"Per la difesa dai principi immortali di libertà e di amore banditi dalle rive del Piave,,

"Per la difesa dai principi immortali di libertà e di amore banditi dalle rive del Piave,, "Per la difesa dai principi immortali di libertà e di amore banditi dalle rive del Piave,, L'on. Ponzio padrino di Garibaldi - Vibrato note dell'organo liberale di destra Roma, 6, notte. Le discussioni nella giornata sono ancora interamente imperniate sai fatti del 4 Novembre. . Caduta meschinamente ogni manovra per fare ricadere sugli innocenti la responsabilità dell'accaduto, la cronaca dolorosa della giornata — che avrebbe dovuto vedere l'unione spirituale di tutta Italia — passa ormai in secondo piano, cèdendo il passo alle^sue conseguenze e ai suoi riflessi politici. Se le violenze fasciste avvenute nel giorno della celebrazione della Vittoria hanno offeso tutti gli italiani,, i più duramente colpiti sono tuttavia i combattenti ed è su di essi che converge, in particolare modo l'attenzione dell'opinione pubblica e degli ambienti politici romani. Si può oggi affermare che il combattentismo si trova come avversario del fascismo, la cui forza morale era sinorà costituita in grande parte dall'adesione dei mutilati e combattenti. La convocazione d'urgenza Si verrà ad'una rottura completa? Nulla si può ancora dire di positivo, ma è certe che negli ambienti dei mutilati e dei combattenW l'indignazione ed il risentimento sono vivissimi. L'Associazione nazionale dei combattenti dirama stasera il seguente comunicato : « La presidenza dell'Associazione naziptniàln dei Combattenti, esaminali i rapii porli pervenuti dalle Provincie, al'dolore « già manifestato ed alla protesta già fatti ta, unisce la deplorazione vivissima per u gli atti di violenza subiti dai combattenti a in molte provincie nel giorno sacrai alti l'Italia, e delibera di convocare d'urgenti za il Comitato nazionale dell'Associazioti ne per l'esame della situazione e per la ti difesa dei principi immortali di civiltà e ti di amore banditi dalle rive del Piave ». Dal canta suo l'Associazione nazionale Mutilati ed Invalidi di guerra comunica: « L'Associazione nazionale Mutilali ed ti Invalidi di guerra, riaffermando la proti pria vivissima prolesta per le violenze « subite nella capitale ed in molte altre a città d'Italia nel giorno sacro alla vittoti ria, ha convocato d'urijenza la' Commisti sione direttiva per esaminare tutti gli ti elementi raccolti! ed assicura sin da ora » le Sezioni dipendenti che essa saprà vati lidamenlc tutelare la dignità del sodati tizio ed il patrimonio morale degli uomitt ni della guerra ». La convocazione del Comitato centrale dell'Associazione nazionale Combattenti resta definitivamente fissata per domani venerdì; nello stesso giorno assai proba-' bilmente si riunirà la Commissione direttiva dell'Associazione Mutilati di guerra con l'intervento di Carlo Delcroix. Le dimissioni di Ponzio con lettera a Mussolini Intanto, stamane, come già avevamo annunziato, l'on. Ponzio di San Sebastiano ha inviato ail'on. Mussolini una lettera nella quale, in tono fermo e risoluto, dichiara di uscire dal partito fascista in seguito ai fatti di martedì scorso. Benché il testo della lettera dell'on. Ponzio di San Sebastiano non sia noto, il gesto del deputato fascista del Lazio ha avuto visibilissime ripercussioni tra i combattenti ed è stata vivacemente commentato. Si diceva che analogo gesto sarebbe avvenuto da parte dell'on. Viola, ina non ci consta che il deputato toscano abbia 'preso lino a questa sera una decisione simile. Certo ò che tra le due organizzazioni si è svolto uno scambio di idee. Giù iersera, in una riunione che si è protratta fino alle prime ore della notte, la situazione è stata lungamente esaminata e tutti si sono trovati d'accordo che i combattenti non possono rimanere silenziosi davanti all'oltraggio subito. Vi fu chi propose il dislacco netto dei combattenti dal partito fascista. Qualche deputato mostrò la sua volontà di restituire immediatamente la tessera del partito, e tutti si trovarono concordi nel riconoscere la necessità che le due Associazioni combattenti e Mutilati, stabilissero una" intesa per una comune linea d'aziono. L'on. Ponzio ha avuto stamane un colloquio col comm. Baccarini segretario generale dell'Associazione mutilati. Sono attesi a Roma — oltre Delcroix — gli on. Rossini o Savelli. Garibaldi sfidato da un "generale,, fascista Si apprende intanto che, in seguilo all'appello agli italiani del generale Peppino Garibaldi, appello di cui il Governo fascista ha impedito la pubblicazione nei giornali, il vincitore del Col di Lana e delle Argonne ha ricevuto un cartello di sfida dal comandante della lO.a Legione della Milizia, gen. Venino. Il generale Garibaldi ha nominato a suoi padrini il generale Bencivenga e l'on. Ponzio di San Sebastiano. Padrin' del gen. Venino sono il gen. Guglielmotti ed il gen. Pizzari. La' prima riunione dei padrini, che doveva avere luogo alle ore 17 non ha potuto tenersi, perchè l'on. Ponzio di San Sebastiano era stato chiamato di urgenza al Cornando della Milizia. A questo proposito, l'Ufficio stampa dell'i Italia Ciberà» comunica: « Il Comitato ordinatore centrale dell'» Italia Libera » è venuto a conoscenza' di una vertenza cavalleresca tra il generale Giuseppe Garibaldi a il generale Marini, della Milizia nazionale. Il Comitato, pur dichiarando di non entrare in merito alla vertenza stessa per ciò che riguarda i suoi termini cavai-' lereschi, proclama il. suo fermo proposito di non tollerare che venga diminuito in un episodio cavalleresco l'alto significato ideale del contrasto tra « Italia Libera » e fascismo, che si è manifestato drammaticamente cosi nei fatti di Róma coinè df molte altre città italiane il giorno della Vittoria. Questo è il significato che lo stesso generale Garibaldi ha espresso con fierezza e nobiltà, degne della tradizione eroica che egli rappresenta, nel messaggio di protesta rivolto agli Italiani. Il Comitato ordinatore dell'i Italia Libera », frattanto, giudica che la vertenza cavalleresca provocata dal rappresentante della Milizia non abbia legittimo titolo di fron" te ad un fatto di natura squisitamente politico e così vasta portata morale da rappre. .sentore .addirittura- un conflitto storico di dottrina e di spirito e che investe tutto un indirizzo di Governo e responsabilità indeclinabili, chiaramente denunciate nel messaggio indirizzato agli Italiani ». Sdegnose risposte Com'è noto, alcuni giornali di Roma e di provincia hanno vivamente attaccato il generale Garibaldi e Gigmo Battisti, in occasione della loro partecipazione al corteo del 4 novembre. Alcuni giornalisti si sono recati stamane dal generale Garibaldi che era con suo fratello Ezio. Egli ha detto : € Il Popolo d'Italia, Cremona Nuova ed altri organi minori dell'attuale regime, si divertono naturalmente in questi giorni per nascondere tutta l'amarezza del loro insuccesso. Le parole poco importano ed io dò ad esse tutta l'importanza che loro deriva dalla fonte. Gli organi.fascisti possono usare ogni l'onte e discendere nella trivialità e più dimostrano quello che effettivamente sono. Sarebbe però assai diveltante sapere quale sarebbe stata nei miei riguardi la loro opinione se, invece di trovarmi nel giorno anniversario della Vittoria tra le schiere dell'« Italia Libera » mi fossi trovato, come sarebbe 6tato loro ardente desiderio, dalla loro parte e con quelle squadre che aggredirono i combattenti nel giorno sacro della Patria. Non raccoglierò quindi le loro provocazióni. Per quanto riguarda i portoni, essi sono rifugi naturali (lo dica l'on. Mussolini, in via Dante, il lo maggio) contro l'imperversare e contro le forme di qualsiasi bolscevismo, sia esso comunista o -squadrista. Credono che io abbia paura? Lo ritengano pure. I miei compagni d'armi, quelli che combatterono nelle Argonne, al Col di Lana, a Bligny, sanno benissimo che non li ho mai abbandonati sotto il fuoco, quando si trattava della difesa della patria e di alti principii. Ai signori Orano, Farinacci e-simili rispondo con il mio stato di servizio e la motivazione delle tre'promozioni per merito di guerra, avuta sul campo di battaglia. A loro non sarà difficile prenderne visione al Ministero della Gue.rra. Io mi scuso pertanto presso il grande pubblico italiano se non rispondo ai tanti altacèhi che naturalmente verranno contro di me pubblicati dalla stampa asservita al partilo fascista. Io non ritengo per me dignitoso scendere a polemizzare con 6imili avversari politicL Tengo però a dichiarare che noi Garibaldi abbiamo partecipato alla manifestazione della celebrazione della Vittoria come combattenti italiani e soltanto in queste qualità e per nessun altro scopo. ■Sono felice pertanto di vedermi accomunato ed inquadrato nel diploma di paura a quanto vi è di più luminoso nelle Associazioni dei mutilati e dei combattenti, orgogliosa falange dell'esercito italiano ». Gigino Battisti a sua volta ha detto: •.« Conosco beiie certi signori e non reputo opportuno scendere a polemizzare con loro. Così mi sono anche regolato in altre occasioni. Ricordo soltanto che, quando alcuni di costoro ostentavano le loro teorie anarcoidi e comuniste, io, pur essendo ancor adolescente, erg per la libertà contro i bolscevizzanti, co-*j me oggi lo sono contro ì fascisti. Ho l'orgoglio di affermare, che, in piazza del Popolo, nel giorno sacro della celebrazione della vittoria, noi abbiamo agito da veri italiani ». "Dnsolco che può diventare un abisso,, Il Nuovo Paese ha intervistato l'onorevole Viola, il quale ha detto : « L'Associazione dei combattenti doveva pensare che ovunque fossero dei reduci," ivi fosse spiritualmente anche lei. Invece, per la incomprensione di alcuni, si va scavando un solco divisorio fra fascismo e combattenti, fra Marcia di Roma e 4 Novembre. Noi non abbiamo alcuna responsabilità in questo, pure avendo la sensazione che il solco -divisorio può diventare anche un abisso, ove precipiteranno molte delle nostre illusioni, ma neppure un lembo della nostra coscienza ». Circa l'« Italia Libera » e la sua presenza alla manifestazione, il capo dei Combattenti ha dc'lo: « Non è qui certo il luogo di giudicare l'i Italia libera », tanto più che da parte mia tale giudizio non potrebbe essere che severo. L'Associazione nazionale combattenti non può desiderare un'Associazione dissidente, tanto più che in seno alla grande famiglia C'è la tutela naturale di quei postulati che l'i Italia Libera» dice di perseguire, mentre vi è giustamente la negazione rielle pregiudiziali e dei settarismi della politica. Ma pure nella giornata sacra alla concordia nazionale! i commilitoni dell'i: Italia libera » non sarebbero stati compagni indesiderabili, anzi" il nostro spettacolo di tolleranza e di cameratismo avrebbe tratto ognuno verso forme più cortesi e più umane di' competizioni. La intolleranza di alcuni fascisti, invoce, ha prodotto una gratuita ed efficace « reclame » di combatleni: dell'» Italia libera ». Circa la ^probabile incompatibilità fra Associazione, dei Combattenti, e il fascismo, l'onorevole Viola ha detto : « Credo, lo dico francamente, che ciò avverrà veramente se non si infreneranno gli Inutili e stolti eccessi. Nessuno-di noi intende essere alla mercè di giovanetti impreparati, inconsapevoli e forse irresponsabili. Nè è concepibile che un deputato debba partecipare ai cortei più significativi delle nostre cerimonie sotto la protezione degh agenti di polizia verso quei fascisti con i quali io almeno pensavo di marciare insieme. 10 tengo fede al programma fli Assisi; mi auguro che i diritti ed i doveri della mia coscienza non si trovino in contrasto con la disciplina. Ma se mai è questa che sarà sacrificata. Non vi nascondo che il perdurare dello stato anormale e lo spirito fazioso che-jion ai decide ad andarsene, demoralizzano alquanto i nostri soci, nia solo nel senso che fa loro perdere la speranza di restare solidali con le organizzazioni fasciste. I combattenti dell'Associazione Nazionale sono più che mai pronti a compiere qualunque sacrificio per conservare all'Italia lo spirito della vittoria. Se io ho detto che l'ulivo è senza legno è per proibire ai miei camerati l'uso della violenza inutile. Ma i combattenti formano vigili e forti corpi d'armate di assalto e sono decisi a tutto, ammesso per assurdo che l'Italia avesse bisogno di loro ». Circa la possibilità della formazione del Gruppo dei combattenti e dei mutilati, l'onorevole Viola ha poi detto: « E' inutile che vi dica le possibilità-o meno di decisioni che vanno prese collettivamente i? dopo esaminata la situazione soggetta a conlinue nuove influenze. Quello che posso dirvi è che i deputati combattenti non hanno mai affrontato il problema e quindi tutte le dicerie messe in circolazione non esprimono che il pensiero dei loro autori ». La verità e la speculazione Un comunicato Stefani asseriva ieri che « in tutta l'Italia è regnata la calma, salvo qualche raro episodio di conflitto a Roma »; e sapete come il Direttorio fascista, pure ieri, si spiegava attaccando violentemente l'« Italia Libera ». L'atteggiamento del Direttorio non solo incontra la generale incredulità, ma solleva generalo indignazione. Il Mondo scrive: • Alle offese atroci lanciate ieri dai fascisti contro i mutilati e combattenti si. aggiunge oggi quella del direttorio fascista. Gli incidenti di ieri hanno tolto una maschera, la più ipocrita eia meno adatta alla speculazione a cui ci siamo assuefatti attraverso due anni di dolorosa esperienza ai più balordi tentativi di speculazione. Ma quella oggi compiuta dal direttorio tutte le supera. Essa tende a sovvertire gli elementi della realtà, ormai consacrata e documentata nella relazione dei testimoni e nell'angoscioso grido di amarezza e di dolore che, interpreti di tutti i loro compagni di patimento e di gloria, hanno levato i dirigenti delle associazioni in cui si raccolgono con disciplina mirabilmente osservate, malgrado tutte le lusinghe e tutte le prepotenze del Governo, gli artefici della vittoria. Le cronache di Roma, Milano. Naipoli, Novara, Catania, Palermo, Trento, Parma, Rigano Calabria, Verona c di molte altre città schiacciano sotto il peso di una verità, che fa sangue, le partigiane falsificazioni del direttorio fascista ». Accennato alle ingiurie ed alle percosse cui furono fatti segno i fratelli Garibaldi ed i combattenti, il Mondo conclude: • Notiamo infine che, mentre si toglie ai combattenti, vittime delle violenze, il diritto di denunziare tali verità e di indicare i responsabili, 6i dà agli organi direttivi del fascismo il privilegio di diffondere versioni le quali, per U fatto stesso di paventare pregiudizialmente complotti e contrasti, si confessano innanzi alla pubblica opinione come strumenti di settarie menzogne. DI contro al vano, ma non perciò meno triste ed ignobile .tentativo di mistificazione compiuto dal direttorio fasciste, noi ripetiamo la nostra parola di fraterna e commossa solidarietà ai Combattenti d'Italia ed auspichiamo In loro nome il sollecito ritorno ad un regime di normalità e di civiltà che restituiscano atta nazione la sua pace e la sua civiltà nel senso austero e nello spirito educatore ed ammonitore della 6ua vittoria». Anche il Giornale d'Italia protesta contro la deformazione della verità e scrive: • A Roma dunque non ci sono stati che dei contusi e nella maggior parte fra le camice nere. Dunque le zuffe cittadine non dovrebbero essere biasimevoli, neppure se interrompono le manifestazioni ispirate al più puro amore di patria, che alcuni vogliono sul terreno alcuni morti. Intanto, che in piazza del Popolo echeggiarono dei colpi di rivoltella è ammesso anche dall'on. Farinacci, pur asserendo che uno almeno ci fu, pj^r incominciare. Infine come si conferma l'asserzione che 11 maggior numero di questi spetti ai fascisti? Intanto alcuni dei denunciati come tali, protestano vivamente dicendo: Non avevamo alcuna tessera. Comunque, esatta o no la cifra, le statistiche rimangono invece invariate per il concetto da cui partono. Che non ci siano stati morti, neanche in seguito alte rivoltellate, che i feriti siano pochi o molti ed appartengano a questa o a quella fazione, non significa nulla. Il grave, il condannabile, anzi il detestabile, è clie in quel giorno vi siano stati gli animi divisi, si siano esercitali gli impeti d'odio, si sia sparato, bastonato, ingiuriato. Donde uscivano le provocazioni? L'Agenzia Stcf-iìit. che non può essere sospettata di invenzioni maligne in argomento ha affermato: «Uscì dai fascisti, sbarrati in piazza del Popolo, per assalire, un nucleo...». Ma se la versione ufficiale non fosse vera sarebbe possibile smentire il fatto disgraziato che proprio in quell'ora, quando in ciascuno non doveva, essere presente che l'augusta immagine della Patria, vi siano stati provocatori e provocati? Gli anni scorsi, a cominciare dal 1020, non vi erano mai stati ». Il Giornale d'Italia, indugiando ancor sui fatti svoltisi il 4 novembre, dichiara che i combattenti e gli aderenti all'o Italia Libera» avevano pieno diritto di partecipare alla celebrazione della Vittoria. "La massima colpa ricade sul G-ovcrno e sul Partito,, I commenti più- salienti dei giornali convergono sulle responsabilità del Governo e del partito dominante per la situazione creatasi nel paese, della quale gli episodi di questi giorni hanno confermato la persistente gravità e vengono, appunto per questo, considerati con maggiore apprensione. Da questo nunto di vista gli organi dell'Opposizione e quelli che, pur non facendo parte dell'Opposizione conservano verso il fascismo ed il Governo un atteggiamento' di critica, sono sullo stosso piano. Questa, convergenza di organi di tendenza diversa è la nota caratteristica xlolle ripercussioni che le condizioni politiche del paese hanno nell'opinione pubblica. Anche stasera /.' Giornale d'Italia prospetta i pericoli della situazione a causa ti dell'ossessione aggressiva che domina il fascismo, della violenza faziosa e giacobina, addirittura cieca nel suo parossismo fanatico », che — dice il giornale —, ha sollevato' con le sue gesta l'indignazione popolare ■ « Vi h anzitutto da osservare che la massima colpa, per quei brutti fatti ricade sul Governo e sui dirigenti del partito, che hanno inviato i gregari nei cortei per la celebrazione della vittoria, non come cittadini partecinanti ad un rito sacro, ma come facinorosi, pronti a. menare le mani e fare uso delle armi ». Rilevato il contrasto tra lo spettacolo che la cerimonia avrebbe dovuto offrire e quello' effettivamente offerto a causa delle squadre delle camicie nere armate di tutto'punto, con randelli sotto il braccio e. le maniche rimboccate, col proposito di dare una lezione ai partiti opposti- al Governo, il giornale osservaoheVla furia partigiana si estese anche contro i combattenti, tanto che furono grossolanafnenti offese e villaneggiate flgjire come quelle di Ponzio di Saft Sebastiano e di Viola ». A questo proposito l'organo dei liberali di destra rileva che il fascismo, volendo apparire come un partito. che. tiene sopratutto a dominare la piazza colla violenza* va incamminandosi verso l'impopolarità. Il giornale dice che si sono sentiti dei mutilati e combattenti nelle vie di Roma esclamare l'altro giorno : « Cose di questo genere non Cerano capitate neppure ài,tempi di Nitti! ». Sintomo d,<(isolnmcjito suicida,, II Giornale. d'Italia quindi continua: «Badi il Governo che questi sintomi sono molto gravi e gli errori di. psicologia sono quelli che in politica «ri pagano più cari in quanto determinano nelle. masse", di lor natura sentimentali ed appassionate, movimenti irresistibiLi. Badi il Governo che l'imperversare dello squadrismo pelle vie e nelle piazze d'Italia, senza riguardo neanche verso coloro che hanno pagato largamente il loro contributo alla Patria nella guerra, è colpa che si espia gravemente, IT Governo, tutto preso dalla frenesia di voler ad ogni costo mantenersi al poterò, finisce col perdere il contatto della realtà, col non considerare gli importantissimi elementi della situazione- e cadere in un isolamento che inevitabilmente diventa fatale. La teoria dello strainflschiarsi, che il presidente del Consiglio con assai discutibile senso di opportunità ha creduto di annunziare pubblicamente .in un discorso, ha soltanto l'apparenza della forza; in realtà è un sintomo dì debolezza, poiché rivela lo smarrimento dell'esatte percezione delle- cose; è un sintomo premonitore di un Isolamento tult'altro che splendido, anzi, suicida ». Concludendo II Giornale d'Italia dice che nessuno potrebbe onestamente sostenere che tale situazione possa essere ulteriormente tollerata .- « L'aggressività del fascismo, la sua tendenza all'illegalismo, il suo sistema di mettersi continuamente fuori delle legali libertà civili, l'inorganicità dell'azione del Governo, il conflitto sempre più profondo tra 1 vari partiti .e le varie categorie d'italiani, l'impossibilità di fare funzionare l'istituto parlamentare, sono altrettanti sintomi di una situazione difficile e grave. E' quindi logico che quanti hanno il senso della responsabdlta, quanti vogliono veramente la pacificazione del paese, quanti tengono al ritorno' di un regime di vera normalità, pe ne preoccupino. La'preoccupazione di non dare forza alle opposizioni non può indurre a trangugiare bocconi, più che amari, avvelenati Assumersi la responsabilità di mantenere in piedi una situazione così grave trascende quello che può essere l'intendimento di lealismo verso il Governo col quale si è, in certe linee generali, consentito». Infine lo stesso organo liberale, a proposito delle attese deliberazioni delle due Associazioni dei reduci, scrive che il voto dei Combattenti e dei Mutilati « non potrà che significare rampogna aspra per le violenze che agli eroi sono state fatte subire da parte di squadre di camicie nere, c mònito alto, solenne, perchè lo stato di ordine morale e materiale, che ora incombe sul paese e gli impedisce di lavorare sereno e tranquillo, abbia a cessare per il bene della Patria ». Il Mondo scrive: « Dopo la gloriosa geeta del i novembre, il fascismo corre precipitosamente ai ripari; ma i ripari sono vani e tardivi. La menzogna sistematica, la menzogna per la quale vengono nuovamente sferrati i più noti apaches del giornalismo fascista, cui è postulaio elementare d'onore, per noi gentiluomini, opporre l'indifferenza del più sprezzanti1 silenzio, non riesce a far si che ciò che è stato non sia stato. Giacché questo occorrerebbe al fascismo per cancellare la vergogna rie! 4 novembre, fior distruggere nella coscienza italiana il ricordo osceno di giovinastri in car%' r'i nera che sputacchiano e percuotono mutilati c combattenti, strappando loro le decorazioni dal petto; che ciò cppaipièpvidndqsst a e ò che è stato non sia stato. Ma ciò, per l'appunto, è impossibile, e non servono te impudenti falsicazioni dei comunicati fascisti, ai quali 1 prefetti del Regno lasciano ilbero il passo, nè i commentari servili della stampa aggiogata al carro littorio a disperdere il sentimento di formidabile reazione che si è sprigionato e si sprigiona dall'anima popolare. In quel sentimento è implicita l'Inevitabile condanna d-ol fascismo ». Il giornale, riferendosi agli incidenti, rileva che il fascismo, deluso e isolato il 23 ottobre, ha paventato la grande data di tutti gli italiani, e dopo aver accennato al timore che lia il fascismo di ogni manifestazione aggiunge : • L'on. Mussolini ama la piazza ricolma di folla ben guidata e ammaestrata, nella quale egli possa comparire circondato dalla sua coorte di uomini d'arme, magari cretto sulla fraterna autoblindata. Ma, in verità, questo kaiser della vittoria civile diffida troppo visibilmente dei liberi contatti, di uomo a uomo, col popolo italiano. Non è mai accaduto, finora, di vederlo affidarsi al libero gioco delle forze morali, sentimentali! e politiche nel va6to campo non guardato da sentinelle nemiche della coscienza nazionale ». La responsabilità dei ministri L'organo democratico rileva quindi la responsabilità del Governo: « Governo in verità singolarissimo, il quale ha per suo cupo quello del fascismo, che capeggia la rivolta cronica contro i poteri dello Stato ; ma Governo, tuttavia, composto di ministri responsabili, di cittadini ai quali ' il popolo avrà ben diritto di chiedere conto, quando crederà e senza limiti di prescrizione, nella sede suprema, della violazione costante dei principi costituzionali e dello leggi dello Stato, perpetuata con .il loro consenso , dal Governo, che dovrebbe essere per definizione il custode più vigile ». Il giornale quindi accenna alla particolare responsabilità dei ministri più direttamente impegnati nella situazione: « Accanto alla responsabilità politica generale, clic appartiene a tutti 1 membri del Gabinetto, emergono precise responsabilità particolari a carico di taluni ministri. 11 ministro degli Interni, ad esempio, risponde al Paese della evidente persistente mancanza di prevenzioni', la qua.lo fa si che i cittadini fascisti ccntinul.no a circolare armati, e che, di fronte ai loro eccessi, gli agenti dolla pubblica sicurezza si limitano a resistere come diga passiva; perchè è evidente che senza il disarmo e senza l'arresto preventivo l'ordine non può essere restaurato, nè mantenuto. Il ministro della Guerra non ha mai smentito che l'Esercito sia .stato privalo di un contingente di armi, che furono consegnate alla -Milizia, senza che nessuna legge, nessun decreto autorizzino tale consegna, grazie**alla quale l'Esercito fu impoverito-di armi, mentre ne fu beneficiato un partito, che invece avrebbe dovuto essere disarmato. Là situazione è giunta a tal 6egno che non può più essere permesso ad alcuno di uscirne con comode manifestazioni tendenziali, con transazioni compiacenti e con rinvii 'deleteri ». Il Sereno scrive : « La menzogna convenzionale è il sistema del partito dominante. Non esiste concordia, non pacificazione; non è vero che vi sia- abolito lo squadrismo. La inversione di ogni verità è giunta per concatenazione conseguenziale a tale punto che oggi una nazione che esce or ora da una guerra, che la ha esaltata e macerata insieme, ei vorrebbe portarla ad .inginocchiarsi dinanzi a questa miracolistica verità. E' dunque lecito, anzi nazionale, che squadre di bassa umanità scatenate, ivi compresi i minorenni di oggi, che negli anni della guerra avevano ancora forse i calzoni corti e giocavano al cerchio, 6i avventino, al 6uono di pallottole, legnate, sputi e contumelie, contro i compagni di armi del Milite Ignoto che si recano a visitarlo per rallegrargli il sonno glorioso col luccichio delle loro medaglie d'oro? Un giornale filofascista che parla di "primaverile illusione,. Nonostante che la stampa ufficiosa. con-v tinui a prospettare la riapertura della Camera come un periodo d'intensa attività e di ripresa completa delle funzioni parlamentari, anche negli ambienti di Montecitorio è diffusa la sensazione dell'anormalità della situazione in cui la Camera eletta il 6 aprile si riconvoca. Gii ultimi avvenimenti, come era prevedibile, non sono rimasti senza ripercussione nelle frazioni fiancheggiatrici, che tuttora fanno parte della maggioranza. Naturalmente, tra le voci di Montecitorio,- piuttosto insistenti, vi sono quelle (che per ora riferiamo per la cronaca) di maggiore assottigliamento della maggioranza Che del resto vi sia molto scetticismo sull'efficienza pratica della Camera è ammesso da organi giornalistici non oppositori. Il Nuovo Paese, stamane, scriveva essere chiaro che la situazione parlamentare si presenta più incerta di prima ed aggiungeva che credere di far funzionare regolarmente la Camera era una «primaverile illusione»: « In conclusione, la giornata del 4 novembre è 6tata, tutto sommato, una brutta giornata per il fascismo. Giornata di debolezza e di smarrimento, In alto ed In basso. Dopo di che 6 chiaro che la 6ituaziono parlamentare si presenta più incerte di prima e possiamo chieder pegno che la promessa di • far funzionare 11 Parlamento » resterà una primaverile illusione ». Il Comitato di maggioranza: Delcroix assente Questa mattina si è riunito il Comitato della maggioranza. Erano presenti gli onorevoli Casertano, Polverelli c Pennavaria. Era assente Farinacci. Delcroix, non potendo intervenire, aveva telegrafato di rinviare la riunione. Il Comitato decise di rinviarla a lunedì 10, alle ore 19. Intanto, i componenti del Comitato presenti hanno avuto uno scambio di idee preliminare sulla situazione, limitandosi a designare gli oratori che dovranno commemorare alla Camera i parlamentari defunti e quelli che dovranno parlare sul bilancio degli Esteri. L'on. Matteotti sarà commemorato dal1 on. Sandrini; Casalini dall'on. Rossoni; Mario Gioda dagli on. Polverelli e Bagnasco; Cermenati dall'on. Terruzzi; Ricciotti Garibaldi dall'on. Innocenzo Cappa; il sen. Pantaleoni dall'on. Rosbock; il senatore Pelloux dal generale- Baistrocchi. L'elenco degli oratori scelti è stato comunicato ail'on. Mussolini. Si conferma che la prima seduta della Camera sarà sciolta in segno di lutto dopo le commemorazioni. Circa alle nomine dei vice-presidenti, mentre si assicura che Governa e maggioranza porterebbero Pon. Poolucci chme candidato in sostituzione dell'on. Grandi, corre la voce (non smeni ila neanche