I liberali inglesi ingaggiano la lotta

I liberali inglesi ingaggiano la lotta I liberali inglesi ingaggiano la lotta AsctulfK e ivloyd George al primo comìzio Libero-scambisti in dogana... e nei Collegi (Servizio speciale della a Stampe ») Londra, 14, notte. 11 Partito liberale storico La inscenato stasera a Queen's Hall la sua più grande manifestazione delia campagna elettorale. Asquitli e Lloyd George, che presiedevano il solenne comizio, si sentirono chiamati a fornire ai loro correligionari i capisald per la grande battaglia. La loro parola, di oggi toccò vari punti: illustrare le viriti, le idee, le risorse del vecchio pari ito liberale riunificato, e suscitare, attraverso l'Inghilterra del 192!, un palpito di stima e di fiducia, nell'intelletto c nei propositi dei liberali storici. (E' inevitabile, per evitare travisamenti e malintesi, usare, ogni volta che si parli di loro, l'attributo « storici », giacché essi rappresentano appunto il Partito liberale storico, il quale ò un organismo politico come gli altri, e non vanno confusi coii ì liberali senza aggettivi, i quali si contano a miriadi, tanto nel partito conservatore quanto nel Labour Party). Assistevano al comizio circa 2000 ptrsonc, ma l'unico elemento di novità allettante- nell'atmosfera di Queen's Hall era questo: che per la prima volta nella storia i leaders dei liberali storici avevano la certezza matematica che i loro discorsi non sarebbero stati criticali ed attaccati dalla stampa conservatrice : erano sicuri di essere approvati. Bastava loro mantenere la manifestazione entro limiti di una caccia a MacDonald, per garantire loro i salamelecchi di quella stampa che finora non li aveva risparmiati mai. Ciò accordava loro una magnifica libertà di azione. Per una volta tanto essi potevano rivelare se medesimi senza remore. Il comizio è stato aperto da lord Beauchamps, sucessore di lord Edward Grey, alla testa del gruppo liberale della Camera Alta. Lord Grey al comizio non vi era. La ragione è che, in seguito a certo sue idee dell'ultima ora sulla questione irlandese, una sezione dei liberali storici dice che egli è divenuto fantastico, mentre l'altra continua a lisciarlo. Questa è una delle tante divergenze di vedute che il partito liberale storico riesce a svelare mediante simposi amichevoli di fronte al pubblico e a tattici assenteismi secondo le circostanze. Lord Beauchamps ha proclamato che l'assemblea rappresenta un partito unito e compatto {applausi), un partito indipendente {applausi). Inoltre « un partito libero-scambista, quasi il solo partito liberoscambista che ci sia in Inghilterra ». I lettori noteranno subito l'avverbio « quasi » che vale un Perù. In verità il Labour Party possiede nel cancelliere dello Scacchiere, Snowden, un libero-scambista molto più sul serio di Lloyd George e .di Asquith, i quali in pratica adottarono e lasciarono adottare misure protezionistiche, sia pure di eccezione, contro le quali invece Snowden insorse sempre senza restrizioni mentali. Ma forse lord Beauchamps intende lasciar credere che il margine di libero scambismo appartenesse invece ai conservatori? Questa non sarebbe una verità, ma sta di fatto che proprio oggi è uscito l'annunzio che nel collegio di Asquith, ciofa a Pasley, i -conservatori hanno ritirato la loro candidatura perchè il leader liberoscambista possa, vincere il candidato laburista, nonché, al tempo stesso, che un altro leader liberale storico, l'on. Mac Cleyn, abbandonava il proprio collegio ad un candidato conservalore, perche questi abbia la possibilità di' battere il competi-1 toro lahourista. Bisogna dunque credere ! che lord Beauchamps immagini un quasi libero-scambismo in campo conservatore, ad onta dello affermazioni indubitabili di protezionismo che i conservatori lanciano in faccia ai liberali storici e ai laburisti. Ma non interniamoci in questo rebus. Nove mesi di fiducia Prende la parola accolto da ovazioni il venerato Asquith. Le elezioni, egli dice, sono state imposte forzosamente al paese senza deliberazione da un Governo che godeva di una più che sufficiente maggioranza alla Camera. Il pretesto per scatenarle, aggiunge Asquith, ó stato il più esile, inadeguato, insincero degli annali politici degli ultimi lui) anni. A questo punto è necessario richiamare il manifesto r,mirrimmiti«i di Asmiiih e di Llovd programmatico ti Asquim o George. Per una buona meta esso consistenella stroncatura piena ed assoluta dell'operato del Ministero degli ultimi nove mesi. Che MacDonald non valeva un fico, che perpetrava l'errore a getto continuo. Questa tesi è stata ripetuta da Asquith e da Lloyd George nei loro discorsi odierni. Eppure Asquitli ha cominciato con il proclamare che MacDonald disponeva ancora mercoledì scorso di una maggioranza più che sufficiente, ossia conservava l'appoggio dei liberali storici. Badate bene che dalla prima all'ultima ora di questi nove mesi il gruppo liberale storico alla Camera aveva piena facoltà e intera capacità di abbattere il Governo laburista. Ba-stava che il gruppo presentasse una mo- eione di sfiducia e il paese era immediata- mente liberato da quegli incapaci che sgovernavano in modo e nella maniera denunciata dal programma liberale e dai discorsi dei leaders. E' falso che il Governo abbia voluto tenersi abbarbicato al potere in barba ai voti contrari della Camera. I Voti contrari furono una dozzina, ma non erano voti intesi a fare cadere il Governo. Furono semplici ghiribizzi il cui unico significato era che Asquith e Baldwin si lasciavano prendere continuamente la mano dai frondisti e dai mattoidi dei loro rispettivi gruppi. MacDonald, assumendo ?1 potere, aveva fatto una condizione che tanto i conservatori quanto i liberali storici avevano accettato: egli li preavvertì che, stante il nuovo ordine di cose creato da una situazione parlamentare imperniala sopra tre partiti, senza un grande sli/ello numerico, il Governa non si sarebbe jentito colpito a fondo se non da un voto di sfiducia. Agli altri voti contrari esso avrebbe alzato "le spalle, come del resto fecero tante volte i Govcrm conservatori e liberali del passato, benché allora i partiti fossero soltanto due. Senonchè l'unica mozione di sfiducia che l'opposizione osò presentare fu quella di mercoledì scorso per l'affare Campbell. I liberali, insieme con i conservatori, per la prima volta in nove mesi, votarono in questo senso la settimana scorsa e il Governo se ne andò sull'istante. Naturalmente esso si appellò al paese, come già aveva preannunziato alla Camera, dato the la Corona aderisse a questa proposta. Ora la funzione del Trono in Inghilterra è, fra l'altro, di ricusare lo scioglimento della Camera quando essa, al disopra delle contese momentanee, sia convinta che mancano adeguati motivi di elezioni e il paese non le voglia. Orbene il Re autorizzò MacDonald a faro le elezioni. E' traordinario che MacDonald venga accuato di avere imposto queste elezioni conro la volontà del Parlamento e del paese. Eppure la prima battuta dei leaders dei liberali storici, nel solenne comizio che doveva scuotere il popolo inglese in furore del liberalismo di A squittì e di Lloyd George, è stata la ripetizione di questa accusa. MacDonald aveva, la maggioranzae nondimeno volle, scatenare le elezioni. Asquith come Baldwin. in nomo di due partiti costituzionali, rimproverano al Labour Party non di essersi tenuto aggrappato al potere, ma di averlo lasciato'senza necessità. Si capisca che, in fondo, vi è un trappolone, ma gli argomenti dialettici sono questi e denunziano non una tirannide bensì una piantata in asso. li duello di Fermviiia Asquith accenna quindi all'affare Campbell. Egli premette che il processo non doveva essere istruito. In altri termini, secondo Asquith, non vi era reato e non bisognava processare, oppure, vi era un reato cosi minimo e innocuo che un processo diveniva grottesco. Dunque il Governo non ha fermato il corso della giustizia per proteggere l'autore del reato il quale, secondo Asquith, o non esisteva, o non meritava di essere processato perchè senza conseguenza per alcuno. L'arresto del corso della giustizia fu soltanto una gaffe tecnica del Governo e questa venne commessa dietro pressioni politiche, continua a sostenere Asquith. Perciò il caso e gravissimo. Ora la pressione politica per un reato non esistente è innocua, ma la spada della giustizia venne arrestata a mezz'aria per cui, secondo Asquith « il principio giudiziario stabilito dai nostri antenati politici poteva essere in giuoco » occorrendo bensì tenere in piedi il Governo, ma metterlo semplicemente sotto inchiesta. Ricordate il duello di Ferravilla quando l'avversario non si lasciava colpire? Comunque Asquith ricorda che vari Governi ortodossi in passato ammisero l'inchiesta. Egli non ricorda però che i capi di accusa in quei casi concernevano l'onore personale di un determinato ministro, giammai-la veridicità e l'onore di tutto quanto il Gabinetto come nel caso attuale. Asquith esaurito così l'affare Campbell e quello dello elezioni, è passato alla questione del trattato con la Russia. Egli lo definisce come ce un documento unico negli annali di qualunque diplomazia per la sua. combinazione di avventatezza politica e di incapacità commerciale, per il suo quasi infantile semplicismo ». Questa definizione dimostra a luce meridiana che sul trattato anglo-russo i liberali storici si proponevano di battere senza scampo il Governo ai primi di novembre, quando sarebbe venuta in discussione la mozione che essi avevano presentato alla fine di settembre contro il trattato medesimo : ora le elezioni sarebbero avvenute ad ogni modo, ma. il Governo non sarebbe stato accusato di averle imposte. Nel frattempo il Governo doveva stare formo, passando docilmente sotto inchiesta, ma godendosi per un altro mese il leale appoggio dei liberali storici, i quali confidavano di battere MacDonald in novembre anziché in ottobre. Altre rimembranze ferravilliane! Esaurita la Russia (che disgraziatamente sopravvive ancora) Asquith fa punto. Gli ipercritici di MacDonald hanno terminato ? Che cosa rimane da dire ? M. P.

Luoghi citati: Fermviiia, Inghilterra, Londra, Perù, Russia