Le tribolazioni del signor Poirier

Le tribolazioni del signor PoirierLe tribolazioni del signor Poirier Il signor Poirier, vedendo i tempi che borrono, ringalluzzisce. Può portare a passeggio la sua pancetta ritonda, e proclamare ad alta voce che finalmente si respira. L'ordine regna a Varsavia, e le basche sono al sicuro: non c'è stata-mai tanta possibilità di concludere affari, tanta facilità di cospicue speculazioni. Tiranneggiato dai romantici e dai rivoluzionari, preso ia_ ceffate sonore dai sovversivi, il signor Poixier conosce alfine lo voluttà della supremazia, improvvisamente riconquistata. Sembrava sepolto sotto lo dilaganti masse che assaltavano il potere, e si ritrova vispo ed arzillo sulla dorata poltrona del comando. Concedetegli una legittima ebbrezza. Prima che il cielo si rannuvoli, Poirier può delibare due libri scritti in sua lodo e per sua glorificazione da autori reputati, nella lingua del paese che, in fatto di borghesia, lia da dettar legge, possedendone la più caratteristica e schietta tradizione (intendiamo riferirci aìl'Elogc dm bowrgcois francais di René Johannet} e ad Aride Bruii ou Ict vertus bourgeoises di Emile Henriot). E quando nel primo di essi incontrerà questa definizione succinta e, in apparenza, magistrale: « Le bourgeoie, c'eet la eociété » vedremo il suo volto distendersi in un sorriso a fior di pelle, per l'intimo e quasi segreto compiacimento. Sì, la borghesia incarna, rappresenta, sostiene la società. Ma è proprio vero? H Johannet stesso ed porge l'antica definizione di borghese, nell'accezione tecnica: « n borghese è il « cittadino » di una notevole città, ordinariamente possessore di una casa in città e di un diritto speciale che ricorda vagamente SI diritto di cittadinanza : è il diritto di borghesia, ch'egli ha ereditato da suo patite, io comprato con fior di quattrini s. 3£annula superata e insufficiente: i proprietari rurali ne rimangono esclusi, jdm in tempi di feudalesimo la terra era nelle mani dei nobili e degli ecclesiastici. La Rivoluzione del 1789 e i successivi riHolgimeaiti industriali modificarono (e di Continuo alterano) il reclutamento e la forniamone di quello ohe si chiamò il c terso Stato ». Giunto al potere nell'Ottocento, iu la ma volta insidiato dall'ascensione operaia, e la democrazia provvide a togliere ogni separazione rigida tra le classi: l'infiltrazione reciproca divenne tale che ben a ragione H. G. Wells ha potuto divertirsi a mettere nell'imbarazzo i marxisti con una sola domanda: < Ohe differenza preciin fate tra un borghese e un proletario ? » Cessato infatti l'elemento che permetteva di compiere la distinzione abituale, e cioè il fattore economico, (molta parte della * piccola > borghesia è finanziariamente in condizioni d'inferiorità di fronte al popolo), ò necessario oggi volgerci a dei criteri più complessi, di natura culturale ed ideologica. Se identifichiamo proletariato e socialismo, è evidente che la tesi del Johannet non règge : « il borghese è la società », Si può sempre rispondere ohe anche c il proletario è la società », ossia raffigura un determinato tipo di regime, in via di attuazione. lì allora? Mi sembra che sia più giusto fondarsi su due affermazioni. Il .bcsvTiese è, nell'animo, un conservatore; ed inoltre è un individuo che pretende di pen j con la propria testa e di avere dei guasti' ro almeno delle predilezioni) d'.irte. Con ciò non si vuol dire che il borghese sia un reazionario (in proposito il Johannet, infervorato ed eccitato da recentissime e balorde teorie, era uscito in una comica invocazione del « dittatore », che le elezioni francesi dell'11 maggio stroncarono in pieno qualche settimana dopo la comparsa dal suo appello) come molti in buona o mala fede ritengono. Può anzi essere uno spirito di tendenze avanzatissime, ultrademocratiche, che si compiace magari di rasentar l'anarchia; però, se lo esaminate non .cura, troverete ch'egli ha due, tre ideali od interessi particolari da difendere. *•'* Le tribolazioni del signor Poirier cominciano allorché egli è costretto a determinare che cosa debba salvaguardare o richiedere. La borghesia è oggi straordinariatmente eterogenea, comprende numerose epe eie e varietà, manca di coesione, di compattezza. Scriveva or non è molto, con l'abituale vivacità d'intuizione, Ugo Ojetti: « Borghese, nel 1920, è oohii che non sa più che cosa egli è » ed ancora adesso il suo spunto è vero : solo che, in pratica, l'i stinto borghese al momento buono bì ri desta. Apriamo il romanzo di Binile Henriot, e" apprenderemo che il compito a cui Arioie Bmn ha sacrificato, nel tempo eroico della borghesia, la sua esistenza, c il culto della famiglia, la religiosa custodia delle « virtù borghesi, austere senza dubbio e prive di Elancio e di fulgore, ma fatte di previdenza è di savia ragionevolezza, di altruismo, di modestia, di ima concezione del dovere più forte dei diritti, del pio rispetto alle tradizioni domestiche, messe al servizio di un'idea, che è la continuità della famiglia e la perennità della casa ». L'eroina di questo racconto un po' stinto, ma^ così ingegnoso e polito, serio e amabile, è un'Eugenia Granrlet che ha trovato la sua via, ma il libro che ne narra la vita esemplare descrive il periodo aureo della borghesia: 1817-1914. Poirier si ritrova oggi iu un ambiente radicalmente mutato, e dal suo trono provvisorio chiede lumi e consigli. Cattivo precettore, il signor Johannet ! Difensore ad oltranza della borghesia, lancia spezzata della reaziono, egli è andato a scuola da quegli stessi che mira ad abbattere, e ne ha preso alcune non commendevoli abitudini : la fiducia cieca nelle idee, la nostalgia della violenza, la manìa degli échemi e dei sistemi. Ha bussato alla porla di Georges Soiel per difendere Poirier: contraddizione in termini! Non si è accorto che la borghesia deve cercare in sè stessa Je proprie forze, non attingerle da ibridi (Bonnubi. Figuratevi cho René Johannet ha persino preso sul serio (cosa che in Italia, almeno, non ò accaduta) l'Uomo Salvatico di Giuliotti e Papini e se n'è servito come spauracchio, nel suo manuale-zibaldone! Johannet non si è accorto che Poirier Aveva un'unica strada da percorrere, e niaestra: la via dell'isolamento e dell'individualismo. Quando tutti s'imbrancano, e bello sentirsi libori. Oggi « borghesia » de;re equivalere a o individualismo » Che cosa infatti resterebbe da fare? Le basi dell'antico regime ottocentesco sono hi pericolo e, in alcuni luoghi, crollate. La coitituzioiio ddla società del secolo decimonono aveva al centro Poirier, e ora tutt'apiù'iL nostro oro» può rileggere con com,aBx«iono le strofette del poeta che lo cantò: Il «alt no rrf fflwht Feu cesmu rtans l'alatoti*. Se lsrant taro, se eoudmt tot, Dormami tori biea sana gioire, Et couronné par Jeanneton D'un srmple bonnet de ooton. DIt-on. Obi olii ohi ohi ahi ah, ahi ahi Quel bori petit voi c'était Ih] La, la. Nella confusione presente, approfittando della sua improvvisa restaurazione, si vorrebbe che Poirier, stretto ai reazionari, conculcasse il popolo. In un mazzetto di a pansieri per il primo maggio » l'ingenuo Johannet cerca di dirigere in tal senso l'azione del nuovo sovrano. Ancora una volta egli è un cattivo pastore. »'* Sfiorando il paradosso, sarebbe utile sostenere che i\ miglior mezzo che ha oggi Poirier per agire è quello di starsene alla finestra a pensare ai casi suoi. Sventolare il bandierone dei reazionari e impresa troppo di cattivo gusto, buona tutt'al più per i meno evoluti e per coloro che godono di trovarsi nello sbaraglio. Guardando nel campo opposto, comprendiamo di èsser alla presenza di forze misteriosa, di un'incognita gigantesca. Aspettiamo che prenda forma, e giudicheremo. Le tribolazioni di Poirier subirebbero così una sosta. Spossessato nel .1914, quando già da tempo egli aveva, perdute gran parte della sua autorità e stava a galla grazie a taciti e palesi compromessi, e dopo un decennio reintegrato nelle sue funzioni, ricasca subito in un periodo critico e insidioso. Ricusando ragionevolmente le suggestioni degli estremisti tipo Johannet, Poirier si priva dell'unica dottrina che i tempi gli offrono. Gli abbiamo indicato il baluardo dell'individualismo come capace di metterlo in grado di superare l'epoca fortunosa. Poirier deve compiere oggi uno scrupoloso esame di coscienza, nel quale il romanzo storico, con tanto amorosa cura redatto dall'Henriot, come il focoso, disordinato e sovente antipatico libello di René Johannet possono avere una parte decisiva, poiché lo pongono di fronte al libro delle memorie e delle nobili tradizioni, davanti allo specchio dei torbidi giorni e delle allettanti e ingannatrici seduzioni. Se il nostro protagonista ripensa' per brevi istanti al passato, e rievoca gli anni del pacato buon senso (placidi, certo non ingloriosi) e della serena operosità, se si compiace delle immagini di un'arte forse non grandissima, ma poderosa e consona allo spirito dei tempi, la naturai prudenza e l'originaria accorteaaa lo oonsiglieranco a lasciar passare la" marea. Contempli la vignetta che accompagna la commedia di Augier e Bandeau, Le gendre de Monsieur Poirier, e rilegga le battute conclusive: i Benissimo, genero mio; ecco dei senti' menti veramente liberali. Siete degno di ter borghese e possiamo intenderci ». Stia in guardia contro i predicatori ed i fiottìi nari, in qualsiasi foggia vestiti ; badi a non imbrancarsi, a non confondersi, a non mescolarsi con nessuno. Nell'individualismo è la salvezza. Date tempo al tempo. Mentre andiamo, alla prova dei fatti, e attraverso replicate esperienze, elaborando il catechismo del borghese del Millenovecento, alcuni anni di riposo non guastano. Se ci muoviamo, che cosa succederà? Oggi siamo sul trono, ma domani vi saremo ancora? Signor Poirier, non tribolatevi: la frenesia del potere non vi assalga. Ricordatevi che il rot d'Tvetot « n'agrandit point ses E tate — Put un vokin commode — Et, modèle des potentato — Prit le plaisir pour code ». Anche vi sovvengano queste due battute: Verdelet — ...t-Tu sei guarito dalla tua ambizione, credo ». Poiana — cSì. si. {A porte): Siamo nel 18-Ì6: 6arò deputato nella circoscrizione di Presles nel '47 e pari di Francia nel '48 ». Fanno al caso vostro. A. CAJUMI. Rene* johannet. — « Eloge du bourgeois francale » (Paris, Grasset, 19SM, 7 fr. 50). Emile henriot. — « Aricie Brun ou los vertus bourgeoises • (romanzo che ha ottenuto quest'anno il gran premio dell'Accademia francese — Paris, Plon, I!fi4, 7 fr. 50).

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