Deputati, scrittori e giornalisti al processo per l'uccisione di Bonservizi

Deputati, scrittori e giornalisti al processo per l'uccisione di Bonservizi Deputati, scrittori e giornalisti al processo per l'uccisione di Bonservizi (Servizio speciale della STAMPA) Terreno politico Parigi, 22. notte. Anche questa forza giornata rie! processo Rondinini ha minacciato ili condurrò difensori, lesti e giurali fuori di carreggiata; La difesa ha continuato ad impostare Ja discussione e i'inqundnuncnto delle deposizioni sulla presunja ostilità del fascismo verso Ja Francia: ora ò questo un terreno sufficientemente fragile su cui non ò dato muoverai con molla sicurezza. Per fare appello al patriotliijino dei giurati e indurli a una sentenza che suoni condanna dell'attività esplicala in Francia dai fasci, l'avv. Torres ha creduto necessario presentare loro questi ultimi quali altrettanti focolari di irridenlismo e di intrighi contro la Repuhhlica. Ma, cosi facendo, egli in sostanza ha impiccolito e indebolito u posizione della difesa. Articoli del Popolo (VItalia e di altri organi fascisti contenenti attacchi contro la Francia e giudizi non benevoli sulla politica francese non era difficile trovarne e l'illustro forense non ha avuto se non l'imbarazzò della scelta. Spomicilo articoli poco diversi avrebbero )>otuto trovarsi anche su organi di partili diametralmente opposti e non mancò infoiti di esumarne'la Parte Civile, mentre rispettivamente, a cercar bene, im giudice istruttore di buona volontà avrebbe potuto trovare nella stampa fascista dal 1923 in poi non pochi articoli intonati a cortesia c cameralismo verso la Francia, specie, verso quella Francia che, imperando il Blocco Nazionale, tanto lusso di consensi in sostanza ha impiccolito e indebolito la metodi di Governo instaurati in Italia dopo la marcia su Romu. Vero è che, a presentarsi cit; !t restauratori dell'amicizia francese in Italia prima crono stati i fascisti di Parigi durante l'istruttoria, corno ogfri fu ancora il Duca Molzi d'Eri!, e che di conseguenza il fnr giustizia di tale affermazione, per lo meno controversa, ora orinai por la difesa una necessità. Ma vero è altresì che cosi impostata la causa veniva od assumere mi tutta perdita un irritante cnralterc italofrancese assai più adatto a snaturarla che a chiarirla. Ad ogni modo fu questo uno stato ni cose creato dalla materia stessa delle deposizioni a carico; e, come vedrete, fin da oggi, e più ancora ciò si vedrà a misura che alla sbarra sfileranno i testimoni della difesa, appare, la tendenza della discussione a rientrare nell'orbita del fatto strettamente nazionale, di pura politica interna. I lesti citati dalla P. C. confinando ad arte il dibattimento nelle due carreggiate dello qualità personali di carattere e di cuore del povero Eonservizi e dell'apoliticità dell'opera sindacale da ini svolta ;n Francia — carreggiata di cui dopo le rive-' Inzioni avute sulla lotta condotta segretamente a Parigi contro questo fiduciario ufficiale da cekisti più potenti di lui, noti è possibile dissimularsi interamente le seduzioni — hanno costretto la difesa a parate di ripiego. Ma i testi citati da questa ultima, come già si 6 veduto oggi con 'o sviluppo prevalente preso dalle discussioni sul caso Matteotti, ricollocheranno il dibattimento sul suo vero terreno : quello della politica fascista non già verso la Francia, bensì verso l'Italia. Liberato dagli impacci di una diagnostica che potrebbe, oltre tutto, mettere i giurati in una situazione imbarazzante, obbligandoli a pronunziare un verdetto con senso di ostilità verso un Governo straniero colpevole di presunti atti non amichevoli verso il Governo della Repubblica, si prevede che l'avv. Torres non tarderà domani a concentrare lo, sforzo della propria arringa sull'anormalità delle condizioni del vivere creata in Italia dalle persecuzioni fasciste contro gli avversari politici: anormalità che, se non può mai jriustifìcare in questi ultimi il ricorso alla violenza, può tuttavia consentire a un esperto avvocato di spiegare il gesto inconsulto di un isolato, che crede di vendicare le vittime del proprio partito uccidendo l'uomo che gli hanno additato come il rappresentante dell'oppressore e il trionfatore in snolo straniero, in onta al mistico diritto di asilo, dell'organizzazione destinata ad impedirgli di essere un giorno non lontano rifugio sicuro dei suoi compagni di fede. o. P. L'ini gioita TestimonialeParigi, 22, notte. Man mano che ci avviamo verso la Une — pare che il verdetto potrà aversi demani sera — il processo Bonomini assume sempre più il carattere di una riunione politica. Ieri si e parlato più elio altro della Russia; oggi coi testi di difesa, si 6 parlato soprattutto dell'assassinio dell'on. Matteotti con finniche ricordo delle manifestazioni ostili al maresciallo Fayohe e, invece del processo che dovrebbe svolgersi, nell'aula si è fatto piuttosto quello del fascismo. In quanto all'accusato, nessuno saccorgerebbe nemmeno che esista, se di tanto in tanto non si richiamasse ali'attenzione, del pubblico con qualche veemente tirataEsposizione di vignette L'udienza odierna 6 stata aperta alle 18 e rapidamente 6ono Btatl uditi gli ultimi testi di P. C. Il cav. Brunetta, vice-presidente del Comitato delle, scuole, il colonnello Tappi, deComitato militare interalleato di Versaillesdepongono di avere conosciuto il Bonservizidi cui fanno il più ampio elogio per la nobiltà del carattere, il disinteresse, Ja generosità e I'ideaIi6mo. Il capitano Bianchini della Società degli ex-coinbnMentt dichiara che ifascio parigino e fraucolilo. Il difensore Torres fa allora circolare tre disegni pubblicali dal Popolo d'Italia e daSerenissimo, disegni che preconizzano l'egemonia italiana e itajo-spagnuola sul Mediterraneo. Uno di questi disegni ha per leggenda« Lo stesso maro ci bagna, la stessa Francia ci annoia ». L'avv. Gautrat replica presentando altri disegni pubblicati nuli'Avanti! A questa esposizione pone fine il Bonomtnil quale alzatosi dice: — Io ce l'ho coi fascistnon perchè 6ono i nemici della Francia, ma perchè sono i nemici del proletariato. L'avv. Torres rispondendo poi ull'avv. Gautrat, che sottolinea come le diplomazie francese e italiana si trovassero in ostilità ne1014 e nel 1920, fa notare che la francofobia «lei Fascio, di cui ha dato prova con testi e disegui in appoggio, si ò violentementespressa nel 1923 e nel 1964. all'epoca dedramma che oggi è portato dinanzi ai giurati, e che questa francofobia persiste ancora in questi) momento. — E quando i testimoni fascisti, — soggiunge, — vengono qui a dirci che sono glamici della Francia, io rispondo: « No ». Lmone del Governo dell'on. Mussolini soninoltre un pericolo non soltanto per la Francia, ma per tutti 1 proletari e per la paco demondo. .. . lì rappresentante della P. C, ribattendorappresenta invece il Governo fascista animalo da idee di pace. II duca Melzi d'Eril, presidente della Società di beneficenza, con voce commossa, conferma die il fascismo è amico della r rancie elio il suo scopo e diretto al riavvicinamento dello due sorelle latine. Siccome torna in ballo la questione dei asegni, l'avv. Gautrat produce altri disegnfascisti e il rappresentante della P. C. conclude dicendo che le considerazioni politichnon debbono entrare in un affare in cui solun delitto è da giudicare. Questa osservazióne conduce ad una replica dell'avv. Torres, il quale afferma: — Sono i fasci.~li stesti, si dice, che hann a e dichiarato In istruttoria che erano amici delia Francia e cl« chiedevano giustizia ad un paese amico. a questa affermazione rispondo: « e' una bujfia poiché i fasciti!i 6ono i nemici della Fxanciu. e 60gna una politica di espansione contro di noi ». e per un pezzetto si discute ancora su questi temi contrari. Il segretario del Sindacato dei corrispondenti italiani in Parigi depone sull'opera piena di moderazione e di tatto valicata dal Bonservizi nella direziono del Fàsci in Frància e dice la 6lima e l'amicizia che per lui avevano tutti i corrispondenti italiani di Parigi, anche quelli che militavano in campi diametralmente opposti e il rimpianto sincero che Ja sua tragica fine ha lasciato in tutti i colleglli. Finalmente il conte Pellai!, succeduto al Bonservizi nella carica di delegato generale del Partito- fascista fri Francia, dice egli puro quanta fosse Ja lealtà e Ja generosità del Bonservizi. Poi si «piega siill'aztonn svolta dal Fascio di Parigi, conformando che questo si astiene da qualsiasi azione politica. Avendo un giurato cliiesto al testimone se fi Fascio di Parigi non avesse- mai ricevuto sussidi dui Governo italiano, il testimonio rispondo die, a sua conoscenza, non ne sono mai giunti. L'avv. Torres legge certi estratti da cui risulterebbe che somme importanti sarebbero stato consacralo dal Governo italiano alla propaganda fascista all'estero. 15 qui tutti i testimoni a caTlco sono esauriti. e' ora Ja volta del testimoni di difesa. TI primo è un mutilato di guerra, amputato di una gamba; il secondo un ex-combattente, abitante a PozzoJengo, patria del Bonomtni. A domanda dell'avv. Gautrat i testimoni dichiarano di non aver mai avuto conoscenza die dei fascisti si fossero abbandonati a violenze contro il Bonomtni. Una controversia mimata si determina fra gli avvocati delle duo parli sulle condizioni nello quali una commissione rogatoria ò stata inviata a Pozzole.ngo. Altro testimene a difesa, certo Flntdori, è venuto da Tunisi per far conoscere Ve mene dei Fasci in Tunisia: dimostrazioni con camice, nere, comizi violenti, fllms cinematografiche tendenti all'annessione della colonia all'Italia Un altro italiano, Zamtoni, depone circa violente fasciste commesso a Pozzolengo. Mussolini e Matteotti e — a ù e i o l i o l e i l l , , a l e l : a ni i a unl a e e el ungli e o nel o, iena atni nhe lo eno secondo un giornalista belga E' poi la volta di un deputato belga, Pierard, redattore del Pcnplc di Bruxelles e con Jut entriamo nell'affare .Matteotti polche egli aveva conosciuto tanto quest'ultimo, quanto Fon. Mussolini. — E' l'on. Mussolini — dico in sostanza il testimone — che ha costretto il socialismo alla violenza, indi ha abbandonato i suoi amici socialisti che oggi perseguita. Ho conosciuto Mussolini in occasione dei disordini di Ancona nella primavera del 1914. Egli pronunziò allora un discorso estremamento vio lento ed incitante alla violenza, l'ho poi rivisto quando 11 colpo di stato fascista stava preparandosi. La milizia fascista, pagata dai grandi industriali e dai grandi commercianti, si opponeva all'esercito regolare. Ma, gra zje ad essa, una minoranza riusci ad impa dnonirsi del potere ad esercitò ««dell rea zioni contro i moderati. Trovandomi a Milano e a Roma al momento del colpo di Stato, ho visto coi miei occhi certe violenze che mi diedero una idea di quello che ha dovuto avvenire nelle cittadine e nelle province. Con un amico americano passavo per 11 corso, quando una banda di fascisti con gagliardetto nero passava. Due fascisti si impadronirono del cappello del mio camerata e lo calpestarono. Tutti e due, per poco, non fummo malmenati dallo camice nere. 11 testo dico poi di avere intervistato Mussolini, il quale gli disse: — « Hanno voluto (i fascisti) un Governo forte. Essi l'avranno anche se questa forza dovesse esercitarsi contro gli stessi fascisti ». L'on. Mussolini voleva dire con questo che egli intendeva far rientrare i fascisti selvaggi, scatenati, crudeli nell'ordine. Ma Ahimè! Egli non fu padrone delle Bue truppe. Mancò di autorità. I ras, i piccoli capi fa«cisti delle province sono padroni nel loro cantuccio e sono essi che esercitano violenze terribili in parecchie citta. Il testimone rivolge poi un commosso ricordo al deputato Matteotti che ha conosciuto intimamente e che, dice, gli espresse il presentimento che aveva della sua tragica tipe. , A una contestazione dell'avv. Gautrat, il quale fra l'altro gli osserva che mentre credette di andare in Italia a fare una inchiesta sull'assassinio dell'on. Matteotti, 6i astenne dal farlo per l'assassinio dell'on. Casaliul, ciò che potrebbe Indicare che attentati contro i nemici del fascismo lo interessano, mentre quelli esercitati contro 1 fascisti non sono per lui che semplici fatti di cronaca, il testimone conclude con questo giudizio sull'on. Mussolini: — L'on. Mussolini veniva da lontano dall'estrema sinistra del socialismo rivoluzionario. Era il mono qualificato per dirigere una reazione in Italia o mi chiedo se una tale voluttà nel rinnegare non abbia potuto provocare in animi semplici come quello dell'accusato sentimenti di rivolta che hanno potuto spingerlo a commettere un atto di violenza che riprovo, ma che bisogna tentare di spiegare. Un giornalista francese Un giornalista francese, Emanuele Bourcier, che ha compiuto in Italia una inchiesta sul' fascismo e sulla morto dell'on. Matteotti, ! depone che in Italia un fascista gli fece ca1 plro che vi era per lui, francese, un pericolo di morte a portare la Legton d'Onore, II testimone accenna poi alle dimostrazioni ostili di cui fu oggetto la missione militare francese presieduta dal maresciallo Fayolle. L'avv. Gautrat gli fa osservare che queste manifestazioni non vennero compiute sotto il Governo dell'on. Mussolini, 11 quale non può quindi esserne reso responsabile. Il teste, continuando, dice di avere incontrato grandissime difficoltà nel compimento della sua missione di giornalista. Le bocche arano chiuse per 11 terrore, 1 telegrammi vistati dalla censura italiana, oltre l'Impossibilità assoluta di avvicinare l'on. Mussolini Infine venne avvisato ufficialmente ohe avrebbe fatto bene a lasciare l'Italia al più presto possibile, 66 teneva alla sua sicurezza. « Un accidente è cosi presto arrivato » gli fu dotto. Viene poi udito l'on. Blum, deputato di Parigi, il qualo fa una critica severa del taoismo, che dice essere il disordine organizzato. Il testimone fa una narrazione «'kiiàe circostanze nelle quali l'on. Matteotti venne ucciso dai fascisti. — A Roma — egli dico — 1 deputati sociolieti non potevano riunirei. L'on. Blum riprova la violenza, ma dice al giurati, che essi debbono chiedersi, «si che hanno fra le mani la vita di un uom se le azioni dei fascisti non hanno potato determinare il gesto di Bonomini. L'avv. Gautrat ricorda ancora una volta gli atti di crudeltà che egli mette a carico dei comunisti, e ricordando che il teste ha dichiarato di approvare i sistemi di Mosca soggiunge che egli approva la violenza quan do è esercitata a carico degli avversari, ma la riprova quando viene esercitata contro suoi amici. Uni frate di Matteott: "Comunismo e fascismo un'unica cosa,Blum ricorda poi che l'on. Matteotti, quan do lo vide per l'ultima volta, gli disse: ■ In Italia comunismo e fascismo sono la stessa cosa ». — E infatti — soggiungo Blum — VI è confusione fra 1 due partiti tanto dal punto di vista dei metodi quanto dal punto di vista dello persone. L'avv. Gautrat dico che il fascismo 6 stata una risposta alle violenze comuniste del 1920 a cho la marcia su Roma è stata decisa dopo Il Congresso dei 6 ottobre 1922 quando socialisti e comunisti decisero di unirei). Il teste risponde: — E' inesatto: il fascismo è stato uno sfruttamento metodico fatto dalle grandi ditte, dai grandi industriali, dalle banche: si potrebbo dire che ò stato un'impresa fondata quasi per azioni. Il fascismo è stato pagato dai grandi interessi, di cui ho or ora parlalo e elio lianno reclutato ed equipaggiato dei soldati smobilitati per ridurre alla ragiono i sindacati agricoli e le cooperative che costituivano un pericolo. I! regime del fascismo è stato agrario c locale. Prima della solita sospensione si lia un nciderne. Il difensore Torres, che vorrebbe terminare oggi l'esame testimoniale, si lagna cho Ja P. C. prolunghi il dibattito con coninue contestazioni, L'avv. Gautrat dice che a difesa ieri moltiplicò le contestazioni al esti di P. c. senza che questi protestassero, e siccóme il dibattito non devo degenerare n discussione, politica, rivolto al teste dice: — Avete conosciuto Bonomini ? No. Bonservizi No. Tutto quello che avete detto è allora politica e non riguarda questo processo. Con questo sistema iwtremo spicciarci. Fra il pubblico si ode un mormorio di approvazione e qualcuno applaude rumorosamente. Le guardie espellono due irrterruttori uno dei quali è un giornalista italiano, certo Esposito deìVItalic Novvelle. Pugilati nei corridoi Sospesa l'udienza, come de] resto avviene ogni giorno, là foJJa si riversa nei corridoi, ma gli animi 60no sovreccitati e tra fascisti e antifascisti avviene uno scambio di botte. Le guardie vi pongono fine, procedendo ad alcuni arresti clic però non saranno mantenuti. Itiprcfla la sodata, quando viene introdotto il deputato Longuet Ja calma è ritornata nell'aula. Il deputato Longuet con voce forte dico cho prima della guerra J'on. Mussolini rappresentava nel socialismo Ja violenza e l'intransigenza, mentre ora è contro quelli cho sono rimasti fedeli allo loro opinioni. — Il fascismo — egli dice rappresenta un pericolo permanente del paesi. L'avocato Gautrat protesta. A domanda della difesa, Longuet dico di disapprovare la violenza, ma ammetto che il Bonomini può essere stato spinto al suo gesto da un senso di rivolta. In ogni modo non è stato mosrio da basso ragioni. L'avvocato della P. C. ricorda cho quando venne conclusa la terza internazionale, il teste pronunciò a favore dei metodi di Mosca un discorso rimproverando anche a lui, eoe al tosto di disapprovare la violenza quando colpisce gii. amici —e di disapprovarla quando essa sì esercita contro gii avversari. A questo-punto l'accasato si alza e rivolto at giurati dice: — Come tutti gli anarcliici, ero anch'io fra i difensori poù accaniti della rivoluzione russa , ma in Bussia anche questa come le altre rivoluzioni, lia Unito por opprimere iproletariato. Il Bonomini parla concitatamente, cosicché la maggior parte delle sue parole sfuggono all'uditòrio. Si sente fra l'altro dire elle l'anarchia è una cosa ideate ed altre frnsl del genere. Infine termina dicendo cho egli nonl'aveva con Bonservizi, ma cho sono 6tati doluti del fascismo a armargli la mano. Un altro giornalista francese, Leone De veze, direttore del Savoiardo di Parigi viene alla pedana. Esordisce ricordando le manife stazioni ostili contro Ja missione francese presieduta dal generale Fayolles pe rpassare poi a quella che egli chioma «le mene imperiaste o annessioniste del fascismo ». Dice daver saputo che l-i mesi fa l'on. Mussolinaveva rivendicato la Savoia e die si spianassero le fortezze cho si trovano contro il versante italiano. Sembra che volesse anchNizza e Tunisi. Ma Poincaré si oppose con grande energia ed allora l'on. Munssolini non insistette. De Unamuno Ora depone Miguel De Hunamuno. R proscritto volontario spagnuolo, richiesto qualripercussioni il fascismo ha avuto sulla cvIHA e quali gli effetti avuti in Spagna, rsponde clie il fascismo è nato in Spagna precisamente a Barcellona, durante la guerra. Fu poi trasportato in Italia. Il teste parldelle lotto che i sindacati liberi avevano ingaggiato a Barcellona contro i sindacati operai, lotte sostenute con l'appoggio della borghesia per far assassinare il proletariato, coIl beneplacito e l'aiutò del Governo. sovrattutto in Spagna si assassinano deputatcome si è fatto In Italia con Matteotti. Torres difensore, ringrazia il teste senzchiedere niente altro. Ma l'accusato, alla rituale domanda del presidente se non abbiqualche cosa da osservare, si alza e dice con forza : — Il regime fascista è responsabile di tuttquanto viene internazionalmente. Con il teste Caporali, segretario delle organizzazioni operaio italiane, in Francia, si huna violenta.-.critica dell' « abboniinevole regime fascista » con relatica narrazione dassassini!, violenze, ecc. A domanda della difesa parla dell'attività fascista in Francianonché della parte presa dal Fasci nell'organizzazione dell'emigrazione clandestina iFrancia. A domanda dell'avvocato di difesil testo parla anche della venuta a Parigdel Dumini. A questo punto scoppia un vivace battibecco fra P. C. e Difesa, la quale vuole far ricadere su Mussolini la responsabilità dell'assassinio dell'on. Matteotti, facendola risaliral discorso che Mussolini pronunziò a Montecitorio cinque giorni prima del ratto del deputato unitario. Ne viene una lunga ed animata discussione nel corso della, quale l'avvocato Torre? parla del generale De Bono, dFinzi, di Rossi, di Nabli, finché il Presidenteinvita l'avvocato ad astenersi dal giudicarla politica di una nazione estera. Il teste Pasceronl di Nizza depone sull'attvità del fascio in quella città. Per abbreviare il dibattito l'avv. Torredichiara di rinunciare a tutti i testi di difesohe ancora rimangono, ad eccezione del colonnello Rlcciottl Garibaldi e d?lla signorSeverlnl Picciotti Garibaldi U colonnello Rlcciottl Garibaldi, al qualla difesa chiede cho cosa pensi del fascisme se è vero elio il regime fascista recluti suoi aderenti tra gli amici di Francia, funa deposizione molto misurata, ripetendsu per giù quello che egli ha già dichiarato al momento del processo contro l'anachico Castagna, l'uccisore del fascista IesAggiunge che il fascismo ha certamente undeplorevole ripercussione in Fi-ancia, dovaffluiscono gli emigrati clic hanno volutsottrarsi alle violenze di cui erano oggettDice poi che, recatosi dopo molto tempin Italia por assistere ai funerali del padrvolle rendersi conto di quella che veramente era Ja situazione, e vi trovò amici elierano realmente oppressi. L'avv. Torres gli chiedo se crede che, datquesta situazione, il gesto compiuto da Bonomini possa considerarsi come la rivoltdi un oppresso. Il colonnello Garibaldi si dichiara contrario ad ogni violenza, afferma di non potedire a quali moventi il Bonomini abbia ptuto obbedire per Compiere il suo gesto. Pusoltanto dire che trovandosi spesso a contatto con numerosi operai li ha trovati macontenti ed esasperati per aver dovuto abandonare la patria. Il rappresentante della P. C. rivolge ateste alcune domande allo quali il teste rsponde cho egli si è inscritto ai Fasci dcombattimento nel 1915 o che, con Mussolni, parlò poco della Francia ma molto invco dell' intervento dell'Italia al lato dellFrancia. Fra l'attenzione generale entra poi la sgnora Scverine, Ja valorosa scrittrico, chpronuncia con voce esile, che soltanto 1 pvicini possono udire, una requisitoria contril fascismo ed, obbedendo all'impulso del sucuore generoso, pronuncia una eloquente dfesa in favore, essa dice, • di questo ragazo che ha avuto il torto di uccidere, ma chcome tutti gli individualisti, non ha avunessuno per fermargli la mano ». La P. C. non rivolge alla teste alcuna cotestaziono ed allora il Presidente toglie seduta e Ja rinvia a domani per la requistoria « le arringhe.