La musica e il libro

La musica e il libro La musica e il libro / profeti di Babilonia e' 11 titolo bizzarro che id musicista G. F. Malipiero ita dato ad un'antologia di scritti settecentosctii sul melodramma, spocia Immite, e su i compositori, i poeti ed i cantanti; scritti di letterati, di dotti, e cioè, anche di «steli e crìtici, designazioni poste-| rióri al secolo deciluoltavo, e non di ihusi-J cisti teorici o pratici. Antologia, dunque,' letteraria in senso generico, e due volle mnV laterale ; una perché esclude non solo quei po' di pensieri sull'arte che dal musicis.l stessi fu destinato alle stampe, n'.-i uriniti) quel mollo ragionare -o confessarsi clic, cercando, si ritrova nelle Uno epistole f:uciliari; due. perchè accoglie soltanto scritfori Italiani ed uno spaglinolo, mentre assai pai vnsto c.unpo letterario fu messo ti rumate dalla polemica sui melodramma. Che .'joi soltanto sii scrittori accolti ne. volumi; meritino il titiild, tra elogiativo e satirici, l'u-o assegnalo dal l'autore, non e dtm<vstrain, niè i brevi periodi dulia prefazione chiariscono mollo i concetti deiraniologlsta. Ma non imperla. I.'.-Mitu^ucia .• mollo itti!'1. Se alcuni frammenti, ionia quelli doilc lettere del Metastasi, delle Mcrnorie di'! Goldoni e del Da Ponte, iI.eJ.le opera otoriclio'i dell'Arteaga o del Planeift appaiono o eni-l gui o superflui ai conr.tìcitori del socolo, nuche per essere siati reeen*emouto ridisene si1 e vagliati, altre pagine dimenticate sono t».ate opportunamente estratti: da giornali o da libri voluminosi. E tutto il libro è di ìii.icevoli: lettura, nelle sue tre sezioni. Ni'lla. i«'inia. i « poeti » parlano un po' del loro Travaglio, Zeno, Mctusttii-in, Guidoni, Da Pop -1 le. Gozzi; nella seconda il mondo l'atra.!» e riflesso nelle salire .li Chiari, di Or vai, di I Metn.stasio,-ili Calza-bigi, del Casti: iiirmn i. letterati, i critici: vi sono l'AlgaruHi (OfJl'op-l porturtissimii ristampa de.1 suo orniti» saggio sull'Opera in musica), il Mura-tori, il Uu-j retti, i! Gravina, ecc.' Purtroppo l'iMrtoilogia manca di note; sarebbe slato utilissimo lumeggiare di ciascun pensiero setteonatesco la derivazione o l'originalità e la fortuna l'Hugo Gtildschmidt. ha ampiamente 'cattato | il tema nella sua Mvsikastcilk tUr* X Vili i lahrhuiìderla). Kit anche utile sarot.be stato annotare esattamente donde furono stralciati alcuni frammenti. Prendiamo, intanto, cosi com'è, il libro (ediln a Miiano. da Bottega di Poesia ». L. l.ì) e rallegriamoci della sua apparizione e della sua lettura. Quanti 6punti per interossanti discussioni, quante notizie, quante acute osserv.-izioni ! i margini delle pagine del libro si wmrono facilmente di segni e di appunti! Ad esempio, una « Dama » che Interloquisce iti un 'dialogo (leill'abate Pietro Chiari dice cosa assa.i saggia: « Nel ballo, tutti, o poco o molto, ne intendono la destrezza e la forza.; ma nella musica moderna pochissimi ne intendono 1'art.i.fic.io. di qiie>Ui ancora che ne sentono la superficiale armonia, valutandola per l'ordinario quasi tutta dello stesso coloro ». lid un u Cavaliere » non appare punlo invecchiato, oggi, quando dice: « Per godere nelle opere nostre di un'abiJ-e contatrice, o cantore, che tal volta s'incontra, soffrirne bisogna altri sei, i quali perpetuamente stonano alla peggio, per due ore tormentano le orecchie più delicate ». Ed ecco la complainlc d'tm « impresario », che recita la. sua parte nell'Oliere seria di Punì ero de' calzabigi: Se ili ime l'impresario Vi venlssB mal prurito, Raiuineatutevl Fallito, R banditene il pensler. on elle giorni uggiosi e scuri A passare ci troviamo! Quanti imbrogli e nmsl duri Ogni a' ci tocca a far: Chi yiiflla vuole, .-hi non vuol questa; i;no minaccia, l'altro tempesta: Ora un palilo <:l fa un partito, Quello pretc-mle, l'altro s'offende, .Molli deridono, tufi decidono. £ quanti n'entrano senza pagar) Se si parla poi del Pubblico: E' inesorabile. E' incontentabile: E lu questo secolo Non »'o spettacolo V>i suo piacer. Per la cultura Preziosissimo volume, consigliabile tanto agii scolari di musica quanlo a coloro che aspirano a cul'ura musicale, ù quello d: Francesco Va', il, dal titolo Materia e forine delia musica (ed. Zanichelli, L. 15), primo volume (cui seguiranno altri, a complemento della vasta trattazione), dedicato all'organologia, intesa' come storia degli strumenti musicali. Il Vatiellì, musicologo acuto, accurato indagatore, neri scio ha fatto un pregevole lavoro di compilazione, ma anche ha recato contributi originali di suoi personali studii. Muovendo dalla giusta constatazione che « una più diffusa ed estesa cultura musicale farebbe risparmiare a multi che gustano la musica e se ne dilettano con sentita passione la mortificazione di comprenderla — senza avvedersene — insufflciem-emente o soltanto in taluni aspetti superficiali, come troppo evidentemente lo si può dedurre dalie loro spropositalo sentenze e dai loro spesso ridicoli giudizi », muovendo, dunque, dal proposilo di far opera divulgatrice, il Vatielii è rieseito a rendere chiara e semplice la dottrina, pur senza rinunciare all'indispensabile tecnicismo ed a punti di vista storici non comuni nè convenzionali. Se la storia di tutti gli strumenti amichi e modèrni è assai bene indagata e narrata e, anche, illustrata (specialmente le pagine dedicate agli strumenti a pizzico e a plettro, e quelle In cui è esposto lo svolgimento dello strumento a tastiera fino al pianoforte), il capitolo e.' : tratta dell'orchestra è un originale saggio, da! quale emerge in lineamenti robusti lo sviluppo storico ed estetico del complesso strumentale dalie origini ai nostri giorni. Acutamente noia il Vatielii che solamente quando si cominciò a stabilire con qualche determinatezza la musica vocale a più parli gli strumenti presero ad uniformarsi nelle loro tessiture alle gradazioni della voce umana e si costituirono le famiglie; l'apparire di famiglie strumentali lia ci.lindi un'importanza capitale nello sviluppo dell'aito della strumentazione ulteriore, giacché In queste primitive esperienze e sulla traccia della musica vocale ciascuno strumento mosse i primi passi, comincio ad aver sentore delia sua libertà o valutò la sua convenienza di fusione con individui non appartenenti alla sua famiglia : donde l'orchestra. Ma non polendo qui riassumere 10 sviluppo dell'orchestra ini limito a riferire una pagina che certo interesserà molti lettori, almeno curiosi di notizie. Com'erano disposte le antiche orchestre? Ecco. L'orchestra dei.primi melodrammi era posta dietro, le scene; sorte difficoltà di concordia ritmi-1 ca con i cantatiti, l'orchestra .fu, ai tempo del Gagliano (sec. XVII), trasportata sul davanti, in un piano inferiore al palcoscenico; afflncliè essa rimanesse invisibile a;,'li spettatori fu circondata da una cinta di legno, più 'anli lolla perchè diminuiva la sonorità. .Nell'esecuzioni! di concerti gli strumenti si disponevano interno al cembalo, che era suonato dal maestro direttore. Varia fu la disposizione dei suonato-;, ma uno schema può essere llssa'lo così: in prima linea, cioè presso il pubblico, al centro i violoncelli, a destra i secondi violini e le viole, a sinistra i corni, i flàuti, gii oboi: in se-Iconda linea, al centro il clavicembalo, a de- ! stra i violini primi, a sinistra il fognilo e i cohtrabassl; in terza linea, a desila, i cantanti. Diverso era il modo di dirigere. I"n tempo, i cantori pontificii eseguivano « senza 6egno o molo alcuno di battuta > le sacre funzioni. Nel seicento, entrato nelle chic, se Jo stilo concertato, era invalso l'uso di « battere la solfa » con una bacchetta o con un foglio ripiegalo o con un rololo di musica. E la battuta non era silenziosa. Tutt'uìtro: si facevano sentire bene i quarti, picchiando forte sopra un pezzo di latta attaccato al leggio. Nell'opera italiana, invece. 11 primo violino faceva da guida, aceennan do lo Stucco del tempo; dopo di elio l'orche-1 6tra andava por suo conto. I francesi poli bottevuno con un bastone il primo quarto Jd'ogni battuta; si sa eli e Rousseau deplora-;va che. malgrado t colpi, l'orchestra non an-;dnsso a tempo. iFini «seriazioni sull'orchestrazione nel musicisti contemporanei completano il libro ■el chiaro bibliotecario del Liceo "di Bologna. a. d. c. t

Luoghi citati: Bologna