverso il dopo guerra. Era un idealista e un animo pro-fond.aaicnte buono. Que. per ciò che è necessario ad intendere la fase presente della questione. L'acoor sta sua naturale bontà rifulgeva in tutte le manifestazioni politiche, giornalistiche e private della sua vita. La riconoscevano gli stessi avversari. Elemento meditativo e temperato, pur essendo un veterano del fascismo, egli evitava tutto ciò ohe poteva dividere gli animi e inacerbire le discordie fra i cittadlni. Per questo, attorno nJla sua bara non si raccolse soltanto £ partito, ma tutta Torino. Nella mia qualità di soldato, di italiano, di presidente del Consiglio, ricordo la figura del generale Luigi Peiloux. Egli, dopo aver compiuto briUani emente il suo dovere durante la guerra dell'indipendenza, si trovò a lottare sul terreno politico hi quel periodo della storia italiana particolarmente fortunoso che va dal 1890 al 1200. Anche in quel tempi 11 generale Peiloux compi il suo preciso dovere, figli merita il riverente saluto che l'assemblea, ha tributato alla sua memoria. Il Governo 6t associa allo manifestazioni di cordoglio che la Camera vorrà decidere per la morte di altri uomini appartenenti o non a questa assemblea, ma eminenti ne] campo delle scienze come Maffeo Pantaloni e Bassini, delle armi come Ricciotti Garibaldi, della politica come Ccrmcnati, il senatore Carlo Ferraris, il senatore Pais Serra e l'on. Ettore Candiani {applausi}. PRESIDENTE mette a partito lo varie proposte di condoglianze, (sono approvate). SANDRINI propone che. la-Camera, in segno di lutto sospenda la seduta per un'ora. MIISSOLINI si associa alla proposta. PRESIDENTE ia inette a partito. (E" approvaUa). La seduta è sospesa alle ore 17. L'accordo franco-Italiano per la Tunisia Si procede alla discussione del disegno di leggo « conversione in legge del R. Decreto 22 dicembre 1523 con il quale piena ed intera esecuzione è data all'accordo- tra l'Italia e la Francia, concluso mediante» cambio di note in data 22 settembre 1912 in Parigi per regolare alcune rruestioni pendenti che concernono gli interessi francesi e italiani in Africa ». TUMEDEI nota che l'accordo hi discussio-. ne risale al 1019 ed ormai dai un anno é entrato in esecuzione. Ciò nonostante merita l'esame dal Parlamento Italiano anche perchè alla Camera Francese l'accordo è stato più volte discusso e con diohjarazioni preoccupanti per l'Italia. Esamina la relazione francese sull'accordo rilevando che essa contiene un minuto esame di tutte le clausole mentre la relazione della Commissione, per quanto meditata e cospicua, è un po' troppo laconica. Non parlerà del passato se non ,'acoordo attuale 6i riallaccia all'art. 13 del patto di Londra e parrebbe che con esso i compensi territoriali si fossero voluti ridurre al minimo in vista di compensi di altro genere. Ma in realtà il valore di questi altri compensi è assai lieve e taluni anzi sono veramente illusorii. Così non può dirsi un compenso l'applicazione, da parte del Governo tunisino, dello stesso trattamento fiscale a tutti i contratti di vendite hnmobiliari e l'abolizione della tassa speciale perchè in realtà l'applicazione di questa tossa finiva col rendere impossibili gli acquisti da parte degli italiani. Anche la clausola relativa alla parità di trattamento tra scuole italiane e francesi è una concessione puramente illusoria, perchè non vjène precisato quale debba essere questo trattamento. L'estensione alla Tunisia degli obblighi già assunti dalla Francia per il Marocco, di stipulare accordi relativi agli infortuni eul lavoro, era proprio il meno che/la Francia, potesse fare. Anche il contingente obi fosfati è stato in pratica assai inferiore a quelito atteso, date le riserve fatte dalla Francia, e pel raccordo ferroviario seggono nuove difficoltà. Lo concessioni fatte all'Italia, dunque, sono state molto ■esigue o addirittura illusorie. Ma, comunique sia, - tutta queste serie di compensi si sono risòlte in. definitiva in un peggioramento, anziché ih un miglioramento della nostra) situazione in Tunisia, Infatti, con aperta violazione delle convenzioni del 1896, denunaiiate, ma non decadute, gli italiani vengono sempre più posti in condizione di kiferoxità, ostacolandosi con ogni mezzo l'esercizio deHe loro professioni. Il nostro Governo non manca di protestare e si apre così una serie di singole trattative, le quali dimostrano. chiaramente il danno da noi risentito per il mancato rinnovamento delle convenzioni. E' stato infatti possibile alla Francia di emanare in Tunisia una logge con cui alla terza generazione le famiglie straniere perdono la cittadinanza originaria. L'Inghilterra, che aveva sulla questione un interesse sflconrlarlo. accettò la legge allorché fu temperata col diritto di opzione lasciato ancora alla terza generazione. Ma il Governo italiano non poteva aderire all'azione del Governo inglese, data l'enorme importanza clie la questione ha per l'Italia, per il grande .numero di italiani recidutili in Tunisia e per non costituire dei pericc-losi precedenti presso altre Nazioni. Perciò bene ha fatto il Governo italiano a continuare le trattative. Malgrado tutto ciò, l'accordo è però accettabile,, nella fiducia che tutte le questioni particolari siano trattate in blocco ed al più presto; | perchè se fossero trattate portitameiite gli interessi italiani sarebbero ad uno ad uno . tutti sacrificati. L'oratore riconosco che non è facile riuscire in queste trattative. Si investe della posizione difficile del Governo, perchè la questione della Tunisìa deve es. sere considerata in funzione di tutta la politica estera. Può ammettere che la Francia, nella politica di fruzionalizzazione, non è mossa da malo animo ve=rso l'Italia, ma da necessità democratiche; nota però che questa politica, se può essere attuata nella madTe Patria, non può esserlo in Tunisia senza danno della Francia stessa. La politica mediterranea dello Francia deve essere impeimiata su un accordo tra le due nazioni in quanto la Francia può dare la terra e il capitele e l'Italia dispone di grandi quantità di mano d'opera. Concludendo, si augura di essere riuscito ad esporre i termini dal problema con serenità e chiarezza, reprimendo tutti gli sfoghi del suo sentimento di italiano. Dopa sei anni di dopo guerra, che sono, stati pieni di amarezze e di insidie per gli italiani in Tunisia, vuol trovare ancora la forza e la fede di dire elle la Tunisia, la quale è stata sinora il pomo della discordia fra i due paesi, divenga mia base dello fratellanza italo-francese nella causa della civiltà e della paco (utilissimi applausi, moltissime congratulazioni). VENINO, relatore dichiara .che le considerazioni esposte doll'on. Tuimidii sono state seriamente prese in esame dalla Commissione. MUSSOLINI, presidente del Consiglio (segni di attenzione): — invito la Camera ad approvare lo conversione di questo disegno legge relativo ai trattati per la Tunisia. di Lo critica acuto e nello stesso tempo passio! naie che voi avete testò ascoltata con molto interesse, come l'argomento meritava, mi dispensa do altre considerazioni. La realtà tragica della questione tunisina, che ho studiato personalmente, consiste in questo semplice proposizione: d destino di 130 mila italiam è sospeso di tre in tre mesi, ad un aio La 6padu di Damocle può cadere. La ouestio! ne e stata oggetto di negoziati tra ilGovcr- 10 italiano ed il Governo francese, ma sinora non Iia potuto raggiungere alcun risultato. V sono ragioni obbiettive, come l'on. Turnc! £,'..Jìa,)prosEettat.°' che rendono la Francia .intransigente su questo terreno. 11 Governo italiano, a sua volta, deve essere intransigente, perchè non può giuocare leggermente il destino di 130 mila italiani (appiau, si) ai quali si deve se oggi la Tuntsia«è' prew spera e ricca. Raccolgo il voto dell'on. Tumede], al quale si è associata la Camera e £r6x dovrebbe essere ascoltato oltre le Alpi, cioè cha la questione tunisina possa essere risolta senza che abbia luogo nulla di irreparabile e siano rinsaldati 1 vincoli di amicizia tra l'Italia e la Francia. (La maggiora*, za applaude). Si dà quindi lettura dell'articolo unico del disegno di legge che messo al voti per alzata e seduto i> approvato. Domani 11 disegno di legge sarà votato a scrutinici segreto. La seduta c tolta alio 19.30.