La donna e... la politica

La donna e... la politica La donna e... la politica {lituuruiie Panile di lunnoi liti banai'1. lutto di cronaca mi avuto il suo epilogo ieri davanti ai giuuici. banale, diciamo, Liaiiù-iulusi U'miii rissa con vie dì tatiu pur causa di doiuio; ma pero essa ha avuto singolari cómiiucaistoju, direnilo cosi pomicile, presso la seuu del t'ascio o delia milizia volontaria. E pare abbia pure avuto una cena inuuouza presso qualuie organo dei potere esecutivo. i-,cco di cosa si tratta. j iraieili fiovesau (.iiusejipe di Giovanni e Movesau Aiariuo, abituine ui via Cimaiosa, ;s. 30, e jNiuzot'o Aitato Berengiu si portavano reciprocamente ruuixue per Questioni di donne, i Rlovesan tanno il maniscalco, il Kerengiii e invece meccanico di biciclette. Potevano trunqtnliaiiienie cmare t piedi e le i-auipe altrui ; ma la donna intervenne a mettere la discordia tra que&U tre gioviaoiti. U,se.4iia pieii.eitere che i fratelli Piovesan appanensono ora olia milizia volontaria na- zionaie e che il UerengUi giura e spergiura di non appartenere a nessun pariito, Un giorno 1 tre giovani verniero a paiole e quindi alle mani. I Piovesan armati d'un pezzo di ferro s'avventarono sul Berenghi, il quale parando i colpi col braccio sinistro riportò la frattura del gomito e parecchie óltre lesioni sul corpo di cui guari in un rne.se. Anche il Piovesan Marino riportò qualche lesione, ma insigniticante, da pane del Beranghi. Infatti fu dichiarato guaribile In giorni sei. Maggior male incolse al Piovesan Giuseppe, il quale, nel rincorrere il Berenghi che si era rifugiato nella sua officina, ruppe cristallo deUa porta ferendosi ad una mano piuttosto gravemente, tanto che fu dichiarato guaribile in 55 giorni. Qualcuno corse a chiamare i carabinieri, 1 ipiali arrestarono I due fratelli sul fatto, ma "a loro prigionia durò poco malgrado che il T«™ ^J!T^ttì^^d3é^Su'J& : 'V^no che erlmo^aU esaliti d^Bé^l^ ; ^mùmsta ^livore di Strie anDarténendò \m cristallo rotto nessuno fiatò. L'autorità e e o n e i e a r o o a i , . di P. S. credette a tale versione e liberò i Piovesan. Ma la cosa non si arresta qui. Non contenti d'estere stati liberati, i due fratelli si re■ ra.no alla sede del Fascio ove espongono a modo loro una versione del fatto coll'affermazione che il Berenghi comuniste li odiava e li aveva assaliti e feriti esclusivamente perchè.... militi fascisti. Guardate dove va a enfiarsi il partito ! Invocarono perciò l'Inter«ilio della milizia in loro difesa. Il Fascio, c chi por esso, manda a chiamare il Berenshi a mezzo dell'autorità di P. S., ma Il commissario avverte il prevenuto che non ha nessun obbligo di rispondere a detta chiamata, Il Beronprlii va ugtialmen.te al Fa •scio e nm'e eliene Incog^e \ffevma infatti chp Hppena "orato vld'- nello ~tanza uno .le1 testimoni della rissa i" quale piangeva e vide pure presenti I due fentelli Piovesan con aria tr'onfante che facevano da padroni, l'api subito che le cose si mettevano nuovamente a male. Infatti il Berenghi ha narrato a! processo che da uno degli espnoenti del Fascio o della m!li7Ìa d'allora — oggi residente fuori di Torino - malgrado si trovasse dolorante e col braccio fasciato, fu brutalmente schiaffeggiato. Sempre presenti i Pi-ivesan venne insultato e ammonito. Inr.lire si voleva che esili Armasse una di.iiinrnzione di colpa. Il Berenghi ha aggiunto che inùtilmente, piangendo e implorando, corefi di far capire al Fascio che non era comunista, ma che piuttosto comunisti erano stati i due fratelli Piovesan. Non fu creduto e narra che venne trattenute al Fascio 34 ore. l'seilo. si recò subito dal suo patrono di fiducia, avv. Maccari, il quale si portava quindi dal onestare 7amboni a protestare contro le vloi'enze subito dal suo cliente al "•'ns-io 'ulla semplice denuncia dei due interesSRli e centro la illegalità commessa dalla lOuestura nel rilassarli in libertà dopo averli arrestati in flagranza. Pare che il questore Tsr.ersle /amboni abbia riccnoseluto la fondatezza della nr.nesta. Davanti al giudice inquirente, nel suo in. ierrogatorio scritto, il Piovesan seguitò a scambiare la donna pel fascismo. E l'inter. logatorio comincia infatti con questi accenti: « Berenghi nutre rancore contro di me perchè io sono fascista, della Milizia, e lui è comunista ». Dal processo è stato smentito. All'udienza è risultato invece che nell'anno rosso 1920 (occupazione delle fabbriche) faceva parte delia Commissione interna della fabbrica Ansaldo S. Giorgio. Davanti ai giudici l'episodio fu ricostruito nella sua reale portata; ingiurie minacele e busse per causa di donne. Sul banco degli imputati sedettero tutte tre 1 bollenti giovanotti: i due fratelli imputati di lesioni e minaccie in danno del Berenghi e costui, imputato delle lesioni riportale dai due primi. L'avv. Maccari, difensore del Berenghi, costituitosi Parte Civile, ha stigmatizzato con parola veemente il contegno del due fratelli per la triste versione data dell'avvenuto alle autorità del Fascio e della Milizia e fece la scena che ne segui in quella sede ed chiarì i vari punii della rissa aflerraando che uno del fratelli si feri da sè nella foga di colpire l'avversario, mentre 1) Mar. rino fu lievemente ferito perchè il Berenghi si trovava nella necessità di difendersi. Il P. M. slesso aveva chiesto l'assoluzione del Berenghi per l'imputazione più grave e la sua condanna a un mese di reclusione per le lesioni inferte al Marino Piovesan deplorando che l'autorità di P. S. si fosse attenuta ne! rapporto alla semplice versione dei due Piovesan senza indagare la verità dell'avvenuto e chiese 8 mesi di reclusione per i Piovsan. Il difensore aw. Pavesio ridotta la pugna ai suoi giusti e veri confini, si propose di di mostrare in favore dei suoi clienti la provocazione gTave. Il Tribunale ha mandato assolto II Berenghi dall'imputazione di lesioni gravi in dao no del Piovesan Giuseppe per non avere commesso il fatto e l'ha condannato a 850 lire di multa per quelle Inferte al Piovesan Marino. Ha condannato poi I detti due fratelli a 6 mesi e giorni 20 di reclusione per le lesioni inferte al Berenghi. Presidente avvocato Zanotti; P. M. avv. Scalfaro; Cancelliere Manconi. I sindaci del Elisio contro Dna ii

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