Combattenti e Mutilati esaminano a Roma la situazione

Combattenti e Mutilati esaminano a Roma la situazione Combattenti e Mutilati esaminano a Roma la situazione La dccumentazlone dalle violenze — Riaffermazione dì autonomia e rivendicazione cele libertà civili — Un manifesto al paese? — I debutati combattenti convocati per oggi: coststuzlon3 dal gruppo parlamentare ? — B~!bc vuol battersi con Qar baldi ROMA, 8, notte, II fatto saliente della cronaca politicn. odierna è costituito dalla riunione del Comitato nazionale dell'Associazione dei Combattenti, durata molte ore ed alla quale seguirà — probabilmente domani — quiila della Commissione direttiva dell'Associazione mutilati. Queste adunanza richiamano con vivo interesse l'attenzione degli ambienti politici e della stampa, alla vigilia della riapertura ' della Camera. La riunioni- del Consiglio centralo Il Consiglio centrale dell'Associazione nazionale dei combattenti si è riunito nella sede della rivista « Problemi d'Italia », organo dell'Associazione itessa, ed ha tenuto due lunghe, e laboriose riunioni per esaminare la nuova situazione creatasi in seguito agli ultimi incresciosi incidenti sorti tra fascisti c combattenti. Erano presenti gli on. Viola, Bavaro, Rossini, Vaselli, Pivano, Zino presidente della Federazione provinciale di Genova, Bruni presidente dolla Federazione di Bergamo, Rizzo presidente della Federazione di Pola, Orlando della Federazione di Palermo. All'inizio della seduta l'on. Viola, presidente dell'Associazione combattenti, ha letto i rapporti pervenuti dalle varie Federazioni circa le violenze consumate il 4 novembre a danno dei combattenti e dei mutilati. L'on. Viola quindi ha chiarito particolareggiatamente la propria situazione di fronte agli attacchi a cui è fatto segno come presidente dell'Associazione, ed ha ottenuto l'unanime consentimento dei colleghi alla propria opera, anche anteriore alla carica da egli rivestita attualmente. Egli ha poi comunicato il seguente telegramma inviato al « Popolo d'Italia » in seguito agli attacchi mossigli: « Perfettamente sereno di fronte ai ridicoli tentativi di colpire con attacchi individuali al suo presidente l'Associazione nazionale combattenti, invitovi formalmente ad abbandonare la forma di insinuazioni generiche e di precisare accuse ». Sul merito delle dichiarazioni fatte dall'on. Viola si1 ò quindi avuta una ampia discussione a.> quale hanno partecipato tutti gli intervenuti. L'on. Rossini ha detto che le decisioni debbono essere improntate ad energia e fermezza. L'on. Bavaro, dal suo canto, ha detto che la situazione devo essere esaminata con la massima serenità: le minaccio rivolle contro i membri dell'Associazione. non devono essere considerate in alcun modo perchè l'Associazione dei combattenti ritiene di interpretare i sentimenti di tutto il paese. Premesso questo, si è passati a discutere sul modo con cui dovrà essere concretata l'azione dell'Associazione. La proposta di fare sfilare i combattenti in silenzios.0 corteo sotto il Quirinale e di sollecitare un colloquio del Gomitato centrale col Sovrano sono state scartate. E' stata considerata invece con attenzione la nuova proposta di pubblicare tutti i rapporti pervenuti all'Associazione e di lanciare a! paese, perchè sappia c giudichi, un manifesto. Tre affermazioni Nessuna decisione e stata adottata questa sera perchè — come si è già ripetutamente detto — le due Asosciazioni, quella dei combattenti e quella dei mutilati, desiderano procedere di comune accordo. Il Comitato centrale dei mutilati si riunirà solo domani: è prevedibile, quindi che la discussione si concluderà nella giornata di domani. Fin da ora è dato prevedere che, come prima manifestazione dell'organo direttivo dell'Associazione nazionale combattenti, si avrà un vibrato ordine del giorno in cui si conterranno tre affermazioni: l.o proteste e deplorazioni per le aggressioni incivili subite dai combattenti nel giorno dell'anniversario della Vittoria; i\o denuncia dell'anormale situazione, e richiesta perentoria di una rigida tutela dell'ordino pubblico e della libertà dei cittadini; 3.o riaffermazione dell'autonomia dell'Associazione nazionale dei combattenti di fronte a tutti i partiti, e netta separazione delle responsabilità. dell'Associazione stessa da quelle di qualsiasi organismo politico. Questo, nelle sue linee generali, il documento del Comitato direttivo dell'Associazione nazionale dei combat tenti. 1 rapporti tra combattenti e Governo saranno discussi in altra sede. Per domani, infatti, è indetta una riunione dei combattenti deputati. Alla riunione, secondo quanto abbiamo potuto apprendere, è stato invitato anche l'on. Gasparotto, e si assicura che interverranno anche gli on. Cesare Forni, Benelìt, Ponzio di San Sebastiano ed altri. Naturalmente, è difficile prevedere quali decisioni potranno essere prese nella riunione di deputati combattenti; ma si crede che, logicamente, dall'ordine del giorno in cui si riaffermerà l'autonomia e la separazione delle responsabilità dell'Associazione nazionale dei combattenti, dovrebbe discendere la costituzione di un gruppo autonomo di combattenti deputati. "Le losche necessarie conclusioni Dopo la riunione odierna, un autorevole membro del ComiUto direttivo, è stato interrogato da un redattore del Giornale d'Italia Egli ha detto : • Nella riunione di oggi la discussione è documentare gvli incidenti verificatisi "nelle stata appena iniziata. Ci si.-mio limitati ad esaminare la situazione dell" provincia e adocumentare gu incidenti verificatisi nelle vane citta. Pero, una prima impressione è le logiche necessarie conclusioni, le anali — a giudizio della gran parto dei combattenti -seno ben chiare e riguardano anzitutto la necessità, ormai imprescindibile, di restaurare un regime di libertà e di dignità civile. Comunque, la sola cosa certa finora è che 1 combattenti ed ì mutilati agiranno di conserva. La questione dei rapporti tra fascismo e combattentismo sarà risolta nel solo modo possibile, cioè riaffermando la nosira autonomia, la quale, com'è noto, non ha limiti ne impegni di partito. Nei riguardi del Governo la questione per noi è semplice: il Governo non può e non deve tacere 6ti avvenimenti che coinvolgono direttamente la sua responsabilità, se non altro come garanzia di ordine pubblico. L'Associazione ha ben notato che nessun atto è venuto dal Governo per deplorare le violenze che, squadre armato del suo partito, hanno commesso contro t combattenti inermi, raccolti a celebrare l'anniversario della vittoria. Vi sono state invece manifestazioni del partito fascista come l'espulsione dell'on. Viola e la risposta del direttorio d' Roma alla lettera dell'on. Ponzio, i quali confermano eloquentemente l'intransigenza faziosa e lo spirito d'intolleranza che ispirano ì dirigenti del partito •. ■ Fin qui l'intervistato. In questi ambienti, si è notato il fatto che la Sezione di Rome dell'Associazione Mutilati ed Invalidi di guerra, ha stabilito, in ossequio a disposizioni del Comitato centrale, di rimandare a giorno da destinarsi la cerimonia che doveva avere luogo domani domenica sull'Altare delia Patria. Docnmentazione Si ha oggi una nuova documentazione dei dolorosi fatti avvenuti il 4 novembre. Al Direttorio nazionale dell'Associazione volontari di guerra è stata inviata dal segretario regionale della Federazione umbra dei volontari di guerra, Bruno Ancillotti, una dettagliata relazione sui fatti di cui l'Ancillotti fu testimone. Egli dicp tra l'altro: ■ l.o Nell'adunanza tenuta la mattina del ■i novembre dal Consiglio nazionale dell'Associazione nazionale volontari di guerra il maggiore cav. Baseggio dichiarò che l'« Italia Libera v> aveva fatto sapere che sarebbe intervenuta al corteo. Il Baseggio per ogni eventualità aveva fatto presente alle autorità di pubblica sicurezza il fatto, provocando provvedimenti atti a salvaguardare l'ordine e l'incolumità del cittadini e dei combattenti, ma le autorità avevano dichiarato di non avfire i mezzi sufficienti per prevenire, e di averne limitatissimi per reprimere, aggiungendo che confidava pertanto nell'energia degli organizzatori per evitare incidenti ; 2.0) Poiché le squadre fasciste che via via passavano a I fianco delia colonne degli aderenti all'» Italia Libera » non nascondevano con frasi, con canzoni, il desiderio di menare lo. mani, io — prosegue l'Ancillotti — d'accordo con Flamini e col comm. Sciavo, presidente della sezione romana del combattenti, stabilii che l'« Italia Libera » avesse la precedenza sui combattenti, in modo da far fare a questi da cuscinetto fra i combattenti e lo squadic fasciste ; 3.o) A sfatare dicerie già corse giova per la verità vera ed assoluta aggiungere che nessun grido o provocazione è partito dagli aderenti all'» Italia Libera » di fronte alla tracotanza delle squadre fasciste. Soltanto al replicato grido di c viva Dumini » per due volte fu risposto « Viva l'Italia Libera • ; 4.0) Non è vero quello che fu scritto dai giornali di Roma, secondo cui l'ordine di muoversi al corteo fu dato da un funzionario di P. S. allo scopo di portare l'« Italia Libera » in mezzo alla piazza perchè subisse l'attacco : 5.o) Mentre stavamo per raggiungere i reduci garibaldini, guidati da Ezio Garibaldi, che ci attendeva all'altezza dell'obelisco, si fece avanti contro di noi una squadra fascista in ordine sparso, al comando di un tale che compresi essere della milizia e che riconoscere! tra mille. Costui, roteando un nodoso basto- possibile darla fin da ora: ed è "che i com-battenti 6ono tutti concordi nel volere che dai fatti dolorosi del i novembre siano tratte no e con'in mano una rivoltella gridò: « Ma ho Italia Liberal Via di qui l'Italia Libera! Fuori di qui l'Italia Libera! ». Tutti i suoi seguaci che saranno stati una trentina si avventarono contro la colonna dell'» Italia Libera ». Il generalo Garibaldi esortò i suoi a stare fermi a non reagire; infatti non un grido fu emesso dai suoi, ma essi non poterono reagirò all'urto e si sbandarono invitando insistentemente i Garibaldi ad allontanarsi. Ci dirigemmo verso il colonnato della chiesa dove trovammo uomini e donno curvi a terra per sfuggirò ai colpi di rivoltella. Poi imboccammo via del Babbuino: i Garibaldi con altri entrarono nei portone dell'Hotel de Russie ; quivi sopì aggiunsero 4 fascisti con manganello e rivoltella ; essi avevano lo maniche della camicia nera rimboccato. Fui fermato. Mi domandarono: * Dove sono andati?» — alludendo ai Garibaldi. Io risposi che avevano preso un automobile e si erano allontanati per una via traversa. Essi allora ritornarono sui loro passi. Io li seguii. « A piazza Venezia una squadra fascista, in cui riconobbi sia colui che a Piazza del Popolo aveva guidato l'assalto all'lt.-ilia Libera, sia Chi mi aveva domandato dei Garibaldi in via del Babbuino, wune ad Interporsl tra le medaglie d'oro e i mutilati, e cominciò ad inveire contro questi ultimi. Nacque del panico. Tra i più scalmanati era un tenente decorato solo della medaglia del Comune di Roma. Vidi a questo punto i mutilati ed I combattenti con le loro bandiere e la grande coróna di alloro che si allontanavano dal corteo ». "Levato dai nostri pitdi per sempre,. Intanto, nella situazione odierna, è sintomatico il crescente accanimento degli organi e uomini fascisti contro i Mutilati e Combattenti. La lettera dell'on. Ponzio ha irritato particolarmente i fascisti, e ne è prova il lungo comunicato polemico diramato ieri dall'ufficio stampa della Federazione provinciale fascista del Lazio. Ai- | la lettera deil'on Ponzio risponde pure|■ch, medaglia d'oro a Vitni» cm u^a let- d j £ tòlfi^ro In-«^ 'e-T-'iffl- | „^ \t,^M*l\.'im. l A. l.o) che tale affatto l'aspro giudi ,-nmiininio non sment sce " Stalo da me doto drea la tili 1 ciale d'ordinanza dell'on. Mnsso ..... . z provera al compagno darmi di avere com-1 c I piuto il suo gesto in forma poco maschia, ,ed eroica », per concludere che, in fondo, til fascismo è lieto che l'on. Ponzio « si sia' Vlevato dei nostri piedi per sempre». Vi dcomunicato ufficialo dell'ufrVio stampa del-1 ala Federazione provincin.lt fascista, l'onorevole Ponzio ha replicato così: C"moMeranz^ e'M j cdel fascismo, e che in ogni modo nelle .et-1 segretario della Federazione fase sta ile! Lazio, troverà ben distinte le mie dichiara- zioni di stima verso la sua persona, ila al're zdichiarazioni di fiero disdegno nei confronti : dell'atteggiamento tenuto nei miei riguardi 6dal Direttorio stesso allorché egli era assente; i 5«2.0) che la circolare n. 71 dei Direttorio mdella Federazione laziale non smentisce !if-:efatto che ai fascisti del I/izio fosse concessa 1 la commemoraz raini dell'azione moderatrice da lui, ma sol tanto da lui. svolta a Palazzo Venezia e durante i più gravi incidenti della giornata del ■i Novembre. Circa le mie ambizioni, il direttorio fascista del Lazio sa che io non ne ho avute, e non ne ho, e che non ho mai chiesto nulla e che mantengo faticosamente la mia famiglia con il frutto del mio quotidiano lavoro. A tutte le altre chiacchiere, presenti, passate future, io so di poter opporre, come sempre, il più fiero disdegno. Quello che dovevo dire una volta per unte ho detto nella lettera di dimissioni da ine indirizzata il 5 Novembre all'on. Mussolini, capo del Governo e del fascismo ». La Sezione romana dell'Associazione na zionale tra Mutilati comunica: « In risposta ad una lettera inviata ai giornali, da cinque mutilati sugli incidenti del 4 novembre si osserva: 1) Sugli incidenti del -1 novembre è già stato diramalo un apposito comunicato; 2) gli incidenti dell' » Italia Libera » non riguardano l'Associazione tra mutilati, 3) non è assolutamente vero che molti soci dot"Associazione tra mutilati, che superano attualmente la feella cifra di tremila, siano iscritti all' «Italia Libera »; i) non è vero che la Sezione sia frequentata dall'elemento meno distinto, anzi, inai come in questi ultimi tempi sono affluite le iscrizioni di mutilati deputati, ufficiali, funzionari governativi, ecc.; 5) non è vero che gli ufficiali in divisa, che fiancheggiavano le handicre nel corteo del 4 novembre, appartengano al Consiglio. Essi erano il grande mutilato comm. Montani, capitano dei granatieri, il capitano La Rotonda, il capitano Fruttini, il centurione della Milizia cav. Foà ed il decurione cav. Santucci, tutti decorati al valore e semplici soci dell'Associazione ». • Ostentazioni d'indifferenza u appelli Ma i giornali del partito dominante, insieme ad attacclii di scarso buon gusto contro mutilati e combattenti, continuano ad ostentare grandissima indifferenza per la rottura tra combattentismo e fascismo. L'Idea Nazionale afferma che le polemiche di questi giorni non possono e non debbono arrestare il fascismo, e l'organo nazionul-fascista consiglia di occuparsi soltanto della... ricostruzione dello Stato. Ma questa indifferenza è di dubbia sincerità e lo dimostra il fatto che il partito fascista chiama a raccolta tutte le forze rimastegli disponibili. Tale è infatti il valore che si deve dare al seguente comunicato diramato dall'ufficio stampa del partito fascista : « Il Direttorio nazionale del partito nazio ì naie fasciste convoca tutte le medaglie d'oro aderenti al partito per il 10 novembre nella sede del palazzo Wedeldng, in piazza Colonna ». E altrettanto va detto per il già noto comunicato della giunta esecutiva della fascistica Federazione nazionale arditi d'Ilia, che consiglia gli aderenti a « non trarre motivo da sporadici episodi della piazza per accusare partito e governo che troppa gloria oggi possono vantare, ecc., ecc. Ma la stampa ministeriale più moderata, di fronte a questa ostentazione d'indifferenza fascista cerca di mettere acqua sul fuoco. La Tribuna giunge perfino a dichiarare non essere affatto vero che gli italiani siano divisi iti fascisti ed anti-fascisti e scrive : • Combattenti e mutilati, non sarà mai detto abbastanza, non sono e non possono eespre contro il fascismo. Sono contro l'impuro fascismo oltranzista, e il direttorio del partito e il Governo hanno torto, torto marcio, di solidarizzare con esso Uno al punto da romperla con le Associazioni dei reduci che costituivano la loro più grande forza morale ». "Il combattentismo ò superato...,, Il Popolo rileva stasera una frase contenuta in un articolo di Arnaldo Mussolini (« Il combattentismo è superato »). Il giornale popolare osserva che, viceversa, il fascismo ha detto e sta facendo di tutto e sta montando la più clamorosa speculazione : « Fino a ieri, cioè al ? novembre 1924, l'or gano supremo della gerarchla fascista non vantava forse di aver inquadrato in prima linea il maggior numero dei combattenti nei confronti di qualsiasi altro partito, e non sAlrcacrniedcdpnemn contesi dall'c-n A che prò, ss non per continuare |U " » ~w m-"'"<* tn»u.lu. >-..^ «. - «vr 1 vembve. in tutta Italia, si è compiuta In j va .-incorri li- 6tatis»iche denunciate Via •< concernenti il numero dei comiserini all'Associazione nazionale? a specula- cìoc [mento piti saliente dò la qua!; zl , coni!ste* nella '.. rc.-a frate dei duce al Ki-, jjaest-t, vi porlo l'Italia di Vincr o yen* to? ». Ora. dùnque, qiirsui [tal V'enoio va superata - come dator Arnaldo >:n qo<*s«a e atroce di molte altre- di nrCom bai di Vittorio die» Il corninenrcnia non meno d trastulla il fa-. Qui ci tratta di non rivol:-ilare i. riti, altro che di superarli!». 4 no¬ li Popolo ricorda quindi che il caccia a i coniha.tenti dn parte doi/fo^lati. I ne in tale misura l'offensiva poteva moni-] . di preordinato: , l0 amc..ilran0 \ d-ctimenti dele A.-.- .dazioni r,t,, rcrtuCj ,.,u,-t-,,. [è d'<-hiar«ziom- d.-.,.< on vi0;a e rii pcvzo <ì: San Seba-I 6tiano, le dimissioni di quest'ultimo e l'espul5JPJie fJcl primo dal fascismo. Vi sono vittime, forili e ovunque aggrossionl, lazi-i. offese e r,i cospetto del Milite Ignoto l'invettiva eomm. Arnaldo Mussolini («L'assalto al- le Loggia massoniche è stato impolitico »), II Ponilo osserva che è eccessivamente ingeneroso chiamare impolitico quello che va contro il Codice nenale : . Da qualche tempo in Italia, potremmo di- re da due anni, si compiono assalti e d mo- strazioni che concernono luoghi, e istituti |mollo t'iversi dalle loggie massoniche. Inten-ldiamo parlare dei Circoli cattolici, delle isti- 'tuzioni religiose, dell'assassinio di sacerdoti. di bandi di parroci, di sacri egli siregi a la effigie di santi e al pontéfice, di offese in oa- so di manifeòtazioni puramente religiose, per1 i qua!: falli le collezioni (\6\VOssrevatore nomano e quelle ilei bol'ettin1 delle varie .-1*0- cesi d'Italia contengono una documentazio- ne sufficientemente convincente ». ì La requisitoria dcll'orsano liberale di destra Un esame della situazione generale compie nel suo editoriale il Giornale d'Italia. L'organo liberale scrive: « La giornata del 4 novembre con le 6ue brutte ripercussioni, segna un punto olire il quale le illusioni sulla capac.tà de] fasci- sino a legalizzarsi non possono reggere. Li .-lai*» f I e. i ' tir v-.ili-i Viro Ah tt te A rs— i ^.i-il _-i rr ■ n>im ri\. Idata del 4 novembre chiuse, psicologicamente ancne prima che politicamente, il periodo critico iniziatesi apparentemente il giorno 11 giugno, ancorché fosse preparato e presentito attraverso tinta una serie di fatti ed errori precedenti. In qucsio periodo quella grande maggioranza degli italiani che aveva dato al fascismo e all'on. Mussolini, nel novembre 'i3, la fiducia o la benevola attesa, o almeno la tregua in buona fede, ha dovuto, attraversare un travaglio drammatico, lì non saremmo sinceri negando di esserci In principio augurato che. se non il fascismo, almeno il Governo e il suo capo uscissero vittoriosi dal duro esame a cui quegli avvenimenti li sottoponevano, e ciò perchè avvamo sperato che la crisi del '22 dovesse segnare la fine della grave scossa de! dopo guerra e trovare il suo graduale assestamento nella leale collaborazione di quelle forze legalitarie, che volentieri avevano lascialo, o fiduciosamente desiderato, che l'esperimento si compisse. Ma altrettanto e più insinceri saremmo se non riconoscessimo che questi ultimi Cinque mesi hanno dato un colpo grave ad ogni nostra suprstlte illusione. Anzi ci hanno obbligato a rivedere ad una luce assai meno favorevole molti episodi e punti oscuri del passato ». II giornale liberale osserva quindi che il Governo fascista, non avendo creduto di mettersi in disparte dopo il delitto Matteotti, per lasciare che l'opinione pubblica e la giustizia facessero luce completa sulle responsabilità criminale e politica dell'accaduto, si trovò di fronte ad un rafforzamento delle opposizioni, alla potente reazione psicologica e morale delle forzo che nel Parlamento e nel paese costituivano la sua base; e rilevato che in questa formidabile pressione dell'opinione pubblica l'on. Mussolini non fece altra concessione che il rimpasto del Ministero, l'organo liberale afferma che l'on. Mussolini e il partito hanno dato prova d'incapacità nel valutare il fenomeno spirituale della collettività altrimenti che dal punto di vista della suscettibilità del partito e nell'espressione della solidarietà fra le vario forine di responsabilità. E continua il giornale : « Da Assisi. Livorno e Fiume ai fatti di Roma, contro le onposizioni, contro i liberali, contro i combattenti, contro i mutilati, per finire nei vergognosi epsedi del 4 novembre e con rinquaiiAcabi]3 campagna provocata contro i Delcroix. i Viola e Ponzio; dal decreto sulla stampa al discorso di Monte Amiata; dalle dichiarazioni anii-costituzionali alla <■■ Costituzionale » di Milano, alle più recenti battute polemiche contro gli es-flancheggiatori posposti nella valutazione morale ai comunisti c-d ai massimalisti; dalia minaccia della seconda ondata all'attacco a coloro che avevano dovuto richiamare l'attenzióne del Governo su alcune spiacevoli ma istruttive verità; da tutte insomma l'opera e gli atteggiamenti politici dell'on. Mussolini, del direttorio fascista, dei ras di prima e seconda grandezza, e bene Inteso dagli errori, dalle contraddizioni, dalla duplicità della politica interna del Governo gli italiani hanno douito con amarezza capire e registrare e giudicare, giorno per giórno, progressivamente, che Governo e fascismo nulla avevano capito della nuova situazione, nulla sen- o all'unissono con l'anima generosa e pure aggia del paese: e in ogni ca60 nula e per ulla erano e sono capaci di fare fronte alla enesia di un nucleo di. iniransigentr osti- ati nella negazione della realtà nuova j ella lotta con lutti i mezzi, dai p.u woe.itl i più subdoli, contro uomini ea.0,r.ffa,l„7;?a; i p>u oni colpevoli d1 esigere dall on. Mussolini mutamenio dm(.rizzo, Q«™» »• «VornaL concliuje. ■ ^«.^n, ] ^ ~^°a ^ ^ o vencl0; e così l'Italia non più illusa e o;0 anelante vi ri'orno della g.ustiz.a e deia pace, si domanda ormai se e lino a quano dovrà durare il suo travaglio ». 11 deputato popolai e ori Marconcini pub lica stasera un articolo iti cui, dopo aver ilevato i singoli aspetti dola Politica fa. cista, dclìnisce il regime, attuale un doicevismo autentico Lo scrittore trova, peò che c'è questa differenza in peggio nel ascismo- ; hol'*cPvismo russo era l'abnerrante " 11 noisce>iainu a-eoìuta maggioranza dei cittadini. La, il opolo boltcevizzava por acquistare la libero, qui un'oligarchia bolscevizza por sopprimere- la libertà di un popolo. La pretesa ri; vòinzioiic- fascista non ha concluso nulla di positivo; ha croato il ca^s in ciò che vi era, ma Clio non funziona più Alla vita rieli-i nostra costituzione democratica o pnrlamen- are si >• posto un fermo, ma non si 0 dato l popolo it.iliano un organamento politico nuovo e diverso. Accade- copi, con enorme ajurdilù din il conflitto suscitato dal fascitrio nella nostra patrio si svo'ge tra questi .'ne poli: una maggiorar za Che, anelante al ripristino della tranquillità e di una serenità comparse, invoca il rispetto della legge, cne non •-• stata abolita o che dunque esiste anor.-.; ed una minoranza che. esacerbando pazzescamente il crollo dèlia nostra nnnà morale, nega, nei fatti, i! ritorno a quesio rispetto e chiama con delittuosa'ironia pedngoalii, predicatori noiosi, quelli che chiederlo là non equivoca restaurazione della noi matita c-ostitiiziòrifile e li accusa in faTnetico farisaico di desiderare il ritorno alle follia f.'A nolscevie-he di ]0T-?0. 11 popolo i.-iliann. maestro*di equilibrio e di buon -"n so, non sa cne farsi del br.'scev'smo fasr'eta. Uomo ha già fatto giustizia del bolscevismo comunista, prinia elio sorgessero i tardavi eroi portatori di verghe e di scure. Esso re¬ ^^^^^^Te teJMroo jije pMtiche^kje Minm^ che. ^^^;:?rr^,° to'^nf^rprè ^o^c.,i,^ eri fcutlvo asservito ad una fa- un potere zione ». Le amm'ss'ont di un giornale filo-la cista T.a situazione dr.'1 fascismo è poi esaminata dal filo fascista yvovo Paese nel suo ■ per uno spirabile ma pernicio-o errore di prospettiva s'or'cà, equipa» rata dai funesti ad una conquista rivoluzionaria dello Mato». Il giornale osserva quindi che da questo errore il nuovo governo, che al suo inizio aveva dichiarato di non voler stravincere, dedusse una politica intransigente, sempre più esclusivista nelle sue oscillazioni, fino a giungere all'esaltazione dell'isolamento, n giornale dopo aver rilevato che l'on. Mussolini apparve agli italiani come un „„_,„ „■ ,i;„„_„„ i„i _„„4;«. "omo nl rlls0P''a del partito, continua: «Disgraziatamente 1 on. Mussolini doveva deludere completamente queste sppranze e mieste aspettative. Invece di liberarsi .«tradualmente dalle maglie del parlilo che ha cremo e che un tempo dichiarava d: aver di. ritto di castigare, egli si.è ridotto, dopo due anni di governo, ad essere l'esponente puro e semplice di que) partito, a subirne la legge di sviluppo e il -processo degenerativo. Man mano che il partito andava segregandosi da tutto il resto del paese, respingendo e condannando popolar:, liherali e combattenti, ''on. Mussolini e il governo seguivano passo passo la stessa via. Il duce riimnziava di indurre seguendo; sicché doveva giungere presto il giorno in cui Farinacci poteva gii»- stamente esclamare: «avevo ragione lo!.. Si . . ° . . ^* Farinacci ha ragione, ma ha ragione unicamente perche a Mussolini è mancata una visione più alta e una consapevolezza politica e storica che domani egli deplorerà di non aver avuto, tinto preso come è nella pratica empirica del giorno per giorno».