Il Ministro Nava inaugura la lapide a Pietro Sella l'introduttore del primo telaio meccanico in Italia

Il Ministro Nava inaugura la lapide a Pietro Sella l'introduttore del primo telaio meccanico in Italia La prima giornata delle feste biellesi Il Ministro Nava inaugura la lapide a Pietro Sella l'introduttore del primo telaio meccanico in Italia Biella, 26. Biella e il -Biellese, festeggiano oggi e domani il 50.o anniversario della fondazione della locale Scuola professionale; un istituto che porta il nome dello statista Quintino Sella, e che, .per la .praticità che lo informa e la serietà delle discipline, è ritenuto fra i migliori d'Italia. Per solennizzare l'avvenimento sono state ideate una serie di manifestazioni che il ministro dell'economia nazionale, sen. Nava, è stato chiamato a presiedere; ima serie di cerimonie destinate a richiamare l'attenzione a>ubblica sui maggiori istituti scientifici della regione, ad esaltare uomini eminenti che il biellese illustrarono, a ricordare quanti alla scuola appartennero e lasciarono la vita sui campi di battaglia; ma non ci vudle imojta penetrazione ad avvedersi che qaiesta festività assume un più alto e significativo carattere: è tutta ima popolazione che, glorificando i suoi uomini migliori e le sue maggiori opere, intende esaltare se stessa e mettere in evidenza quelle industrie nelle quali, per intelligenza e tenacia, ha conquistato un primato che ha una importanza che supera I confini della nazione. Ed è questo carattere che importa mettere in rilievo, prima di dar posto alla cronaca dell'avvenimento, oronaca die comprendendo tante cerimonie di carattere ufficiale, sarà di per se abbondante e non consentirà che leggere digressioni. Il magnifico erede Di quello che ha .rappresentato e rappresenta l'Istituto Quintino Sella nel quadro dell'attività della regione, diremo domani come premessa alla celebrazione. Le manifestazioni di oggi, anche se tra esse è stato inserito il Congresso degli ex-allievi della scuola (Congresso di carattere esclusivamente tecnico) sono unicamente volte a richiamare i cento anni di vita industriale del belliese inquadràntisi nella figura di Pietro Sella, l'irrequieto e intelligente biellese che portò a Vallemosso il primo telaio meccanico. A ricordo di Pietro Sella si inaugura oggi una lapide che reca la seguente iscrizione : « Questa terra di lanaiuoli - alla posterità iranv menta - il nome*di Pietro Sella - dell'arte xlegli avi - magnifico erede - 1784-1827 - primo instauratore del lanificio meccanico - primo introduttore nel 1816 in Italia - delle macelline per la filatura - d'ogni tessile fibra fecondo progresso foriero - dei nuovi industriali trionfi - necessari alla grandezza imperiale - di Roma - auspice l'Associazione industriale Vallestrona - Comune e popolo posero ». Più succintamente, ed in modo migliore, non potrebbe essere ricordato l'uomo che ha dato il ritmo nuovo all'attività di queste regioni, trasformando l'arte della lana da impresa famigliare in movimento industriale, ma la vita e l'opera di Pietro Sella meritano una più diffusa illustrazione. Dell'innovatore il fratello senatore Giov'an Battista Sella, che nella creazione dell'industria laniera ebbe non poca parte, ha lasciato un ritratto che lo presenta, non solo fisicamente, ma consente di farci un'idea di quelle che enano le sue doti. «Pietro era di bella presenza, alto di statura, vivace e sensibile assai; attivissimo, prudente, indefesso nell'applicarsi, e non pago delle gravissime occupazioni riguardanti il lanificio, si tratteneva la notte, sino ad ora tarda, nella lettura di trattati scientifici, per cui a troncare il filo dei 6uoi giorni contribuì eziandio il lavorio straordinario della sua.mente, cui non concedeva che scarso riposo anche la notte ». Nato a Sella di Mosso da quella stessa famiglia che diede più tardi i natali a Quintino, nel giugno del 1784, alla sola età di 13 anni Pietro Sella cominciò a dedicarsi al lanificio paterno. I lanaiuoli biellesi vivevano in quel tempo delle ore difficili e per un doppio ordine di ragioni: perchè l'invasione" francese aveva paralizzato ogni attività, distrutto ogni organizzazione e perchè cominciavano ad avvedersi che i mezzi di sui si servivano per la produzione erano primitivi in confronto a quelli degli opifici inglesi dove già era stato introdotto il telaio meccanico e l'arte della lana si era andata trasformando in vera e propria industria. ... Pietro Sella, per quanto giovanissimo, fu tra i primi a sentire la necessità della trasformazione, come fu tra i primi a comprendere clic anche nel genere della produzione era possibile introdurre dei raffinamenti che consentissero più larghi margini di guadagno. Dapprima si diede alla ricerca di nuovi tipi di lana e per farne incetta percorsa le Maremme, la Toscana, il Napoletano; si spin se fino in Ungheria. Appreso poi che nel Belgio i fratelli Cockerill avevano iniziato la costruzione di telai meccanici, del tipo esistente in Inghilterra ma che il Governo inglese, gelosissimo, vietava di portare fuori dai confini, risolse di far acquisto da essi di tali telai. L'impresa non era delle più facili. Si trattava non solo di comprare le mac chine, per le quali occorrevano dei forti ca .pitali, ma di ottenere dal re di Pimonte e di Sardegna il permesso di introduzione, cosa ardua perchè contro l'innovazione nella stessa Inghilterra erano sorte molte ostilità da parte degli operai che temevano veder stroncate le loro risorse. Ed era necessario altresì apprendere il funzionamento del telaio meo canico in modo da poter diventare di esso non solo un introduttore e un conoscitore ma un maestro. Prima di pensare a vincere in patria le difficoltà di introduzione e acqui stare i telai, Pietro Sella, da uomo pratico, pensò a conoscerli. Si recò in Inghilterra, e superando non poche difficoltà, riuscì a penetrare in uno degli opifici dove erano in fun zione i nuovi telai e ad impratichirsene Quando si fu assicurato della bontà del nuovo congegno lo acquistò e chiese il permesso di introduzione in Piemonte. Un documento storico La domanda presentata al re di Sardegna .per ottenere il consenso all'introduzione del telai meccanici merita di essere riferita. E' un documento storico, I fratelli Sella chiedono a Sua Maestà: « l.o 11 privilegio per anni 20, o per quell'altro tempo che sarà a V. M. beneviso, di stabilire meccaniche per drossare e filar le lane negli antichi Stati di V. M. al di qua dea monti, e col permesso di decorare la porta della loro fabbrica dei reali stemmi in segno di real protezione che implorano; 2.o Un'annua pensione od una qualche gratificazione per una volta tanto, soltanto di 25.000 franchi, oppure di una metà di quanto costeranno otto meccaniche nell'ordino seguente: 1 per battere la lana, 2 per .pellicciare la lana, 3 per drossare la lana. 4 per cardare la lana, 5 per filare in grosso la lana, 6 per filare in fine la lana, 7 per guarnire i panni, 8 per cimare i panni ». La richiesta dei fratelli Sella venne presa in benevola considerazione, ma prima di ottenere il desiderato consenso non furono poche le tergiversazioni. La innovazione feriva molti interessi e l'amministrazione statale aveva tanti pregiudizi I- Pietro Sella superò gli ostacoli con la tenacia delle sue insistenze e con la saviezza del suoi ragionamenti. L'innovazione non aveva scatenato in Inghilterra la rivoluzione e non poteva scatenarla tra noi; i risultati che l'invenzione portava alla industria erano tali che non potevano essere trascurati. I denari chiesti non vennero, ma il permesso' di introduzione si... Quando i nuovi telai poterono essere portati in Piemonte, per i fratelli Sella cominciarono le dure fatiche dell'lnstallamento, installamento non facile, perchè era necessario costruire nuovi fabbricati, ruote idrauliche, trasmissioni ecc. Ma in Pietro Sella e nei suoi fratelli era tanta intelligente operosità e tanta tenacia che in breve tempo sorgeva in Valle Strona, e, precisamente di fronte alla attuale stazione tramviaria, il primo lanificio d'Italia, lanificio che esiste ancora oggi e che viene distinto con il'nomignolo di « Macchina vecchia ». L'innovatore non doveva però restare lungo tempo solo nel possedere il nuovo mezzo'di produzione. Convinti della bontà dell'innovazione e decisi a non lasciarsi superare dal concorrente, in breve altri lanieri creavano altri stabilimenti provvisti di telai meccanici, nella stessa Valle Strona ed in altre valli biellesi e, passo, passo, attraverso anni duri .e periodi fortunati, l'industria laniera biellese veniva a trovare l'attuale grandiosità e potenza. Dal primo telaio meccanico, introdotto da Pietro Sella nel 1817, si giungeva alla situazione di oggi in cui si contano nel Biellese ben 208 ditte laniere con 6672 telai meccanici che impiegano oltre 23 mila operai. Creata l'industria laniera, perfezionato il suo impianto, Pietro Sella tornava ai suoi viaggi per l'acquisto delle lane occorrenti per la fabbricazione dei panni fini. La introduzione delle nuove macchine rendeva ancor più impellente la necessità già da lui sentita anche quando l'arte della lana non aveva nelle, nostre regioni che carattere famigliare. Tornava ai suoi viaggi e lo coglieva la infermità che doveva portarlo alla morte. Un grave insulto apoplettico colpi Pietro Sella mentre si trovava a Pest e lo lasciò mezzo morto, ma benché ridotto in tristi condizioni eglt volle ugualmente tornare al suo paese. Si fece metr fere a cavallo e a cavallo compì il tragitto, tornò alla sua terra per morirvi. E 6i portò dietro il suo ultimo carico di lane destinato all'opificio I In questo gesto eroico di un uomo plesso alla morte, si trovano tutte le caratteristiche della razza. Lavoratori instancabili, i biellesi non conoscono 'confini per la loro attività. Il lavoro è lavoro per essi, sotto qualunque clima e sotto qualunque cielo, ma per il riposo di un giorno, come per l'eterno riposo, non esiste per i biellesi che la propria casa, il proprio paese. Ed è per,questo die glorificando Pietro Sella, queste popolazioni sentono che glorificano sè stesse. Ed ecco la cronaca delle cerimonie odierne: Il congresso dei goliardi azzurri Il treno speciale di Biella è giunto a Valle Mosso-stamane poco dopo le 10. Durante il percorso, nelle stazioni di Vigliano, Cossato, Lessona e Strona, le rappresentanze ed autorità provenienti dal capoluogo, altre numerose si sono aggiunte, tanto che le carrozze rigurgitavano di viaggiatori. A Valle Mosso sono a ricevere gli ospiti il sindaco cav. Albino Botto, coH'amministrazione comunale, i dirigenti delle Associazioni industriali locali, proprietari, direttori e capi del 50 opifici che costituiscono l'orgoglio e la ricchezza della valle ed una grande folla plaudente. Dopo le presentazioni ed i saluti si forma un lungo corteo che al suono della musica attraversa le vie del paese che è tutto uno sfarfallio di tricolori. Le accoglienze della popolazione di Valle Mosso 6ono calorose e fraterne. Alle 10,30 nell'antica sede dell'Unione Democratica si riunisce il congresso degli allievi licenziati dell'Istituto Industriale, 1 quali festeggiano oggi con questo convegno il cinquantenario della scuola fondata da Quintino Sella ed il venticinquennio di costituzione della loro associazione. Sono presenti circa 200 congressisti di ogni età, il direttore ing. cav. Salvi ed il corpo insegnante al completo. L'assemblea, che è costellata di berretti goliardici azzurri, è aperta dall'ing. Mario Deipiano che porta il saluto del presidente cornmendator ing. Francesco Personali, assente per malattia. Si procede alla nomina del Consiglio direttivo dell'Associazione e viene alla unanimità confermato quello precedente. A dirigere i lavori del congresso è chiamato il cav. Romolo Buratti presidente dell'Associazione Industriale di Valle Strona. Dopo di che, i relatori designati, svelgono i rispettivi temi. Il dottor Luigi Rinoldi parla della teoria cloloidale della tintoria; il prof. Oscar Giudice della tessitura e l'ing. Federico Pin delle moderne costruzioni di stabilimenti industriali. Le relazioni sono ascoltate con vivo interesse e calorosamente applaudite. Dopo un ricevimento al Municipio, verso il tocco, sotto un ampio padiglione, riccamente ornato di tricolori, ha luogo un signorile banchetto a cui partecipano circa 600 commensali. Alla tavola d'onore siedono il sindaco di Valle Mosso cav. Albino Botto, il vescovo di Biella mons. Garigliano, l'on. Mecco, il tenente colonnello degli Alpini cav. Camussi comandante del presidio di Biella, il capitano dei Carabinieri cav. Battati!, il comm. Maurizio Sella, il prof. Emanuelo Sella, l'ing. Federico Pin, il sottoprefetto cav. Pettinati, il comm. Cesare Bozzalla, il senatore Marco Pozzo, il comm. Corradino Sella, il cav. Romolo Buratti, il comm. Giuseppe Rivetti, il comm. Lionello Garbacelo, l'ing. Enrico Deipiano. Tutti i 208 stabilimenti industriali del Biellese sono rappresentati o dal rispettivi proprietari o da direttori e capitecnici. Sono inoltre presenti i sindaci o rappresentanti di una trentina di comuni del biellese. Notiamo pure tra le personalità dell'industria il comm. Oreste Rivetti, il comm. Adolfo Valle, il commendatore Venanzio e Gaudenzio Sella, il comm. Pietro Mercandiao, il comm. Severino Fila, il comm. Silvio Reda, ecc. Alla frutta il cav. Romolo Buratti legge le numerose adesioni, tra cui quella del sen. Carlo Rizzetti ed inizia la serie dei discorsi. Seguono 11 gr. uff. Cesare Bozzalla a nome dell'Associazione industriale laniera italiana di cui è presidente e della Camera di Commercio di Torino che porta anche il saluto del sen. Teofllo Rossi, il vescovo mons. Garigliano, l'on. Mecco, l'assessore Mario Aimone a nome del Comune di Biella, l'ing. Federico Pin, l'ispettore scolastico cav. Mario Vianelli e mons. De Bernardi .vicario di Mosso Santa Maria. La serie dei brindisi inneggianti al fervore d'opera ed al sicuro divenire della terra biellese è chiusa da un alato discorso del prof. Emanuele Sella che, salutate le autorità e rappresentanze intervenute, parla della perpetuità ideale che ricollega le laboriose generazioni del passato al presente e dopo avere passato in rapida rassegna la storia dell'industria laniera locale, termina invitando l'adunanza a riconfermare alla Casa Sabauda il giuramento di fedeltà che gli avi formularono già solennemente nel 1370. Al poderoso grido di « Viva il Rei » la folla lascia le mense, si incolonna lungo la via provinciale e si porta all'ingresso del paese ad attendere l'arrivo dell'on. Cesare Nava. Il discorso del ministro II ministro dell'Economia Nazionale giunge verso le 16,30. E' accompagnato dall'on. Buratti e viene accolto dal suono della marcia Reale. Si ricompone il corteo che si dirige alla piazza del Municipio. Su di una parete dell'edificio è murata una grande lapide de dicata a Pietro Sella il pioniere della moderna industria laniera. Le autorità e le rappresentanze prendono posto su di un palco. 11 velo che copre la lapide viene tolto tra i battimani della folla, •11 Vescovo impartisco la benedizione religiosa. Parlano sobriamente, ma efficace, mente, il sindaco e lo stesso Mons. Vescovo. Il prof. Camillo Sormano pronunzia il discorso ufficiale, rievocando le vicende della industria laniera dai tempi remoti ad oggi e rilevando i meriti del grande biellese che oggi la nostra terra commemora. Parla infine il ministro Nava che dichiara di non essere venuto in questa plaga, ove più ferve il lavoro, per insegnare, sebbene per appren. dere. Elogia lo spirito di iniziativa, il desiderio di progresso ed il patriottismo operante dei biellesi, i quali, come nei secoli passati, così oggi, non intendono che le industrie nostre si trovino in un livello di inferiorità rispetto alle straniere. Degni del più grato r(cordo degli industriali sono quegli uomini che meritatamente si possono definì, re 4 cavalieri del- lavoro ed- uno di- questi- & Pietro Sella. Ricorda come poche settimane fa trovandosi a Londra abbia udito con or. goglio da bocche straniere, elogiare lo spirito di disciplina e la laboriosità del popolo Italiano. Questo buon giudizio di noi prèsso gli stranieri .deve farsi sempre più solido e vasto. Bisogna che il nostro popolo cerchi di perfezionare ogni giorno di più queste sue nobilissime doti, perchè, solo nel lavoro e nella disciplina, noi saremo degni degli avi, che tanto faticarono per procurarci il presento benessere. Il discorso del ministro è stato vivamente applaudito. La notte ad Oropa Intanto, sul finire della cerimonia, dal cielo mantenutosi minaccioso per tutta la giornata, cadono i primi scrosci di pioggia. Lunghe file * automobili ed i treni elettrici trasportano gli invitati a Biella ed ai prò. prii paesi, mentre il ministro, accompagnato dalle autorità, si reca ad Oropa. L'Amministrazione dell'Ospizio d'Oropa fa al ministro Nava ed alle personalità convenute nel biellese per il cinquantennio della Scuola, delie accoglienze grandiose. A ricevere il Ministro si trovano dinanzi al Santuario il comm. Bozzalla, l'on. Buratti, moni. Garigliano, il prof. Sella, il consigliere delegato dell'ospizio cav. uff. Bioglib, il canonino Eugenio Bert, amministratore delegato, il rettore •canonico Alessandro Gromo, il vice rettore don Rey. Al ministro, risitato il Santuario, viene offerto un 'banchetto, al termine del quale il Vescovo vivamente lo ringrazia per la visita formulando l'augurio che le festività biellesi siano foriere della concordia degli animi. Risponde il sen. Nava, ripetendo che è venuto a Biella non per insegnare ma per imparare e che di una cosa si è avvisto subito: che ha cominciato ad amare e ad arami, rare i biellesi. Dopo il banchetto il ministro torna nel Santuario ove il teologo Pietro Magri, esperto organista, svolge un bellissimo concerto d'organo. Il Ministro passa la notte nell'Ospizio. Domattina si reca al Cimitero Monumentale per un omaggio alla tomba di Quintino Sella. Poi, essendo pure la giornata dedicata ai festeggiamenti, vi sarà un ricevimento al municipio di Biella; seguirà la inaugurazione della bandiera dell'Associazione dei rappresentanti delle materie tessili di cui è madrina la signora Tina Trozzl Sella e padrino il comm. Ermanno Rivetti e l'inaugurazione della bandiera dell'Associa, rione degli alunni licenziati. Il comm. Cor. radino Sella commemorerà con un discorso il cinquantenario dell'Istituto fatto erigere da suo padre. Sarà pure inaugurata la lapide degli ex allievi dell'Istituto caduti in guerra