Il processo contro l'ex-tenente degli arditi Mariotti e l'organizzatore sindacale Staffa

Il processo contro l'ex-tenente degli arditi Mariotti e l'organizzatore sindacale Staffa Il processo contro l'ex-tenente degli arditi Mariotti e l'organizzatore sindacale Staffa naeenaen La violenza consumata la 6era del 27 febbraio ecorso da un gruppo di fascisti, tra cuvennero identificati soltanto l'ex-tenente deglarditi. Dante Mariotti e l'organizzatore sindacale Giuseppe Staffa, torna ad essere ogKetto di discussione per la seconda volta davanti al giudici del Tribunale Penale, dove gli imputati sono 6tati rinviati dalla Sezione di Accusa. Imputali sono Dante Mariotti, da Slena, di 32 anni, detenuto e Giuseppe Staffa, libero, di 38 anni da Sarzana. Assiste poco pubblico perchè tenuto lontano da severissime misure dordine pubblico. LMutorità politica questa volta non si è lasciala cogliere alla sprovvista e quindi l'ordine non è stato minimamente turbato, il elio certamente non si verificò l'estate 6corsa, aliando si svolse il primo processo. Il Palazzo di Giustizia, oltre che da fòrze imponenti di carabinieri e di agenti, al comando di alcuni ufficiali e di parecchi commissari di P. S., ora presidiato da due Compagnie di truppa. Tutti gli ingressi sono sborrati e gli atri e l'aula sorvegliatissimi. Mariotti e Staffa devono rispondere oggi di avere usato violenza ail'on. Bruno Buozzi, ad Amedeo Francesco, a Scaravelli Secondo, a Grandino Giovanni, a Vaccarini Carlo e ad altri, por impedire una loro adunanza nei locali della Federazione, in via Boterò, adunanza per traltaxe di affari sindacali. Esaurito il presento processo, seguirà domani l'altro, in cui pure è imputato il Manotti coti parecchi compagni, per le note violenze consumate alla Barriera di Milano, la sr :i del se giugno ecorso. Oggi alla Difesa di Mariotti sledono gli avvocati Quaglia e pavnsio; di Staffa, l'aw. coirmi. ('.. Barberis e l'aw Vlancini. Mariotti, clic nell'aula è sorvegliato da una fila ili carabinieri, si presenta con aspetto tranquillo e sorridente. Ha la camicia nera e sul petto parecchie decorazioni, tra cui una mpiiaglia di argento e una di bronzo al vulor militare. Come è noto, il Mariotti non sarebbe più ora in accorilo coi maggiori esponenti del fascio e della milizia. Il Mariotti ch'ò un giovinetto bruno, piuttosto basso e di complessione robusta, 6i esprime con un leggero difetto di pronuncia: E narra: — F.ro al Bar del Fascio. Vennero due fascisti a dirmi che bisognava nudare in via Boterò. Obbieltai: «C'è ordine?», E, gli altri risposero: « Sicuro ». infatti poco dopo arrivò un dirigente il quale mi avverti che la riunione era presieduta da Buozzi e che avrebbe discusso delle elezioni poliiiche. In apparenza però la riunione avrebbe dovuto discutere di argomenti sindacali. Assicurato che c'erano ordini superiori, m'avviai con Staffa e con un terzo individuo in via Boterò. Abbasso trovai un gruppo di individui che 6Ì colluttavano. Io oro stato evidentemente preceduto da compagni, i quali avevano già sequestrato un pacco di giornali comunisti e un ritrailo di.Lenin. Salii al piano superiore e trovai l'on. Buozzi che stava discuendo con due fascisti i quali se la svignarono e mi lasciarono solo in mezzo a una sessantina di individui. Ero inerme e questi 'ndividili facevano ressa verso di me. Per liberarmene cominciai a gridare « vial vial » e non nego di avere dato qualche spinta. Quando gli altri furono 'usciti avendo trattenuto l Buozzi desiderando avere spiegazioni sul'adunanza ebbi naturalmente una discussione con questi. Già prima al mio ingresso mi aveva dato del » vigliacco » e ciò mi bruciava perchè non sono sialo mai tale, uè in guerra, nè in pace. Io ebbi un graffio e risposi con uno schiaffo. Poi vennero 1 carabinieri. 0 e i compagni andammo al Fascio con quanto avevamo sequestrato, e cioè un pacco di giornali comunisti e delle marchette di Ottoscrizìone. Trovammo al Fascio Narbona 1 quale ci domandò subito: — Avete fatto? Raccontammo l'avvenuto e Bagnasco mi diede la mano e mi disse: — Bravo, avete fatto bene. Presidente:' — Perchè entrando nella sala della riunione volevate che Buozzi si togliese il paletot? — Per rispondere. — Ai pugni ?11 TI Presidente a questo punto muove all'Imputato molle confeslazioni e vorrebbe sapere da chi fu incaricalo di quella spedizione. L'imputato però non risponde. Il Presidente chiede all'imputato:' — Quelli che voi facevate uscire dalla sala, non venivano poi bastonati lungo le scale? — Sarà, ma da me no. Mariotti insiste ne! dire che quella sera nela sala era solo e quindi l'on. Buozzi sarebbe tato malmenato soltanto da lui. Gli ordini elei Direttorio Nazionale Giuseppe Staffa inizia il suo interrogatorio on una dichiarazione. Dice che ora porta afetto al Mariotti più di quanto gite ne portase cinque minuti fa. E aggiunge che quella era si limitò ad accompagnare Mariotti 6ino n Piazza Castello. In quel giorno era stato hiamato nella sede della Federazione e gli ra stalo comunicato un ordine emanato dal Direttorio Nazionale fascista, ordine — aggiunge Staffa — che aveva avuto il visto da S. E' il Presidente on. Mussolini. L'ordine uddetto diceva: ° La campagna elettorale dovrà essere condotta colla massima severità ia contro il partito comunista che contro il partito unitario ». E l'imputato prosegue tra la più viva atenzione: — Ora ci sono nel partito dei profittatori lei fascismo e degli adepti sinceri. Io spero che l'on. Bagnasco farà il nome di quel segretario del fascio che diede gli ordini, nome che io non mi sento di fare. — Chi è? — Uno di quelli che lanciano il sasso.,. Non tìlrò il nome. L'imputato prosegue: — Venne dunque queste individuo ad avvertirci della riunione di Via Boterò. Ci si disse che si sarebbe trattato del finanziamento della prossima lotta elettorale comunista. Io risposi: — Vogliamo ordini, perchè siamo troppo abituati alle vostre sconfessioni. Alle 18,30 venne infatti l'ordine. Di fronte a quest'ori lino esplicito e alla necessita di vedere chiaro In quella riunione, ci avviammo verso la sede della Fiom. Eravamo in tre, io, Mariotti e un terzo individuo. o però dovetti fermarmi in piazza Castello, mentre gli altri due proseguirono. Poco dopo n piazza incontrai il Grondini, mio compagno alla Fiat, il quale m'informò di quanto avveniva in via Boterò. Telefonai subito da un cafiò ail'on. Bagnasco, avvertendolo che potevano succedere dei guai e m'avviai anch'io sul posto. Arrivando tutto era finito e stava uscendo por ultimo l'on. Buozzi. Presidente: — Le vostre odierne dichiarazioni sono disformi dallo precedenti. — Sono intervenuti fatti nuovi. ' <— E quando vi recaste al Fascio? — Mi recai nella sera stessa e trovai Mariotti eh»' riferiva a Narbona e ail'on. Bagnasco l'esito del sopraluogo. -— Mariotti in istruttoria vi accusò. — Fu una ritorsione ritenendo che io alla mia volta l'avessi accusato davanti al giudice. — Ma avete cambiato parecchie volte versione. Qual'è la verità? C'eravate o no? — Materialmente non c'ero. Spiritualmente assumo la responsabilità dell'episodio,.. — I giudici non assolvono o condannalo in... ispirito [Ilarità). Pubblico Ministero: — C'è stato un segretario che ha dato un ordine. Staffa non vuole fare il nome. E Mariotti cosa dice? Mariotti tace. , _. _ L'udienza è rinviata al pomeriggio, alleSolito sfoggio di forza pubblica. Fuori. In via corte d'Appello, sosta un gruppo dt amlci del Mariotti, alcuni del quali in camicia nera, ma in attitudine tranquilla. U Presidente, riprendendo l'udienza, muove subito una domanda al Mariotti: — Se c'è una riunione privata, supponiamo una riunione di fascisti, credete che tuttabbiano diritto di intervenire? E voi perchè vi 6.enti6te quella sera autorizzato a intervenire ? Un Incarico del generale Zamboni?— Autorizzazioni e incarichi di fiducia ne ho avuti parecchi. Lo sìrsso ex-questore, generali; Zamboni, una volta m'incaricò iluna missione a mano armata. Mi incoraggiò ad andare dicendomi: « Lei vada. Hlo epalle al muro ». Queste parole recano nell'uditorio impresione. L'imputato, tra la più viva attenzine, continua: — Un giorno mi mandò a chiamare peincaricarmi di diffidare il tipografo del Grdo del Popolo, che aveva lo stabilimento ivia Montobello, a stampare detto giornalMi spiegò che non poteva incaricare di uncosa slmile le guardie, nè era opportuno chla diffida partisse dal Fa6do. E mi dissea Vuole andare lei? ». io andai e feci l'ammonimento al tipografo. Siccome questi mespose proteste e meraviglie, senz'altro gdissi: « Telefoni pure al Questore e gli dicche sono venuto armato a diffidarla ». Staffa acconsente ed esclama: — Bisognpure assumere le proprie responsabilità. Pubblico Ministero: — Il cancelliere naturalmente scriverà a verbale... Staffa: — Ma questi incarichi erano uncosa normale, disgraziatamente normale. Pubblico Ministero: — Ma per noi anormale. L'interrogatorio del due imputati è cosesaurito e s'iniziano le deposizioni testimoniali. Antonio GrOndlnl era uno del partecipanti alla riunione della Fiom. Dice chsi stava discutendo in merito all'orario dela Fiat, quando arrivò un individuo, chnon era il Mariotti, armato d'un pezzo dlegno. Costui investi gli intervenuti gridando: «Siete comunisti I ». Il teste fuggì non può ricordare nulla. Sa soltanto chfuggendo a precipizio si buscò una seggioata anonima. Alle insistenze del Presidente perchè precisi, il teste sogj' ™nge che colivelocità con cui scappò proprio i m sa precisare nulla. Dice che non vide Staffa in viBoterò, ma in piazza Castello, dove gli espose l'accaduto. Amodeo Francesco fa lo stesso raccontdell'irruzione fascista. Il Presidente glchiede: — Erano armati con dei pezzi dsedia? — Irf isedie si sono rotte dopo (Ilarità). A domanda, il teste dichiara che trovStaffa sempre sereno e imparziale. Anche il segretario locale dalla FiomScaravelli Secondo, racconta l'episodio. A domanda, risponde ©he ricevette solo dubasto-nate, e ignora ohe fru 1 tre ci fosse 1Mariotti. leardi Giulio premette die è d'idee sociaiste, ma non iscritto a nessun partito perchè odia la politica. Non dice nulla di nuovo e ripete le sue dichiarazioni di neutraismo. Vaccorino Carlo fu presento quella 6erama ricorda poco e narra meno. Santiano Candido, altro degli espulsi dalla riunione della Fiom narra che scappò senzfarselo ripetere, per misura di prudenza. Nefuggire giù dalla scala ricevette qualche bastonata di commiato. E' la volta dell'on. Bagnasco. Dovrebbe dirse ci fu effettivamente un ordine per l'irruzione alla Fiom. Ma il teste afferma che non cfu un ordine speciale, ma ordini generici peseguire da vicino e controllare la campagna elettorale dei sovversivi, sapeva quella soia della riunione della Fiom con Buozzi. ma era pure a cognizione del Fascio che nello stesso caseggiato doveva avere luogo una riunione politica. Presidente: — Ma i fascisti dovevano andare alla riunione della Fiom? — no. Difesa: — Hanno sbagliato uscio. Presidente: — E chi diede l'ordine? — Ignoro chi l'ha dato e 6e è stato dato. L'imputato Staffa vuole però far ricordareal teste questa circostanza tenendo nello stesso tempo segreto il nome e dice rivolto ai'on. Bagnasco: — Non ti ricordi quella sera di quel segretario provinciale ?... L'on. Bagnasco allarga le braccia come pefar capire che ricorda ed esclama: — Madesso non c'è più. Presidente: — E' vero di quest'ordine? — Potrebbe averlo dato. A me non consta però. — Era di competenza di quel segretario ddare un simile ordine? — No. Un difensore: — Che opinione ha di Maiotti ? — Ha fatto sempre molto pel partito e a diversità di molti nessun vantaggio ha mai avuto dal Fascismo. E' uno dei pochissimi... Afri testi depongono in sao favore. Risulerebbe da tali deposizioni che in guerra fu olpito alla testa da un proiettile e che la teribile ferita lo lasciò alquanto balbuziente e ompletamente cambiato di carattere. Anche icav. Monferrato, che fu uno dei primi membri del Direttorio, depone molto favorevolmene pel Mariotti affermando che mal ebbe a partecipare a spedizioni di sua Iniziativa. Alre deposizioni testimoniali riguardano Staffa he viene dipinto come organizzatore di caattere mite, imparziale e nemico della vioenza. Che cosa è Giustizia Il Pubblico Ministero avv. DI Majo ha pronunciato quindi la sua requisitoria. Egli ha atto una elaborata disamina d.l che cosa è Giustizia e di che cosa è Diritto del cittadinoLa Giustizia è applicazione chiara, precisanesorabile, senza indussi o pressioni della Legge. Si possono avere simpatie o antipatie politiche, ma tutte devono tacere quando stratta di Interpretare e di applicare le leggdello Stato. Il magistrato deve semplicemente vedere 6e si riscontrano gli estremi d'un reato contemplato dal Codice Penale ; e questo reato trova contemplato dall'art 154 del Codice Penalo, articolo che riguarda la violenza privata con conseguito intento. Vagliate le circostanze del fatto, secondo le risultanze d'istruttoria e del processo, se sulla colpevoezza dell'imputato Staffa 6ente un dubbiosu quella del Mariotti ha la certezza. Egli sproponeva, comandato o consigliato o comunque di 6ua iniziativa un fine che fu conseguito, epperciò ha chiesto la 6ua condanna a anni e 6 mesi di reclusione. Per Staffa ha chiesto l'assoluzione per non provata reità. A questo punto l'udienza è stata rinviata stamane. Nei pressi del Tribunale nessun incidente.

Luoghi citati: Bar Del Fascio, Milano, Monferrato, Narbona, Sarzana