La deliberazione della "destra liberale"

La deliberazione della "destra liberale" La deliberazione della "destra liberale" a ventina d'intervenuti., tra cui Sarrocchì e Casati - Premesse liberali e conclusione collaborazionista - indipendenza de! mandato parlamentare e intangibilità delle istituzioni - " Confidano nell'opera del Governo per Sa pacificazione, la repressione delle violenze, l'assoggettamento di tutti i Partiti alia legge ,, - Costituzione di un "Gruppo liberale nazionale,, in Parlamento. Roma. 13, notte. Sarebbe esagerazione attribuire valore assoluto alla, odierna dichiarazione sostan- ziahnentc ministeriale dei deputati di ile- jstra. Anzitutto il numero dei presenti (cioè jappena una ventino fra senatori e depu- tati) è troppo esiguo> per poterei considera- e la sanatoria data oggi all'opera del ministero come il pensiero"dell'intera destra liberale. Troppi erano gli assenti. Così, anche se non vi furono discussioni contrastanti, e. lecito però ritenere elio la corrente ministeriale di destra oggi prevalsa, non significa tutta la rappresentanza parlamentare del Partito liberale. Quello di oggi non è stato infatti clic un abile acromoda mento trovato in seguito al desiderio comune di evitare un fatto spiacevole, e forse pieno di conseguenze, come la temuta e prospettata, scissione del gruppo parlamentare. A questa scissione, forse imprudentemente, preferiva giungere il Ministero, ma all'ultimo momento ha trionfato ed ha prevalso la tendenza conciliativa patrocinata dall'on. Salandra, Quest'ultimo ha indubbiamente contribuito aila soluzione sostanzialmente conciliante della vertenza. Può sembrare, infatti, n prima vista, un paradosso, od è invoce niente altro che la verità : tutti possono dire di aver vinto nella battaglia di stasera. I ministeriali possono vantarsi vincitori, perchè l'ordine del giorno volato non soltanto parla di « benemerenze » del Governo nazionale, ma, nuche perchè, con esso, i parlamentari prs'senti deliberano di continuare la loro li-aio adesione al Governo. Gl'i oppositori, affermatisi in così imponente maggioranza a Livorno, possono a loro volta affermare di veder rispecchiate nell'ordine del giorno votato o.grri daila destro, le aspirazioni formulale dall'ordine del gior no Pedrazzi, Infine di oggi — che si dice dovuto al pensiero dell'orli Salandra — tutte le tesi costituzionali sono salve. In esso è infatti riaffermala la piena indipendenza de! mandato parlamentare, l'intangibilità delio Statuto, la necessità della normalizzazione e de] pieno rispetto del fascismo alle leggi. Nell'ordine del giorno è persino proclamata la necessità del .ritorno degli Enti locali alla vita normale, facendo cioè cessare gii abusi che hanno accompagnato due anni di governo fascista. Gli opposi- , ìioil'.-irrìino .rimm.-i I 'tori .lei Minuterò niwnm dire nprtanto 1 , M„"'5i: °,p°_2n:.-_V J,:.l _°'l cile la giornata di oggi non è stata par essi cattiva. Che avverrtì ora? Per il momento la conseguenza visibile è questa: In scissione del gruppo parlamentare di destra è evitata, il che è certamente un bene, poiché nulla sarebbe apparso più doloroso e pericoloso che. la sr: Mone del Partito liberale ti beneficio del fascismo 11 Congresso iti Livorno viene a mancare così, a dir vero, di quello sviluppo logici' e di quella inesorabile finalità, che a prima vista avrebbe dovuto avere; ma non bisogna credere, peraltro, che In deliberazione conciliante di oggi sia destinata ti. rimanere senza conseguenze. Essa costituisce ancora lina volta una prova di (inolio spirito di adattamento proprio degli ambienti parlamentari. Ma se gli inquilini di Montecitorio so,no distinsii, pei' amor di pace, a non darò eccessivo seguito all'atto di accusa di Livorno, il Paese non ha però dimenticato questo atto di accusa. Il grande Partito liberale, che ò poi, con o senza la tessera, la grande maggioranza dei cittadini italiani fedeli alle buone tradizioni politiche, si è associato alle deliberazioni prese a Livorno. Non le dimentica e ne richiede l'esecuzione al parlile fascista. Ciò senza contare che anche una parte (orrci assente) del gruppo di destra, è rimasta di id r,ben diverse da quelle affermate nell'insa- Ulata russa accettata come odierna aenbe-|razione-dai deputati di destra ìninisleriu- !li. Tanto ministeriali, che alla riunione Isino credute di intervenire i mi- II 12 novembre come annros- li u noveinDre, come appura •Si iV?.. • r -V'Na au" hanno pers nistri fiancheggiatori, on. li Sarrocchi e Casali, che dal voto di Livorno erano stati chiamati in slato di responsabilità. La Direzione del Partito liberalo italiano — sebbene l'ordine del giorno di oggi sia piuttòsto distante dalle sue proposte di Livorno, — non farà senza dubbio opposizione alla soluzione conciliativa, buona per tutte le idee, per lutto le tendenze, per tutte le sfumature, deliberata questa sera. Intanto il Governo si avvia, più o meno pacificamente, ver&c la riapertura della Camera, fissala nel Consiglio dei ministri di oggi per simativamente nuncìato a Milano. 11 Ministero si prepara alla ripresa parlamentare con una serie di provvedimenti iniziati oggi con le Beliberazioni per il caro viveri. Questi provvedimenti non hanno prodotto impressioni notevoli perchè rimangono nella sfera delle misure ordinarie di tal genere. Creare, come si è fatto oggi, una commissione nazionale di funzionari e di cittadini per frenare l'aumento ormai vertiginoso del costo della vita, e specialmente dei generi di prima necessità, non vuol dire sicuramente risolvere un problema così grave. Il fascismo avrebbe dovuto ricorrere a suo tempo a mezzi più eroici e meno empirici per sanare una piaga insopportabile. Ad ogni modo, l'opinione pubblica prende alto specialmente dei provvedimenti minori oggi deliberati, mostrando di aver più fiducia ir. essi che nella creazione di una Commissione, macchinoso organismo che andrà a raggiungere, quelli congeneri già esistenti. La creazione del pane popolare a prezzo più limitato, lasciando libere il prezzo del pane di lusso, viene giudicata abbastanza favorevolmente. Altrettanto i provvedimenti per le carni congelate. Mancante della promessa semplicità viene ritenuto il programma della celebrazione della marcia su Roma stabilito dal Gran Consìglio fascista. Come era inevitabile la manifestazione del 28 ottobre avrà soprattutto carattere politico. CESARE SOSRERO. !» La riunione e Roma, 15, none.. La riunione dei liberali di destra, deputati r senatori, ha porlulo oggi una certa animazione a Montecitorio. La riunione ha avuto ir- zio alle ore Iti e termine alle 19,30. Su di osa «• stato diramato il seguente comunicato iifffcittle, « N'Ha sala del primo ufficio di Muniecitorio, i=o;to la presidenza dcll'on. Antonio Salandra, si sono radunati: i senatori Melodia, Spirito, Mariotti., Orlando, Colonna, Rei Carretto, Camerini, Indrl, Casati; i deputati j Riccio. Codacci-Pisanclll, Ducos, Foschini, j \aleiiim . Alice, Cacciatigli. Celesla, Venino. Pavonce!::, pe Capitoni, Di Mirano:!, Viale, Nunziante. Aldi-Mai. ì),- Grecie, Renni, .Mazzini. Broeiiàrdi, l'osti di Vnhninutn. ile Martino, Marescalchi, Ccrc-mlecu, goiml, Milani Giovanni, Fontana, Sniidrint, Sarrocchi, Petrillo. Hanno dichiaralo la loro adesione i senatori Bassano, Cappa, Callaini, Fratellt- j ni, Uomanin-Jacur, Marghieri, ecc. I ministri j Sarrocchi e Casati ed il sottosegretario Ce-1 1es!a ;,am,0 dichiarato di astenersi dal par-1 "teclpare alIft discussione ed al voto. Dopo1 ainpia discussione l'adunanza ha unanbnente votato il seguente ordine del giorno: « I senatori e deputati, adunati sotto la « presidenza dcll'on. Antonio Salandra, af< lermamio la loro piena indipendenza nel« l'esercizio del mandato parlamentare; con« siderando intangibili le istituzioni fondati incutali sancite dallo Statuto del Regno; « confidando che il Governo, alle benone« renzo per il prestigio dell'Italia all'estero, « per la ricostruzione economica e flnanzia« ria, per l'elevamento patriottico degli ani- • mi. vorrà e saprà aggiungere un'opera • sempre più assidua, ed intensa di compie» la pacificazione all'interno, di repressione a d'ogni violenza, di rigoroso assoggetta- ■ mento di tulli i partili alle leggi e di riti tomo degli Enti locali alla itila 7iormale; o ritengono che sia nell'interesse del Paese n perseverare itc'Ia loro leale adesione al « al Governo nazionale, del quale fanno par« te insigni assertori dell'idea liberale, e com sliìuirc in Parlamento un gruppo liberale ■ nazionale, che a Queste finalità uniformi « la sua azione ». Come si è discusso Siamo in grado di trasmettervi alcuni più precisi particolari sulla riunione odierna dei liberali. L'on. Salandra ha aperto la discussione ed ha riassunto gli scopi della medesima. !ir,rli ha detto: C'è un ordine del giorno votato dal par, lito, l'ordine del giorno Pedrazzi votato a Li I voi'iio dal Congresso. Ora si tratta di 6apere 'quale atteggiamento devono assumere di fronte u questo ordine del giorno i parlamentari liberali di destra ». L'oratore si riserva di esprimere alla Ano della discussione il suo pensiero. Prende la parola l'on. Sandrinì, il quale dice: « 11 Congresso ha rivelato una organizzazione del partito salda, almeno formalmente. E' corto che la maggioranza si è affermata di tendenza a sinistra, conio è apparso dai discorsi Boeri, Beloni, Soler!. Comunque, l'uscita dei destri —- sinistri e destri esistono in tutti i partiti — avrebbe delle ripercussioni di cui occorre tener conto ». 1 11 senatore Arlotta si dichiara favorevole all la scissione e svaluta le deliberazioni di Livorno. Propone che i parlamentari si stac¬ chino dal partito per dar vita ad un gruppo parlamentare liberale indipendente, così «ila Camera come al Senato. Propone che il gruppo sia chiamato Gruppo parlamentare liberale nazionale. Riccio vorrebbe elio la Destra si staccasse dal partito, così per ragioni politiche, come per ragioni di dignità. 11 Congresso dì Livorno è stato di tendenze sinistre nettissime. -1 destri sono oggi tollerali. Non si dissimula le ripercussioni che una secessione avrebbe sul partito. Non crede che vi siano ragioni tali da far passare in seconda linea le questioni sostanziali politiche e di dignità che militano in favore della scissione. Si associti pertanto alla proposta Arlotta e propone un ordine .del giorno, che e poi quello approvato, con in più una assai recisa affermazione ifi indipendenza del partito. L'on. codacci Pisanelli 6i associti all e-.dichiarazioni di Piccio e albi proposta Arlotta, scagliandosi contro le deliberazioni di Livorno. L'on. Mazzini è decisamente contro la scissione, rtnceoninnda la. calma più serena e prega i colleglli che non scambino, per ragioni ed argomentazioni politiche, i propri dissensi o le proprie delusioni personali. Egli poi così prosegue: <■ I rancori non sono idee. Qualcuno ha filtro carico .al Piemonte di aver.portato al Congresso dei delegati con tendenza di sinistra. Ora bisogna ricordare che ì liberali piemontesi sono sempre andati d'accordo coi democratici nella lotta conìro i sovversivi, sin da quando il fascismo non era sorto. Furono i , liberali democratici che impedirono la cori U,is1a socialista del Comune di Torino» | Parlano infine numerosi altri oratori, i ! q.tnli si associano alla, proposta Arlotta e al I l'ordine del giorno Riccio. Arlotta propone P,ero,c»c sia mitigato l'ultimo comma del- - ralc 1,i|lli"1o. l'ale unita e del resto auspica (ft p(iesg ., q|m)R vuo]fl c,,0 una for?,a " d'ordine e di equilibrio, interposta fra le a a i e l a i l a e e a e, i r l à l'Ordino del giorno Riccio che conteneva, come abbiamo detto, l'affermazione di indipenza in maniera troppo recisa. L'on. Salandra aderisce alia richiesta Arlotta, avvertendo elio il gruppo deve avere una fisionomia lutiti propria. L'ordine del giorno Riccio 6 così messo in votazione colla variante deliberata. li commento dell'offrano liberale Il Giornale d'Italia, uscito stasera a tarda ora, in quinta edizione, rileva la grande Importanza della riunione e 6Crive: « E=so risponde al nostro duplico concetto di operare per la normalizzazione e di mantenere integra l'unità del Partito libo- i ao i a, | patria • ri , o. e, zni fazioni contrastanti, contribuisca potente mente ad assicurare il ritorno alla normalità. La decisione risponde inoltre all'interesse del partito liberale, che da una divisione avrebbe a soffrire nella sua efflcieriz.i mentre la rinascita liberale e evidente nella popolazione e impone concordia di intendimenti e di opere ». L'ergano liberale confida che le discussioni provocate dal Congresso si chiudano e soggiunge : « I parlamentari hanno confermato autorevolmente che in quest'ora difficile vi è un compito da assolvere: quello di operare con tutte, lo forze per restaurare l'imperio doliti legge, per la pacificazione del paese, per il risanamento dell'ambiente nazionale. Tale compito noi eiamo sicuri che i liberali assolveranno, forti .del consenso di larghissimi strati dei popolo italiano e dell'adesione di quelle masse non tesserale nelle quali si riassume la borghesia intellettuale e produttrice del nostro paese. I parlamentari liberali della tendenza di destra hanno creduto ili riconfermare la tattica collaborazionista, ma binino chiesto molto significativa mente al Governo di affrettare l'opera di normalizzazione, mettendo tulli i partili sotto Iti legge, c questo ù un fatto polilico di primo ordine. Essi erano liberi di confermare tale atteggiamento, del quale rispondono soltanto alla loro coscienza, e che è determinato da una valutazione positiva nella quale noi non dobbiamo entrare e che anzi ci asteniamo di discutere per il profondo rispetto e l'antica incrollabile amicizia che abbiamo per Antonio Salandra, che nella riunione di oggi ora l'uomo più rappresentativo. 11 patriottismo di uomini che hanno lungamente fedelmente e lealmente servito con purezza di intendimenti il paese affida che la loro azione stira sempre rivolta alla tutela degli interessi nazionali e orientata a tener viva la sacra fiaccola del liberalismo storico. Tutti i liberali, qualunque sin la loro valutazione della situazione, tendono allo stesso scopo: ridare pace, ordine e libertà al paese. Vi e tutto un vasto campo ili azione nel quale tutte le energie liberali possono incontrarsi e cooperare cordialmente. Tale cooperazione cordiale dei liberali italiani noi auspichiamo, vivamente convinti come siamo che nella rinascila del liberalismo sia la salvezza della Il fatto significativo Secondo il commento dell'organo liberale parrebbe che l'ordino del giorno verrebbe «>.-.• ìttsto dalla Direzione del Partito. Vi nfeliano però, a questo riguardo, che qualcuno dei partecipanti alla riunione di questa j sera osservava': «La deJibefiizIoni! del gruppo contrasta I--20Ì1 i'.,:'ii.,<. del giorno Pcdrùzzi approvato a Livorno, il quale, con i principi liberali, afferma, anche quello della disciplina al Partito della rappresentanza parlamentare, dicendo: « ... e commette alla Direziono nazionale ed alla rappresentanza parlamentare disciplinata al Partilo la realizzazione e la difesa di questi principi ». Nei circoli politici romani, inoltre si notava come particolarmente significativo 11 fatto che, nonostante la buona volontà di esaltare II Governo fascista, gli stessi parlamentari salandrlni abbiano dovuto constatare pubbliriunente che la situazione interna c tutt'altro che normalizzata. Alla ricerca di consensi Questa sera il Gran Consiglio ba tenuto la seconda seduta. Intanto la distinzione di cerimonia di partito che il Gran Consiglio ha fallo riguardo alla commemorazione della marcia su Roma ù rilevata dal Mondo il quale nota: ■1 Lo spettacolo che dà il fiiscismo in questi giorni con l'evidente ricerca di consensi addomesticati, fuori delle file del partito, dimostra assai chiaro che la sua anima totalitaria, caratterizzata dal noto programma «tutti gli Italiani fascisti; tutti i non fascisti fuori delia Nazione », fa di necessità virtiì, allorchè si adatta a considerare il 23 ottobre come l'occasione per una commemorazione di partito e non ppr una celebrazione di tutto ii popolo italiano ». 11 giornale quindi osserva che, so fosse vero clic il fascismo ha sempre voluto per il 23 ottobre una commemorazione di partito, la deliberazione di quest'anno del Gran Consigli non ammette che una di questo due interpretazioni: o il fascismo si rimangia quanto fece, scrisse e disse in occasione del 28 ottobre 102:1, o il fascismo riconosce che l'aria è cambiata e che quanto fu imposto al paese un anno fa non potrebbe più essergli imposto quest'anno. L'organo dell'opposizione costituzionale poi scrive : « Certo la data che esso si prepara a solennizzare richiama il ricordo di una sconfitta dello Stato italiano e di una profonda divisione civile per cui degli italiani assunsero tono ed accenti di nemici contro altri italiani. Perciò il partito, che impernia tutte le sue cerimonie a ricordo di quella data, dimostra chiai'amente una volta di più il suo spirito di sovversione nei riguardi dello Stato e i] 6uo spirito di divisione faziosa nei riguardi del popolo italiano e la celebrazione del 28 ottobre, cui vengono invitati a partecipare con fiero animo 1 cittadini, la cui cavalleresca fierezza consiste nel sentirsi armali in mezzo agli inermi e che sarà accompagnata dai consueti concentramenti di militi e di squadristi, darà al paese l'Impressione dei ludi di un esercito di occupazione piultosto che di una potente, ma normale maniteslazione; morale e politica di un grande partito nazionale. E' pertanto da prevedere che lo spettacolo clic si prepara e le parole che l'accompagneranno dimostreranno una volta di più agli italiani quale immenso e prezioso bene abbiano perduto con la libertà politica e civile garantita dalla Costituzione calpestata dal fascismo e come nessun sacrificio debba apparire Iroppo grave per riconquistarlo. In questa previsione sia benvenuto il 28 ottobie 1924 ». i concentramenti aerei e i contribuenti Dal canto 6iio 71 Giornale d'Italia osserva che la formula dol giuramento delle camicie nero consisto in un semplice « SI » e che una cerimonia di questo -•curro non imo durare che due o tre ore al massimo. 11 giornale poi nota che la coincidenza del giuramento della milizia con la commemorazione fascista della conquista de! potere, conferma che milizia e partito sono una cosa sola. L'organo liberale rileva che i due avvenimenti si potrebbero compiere con molta brevità, mentre, secondo il programma, si impiegheranno diversi giorni e con la solennità di concentrazioni di masse a Roma ed a Milano. Continua: « Un partito, lo riconosciamo subito, Ini diritto di commemorare come crede meglio i propri avvenimenti gioiosi, tanto più, che, come nel caso présente, il partito, confondendosi con il Governo e magari con lo Stato, assume sopra di sé nella coscienza della propria inalterabile disciplina là responsabilità della conservazione dell'ordine. Una sola considerazione riesce non del tutto grata. La data della marciti sulla Capitale è. relativamente prossima a quella della vittoria liberatrice del i novembre. Ora, spostamenti così numerosi che si rinnovano in tanto limitato giro di giorni, potrebbero comportare per questo la necessità di rimanere assenti dalla commemorazione di Vittorio Veneto. Ma a questa, confortiamoci, non mancheranno i combattenti che furono milioni ». Come sapete, nel programma delia cerimonia fascista per la commemorazione della marcia su Roma sono compresi i concentramenti aerei a Roma, a Milano, a Torino. Stasera un collaboratore della Tribuna esamina l'opportunità di questa manifestazione dal lato del rendimento e della spesa. 1,0 scrittore fa un bilancio sommario della manifestazione aviatoria del 28 ottobre dello scorso anno. Su 200 apparecchi effettivamente partecipanti, circa 60 vennero messi fuori uso e lo spese complessive, a prescindere dai danni materiali, ammontarono a a milioni. Quest'anno a Roma saranno concentrali 300 velivoli, a Torino e Milano dovranno concentrarsi 150 apparecchi per ciascuna, ma lo scrittore della Tribuna non sa ancora quanto verrà a costare in definitiva la triplice manifestazione. "L'Impero,, parla di "via crucis,, Il caso Molinella e la costituzione del Regazzi formano ancora le spese delle discussioni politiche e della cronaca. L'« Impero » ha un articolo di esaltazione del «ras» moliriellese. Scrive: « Come mai il Ministro guardasigilli abbia emesso un mandato di cattura su di lui, a me non interessa. Fascista più, fascista meno, le prigioni ormai straripano di compagni nostri, e fra poco sarà titolo di gloria dire che se si vorrà trovare il fascismo, reso irriconoscibile nelle manifestazioni ufficiali e quasi irreperibile 6iille piazze che dominò, dovrà recarsi in mesto pellegrinaggio nelle patrie galere, li' di ieri la condanna a tre anni di reclusione di uno squadrista colpevole di aver lacerato qualche immondo giornale disfattista. Ad ogni modo, oggi non farò su queste colonne, si rassicuri l'olimpico avvocato bolognese, il processo aliti sua opera di guardasigilli, che non esita ad incolpare i colleglli di Gabinetto, anche se per avventura si tratta del presidente del Consiglio. Molinella? Reguzzi? Sono ormai due simboli. Il fascismo vedo in essi riassunta per sintesi Iti sua Via Crucis, la sua passione cosparsa di sangue che sboccò nella rivolta Ideale e fu il rigeneratore dell'intera nazione ». Dopo aver ricordato il periodo cosi detto della « baronia rossa » di Molinella, lo scrittore afferma che « il Regazzi fu l'uomo provvidenziale, che, munito di ferrea energia, di amore senza confini, collaborò alla fine della vergogna sovversiva, spodestando i cavalieri dell'industria egualitaria (tutto a me, e niente a te) ed istituendo la giustizia umana del fascismo ... e dice che la fucilata che ucciso il sovversivo non fu che un episodio della lotta politica; si appella quindi ai diritti della rivoluzione e scrive: « Questo indispensabile ra6Sismo è alla periferia. La via del fascismo è seminala di morii ed è monito costante al centro di non ostacolare le vie die ci condussero alla meta; e là dove l'autorità prefettìzia non sa imporsi, è garanzia clic la posizione e l'ambiente della vita politica e amministrativa siano permeati dalla nuova generazione ». E' evidente che l'ostacolo maggiore nlla funzione degli organi dello Stato è appunto nello spirito intransigente dell'oltranzismo fascista. 11 tentativo perciò della stampa ministeriale di giustificare la scarsa efficacia dell'azione: del Governo 6 contraddetto dalla situazione creatasi in certe Provincie. Scrive a questo riguardo la « Tribuna »: « In realtà, la situazione in certe Provincie è preoccupante per lo stalo d'animo che vi si uota anche contro gli sforzi del Governo per ristabilire l'impero della legge. Ciò spiega l'apparente lentezza di intervento, che è spes. so, piuttosto che compiacenza, necessità di procedeor per gradi. Il Governo non riuscirà nello scopo che si è proposto se non a condizione di estirpare da per tutto questa mala pianta del rassismo, che non solò è offesa sanguinosa per il senso istintivo di libertà clic caratterizza gli Italiani, ma che si traduce in una Ingiuria permanente della stessa autorità dello Stato ». Il «Giornale d'Italia» dice che il Regazzi si c costihiito previo il periodo di tempo da lui ritenuto utile, come Cesare Rossi c soggiunge: «La somiglianza, che potrebbe sembrare metodo della casa, sì ferma però alla forma esteriore, cioè, alla costituzione volontaria e diretta al carcere. Cd invece nel fondo una grandissima differenza. 11 Rossi a decidersi ha impiegato 9 giorni, per il Regazzi sono occorsi non pochi mesi e la sua decisione ha assunto il carattere di un evento politico, così da coincidere, a quanto si narra, con la rinnovala amicizia fra due membri del Governo, con che, osserviamo di fuga, si chiarirebbe una anormalità di più nei tristi casi dt Molinella. A proposito dei quali gli organi ministeriali dicono: voi volete far ritornare Massarenti. Prima di tutto non riusciamo a persuaderci, perchè reclamare che un mandato di cattura regolarmente emesso venga eseguilo, debba importare la resurrezione del socialismo. Non sf avverte che riconoscendo la fatalità di una simile coincidenza si verrebbe a questa conclusione: in Italia non può funzionare la giustizia, perchè il suo funzionamento eqxtivarrebbe al trionfo de! sovversivismo ». Il giornale rileva l'assurdità' della pretesa e quindi osserva: « Volendo sottilizzare una sola diversità finirete per trovare: Massarenti era nemico dello Stato, si proclamava tale e come tale era universalmente noto. Quindi nessun inganno imorno a lui. Il Regazzi invece, benché colpito da mandato di cattura e sempre libero, vantava di essere amico, so non protetto, del Governo, ili agire anzi per il ristabilimento dell'ordine. Ma questa diversità fra i due, diversità sostanziale, rende appunto più grave il caso ultimo di Molinella, quello del Regazzi. Non sarebbero dunque gli oppositori a lavorare più efficacemente per il deprecato ritorno di Massarenti, ritorno del resto, che non può avvenire ». Le "missioni,, Grandi e Igliori Il Mondo scrive che la costituzione del Regazzi illumina le ragioni ed il contenuto della missione fascista del sottosegretario on. Grandi per il suo feudo di Rologna che gli è conteso dall'on. Oviglio. Scrive il giornal e : « Grandi, ras di Bologna, erede spirituale di IjUCl-o in quanto consente, se non favorisce, l'applicazione di quei metodi stessi, fu investito di missione speciale per indurre, ora si vede dagli effetti. Augusto Regazzi al malinconico cammino che fu percorso già in analoghe condizioni da Cesare Rossi verso la soglia dei carcere ospitale. I! compito dell'inquisiture è stato dunque eseguito. Ed a Piacenza ? Qui fu inviato un altro Inquisitore fascista, l'on. Igliori, il cui nome come è notorio è stato fatto qui a Roma a proposito dell'invasione e della devastazione di casa Niiti. L'on. Igliori fu mandato ad inquisire su Barbiellini e non sappiamo se abbia volalo con lui in areoplano in una delle tante sagre ove il ras di Piacenza vuole essere accolto dal vescovo, del prefetto e dalle vecchie schiene, curvo ad ogni regime, dol presidente della Deputazione provinciale e del sindaco di Piacenza, ridotti a lustrascarpe deU'ultradecoi alo contino. Mentre il Barbièlliiii inveiva contro le opposizioni, la fresca tomba di I.ertila era tuttavia vigilata da guardie che impedivano il rinnovarsi, eloquente, degli omaggi floreali ». A proposito poi della missione Igliori, I'otgano democratico si domanda che cosa egli ha riportato a casa. «porse che egli accennò che Barbiellini si allontani da Piacenza ove non solo si levano conìro di lui i fascisti dissidenti, ma anche qualche coscienza indipendente e pura come quella dell'eroico mutilato Minoia'/ Probabilmente si darà modo a Barbiellini di allontanarsi per un po' di tempo dal suo turbolento rassato e gli si darà l'incarico di condurre, ad esempio, l'inchiesta sui fatti di casa Nilti, il che sarebbe un opportuno scambio di missione e. se non si vuole questo, sai una bastonatura dell'on. Gonzales o di Rossetti a Genova, per le quali si fa, ma si sa che sono calunnie, il nome, oltreché del Regazzi del Dino Grandi ».