Anatole France è morto

Anatole France è morto Anatole France è morto Parigi, 13, mattino. Aliatole Franco è morto la scorsa notte, alle ore 23,30, senza avere ripreso i sensi, circondato dalla famiglia e dagli amici. Ieri mattina i medici che vegliavano al capezzale del grande scrittore constatarono che la debolezza del maialo era sempre maggiore. Dopo una cattivissima notte, l'illustre infermo aveva perduto la conoscenza e un lieve soffio soltanto sfuggiva dalle sue labbra. A mezzogiorno di ieri lo stalo del maestro rimaneva stazionario ma i dottori Mignon e Gaudeau temevano sempre per la sua vita. Per brevi istanti France riprendeva i sensi e pronunciava con voce fioca qualche parola. Poi cadde in islato comatoso. Questo vecchio ottantenne iori ancora mescolava ai suoi lagni la parola del bambino, « Mamma! ». Net supremo momento egli chiamava quella che lo aveva cullato e che al guai Malacquaìs, dove il Maestro era nato gli metteva la domenica un bel vestitino di velluto e un colletto di merletto. Di sua madre, Analole France aveva con sobria discrezione, ma con tenerezza infinita rievocat» il ricordo nel a Libro del mio amico » e ne « La vita in flore ». Da ogni parte del mondo erano giunte alla Béchellerie lettere ed omaggi, tra cui un nuovo telegramma di Gabriele D'Annunzio; il poeta italiano annunciava di aver reciso, in segno di lutto, tutti i fiori dei suoi giardini di Gardonc. IX ministro degli Interni, Chaulemps, si era recalo ieri, in compagnia del prefetto di Tours, alla Béchellerie, per informarsi dello stato di salute' dell'illustre malato a nome del Governo. I giornali annunciano che il Governo della Repubblica delibererà solenni manifestazioni funebri al più grande rappresentante odierno, dell'arte e del pensiero francesi. Il Govèrno non ritiene necessario riunire le' Camere per ottenere la loro adesione alle misure che egli intende prendere. Le sue decisioni saranno prese per decreto legge. La lunga vita e l'opera d'arte Jacques Anatole Thibaut, che doveva assumere nella vita letteraria'il nome di Anatole Franco, nacque a Parigi il 16 aprile 1844. « Luce ed .aria di Parigi —scrisse di lui Georg Brandes — furono originariamente la sua aria vitale, il giardino del Lussemburgo fu per lui la natura della Francia e la strada gli fu scuola educatrice. Fanciullo, nel Quartiere Latino vide le giovinette portare latte e i braccianti portare carbone a tutte le porte ; perciò fu profondo conoscitore degli operai e dei "piccoli commercianti parigini. Le bacheche dei cartolai colle loro vignette fermarono i suoi sguardi, ed egli ricevette la prima istruzione sfogliando i libri dei bouquinistes che hanno le loro cassette, sui muri delle rive della Senna. Egli stesso era figlio di uno di questi poveri librai, nacque in nna libreria, fu allevato tra vecchi libri ». L'infanzia e la giovinezza Anatole France ha raccontato più volte, in autobiografie appena romanzesche: Les desirs de Jean Servien, Pierre, Nozlère, Le livre de mon ami. Le petit Pierre, La vie en fleur la sua infanzia,, ricca di sogni, precocissima di riflessioni. Il piccolo France. a contatto con la strada, ebbe dalla vita che si svolgeva attorno a. lui le prime lezioni, sperimentò la differenza che passa tra la realtà brutale e crudele e le solitarie lantasticherie. Le quotidiane tragedie della piccola borghesia (il suicidio di un vicino, la povertà improvvisa di un conoscente, ecc.) aprirono gli occhi al delicato fanciullo. Le donne del popolo, con il loro robusto buon senso, l'Istintiva rude e profonda bontà, la malizia delle loro irrefrenabili osservazioni ebbero una grande influenza su di lui, e nessuno ne scrisse mai come France l'elogio. Sotto la sua penna, nel suo ricordo, rivisse la figura della femminetta sensata, devota magari, ma con una certa indipendenza, amministratrlce economa e rigi-'ta. Lo fantesche di Anatole France sono indimenticabili e di un'umanità singolare, che le apparenta agli abbozzi di Vlllon. Quest'uomo dallo spirito eccezionalmente raffinato penetrò dunque a fondo l'animo delle classi popolari, in quello che hanno di più caratteristico e nobile: la laboriosità, la carità reciproca, l'indulgenza serena. Anatole France non fu uno scolaro modello, e recentemente venne in luce la storia di una sua bocciatura. Naturalmente svagato, distratto, dedito al fantasticare, curioso d'idee e di uomini senza nessuna costanza metodica o preoccupazione culturale, egli s'interessava a tutti gli aspetti della bellezza, cominciò giovanissimo a scrivere piccoli saggi storici e letterari e poesie (che costituirono le raccolte dei poèmes dorcs e delle Noces corinthlcnnes) : è del 18.59 un opuscolo litografato in poche copie per uso della famiglia sulla «Leggenda di Santa Radeconda regina di Francia ». Si dedicò a lavori di libreria: revisioni di testi, pr-efazioncelle Illustrative (gli studi critici che precedevano parecchi volumi della Biblioteca letteraria dell'editore Lemerre entrarono a far parte del Genie latin) acquistando rapidamente fama nel mondo dei bibliofili per lo squisito suo gusto e l'artistica competenza. Sono di questo periodo della sua vita i saggi su Alfred de Vigny, Bernardin de Saint-Pierre e la principessa Miesnik. Durante la guerra del "70 egli fece servizio a Parigi come guardia nazionale e ti suo contegno, per sua stessa confessione, non ebbe — le circoitanze volendolo — nulla di eroico. li giornalista Primi successi letterari Nel 1879 — Anatole France aveva allora trentacinque anni — uscirono due brevi racconti: locaste e Le chat malore, ma il pubblico quasi non se ne accorse. La rinomanza, lenta a venire causa la raffinata pigrizia dello scrittore, giunse soltanto con II delitto di Silvestro Bonnard, membro dell'Istituto, pubblicato due anni dopo, e cioè nel 1881. Innocentissimo racconto, Il delitto di Silvestro Bonnard testimoniava di una eccezionale educazione letteraria, di una padronanza stupenda d-egli effetti stilistici, e l'indulgenza bonaria assieme e scettica che l'ispirava ne faceva una narrazione che. Renan avrebbe di buon grado voluto firmare. Jules Lemaltre giudicò che la figura di Silvestro Bonnard — l'erudito e ingenuo accademico che per salvare una giovinetta dalle angustie della vita di collegio rischia di esser messo.sotto processo per ratto di minorenne — riassume quanto di meglio conteneva, in fatto di sentimenti, lo spirito del secolo decimonono. Frattanto. Anatolo France andava approfondendo la sua straordinaria cultura, nutrendosi del succo più squisito delle lettere greche e latine, e assimilandosi le qualità più forti e sublimi della tradizione classica francese. Luciano e Virgilio. Rabelais, Montaigne, Voli aire, Aristofane e Racino furono le sue guide spirituali. Dei contemporanei, subiva l'influenza di Ernest Renan, il suo fascino complesso, il gusto delle asserzioni contraddittorie e falsamente negligenti. L'eredità renanlana apparve in pieno durante gli anni dal 1888. al 1894 in cui Anatole France tenne la critica letteraria del Temps, e scrisse quella deliziosa collana di articoli che formò i quattro volumi della Vie lltlèrairc. Dopo Silvestro Bonnard, un romanzetto un po' esile (l'amore di un giovinetto per una commediante e la sua morte nei giorni della Comune) I desideri di Giovanni Servien (1882) e quelle note frammentarle sui fanciulli, la loro mentalità, la loro educazione scritto con una infinita delicatezza, un'incomparabile levità di stile, che s'intitolano 11 libro del mio amico (1885) avevano suscitato nuova attenzione intorno ad Anatole France. Ma fu la Vie littéraire a dargli la consacrazione definitiva da parte dei letterati. Presentato ad Hébrard. direttore del Temps, France ebbe piena ed assoluta libertà, e ne usò in modo originale. Non si preoccupava punto oell'attualità, ignorava il pm delle volte le nuove pubblicazioni, e si compiace; va al contrario di ri-cvocazionl classiche, di medaglioni romantici,-dl profili di autori quasi completamente sconosciuti. Anche quando cedeva al piacere di parlare del libro del giorno, l'opera altrui non era che un pretesto per divagazioni personali, si che per esempio, le Origini del Cristianesimo di Renan potevano occasionare un articolo autobiografico su sensazioni infantili. Ma-il gioco dilet;antesco non era in realtà futile. I feuilletons di France contenevano periodi di questa sorta: « Se mai si può prestar fede a questo tranquillo pastore d'anime, noi non possiamo affatto sottrarci alla bontà divina ed andiamo tutti in Paradiso... a meno che il Paradiso non esisla, cosa oltremodo verosimile » o bizzarre osservazioni del genere della seguente : « Noi non dobbiamo amare la natura poiché non merita amore; e neppure dobbiamo odiarla, poiché non merita odio. Essa è tutto. Ed esser tutto è un gran peso. E' cosa tremendamente difficile e impacciata ». Con la sua opera giornalistica, France inaugura il suo periodo di critica della società e dei costumi. E ormai, in ogni suo libro fiorirà il dibattito delle idee. La maturità c il pensiero Dal 1888, data in cui Anatole France entra al Temps, al 1897, anno in cui compare il primo volume della « Storia contemporanea » egli pubblica tre volumi dt novelle: Baldassarre (1890), 71 pozzo, dt Santa Chiara (189o) e L'astuccio di madreperla (1892), tre romanzi: laide (1890), Il giallo rosso (1894), La rosticceria della regina Piedoca (1893), un libro di dialoghi Le opinioni dell'abate Colgnard (1893), uno studio sull'Elvira di Lamartire e l'edizione definitiva delle 6ue poesie. Lo scrittore è in tutta la forza del suo genio, lo stilista ha già raggiunto la perfezione. La personalità artistica di Anatole France è ormai formata. Si tratti di una ricostruzione storico-polemica sorta dai libri di Renan quale 'laide o di un romanzo assolutamente moderno (con delle allusioni contemporanee e degli spunti satirici) quale Il giglio rosso, avremo sempre una mirabile fusione della satira di costumi e del dialogo filosofico. Sia la campagna toscana come il deserto della Tebaido non servono ad Anatole France che di cornice: descrittore mirabile e preziosissimo, gli uomini lo attraevano assai più che le cose. I casi morbidi di psicologia lo affascinavano, lo perversioni intellettuali lo incatenavano. Nell'analisi insistente, moltipllcata, ripresa da mille punti, egli fu eletto maestro. La nausea e l'esaurimento sensuale dei protagonisti del Gtfflto rosso, la dannazione del monaco palmizio e l'ossessione che di lui conserva la cortigiana Taide, la scollacciata e stravagante istoria nella quale si trova compromesso l'abate Coignard, (cosi gustosa 'e saporosa), i suoi ragionamenti sottili e capziosi ecco la materia che Anatole France crea ed adora. Il suo mondo è, si può dire, formato di donne nude postJ in una biblioteca, e non suggerisce altre immagini che quelle del diletto sensuale ed erotico e del piacere logico e sofistico dell'intelligenza. II grande scrittore dissociò 1 comuni sentimenti dell'uomo nei loro elementi determinanti, scompose tutte le credenze e disperse tutte le fedi, mostrò l'estrema precarietà delle affermazioni ideali. Più tagliente di Voltaire, temperò la crudezza delle sue conclusioni mediante le Ingannevoli fantasie apprese da Renan. Eppure la sua opera negativa non fu perniciosa. Più tardi, la prova del fatti venne a dimostrare come essa presupponesse l'adesione a due, tre principi fondamentali di tolleranza, di libertà, di carità. Ogr.l secolo ha bisogno di riprendere in esame le fondamenta su cui poggia l'edificio sociale, e di verificarne la consistenza. Anatole France intraprese questo compito, e la forma che egli adottò per esporre 1 risultati dell'analisi rese popolare quel ch'era rimasto sepolto nei grossi in-ottavo di Renan. Eminentemente virile e salutare fu la sua opera, obbligandoci a guardare senza illusioni attorno a noi e dentro di noi, costringendoci a prender coscienza delle nostre possibilità., abituandoci al reciproco rispetto, a riconoscere la legittimità delle opinioni altrui. In questo modo — prima ancora che la lotta politica lo trascinasse alla ribalta — Anatole France era già un maestro di vita. L'affare Dreyfus e la "Storia contemporanea,, Anatole France pronunciò il 24 dicembre 1896 il suo discorso di ammissione all'Accademia di Francia. Nel 1897 usci il primo volume della « Storia Contemporanea » : L'olmo del mail, nello stesso anno comparve Il manichino di vimini, nel 1899 L'anello di ametista, e nel 1901 II signor Bergeret a Parigi. Bergeret era nato; 1 nazionalisti, gli antisemiti, i partigiani della colpevolezza del capitano Dreyfus udivano fischiare la sferza. Indimenticabile creazione 1 Bergeret, docente di letteratura latina in un'università di provincia, tradito dalla moglie e dal suo discepolo più caro, avversato dal clero per le sue idee di libero pensatore, perseguitato dai militari e dai nazionalisti per la disinvoltura con cui critica le istituzioni, canzonato dai monelli, col solo conforto di esercitare, sino a ferirsi, l'acutissima e spietata sua logica, rimarrà per sempre nella memoria delle anime libere come l'uomo rappresentativo della terza Repubblica, e le sue avventure costituiranno la gioia dei cultori delle lettere belle e dei più raffinati e geniali giochi dell'intelligenza. Perchè se altrove Anatole France fu più studiatamente elegante, se meglio spiegò le sue qualità di umanista, mai come nella Storia contemporanea tu.umano, semplice, diretto. Per molti uomini della nostra generazione, non ancora turbati dalle funeste Ideologie del dopoguerra, i quattro volumi ohe hanno il professor Bergeret per protagonista costituirono un breviario morale, furono la luce di un risveglio intellettuale. La campagna per l'innocenza di Dreyfus. che trovò :n France ed in Zola i due scrittori che )e conferirono una importanza mondiale, prese nelle pagine della;Storta Contemporanea un significato superiore, si elevò sino al dibattito tra la libertà di coscienza e l'ipocrisia sociale, tra il progresso e la reazione. Gli avversari sé ne resero conto e per vent'anni Anatole France. sistematicamente combattuto, non mise piede all'Accademia, e. serrato in un implacabile cerchio, si volse sempre più a sinistra. La Storia Contemporanea è il quadro definitivo della società moderna, il disegno più completo della vita del millenovecento che Anatole France abbia mai tentato. Tutte le classi sono rappresentate, sebbene lo sguardo folgorante dello scrittore si soffermi più a lungo su quelle dette superiori. L'immagine generalo è pessimistica, il tono ferocemente satirico, 1n sostanza; rea non si può negare che l'osservazione sia acuta, l'indagine penetrante, l'insieme molto vicino alla verità. Ecclesiastici, militari, uomini politici, aristocratici, borghesi, artigiani, impiegati, studiosi, sono ritratti da Anatole France con arte meravigliosa e perspicacia infinita. Di ogni categoria egli ci dà non un solo rappresentante, ma parecchi, e svela i contrasii che 11 separano, gli interessi che li tengono collegati. Chi può non ricordarsi dell'abate Lantalgtne seguace della tradizione bossuetiana e di monsignor Guitrel, partigiano de?ii accomodamenti, chi si può dimenticare il prefetto Worms-Clavelln o il generale Cartier de Chalmot ? Quella di Anatole France è una « Comédie humaine » composta da ua letterato, ispirata da nobili preoccupazioni intellettuali e sociali, che se non ha la straordinaria potenza ed efficacia dell'opera di Balzac, possiede una perfetta/unità di toni, una coerenza stilistica eccezionale. Ciò «he perde in rilievo acquista in profondità. Cosi Anatole France, narrandoci la semplice storia di un adulterio e rappresentandoci le brighe di alcuni ambiziosi che mirano a un episcopato vacante, tracciava con ì.ivo ferma i caratteri di tutta un'epoca. Non certo grande nè sublime, percorsa anzi da sfrenate e malvage passioni, con ideali confusi e de«ideri mediocri, ma ricca ancora di r<6idui generosi, e sensibile. Lo scrittore si rese conto delle modeste, e pur lodevoli, qualità degli uomini di nuel tempo, e volle incoraggiarle. DI qui alcune utopie, e molte dimostrazioni d'interessamento e di a/fettn per gli umili ed i diseredati: Crainquebille e le Opinions sociales. France ha Incontrato Jaurès e, come tutti quelli che hanno vissuto a fondo l'affare Dreyfus. si dirige verso il socialismo. 7 giardini d'Epicuro non lo trattengono più. Fantasmi del passato - La discesa Ma l'umanista sopravvive alla lotta, e sornuota sul mare tempestoso. Ecco i bozzetti di Pierre Nozlère, le pittoresche note di viaggio, gli appunti marginali sul grosso Plutarco. E' quasi una pausa, un ritorno sulle calma acque del passato. Anche Vilistoire comique (1903) nella sua vicenda dolorosa e ardente di sensualità conserva ima limpidità classica che ne rasserena lo sfondo e porta l'avventura contemporanea in un'at^ mosfera fantastica. E Clio, Sur la piene bianche rimangono ugualmente fuori dalla battaglia. La quale tuttavia non cessa: è il discorso sulla tomba di Zola, quello sul monumento di Renan, sono i c discours pour la liberto » nel Cahiers de la quinzaine. Appartiene a questo periodo 71 procuratore di Giudea, il commento più bello all'opera di Ernest Renan che uno scettico fosse in grado di scrivere. Immagina France che Ponzio Pilato, ritiratasi in una sua villa della Campa, nia venga a parlare con un amico degli anni del suo proconsolato in Giudea, e rievochi figure e avvenimenti di quell'epoca. L'amico di Pilato, domiamolo infaticabile, suscita durante la conversazione l'immagine di una deliziosa peccatrice, che dopo un'esistenza piena di lascivie si uni ad una turba di fanatici e misteriosamente scomparse. Capo di essi era un uomo dì Nazareth, che poi mori 6ulla croce. Se ne rammenta Pilato ? —v « Gesù di Nazareth? — Non me ne ricordo »7 E veniamo ai due volumi su Giovanna d Arco, esaltati da taluni, severamente censurati da altri Anatole France non ha preteso che far comprendere fi « fenomeno » di Giovanna d'Arco, non ha voluto offrirci altro,che un'interpretazione psicologica verosimile. Ma il culto eccessivo della pastorella di R/jims. sfruttato dai nazionalisti ad oltranza, degenerava in fanatismo, e la voce serena, rispettosa, e i! pensiero di escludere l'elemento soprannaturale incontrarono acerbi oonosi- ' tori. " Cosi, la meravigliosa ricostruzione storica del Terrore fatta nei Dieux ont soif (a romanzo più bello di Anatole France) non trovò le acoglicn/'i che meritava. Ma al riconoscimento del capolavoro ostava questa volta un fanatismo di diversa specie e di color rosso che avendo trasfigurato gli uoniint e 1 fatti della Rivoluzione francese rispettivamente in semidei e m miracoli, scorgeva negli Del hanno scie un'opera reazionaria, mentr'essa non è che una stupenda e precisa raffigurazione di un momento storico, scolpita nel bronzo. L'aveva preceduta L'isola dei pinguini, la segue La rivolta degli angeli, racconti filosofici alla guisa di Voltaire, sparsi delle più Ingegnose arguzie, animati da trovate degne di un g»ande umorista, riboccanti di allusioni contemporanee. Georg Brandes ha segnato con finezza 1 mo- 1 tivi pei- cui Anatole France esercitò si grande attrattiva sul pubblico : . Ciò che lo meatena a lungo sono meno le sue idee che egli stesso la circostanza che questo letterato, u auaie porta si grave fardello di tre civiltà, ed anzi già di per sè rappresenta un'intiera piccola civiltà: che questo filosofo, pel quale tutta la vita della terra è mia manifestazione passeggera sulla superficie del globo, ogni aspirazlone umana è senza significato nel corso dei secoli; che questo sousta.il quale sa esa- -• minare ogni cosa da varie e diverse parti ed avrebbe potuto trovare che ciò che esiste se però ftnataente'esiste. vale in tondo quanto l'ignoto, si dichiara figlio della Rivoluzione, abbraccia la causa del debole, afferma la sua ' fede nella libertà, si sbarazza del suo fardello e sfodera la spada... è questo ciò che attrae una cerchie, di uditori sereni; è questo ci* che la gente semplice comprende e pregia» < Ricordo le recensioni dell'fsofo dei pin~. giani, poci tempo prima che scoppiasse là guerra, europea. Erano generalmente sfavorevoli. La parabola di Anatole Franco stava scendendo, l'arto sua spariva al confronto di Claudel, di Barrès, di Péguy. France era un isolato, un solitario. Poteva ripetere- « jo non ho libri moderni. Non m'importa di co- ' noscerli. Imparo più da Petronio che da Mendès ». Tagliato fuori dalle nuove correnti, appartato dalla politica come dalla letteratura, Analole France riposava sereno. Venne la guerra. La guerra e la pace. Il premio Nobel Le ultime onoranze Il grande scrittore si isolò sempre più dalla mischia, non partecipò per nulla al mo-' vimenlo intellettuale e politico scatenato dal conflitto europeo. Raccolse alcuni articoli in' volume, vi pose il titolo Sulla via della gloria, e li offri a un comitato di beneficenza. Poi, riprese a comporre la serie delle memorie autobiografiche che s'iniziano con 71 Piccolo Pietro: era il 1918. Possiamo comprendere la sua astensione e, in un certo senso, giustificarla, inviso ai governanti del suo paese, straniato dalla vita pubblica; spento, con Jaurès il suo legame più stretto con le dottrine socialiste, egli si comportò come un patriarca stanco e disilluso impossibilitato ormai a confidare sulle nobili aspirazioni degli uomini, a credere sulle a magnifiche sorti e progressive » della.civiltà. Non fu, probabilmente, sdegno il sua. ma pietà, noncuranza. Sopravvenuta la paca, 1 giovani perseverarono nell'errore, si cacciarono nei ciechi budelli dell'infatuazione nazionalista. E allora France si attaccò al cittadino Rappoport, e proclamò le sue sompatio per Briand e Guesde. Il premio Nobel, degna consacrazione 'dal più grande scrittore della Francia attuale, non gli suscitò certo molte simpatie, e i soliti guastamestieri avrebbero preferito che la ricompensa internazionale fosse andata m qualcuno della triade Bourget-Barrès-Maurras Allorquando comparve La vie en fleur, 1 ultimo volume di memorie, che contiene an^ cora pagine stupende e ritratti di prodigio», sa vivacità, il silenzio fu la parola d'ordina. Anzi, ripresero le critiche mordenti le rlvolte palesi e le insinuazioni malevole ed or ' non e gran tempo su di un grande giornata francese di informazione letteraria leggeva, mo sei colonne dt stroncatura rabbiosa del. 1 opera e della persona di Anatole France Il quale, attraversando l'Europa per recarsi a Stoccolma a ricevere, dalle mani del1 Accademia svedese, il premio Nobel «l fanmò a Berlino ed ebbe un colloquio' con » boche Einstein. . • V"".« Coi; ciò egli precorreva quella ripresa 'di sforzi democratici per la ricostruzione eui»pea che doveva trionfare in -questi ultimi mesi in Francia e In Inghfiterra e accentasi si altrove. La caduta del . bloc naMonal V ™?lnd3nnah della Poetica di PotaSSS/ìa* rapida decadenza del nazionalismo rathel, lieo riaccesero intorno alla figura e aìrxnera di Anatole France^ simpatie ed adesioni sSi onorare l euol ottant'annl (è crònaca «leift non fummo In pochi, e manHatonl ufflelafi consacrarono il giubileo^letterario dei grande scrittore. La FranciaVon vTcouWbul forse con la desiderata una^nJmità e li neaÌvevaad^S^?ne -I^tanteKmodS fu autiP i & Unome per il mondo nort "Si1 fedeli alla vecchia tradizione re£^VCal?a avrebbero desiderato e sognato. Nondimeno, il 192* vide Anatole France assai nl° ta alto nella 6tlma e nella conslderazlo■»SSU* ma«a «he non gli anni che lo nrecedettero. Il glorioso vegliardo, del resto poteva non curarsi dell'opinione dei contemporanei. Gli avvenimenti nolitici con le loro ripercussioni non lo toivavano più. La malattia lo aveva più che mai isolato dal mondo: questp letterato .'• morto senza prendere atteggiamenti clamorosi, senza comporsi un* maschera finale. <: e spento tra i suoi lihrl come il buon operaio al termine della sua fatica. Qua!'-' gr-ir.de poeta ha parlato di ca» loro che «entrano vivi nell'immortalità 7 ». A. C.