Pellegrinaggio alla salma di France

Pellegrinaggio alla salma di FrancePellegrinaggio alla salma di France Illustre folla a villa Said Proparativi par i funerali p p(Servlilo speciale della «Stampa») Parigi, 17. notte. Dalle nove di stamane alle diciotto, la popolazione parigina è stata ammessa a sfilare innanzi alla salma di Anatole Franco, ed una moltitudine ò passata reverente davanti alla bara che scompariva sotto una montagna di (lori. La camera ardente era stata proparata nel grande salone che recava come unica decorazione funeraria un baldacchino nero ed argento. Il grande lampadario acceso era avvolto di crespo nero. Null'altro, poiché la famiglia volendo che fosse mutato il meno possibile l'aspetto dei; a dimora che il Maestro amava tanto e nella quale trascorse lunghi anni, aveva fatto togliere ieri poco prima che la salma giungesse dalla Bechellerie, i panneggiamenti che erano già stati posti nell'anticamera e nei corridoi ed i candelabri che erano già. stati portati. Davanti alla villa Said un esercito di fotografi e di cinematografisti aveva preso posto fin dalle prime ore, per cogliere al varco i personaggi più notevoli. Un rigoroso servizio d'ordine aveva dovuto essere stabilito per incanalare la folla che cresceva ad ogni momento. Una comune emozione univa tutti i cuori. Sulla tavola stabilita nel vestibolo d'entrata, accanto alla vetrina che racchiudeva una magnifica collezione di statuette di Tanagra, orgoglio del Maestro, erano stati posti dei registri su cui gli intervenuti si firmavano. I fiori di D'Annunzio La vts'ta di Doumergue e di llerriot Fra i primi a giungere furono l'ex-presidente del Consiglio Briand; quasi tutti i membri dell'Accademia, personalità del mondo politico e diplomatico. La Principessa Giorgio di Grecia e Gabriele D'Annunzio avevano fatto portare due magnifici mazzi di orchidee, crisantemi e rose. Gabrielo D'Annunzio aveva unito una lettera nella quale in termini commossi esprimeva alla signora France le sue condoglianze e la sua afflizione. Alle 13, terminato il Consiglio dei ministri, Herriot, accompagnato dal ministro della Marina e dal segretario generale della Presidenza del Consiglio, giunse a Villa Said. Herriot rimase qualche momento in meditazione nella camera ardente intrattenendosi col nipote dello scrittore ed amici della famiglia. Dopo alcuni minuti Herriot si ritirò. Gli altri membri del Gabinetto giunsero alla loro volta poco dopo. Alle 14,30 giunse il Presidente della Repubblica venuto a presentare le sue condoglianze personali. Fra l'affluenza degli altri visitatori Gastone Doumergue si fermò per qualche istante davanti alla bara, dopo di che si recò nella sala vicina dove si trattenne per qualche istante colla signora France. Il nipote dello scrittore accompagnò il Presidente della Repubblica fino alla vettura, mentre la folla improvvisava una dimostrazione di simpatia al capo dello Stato. Alle di ciotto precise la porta è stata chiusa con disillusione di moltissime persone che ancora aspettavano per entrare. Vegliata dalla vedova, dai famigliari, e dagli amici, la spoglia mortale di Anatole France passerà l'ultima notte nella dimora che lo scrittore aveva prediletta. I funerali solenni saranno celebrati domani. Sul Quai Malaquais un catafalco verrà eretto presso la casa in cui nacque 11 Maestro. Delle tribune sono state erette per il Presidente della Repubblica, i presidenti della Camera e del Senato, i membri del Corpo diplomatico. In altre tribune vi saranno le delegazioni delle Facoltà universitarie, scuole, stampa, rap. presentanti di società e gruppi. Un altro recinto verrà riservato alle musiche ed ai cori. Pochi saranno i discorsi. Questi saranno pronunziati da Lecomte, a nome della Società dei letterati, da Hannotaux per l'Accademia francese, da Francesco Buisson per la Lega dei Diritti dell'Uomo, da Painlevé, presidente della Camera ed in suo nome personale, e dal ministro dell'Istruzione, in nome del Governo. II corteo si dirigerà poi al cimitero ^di Neuilly, passando per piazza della Concordia ed i Campi Elisi. L'amicizia di Caillaux e di Clcmenceau Alla solenne cerimonia di domani assisterà anche l'ex-presidente del Consiglio Caillaux. Questi, che era un amico personale di Ariatole France, ha chiesto l'autorizzazione di recarsi a Parigi per assistere ai funerali a il Governo si è affrettato ad accedere a questo desiderio. Anatole Franco aveva per Caillaux una profonda simpatia e nel tempo stesso una grandissima ammirazione per il suo genio di uomo politico e di finanziere. Accadde spesso, dopo il suo ritiro dalla vita politica, che l'ex-presidente del Consiglio passasse qualche ora presso Anatole France nella sua vecchia dimora della Bcchellerie e ogni volta i due non tardavano a parlare di politica, poiché Caillaux amava discutere col Maestro dei problemi e delle questioni del pensiero. Una volta durante una di queste discussioni amichevoli Anatole Franco pronunciò il nome di Clemenceau. Caillaux ebbe subito un sussulto e fece un gesto di malumore. Allora Anatole France, rissando su Caillaux il suo sguardo pieno di bontà e di infinita misericordia gli disse : — Voi volevate or ora essere, mio malgrado, un mio discepolo. Siatelo questa volta, ve lo chiede, e sappiate sorridere. Fa cosi bene! Poiché Anatole France amava molto anche Cleraenceau, il quale lo ricambiava di pari affetto. Quando si incontravano a pranzo, in ima casa amica, era per entrambi una glande gioia. Ciò avveniva prima della guerra. — E' un incanto essere accanto a lui, — 'diceva Anatole Franco, esultante per i motti e le boulades con le quali il Tigre infiorava la conversazione. Clemenceau aveva da parto sua grande ammirazione per France, il quale professava a sua volta per il talento di scrittore di Clemenceau •una grande stima eo esprimeva i suoi sentimenti di ammirazione per uno dei suoi racconti: La Roulotte e per la prefazione idi Grand Pan. — Si, — diceva France, — la letteratura il suo violino di Ingres come la politica fu qualche volta il mio. Soltanto debbo riconoscere che egli è violinista migliore di gucllo che io. lo sia. Come giudicava Briand e Herriot Anatole France provava anche per Briand sentimenti di ammirazione, talvolta però un po' sardonici. Allora non era alieno dal considerarlo rome un prestidigitatore e sotto questo Utolo lo divertiva molto. Anatole France raccontava volentieri l'aneddotlo seguente: « Una volta Briand era olla tribuna, ansioso di ottenere ut vote rial quale dipentìova la sua esistenza ministeriale. In terfa'.ni infiammati egli si rivolgeva all'as¬ semblea, che sentiva ancora un po' restia, e, battendo dei grandi pugni sulla sua cartella straordinariamente piena, esclamava : / «— E se voi volete vedere delle prove di quello che io dico, sono pronto ad offrirvelo. « — No, no. — rispondevano gli uditori inquieti e nel tempo stesso arresi. « Briand riportò quella volta uno dei più bei successi della sua carriera. Alla fine della seduta Briand confidò ad uno dei colleghi di Ministero- « — Per fortuna che mi hanno preso in parolai — E, aperta la cartella, mostrò che questa non conteneva che dei vecchi giornali ». Anatole France aveva anche simpatia per Edoardo Herriot. ma politicamente non lo amava. Lo trovava troppo pallido, troppo tiepido, troppo... reazionario. Quando gli parlavano dei suoi libri, delle conferenze e della cultura dell'autore di itadame Iìecamicr, diceva volentieri: — Herriot non avrà mai stilo, egli ama troppo gli infiniti : agire, creare, volere... e... sovratutto parlare, — aggiungeva sorridendo.

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