L'Officina Carte e Valori

L'Officina Carte e Valori L'Officina Carte e Valori La penosa situazione degli operai scarcerati Gli otto operai elio erano stati arrestati in seguito alla scoperta deJla 6trana e inspiegabile scomparsa della carta filigranata dall'Officina Carie Valori, come 6 noto sono stati ecarcerati. Ma la loro scarcerazione, come abbiamo già spiegato, non è ancora proscioglimento da ogni accusa, è libertà provvisoria accordata dai magistrati inquirenti In base alile emergenze dedl'istruttonia che non hanno fornito elementi a «urico degli otto inquisito. Ora, questa formula, che dipende certamente da necessità istrutitoriali, che solo i magistrati possono valutare, è causa di una penosissima situazione per questi otto operai. Il funzionario che regge intentaalinente la Direzione dell'Officina alle loro richieste di riammissione al lavoro ha risposto negati vanente, dicendo che l'istruttoria non è ultimata, che gii otto inquisiti sono ancora sotto il peso dall'accusa di corresponsagilità nel reato, e che perciò egli non può né prendere, ine proporre provvedimenti intesi a provocare la loro niammissione al lavoro, essendo essi solo in libertà provvisoria, e che pertanto il provvedimento dejl loro allontanamento dal lavoro dev'essere manitenuto. E, formalmente, il funzionario può avere ragione. Ma è impressione diffusa che se i magistrati hanno concesso la libertà provvisoria agli etto operai e non hanno creduto di prosciorglieirU senz'altro da ogni accusa, ciò sia dovuto a considerazioni di diverso genere, ma delle quali sarebbe ormai quasi certamente esclusa la presunzione di colpevolezza degfli otto scarcerati. Ma intanto costoro sono disoccupati e imessd nell'imposBibiiuià di guadagnarsi il pane. Alla tortura morale di essere stati sospettati e incarcerati, forse soltanto per dare una parvenza di soddisfazione all'opinione pubblica, che reclamava — e reclama c reclamerà — che la luce sia fatta sullo strana'ssiino avvenimento, viene ad aggiungersi per questi malavventurati il tormento materiale della condanna all'inoperosità ed alla miseria! Sono otto famiglio che, dopo l'umiliazione del sospetto e della cattura del loro capo, vengono cosi esposte a privazioni e angustie ben dolorose. Questi operai non possono cercare, ne trovare occupazione altrove. D'altra parte non sarebbe neppure giusto che essi, i quali non hanno mai cessato di proclamarsi completamente innocenti, dovessero ramingare in cerca d'altro lavoro, come rassognati a subire il triste fardello di-eospet.j gettato 6Ulla loro moralità, che essi — e<i 1 loro compagni di lavoro, unanimi — proclamano insussistenti. E' quindi da augurare che da parte di loro che ilo possono furo venga esaminato questo aspetto della situazione cegli otto scarcerati e una sollecita decisione voiiga prosa, nel senso che glii elementi raccolti dall'Autorità potranno suggerire, per modo die la posizione di questi otto cittadlri sia definita in modo preciso. Le richieste del personale f,i Sezione del personale Inscritta all'organizzazione (Sidis) aderente all'Unione del Lavoro si è nuovamente riunita ed ha votato il seguente ordine del giorno: « La Sezione Carte-Valori del SidiSi di fronte al gravissimo ed ingiustificato prov vedimento che colpisce l'Officina e lede 1 diritti fondamentali della maestranza, ma non riesce ad intaccarne la lunghissima tradizione di probità e fedeltà, ancora attestata dal lo attuali indagini della Commissione inquirente, dichiara ohe niuno può ritenere eccessiva la domanda di revoca di un decreto, la cui base di motivazione non reggo, potendosi provvedere allo Stabilimento una sedo idonea anche senza allontanarlo da Torino; rilevato però che le circostanze le quali accompagnano la disposizione governativa lasciano supporre come 6i voglia giungere al trasferimento ad ogni costo ed anche a breve scadenza di tempo; preso atto delle manifestazioni di solidarietà pervenute dalla Confederazione Italiana dei Lavoratori, e dagli on.li Bertone, Marconcini, Buratti e Fino, mentre riafferma intera la fiducia nella propria organizzazione, concreta noi seguenti punti le richiesto minime da ottenersi per tutti quegli operai che non potessero, per ovvio esigenze famigliari, seguire eventualmente l'Officina a Roma: l.o) pensione in proporzione degli anni di servizio, a tutti gli operai anche entrati posteriormente al 31 dicembre 1905, mediante integrazione da parto del Governo della quota occorrente a completare i contributi già versati alla Cassa Nazionale di Previdenza; 2.0) Indennità di buona uscita da versarsi iimneoìatamentc a tutti gli operai che lascieranno l'Officina; 3.o) Facoltà ad ogni operaio di abbandonarq lo Stabilimento, senza pregiudizio alcuno delle suddette competenze, allorché, gli venga fatto di trovare altrove conveniente occupazione; dà mandato al proprio Comitato Centrale di promuovere l'attuazione di questi desiderata, 6ia nell'azione da spiegarsi contro la misura deprecata, sia in quella diretta ad attenuarne, se del caso, le disastrose conseguenze per la maestranza tutta

Persone citate: Fino, Marconcini, Valori

Luoghi citati: Roma, Torino