Il Gran Consiglio fascista

Il Gran Consiglio fascista Il Gran Consiglio fascista "Il fascismo arbitro della situazione,, - Come la marcia su Roma sarà celebrata senza Combattenti nè Mutilati - Le camice nere giureranno " inquadrate nelle loro ferree legioni „ il 28 Ottobre Roma, 14. notte. Questa sera, alle 22, si è tenuta a Palazzo Venezia la prima seduta della Sezione di ottobre del Gran Consiglio fascista. Ecco il comunicato ufficiale: All'inizio della seduta il Presidente del Consiglio si alza in piedi e con parola commossa rievoca la nobile figura dell'on. t'.asallni, caduto al pari di tutti 1 martiri fascisti vittima della sua fede e del suo amore al fascismo. Segue quindi l'on. Grandi, che ricorda al colleghi Mario Gioda, uno del primi militi della vigilia e uno di quelli che opev r.arono in silenzio ed In umiltà. Passato il momento di profonda commozione, il Presldetn ha fatto l'esame della situazione generale politica interna ed estera. Dall'insieme dell'esposizione è risultata la influenza politica del fascismo arbitro della situazione. Riprendendo l'ordine del giorno del Gran Consiglio del luglio scorso, è stata aperta la discussione sopra la commemorazione del secondo annl\:ersario della marcia su Roma. Alla discussione, oltre il Presidente, hanno partecipato gli on. Bastianini, Sardi, Farinacci, Gray, Caprin, Giunta, Maraviglia, Forges Davanzali e Masi. Alla fine della discussione è 6tato approvato il seguente ordine del giorno: « 11 Gran Consiglio ricorda : «l.o che lino dal luglio scorso fu determi« nato il- carattere della manifestazione ce« lebrativa del secondo anniversario della « marcia su Roma, e tale determinazione con« ferma aggiungendo che la manifestazione « deve riuscire e riuscirà ammonitrice e so« lenne ; ' « 2.0 che, avendo molti combattenti e molti « mutilati delle Provincie chiesto di parteci«pare alla cerimonia, il Gran Consiglio au« torizza le Federazioni provinciali fasciste « a prendere localmente 0-p.portiuul accordi e « -mettersi in contatto diretto con la Federa« zione nazionale degli Arditi d'Italia, con la « Associazione nazionale volontari di guerra « 0 con l'Unione nazionale mazziniana ; « e deoide il piano della celebrazione nel «seguenti termini: giuramento della milizia » 28 ottobre, con due speciali concentramentl « delle legioni a Milano ed a Roma ; riunio« ni pubbliche alle sedi dei fasci la sera del « 29 con conferenze di propaganda celebra« Uve della- marcia su Roma e dell'opera del « Governo fascista; riunioni straordinarie dei « Consigli comunali e provinciali fascisti il « giorno 30; maaiifestazfone aviatoria al 31 « a Roma ; comizio all'Augusteo. Il Gran » Consiglio invita fino da questo momento i « fascisti di tutta Italia a prepararsi con fiero « animo alla celebrazione dell'evento rlvolu« zionario, orgoglio della nuova generazio• ne uscita dalla guerra 0 dalla vittoria. Un « manifesto sarà lanciato alla nazione. « In. occasione del prossimo giuramento della Milizia, 6 stato votato per acclamazione il seguente saluto: « Il Gran Consiglio, alla vigilia del giura. » mento della Milizia, stabilito nel secondo « anniversario della marcia su Roma, man« da ai legionari, che giureranno inquadrati « nelle loro ferree legioni, il più entusiasti» co saluto, e invita il popolo fascista a rac« cogliersi intorno' alla Milizia, presidio vo« lontario offerto dal fascismo alla sicurez« za e alla grandezza della Nazione ». Il Gran Consiglio continuerà i suol lavori domani sera alle 22. Combattenti e Mutilati in prima linea Questo il comunicato del Gran Consiglio, dal quale è facile rilevare la preoccupazione del massimo organo fascista nel simulare il disappunto per la deliberata astensione dei Combattenti e dei Mutilati dalle cerimonie dal 28 ottobre per la ricorrenza della marcia su Roma. L'autorizzazione data alle Federazioni fasciste di prendere accordi locali con combattenti e mutilati è, infatti, una finzione, dato che la gran massa dei gloriosi reduci è disciplinata alle proprie Associazioni nazionali. Del resto, questo Gran Consiglio, senza discorso dell'on. Mussolini, non può con qualsiasi sua decisione, mutare la situazione nè il corso degli avvenimenti. Infatti, l'atteggiamento dei Combattenti e dei Mutilati di fronte al fascismo resta in primissimo piano. Secondo una voce diffusa e raccolta oggi dal Sereno, qualche membro del Gran Consiglio solleverebbe la questione della permanenza dell'on. Viola nel partito fascista. Al capo dei combattenti si rimprovererebbe l'approvazione del noto ordine del giorno di Assisi in cui il fascismo venne trattato alla stregua degli altri partiti. La voce noh ha nulla di inverosimile, essendo da tutti risaputo che numerosi esponenti della tendenza più avanzata della scissione vorrebbero arrivare, sic et simpliciter, ad una dichiarazione di guerra coll'Associazione.nazionale Combattenti. Anche L'Impero, oggi, in uno dei suoi titoloni chilometrici a caratteri di scatola, insisteva in uno dei temi prediletti dagli esaltatorl del fascismo, affermando che « lo Associazioni dei mutilati e dei combattenti rimasero inerti dinanzi ai misfatti della teppa rossa e al suo tentativo di dittatura », ma è presumibile che gli organi responsabili del partito non siano disposti a seguire a cuor leggero gli impulsi dell'ala estrema e seguano nei riguardi dei mutilati e del combattenti la tattica sin qui seguita. Intanto è significativo il fatto che gioitali rispecchianti il pensiero dei dirigenti, abbiano preferito non far tanto chiasso intorno ai deliberati dell'Associazione nazionale combattenti, limitandosi a dire che, del resto, i combattenti non erano stati invitati alla cerimonia di fine ottobre. Gli stessi giornali hanno anche cercato di svalutare puerilmente la massima associazione dei combattenti. Ma ci si chiede generalmente dovo sia oggi il fascismo che la stessa associazione sopravalutava ed esaltava come esponente massimo degli excombattenti, quando, in momenti ed in situazioni diverse, essa sosteneva incondizionatamente il Governo fascista. la brutta beila Regazzi L'attenzione degli ambienti politici verte sempre sulla situazione che ha rivelato contrasti cosi sintomatici nella stessa compagine ministeriale. Atolto commentata è stata la costituziono del Regazzi, rimasto per tanto tempo irreperibile per la Questura. Il Giornale d'Italia, già nella sua edizione meridiana, rilevava che quello che si può dire a proposito del caso Regazzi, e di tanti altri cosi noti ed ignoti, è che l'azione energica per rimettere il fascismo sul binario della legalità è mancata e che il Governo soffre per l'appunto del perdurare dello spirito di illegalismo ed antinormir;--"'ire del suo partito: « E' questo spirito che ha progressivamente distaccato dal Governo partiti e categorie di cittadini, sicché oggi può dirsi elio il filo fascismo e finito c comincia la cri6i del fascismo ». La volontaria costituzione del ricercato, poi, non è stata davvero interpretata in questi circoli politici come una riabiiilazione della polizia bolognese, la quale non ha mostrato di notare il Regazzi se non quando questi era già arrivato nell'interno delle carceri. A questo proposito La Voce Repubblicana osserva, appunto : « Rimano cosi definitivamente documentata l'impotenza del Governo fascista. Questa costituzione assomiglia maledettamente a quella di Cesare Rossi. Il Regazzi si è costituito in piena libertà di decidere il contrario. L'introvabile piccolo ras ha voluto graziosamente porre termine alla beffa di un anno ». Ma ciò che ha pure impressionato, ed è oggetto di commenti negli ambienti politici, è appunto la ripercussione che il singolare fenomeno della situazione bolognese ha avuto fra i membri del Governo. /I Giornale d'Italia al riguardo pubblica: . « SI crede che la costituzione del Regazzi sia il frutto delle inteso intervenute a Bologna tra il guardasigilli on. Oviglio ed il sottosegretario agli interni on. Grandi, col fascismo bolognese. Si afferma inoltre die si è fatta la pace tra l'on. Oviglio e Grandi e che l'eventualità di dimissioni del guardasigilli è scongiurata ». Come si vede dal commento dell'organo liberale, il dissenso tra i due membri del Governo è stato tale da rendere probabile le dimissioni dell'on. Oviglio. L'odierna riunione dei ''destri,, I riflessi politici di questa situazione hanno fatto passare quasi inosservato il lavorio preparatorio della riunione dei deputati e senatori liberali di destra, indetta, come sapete, per domani alle 16. a Montecitorio. Sono note le vicende*che hanno portato a questa riunione dopo il Congresso di Livorno i cui deliberati hanno particolarmente preoccupato la frazione liberale collaborazionista. L'adunanza di domani è convocata appunto per definire l'atteggiamento della destra nei riguardi del partito dopo il Congresso di Livorno. Vi abbiamo già detto che sarà presieduta dall'on. Salandra, il quale — stando poi a quanto si assicura — farebbe dichiarazioni di ordine politico. Sull'esito della riunione crediamo di poter mantenere le previsioni che vi abbiamo fatto ieri. Pare che l'on. Salandra sia contrario alla secessione, la quale, qualora avvenisse, avrebbe più il carattere di distacco di una parte della minoranza ministeriale, anziché di una questione di principio, poiché i postulati affermati dal Congresso di Livorno non costituiscono che i principi cardinali del liberalismo. La frazione collaborazionista esporrà il suo punto di vista in un ordine del giorno nel quale si vedrà questo assurdo : riaffermazione dei principi del liberalismo e volontà di continuare la collaborazione col Governo fascista. E' noto che i destri rivendicano l'assoluta autonomia sul terreno parlamentare, appunto per poter avere libertà di azione verso 11 Governo. La direzione del Partito potrà perciò prenderne atto, oppure considerare incompatibile la permanenza nel partito della frazione dissidente. '.Questa ultima eventualità sembra che sia da'escludere, ritenendosi che la direzione consentirà ai componenti dell'antico gruppo parlamentare libertà di movimento sul terreno parlamentare. Il collaborazionismo e l'unità del Partito Intento II Giornale d'Italia continua a confidare che l'unità del Partito sarà conservata ed a questo fine ripete che « il Congresso non ha fatto una questione di collaborazionismo, ma di principio, e che l'ordine del giorno Pedrazzi non ha un carattere ' di dichiarata opposizione ». Il giornale quindi accenna al telegramma inviato agli onorevoli Sarrocchi e Casati e soggiunge: • Alla scissione del partito liberale in due ali 11 Congresso di Livorno non ha dato alcun motivo. Vi è 6tata anzi a Livorno identità di pensiero tra tutu i liberali : considerare la necessità di ridare pace e legalità al paese. La questione contingente della tattica parlamentare non 6 6tata compromessa in alcuna guisa. Il campo d'azione dei deputati e senatori non è etato affatto invaso. Il Congresso ha voluto espressamente non occuparsi della questione della collaborazione poiché ha ritenuto, a grande maggioranza, essere più opportuno l'affermare i principi del partito e preparare al paese, scosso e perplesso, una piattaforma mediana fra le frazioni contrastanti ed un programma di normalizzazione e di pacificazione ». L'organo liberale ritiene che se i senatori ed i deputati che parteciperanno alla riunione di domani vorranno continuare la collaborazione al Governo, è cosa questa che riguarda la loro coscienza; ma — secondo il giornale — non può essere motivo di scissione ed il giornale' conclude : « Come si possa dunque venire ad una scissione, nessuno vede; e d'altra parte siamo sicuri che i deputati ed i senatori cho si riuniranno domani, 6i renderanno perfettamente conto che in questo delicato momento politico il paese guarda con vivissima simpatia al Partito liberale e lo vedrebbe con grande rammarico diviso e discorde quando, invece, per l'int -resse nazionale, una forza equilibratrice centrale è, più che utile, necessaria. Per queste ragioni crediamo che 1 pronostici di una calma decisione, che non ferisca l'unità del partito si avvereranno sicuramente ». " Attesa della maturazione „ Lo stesso giornale poi pubblica una intervista con uno degli esponenti della tendenza centrista, l'avv. Nori, il quale, richiesto sul significato del Congresso ha detto .- « Il partito liberale ha riaffermato il suo atteggiamento ed ha elencato i principi di giustizia al oul avverarsi è affidato il ritorno alla libertà della vita civile. La realizzazione e la difesa di questi principi il Congresso ha commesso ai suoi organi gerarchici e parlamentari. Ciò non ha un significato di opposizione nè di collaborazióne : significa soltanto, attesa earena della maturazione della situazione politica, che gli organi del partito hanno il compito di invigilare, ed a suo tempo di prendere le opportune risoluzioni in conformità delle decisioni del Congresso. La tesi centrista, affermatasi vittoriosa sull'ordine del giorno Pedrazzi, ha salvato l'unità del partito che avrebbe Invece passato un serio pericolo con un rigido orientamento a destra 0 a sinistra. Questo hanno compreso gli 6teèsl elementi più intransigenti delle due correnti estreme, cho hanno rinunciato all'ultimo momento a contarsi sull'ordine del giorno, limitandosi ad astenersi sull'ordine del giorno Pedrazzi. Moltissimi del destri, dopo che l'ordine del giorno Ricci rimase in minoranza, rifiutarono di dare voto contrario a quello pedrazzi e preferirono l'astensione. Evidentemente, sia negli uni che negli altri prevalse il desiderio di mantenere l'unità del Partito ». Il sen. Berlo contro il fascismo per la civiltà Il senatore Rodolfo Berto, in un articolo che uscirà nel prossimo numero di Echi e. Commenti, approva pienamente il voto di Livorno e osserva, riferendosi all'appoggio dato dai liberali al fascismo: I liberali non potevano accordare al mo1 vi mento fascista il loro appoggio se non in 1 audnto si tratta di uu fenomeno transitorio diretto ron a sovvertire le basi dello Stato liberale, guarà nella lettera n nello spirito della costituzione, ina, per l'opposto, a restituirgli nell'ordine e nella disciplina le condizioni stesse della sua esistenza, della sua foiza e del suo «viluppo. In sostanza, per. quanto la situazione politica creata dalla marcia su Roma potesse apparire fino dai ■ primi atti del nuovo Governo affatto eccezionale e tale da turbare la coscienza di ogni cultore del diritto costituzionale, tuttavia quella situazione fu valutata in relazione alle condizioni politiche del periodo precedente e fu ritenuta come un atto necessario più o meno duraturo, ma in ogni caso transitorio per il riassetto del paese e per 'il graduale ritorno alla normalità ». Il senatore Borio nota poi che alle speranze e alla fiducia dei liberali non ha corrisposto l'azione del Governo fascista, rivolta piuttosto a consolidare quello che il partito chiama le conquiste della rivoluzione, e osserva : « Sorge quindi dissenso sopra una vera questione di principi! e di tendenza. Non si tratta di discutere se sussistono ancora e In quale misura le ragioni contingenti che giustificarono il movimento della organizzazione fuoisia e l'avvento del partito al governo dello Stalo, 0 di esaminare in quale forma ti con quali mezzi possa superare le difficoltà che ostacolano o ritardano il ritorno. alla normalità. Si tratta invece di abbando-» nare l'idea della normalizzazione, che è unt* « hrutta parola », di cui non si intende 11 significato, e di far prevalere neirbrdinnmento e nella funzione dei poteri dello Stato concetti 0 tendenze conformi alle diret'dva del nuovo partito ». Rilevato l'errore della concezione deVTon* Mussolini, il senatore Bcrio dice: » Il fascismo non può che rappresentare! un fenomeno transitorio, poiché è assurdo pensare che possa costituire l'assetto politica stabile e duraturo, e clic solo l'Italia, nello attuali condizioni di civiltà mondiale, possa essere utilmente governata con criteri e direttive che non .-Sono proprie nè di uno Stato a forma rappresentativa, nè di uno Stato assoluto, e che non trovano riscon:ro negli ordinamenti di tutti gli altri paesi ». Il sonatore Berto riguardo al cosi detto! pericolo sovversivo dice: « Innanzitutto, se cosi non fosse, dovremmo disperare delle sorti e dell'avvenire del nostro paese, perchè sarebbe veramente grave e pericoloso che la compagine e la sicurezza dello Stato non potessero altrimenti garantirsi cho mediante la compressione permanente del suo popolo e dei suoi istttutl costituzionali. Ma ripeto che 11 pericolo non sussiste, imperocché, dopo le dolorose vicende di questi ultimi anni e per merito in gran parte del fascismo, si e determinato nel popolo uno spirito cosi saldo di conservazione e di idealità patriottica e nazionale cho qualunque tentativo di disgregazione sarebbe immediatamente represso dalla coscienza stessa del paese. E' poi superfluo rilevare che la possibile organizzazione di opposizioni come pure la propaganda d'idee e oplnlo. ni diverse da quelle del partito dominante sono fatti che non possono essere impediti c repressi fino a che non escono dal limiti, a meno di negare la ragione stessa della civiltà; e d'altronde, lungi dal costituire uri pericolo, giovano al dibattito delle Idee cho sono coefficienti di perfezionamento e di progresso » ■ " Sospinti con furia e voluttà ,, L'on. Di Cesarò, leader della democrazia sociale, occupandosi in Echi e Commenti del Congresso di Livorno scrive: » Non era infatti possibile al Partito libi*, rale, come a nessun partito, del resto, definire se medesimo e precisare i suoi postulati in funzione di un altro partito. Esso vion poteva che affermare il principio, il cardine della dottrina di cui vuole essere espressione, lasciando poi ai 6U0l uomini ed organi responsabili alla sua organizzazione di tran-cria quelle le nonno della propria, condotta, le direttive da segnare al partito. Cosi, s*ono essi che dovranno a Congresso finito interpretarne lo spirito e la volontà, e giudfienre se vi sia incompatibilità fra programma liberale da una parte e mentalità e opera governativa fascista dall'altro. Su questa libertà d'interpretazione e valutazione vogliono ora naturalmente speculare l liberali filo fascisti ad oltranza, ed in particolar modo 1 senatori e deputati, per tentare di mantenere ancora fermo l'appoggio cosi detto collaborazionista, del liberalismo italiano al Governo di Mussolini. L'equivoco dunque permane, ma noni potrà durare, e non sarà certo per mcritp jiat liberali, ma dei fascisti, i quali fra i fanti addebiti che a loro si muovono non hanno però la possibilità di comprendere, nonché quella di sapere sempre agire con tatto, con avvedutezza, con coerenza e con fermezza, che negli uomini sono sicuro Indizio di forza e di volontà. L'esteriore violenza, la mancanza di freni inibitori, sono i peggiori nemici degli uomini e nella fattispecie possono giungere a non lasciar riconoscere le benemerenze del parlamentari liberali che si oppongono alla rottura col fascismo. Ve 11 spingeranno anzi con furia 0 voluttà »'. Ancora nuovi Senatori? Domani, come sapete, e come, .ricordiamo in altra parte del giornale, si riunirà il Consiglio dei ministri. Sapete già che l'on* Mussolini avrebbe intenzione di proporre al Consiglio dei ministri la nomina di 15 nuovi senatori, i cui nomi dovrebbero essere resi di dominio pubblico in occasione del 4 novembre, nella ricorrenza della battaglia di Vittorio Veneto. Sarebbero, cosi, coi 50 e più nominati recentemente, circa 70 senatori nuovi che dovrebbero andare ad ingrossare a Palazzo Madama quella maggioranza governativa che non osò dare a Mussolini, l'indomani del delitto Matteotti, che un voto esplicitamente condizionato. Ora II Mondo contesta la correttezza del procedimento con cui il Governò, ha voluto e sembra voglia ancora più largamente garantirsi contro le sorprese della Camera Alta, la quale potrebbe anche accorgersi che quelle condizioni che essa pose nel voto di fiducia del luglio scorso non sono state niente affatto rispettate. Il giornale riconosce che l'assenza di limitazione dei componenti del Senato ha sempre teoricamente consentito la possibilità di manovre governative dirette a modificare le proporzioni delle correnti politiche In seno all'assemblea, ma aggiunge che questa possibilità teorica non si tradusse generalmente in realtà pratica se non in misura limitata, ed i» limite era dato dalla correttezza politica; e proseguo il giornale : « Il criterio di tale correttezza, poteva riassumersi così: che \in Governo politicamente suo juaice In Senato non poteva correttamente modificare la composizione dell'assemblea. E sebbene nella costituzione scritta non risulU nulla In proposito, 6l è sempre considerato che spetti alla presidenza del Senato di vigilare, mediante una efficace azione morale, affinchè l'entità politica, la dignità della Camera Alla non risultassero diminuite attraverso inopportuni interessati interventi di Governo riguardanti l'esercizi» della prerogativa regia di nomina. Una tal» vigilanz»- è di spettanza, nel modo più tangibile, della presidenza del Senato, dopo !*» riforma che rese il presidente elettivo. Ori. $ottó il regime fascista, tutti uuesti aitati